A&P Chronicles 2002-2003 (VI, 2)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 18 Febbraio 2006

Parte Vi, Capitolo 2: Le piaghe di Maudig-Rao

Seduta del 28/05/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 18 Febbraio 2006

Parte Vi, Capitolo 2: Le piaghe di Maudig-Rao

Seduta del 28/05/2003

Le piaghe di Maudig-Rao

nonostante la stanchezza, che per i cavalli si trattava di vero e proprio sfinimento, continuammo a viaggiare per circa una clessidra ancora, allontanandoci da Arl-Gate per evitare qualsiasi sorpresa spiacevole, anche se la magia di Frostwind teoricamente avrebbe dovuto metterci sufficientemente al riparo da pericoli.

Infine, fummo costretti a fermarci, le ossa doloranti e gli occhi che faticavano a restare aperti. I cavalli erano quasi coperti di schiuma biancastra e sapevamo che sarebbe bastato un ulteriore minimo sforzo per perderli. Solo i nani sembravano non risentire troppo della stanchezza, segno evidente che l'alcool doveva avere proprietà taumaturgiche sugli individui di quella razza, così furono loro ad occuparsi dei turni di guardia mentre noialtri riposavamo.

La notte passò senza problemi ed il mattino fu illuminato da un pallido e freddo sole che ben presto cedette il posto ad una densa nuvolaglia che non prometteva nulla di buono. Intorno a metà giornata avvertimmo il rombo dei tuoni seguire i primi lampi all'orizzonte, quindi ci trovammo sotto un violento temporale che inondò la campagna di veri e propri torrenti d'acqua, rendendo assai difficoltoso il nostro procedere. Riuscimmo comunque a coprire un buon tratto di strada, e quando ci fermammo per la notte cercammo di stabilire un accampamento che avrebbe potuto ripararci adeguatamente anche il giorno dopo, poiché se la pioggia avesse continuato allo stesso modo, sarebbe stato impossibile far muovere il carro.

Fortunatamente, al mattino la pioggia cessò, lasciandoci zuppi, infreddoliti e sporchi di fango fin sopra i capelli. Il nuovo giorno splendeva di un sole limpido e caldo, causando una densa umidità che si levava dalle incavature del terreno in ampie volute fumose. Riuscimmo a procedere senza troppi problemi, percorrendo una distanza che in quelle condizioni reputammo comunque soddisfacente, anche se in un paio di occasioni fummo costretti a gettare pietre sotto le ruote del carro per superare alcune pozze di fango che rischiavano di intrappolarci.

Era quasi l'imbrunire quando ci avvicinammo a quello che sembrava un vecchio villaggio abbandonato in rovina. La strada percorribile dal nostro carro vi passava esattamente in mezzo.

avvicinandoci al villaggio, notammo che non era poi così abbandonato come era apparso in un primo momento. Alcuni carri, forse una decina, erano in sosta nella zona centrale, e alcune decine di cavalli erano impastoiati nelle vicinanze. Di tanto in tanto potevamo vedere delle figure muoversi da una parte all'altra, evidentemente persone della carovana che aveva deciso di trascorrere la notte in quel luogo.

- Ovviamente, passiamo senza neanche pensare di fermarci! - disse Warland con tono risoluto, lasciando intendere che non aveva alcuna intenzione di correre il rischio che si ripetesse quanto accaduto ad
Arl-Gate.

- A dire il vero, invece, io mi fermerei per la notte - rispose Frostwind. - Se si fermano qui, vuol dire che il prossimo riparo deve essere piuttosto distante... 

- Stai scherzando? - ribatté in tono polemico il paladino. - Così i nani scendono dal carro e combinano un putiferio come due giorni fa!

Dal canto mio, ero combattuto. La prudenza di Warland sembrava ovviamente consigliabile, ma anche la possibilità di sostare in un luogo più difeso sembrava soddisfare il buon senso. Non fermandoci in quel villaggio avremmo certamente dovuto passare la notte all'aperto, in mezzo alla campagna, in una landa desolata e selvaggia, esponendoci al rischio di qualche brutto incontro, cosa che per noi non era affatto rara...

Riflettendo su queste cose mentre ci avvicinavamo, cercavo intanto di ricordare qualcosa su quel posto, poiché avevo la netta impressione di aver letto qualcosa a riguardo.

- La Razzia di Maudig-Rao! - esclamai ad un certo punto. 

- Di che stai parlando, Corvo, ti senti bene? - chiese Thorin, alle mie spalle.

- E' il nome con cui è stato ribattezzato questo posto - spiegai. - Non ricordo il nome originale del villaggio, ma so che questo fu l'ultimo insediamento razziato dalle orde barbariche di Maudig-Rao alcuni secoli fa, più o meno nel periodo in cui vissero i nostri antenati dei Cristalli.

Thorin fece un'espressione di assenso dalla quale si capiva che ovviamente quell'informazione non ci avrebbe aiutato in alcun modo a prendere una decisione. Poi puntò un dito indicando il villaggio ora più vicino.

- Hanno acceso parecchi fuochi, considerato che non fa molto freddo... - commentò.

Ora potevamo vedere meglio. I carri ed i cavalli sembravano acquartierati nella parte centrale del paese, ed una barriera di fuochi era stata accesa all'ingresso ed all'uscita della strada. Alcuni uomini si davano da fare per spegnere la barriera all'inizio del caseggiato, mentre altri ci facevano dei segni invitandoci a procedere verso di loro. Avanzando, notammo che barriere di falò erano state predisposte anche lateralmente, laddove le stradine laterali uscivano dal paese, creando così una zona di accampamento delimitata dalle case e dai fuochi stessi.

Warland mi guardava con aria sempre più cupa, temendo che alla fine si decidesse di fermarsi con quella gente. Frostwind aveva già espresso la sua idea e sembrava ora disinteressarsi di ciò che avremmo fatto, impegnato a leggere certe carte sulle quali in qualche modo riusciva anche a scrivere di tanto in tanto, nonostante i sobbalzi del cavallo. Io ancora non mi sentivo convinto dall'una o l'altra possibilità, ma mi sembrava quasi di sentire gli occhi degli altri scrutarmi, come se si aspettassero da me una decisione. Decisi almeno di fare una proposta.

- Passiamo attraverso il villaggio e cerchiamo di superare tranquillamente il loro accampamento - dissi, - poi facciamo campo una volta usciti...

- E se quelli fanno i curiosi e ci chiedono qualcosa? - obiettò Polgrim. - Questo tipo di comportamento potrebbe sembrare comunque sospetto!

- In tal caso faremo parlare il mago - risposi, lanciandogli un'occhiata. - Lui saprà inventare qualcosa di plausibile.

- Secondo me dovremmo fermarci qui, l'ho già detto - rispose Frostwind, senza alzare lo sguardo dalle sue pergamene. - Comunque, fate un po' come volete...

facemmo il nostro ingresso nel villaggio in rovina, procedendo lentamente ma senza dare l'impressione di volerci fermare. Fortunatamente, gli uomini dell'accampamento, evidentemente servitori e scorte della carovana, non sembrarono dedicarci grande attenzione. Alcuni attesero il nostro ingresso per riaccendere i fuochi che delimitavano l'ingresso ora alle nostre spalle.

- Signore, non vi fermate? - mi chiese un uomo, avvicinandosi, notando che proseguivamo oltre il loro campo. Feci cenno ad Adesir di proseguire con il carro, mentre mi voltavo per rispondere.

- Il vostro accampamento è già abbastanza affollato - dissi, dando uno sguardo in giro. - Usciremo dall'altro lato e faremo campo altrove...

- Ma non potete! - esclamò l'uomo, visibilmente in apprensione. Gli rivolsi uno sguardo interrogativo. - Nessuno osa fermarsi di notte all'aperto da queste parti, chi lo ha fatto non è più tornato...

- Cosa stai dicendo? - chiesi, improvvisamente allarmato, cercando comunque di non darlo troppo a vedere.

- Le piaghe - mormorò, quasi sottovoce. - Le piaghe di Maudig-Rao si aggirano per queste terre e di notte uccidono gli incauti che osano restare all'aperto!

- Grazie per l'avvertimento, buon uomo - risposi, voltando il cavallo. - Sappiamo badare a noi stessi, non temere, troveremo un riparo da queste piaghe.

Mi affrettai a raggiungere gli altri e raccontai quanto avevo saputo al paladino, che fu il primo a venirmi incontro. Naturalmente, Warland sostenne che si trattasse solo di sciocche superstizioni e che avremmo dovuto proseguire per la nostra strada, allontanandoci quanto più possibile, ma ora non ero più convinto della bontà di questa idea.

Raggiunto il carro, misi anche gli altri al corrente delle novità, e ritenemmo più saggio non allontanarci troppo dal villaggio. Decidemmo di trovare un riparo come avevano fatto quelli della carovana, sfruttando il più possibile le case ancora in piedi e sbarrando gli accessi restanti con il fuoco. Questo avrebbe accontentato un po' tutti. Saremmo infatti rimasti abbastanza vicini alla carovana, ma comunque separati da loro.

La cosa tuttavia si rivelò più difficile del previsto, poiché il gruppo che ci aveva preceduto sembrava aver già utilizzato tutti i pochi edifici ancora in piedi con mura sufficientemente alte e non fessurate che potessero costituire una protezione. Alla fine, usciti dal villaggio, tornammo sui nostri passi dal lato esterno, fino a portarci in un vicolo che ci sembrava fare al caso nostro. Dal lato interno, quello che dava sulla strada principale del villaggio, c'era lo sbarramento del fuoco acceso dagli uomini della carovana, sui fianchi avevamo due case dalle mura ancora alte e solide, mentre alle spalle avremmo provveduto noi con un ulteriore fuoco.

Mentre io e Warnom approntammo l'accampamento, Adesir ed i nani si dedicarono a raccogliere legna, che poi Frostwind e la ragazza asciugarono dall'umidità grazie alla loro magia. Si era ormai fatto buio quando Polgrim riuscì ad accendere il fuoco che ci avrebbe coperto le spalle.

consumammo rapidamente qualcosa delle nostre provviste senza parlare molto, preparandoci al riposo notturno di cui tutti avevamo bisogno. La notte sembrava essere particolarmente buia e, forse anche per l'effetto abbagliante dei fuochi, presto non riuscimmo a vedere nulla oltre la zona in cui ci trovavamo. Una densa nebbia calava dall'alto, inusuale.

Improvvisamente, non udimmo più alcun suono dall'accampamento dei carovanieri.

Ci guardammo l'un l'altro, all'erta. Qualcuno sfoderò le armi, come per prepararsi a qualcosa di terribile che tuttavia non accadde. Restammo così per alcuni istanti.

- Posso percepire molta magia mistica dall'accampamento dei mercanti - commentò Adesir dopo una breve concentrazione.

- Magari saranno stati loro stessi... - osservai, per nulla convinto.

- Voglio vedere cosa sta succedendo - ribatté la ragazza, estraendo una corda alla quale aveva assicurato un rampino di ferro. Evidentemente, intendeva arrampicarsi su uno dei muri ai nostri fianchi per osservare dall'alto cosa accadeva nell'altro accampamento. Come precauzione, le annodai un'altra corda in vita, in modo da poterla tirare giù nel caso si fosse verificato qualcosa di strano.

Ma Adesir non fece in tempo a raggiungere la cima che un urlo straziante, chiaramente impossibile per una bocca umana, ci fece accapponare la pelle. Facemmo tornare giù la ragazza, poco convinta, mentre ci osservavamo l'un l'altro, i volti impalliditi dal terrore. Restammo così, in silenzio, ascoltando il nulla poiché non udimmo più alcun rumore per almeno una clessidra.

Poi, un nuovo urlo, che veniva dall'esterno, lacerò l'aria, ancora più stridulo ed innaturale del primo. Sentii un brivido sulla schiena, mentre i cavalli, ad eccezione dello stallone di Warland, furono presi dal panico: le povere bestie si imbizzarrirono nitrendo come forsennati, rizzandosi sulle zampe e scalciando con forza.

I cavalli erano un problema. Rischiavamo seriamente di perderli e non potevamo permettercelo. Resistendo ad un nuovo urlo che quasi ci fece raggelare il sangue, io ed Adesir li calmammo uno ad uno, provvedendo di volta in volta a bendarli e tappando loro le orecchie con ciò che ci capitava sottomano, su consiglio di
Polgrim.

Nel frattempo, Warland era ricorso ai suoi poteri, creando una pietra che generava una zona di silenzio attorno a sé. Non so in che modo, ma il paladino riuscì a spiegarsi a gesti sufficientemente bene da fare in modo che tutti ci trovassimo all'interno della zona in cui non potevamo più udire le grida terrorizzanti, con grande sollievo di tutti. 

isolati nella zona di silenzio, persi la cognizione del tempo che passava, e mano a mano cresceva l'ansia e la curiosità di sapere cosa stesse accadendo attorno a noi. Così, mentre Warland teneva in mano la pietra magica restando con gli altri, uscii dalla zona avvicinandomi al fuoco esterno per scoprire se si stava verificando qualcosa che potesse riguardarci.

Dall'accampamento della carovana continuava a non provenire alcun rumore. La nebbia aleggiava su tutto il villaggio come una cappa innaturale a cui non sapevo dare un significato, ma che indubbiamente mi incuteva preoccupazione. Dall'altro lato del fuoco, udii dei rumori.

Piccoli passi, chiaramente non umani, si sovrapponevano, di passaggio, davanti al nostro fuoco, sebbene non riuscissi a scorgere nulla oltre le fiamme. Non sembravano tentare di attraversare la barriera, ma ugualmente provai timore, non potendo riconoscere in alcun modo di cosa si trattasse. Poi, improvvisamente, cessarono, lasciando il posto ad un rumore cavernoso e profondo simile al respiro di una grande bestia. Istintivamente feci un passo indietro.

In quel momento la bestia, o qualsiasi altra cosa fosse dall'altro lato, alitò verso di me, facendo piegare le fiamme. Arretrai di un altro passo, immaginando le possibili dimensioni della mostruosa creatura che tuttavia non riuscivo comunque a vedere. Tornai dagli altri, all'interno della zona priva di rumori, e cercai di spiegare a gesti quanto avevo sentito, ma nessuno si azzardò a esplorare ulteriormente la situazione.

Frostwind aveva finito di riflettere per conto suo occupandosi solo delle sue pergamene e del suo libro, e ad un tratto uscì dalla zona protetta, portandosi vicino al fuoco dal lato interno del villaggio. Lo vidi muovere le mani e compresi che stava certo recitando una qualche magia, che tuttavia non potevo sentire. Al termine del rituale, vedemmo la nebbia condensarsi improvvisamente, trasformarsi in una materia solida come il vetro, che precipitò a terra frantumandosi, spegnendo il fuoco davanti al mago e abbassando sensibilmente la temperatura in tutta la zona. Dall'altra parte, alcune persone incuriosite uscivano dai carri, andando incontro a Frostwind. Adesir si precipitò anche lei fuori dal silenzio, raggiungendo il mago. Vidi i due gruppi parlare brevemente, ma ovviamente non sentivamo cosa si stessero dicendo.

Nel frattempo, Warland stava creando una nuova pietra di silenzio, facendo capire a gesti che quell'espediente aveva una durata assai limitata e che non avrebbe potuto rinnovarlo per tutta la notte. Così, dopo che fu tornato, Frostwind ci diede l'idea di scaldare della cera per farne tappi per le orecchie che approntammo per tutti, in previsione del momento in cui il silenzio del paladino sarebbe cessato definitivamente.

La cosa avvenne dopo non molto tempo, e ce ne accorgemmo perché nonostante la cera nelle orecchie, ora qualche suono poteva essere percepito, e sentimmo ancora le creature urlare nella notte. I cavalli si imbizzarrirono ancora nonostante le precauzioni che avevamo preso, e fummo costretti a calmarli più e più volte, mentre Frostwind si dava da fare lanciando incantesimi di protezione che delimitavano un'area per noi più sicura.

Sembrava essere passato un secolo quando, infine, stremati e senza aver chiuso occhio, vedemmo sorgere il sole. La notte era passata, ce l'avevamo fatta.

la stanchezza era tale che ogni singolo muscolo ed articolazione sembravano dolere come dopo una battaglia, ma il nervosismo impediva di concederci un riposo. Iniziammo a smontare il campo, pensando solo a sfruttare il giorno per portarci il più lontano possibile da quel luogo, mentre anche i mercanti facevano i loro preparativi.

Con Adesir facemmo una breve ricognizione alla ricerca di tracce che ci permettessero di identificare con chi o cosa avessimo avuto a che fare durante la notte, ma ciò che trovammo non fece luce sulle misteriose creature urlanti. Si trattava di impronte simili a quelle di piccoli zoccoli, come quelli di un caprone di montagna, ma che erano assai profonde, come se quelle bestie potessero pesare oltre cento chili ciascuna. Inoltre, la cosa più sconvolgente fu scoprire che, di qualunque cosa si trattasse, sembravano avere sei zampe ciascuno!

Quando riferimmo la cosa, Frostwind sembrò ricordare qualcosa a proposito di animali a sei zampe chiamati "Aurox", ma Polgrim fu più preciso: secondo lui si trattava piuttosto di "Aurum Vorax", animali a sei zampe che avevano l'insolita caratteristica di cibarsi d'oro e avevano il vello dello stesso prezioso metallo. Tuttavia, in questo caso, da quanto ne sapeva lui, le creature avrebbero dovuto pesare almeno dieci volte tanto...

- Allora il prete ci ha mentito - disse Adesir, dopo aver ascoltato Polgrim.

- Quale prete? - chiesi.

- Stanotte, con Frostwind, abbiamo parlato con un prete della carovana, aveva le insegne di...

- ...di Lerion, dio dell'astuzia e dell'inganno, mia cara - completò il mago con il suo consueto sorriso ironico. - Ti stupisci forse che possa averci mentito?

- Beh, comunque ci ha detto che si trattava di creature che si nutrono della nostra paura - proseguì Adesir, evidentemente dubbiosa della spiegazione fornita dal nano. 

In effetti, a parte la differenza di peso ed il fatto che almeno noi non possedevamo oro tale da giustificare un attacco di Aurum Vorax, le urla terrorizzanti sembravano nonostante tutto dare ragione a quanto aveva detto il prete di Lerion. Ad ogni modo, la cosa era di poco conto, ora. Ciò che più importava era resistere alla stanchezza il tempo sufficiente per portarci al di fuori del territorio di caccia di quelle creature.

Mentre finivamo i preparativi per rimetterci in viaggio, notai che i mercanti avevano un pesante braciere che era stato tenuto acceso tutta la notte al centro del loro accampamento. Notai che, fintanto che le braci ancora ardevano al suo interno, l'oggetto non produsse alcun rumore negli spostamenti, mentre emise un chiaro tonfo metallico quando fu caricato sul carro dopo essere stato spento e svuotato.

- E' quello che ha generato il loro silenzio! Se solo potessimo averlo... - realizzai improvvisamente. Ma Frostwind ed Adesir si erano già recati all'accampamento dei mercanti, forse incuriositi dallo stesso oggetto.

Quando tornarono, scoprimmo che erano andati a parlare nuovamente con il chierico di Lerion, il quale aveva rivelato alcune cose interessanti e preoccupanti al tempo stesso. In primo luogo, la carovana viaggiava scarica, dopo aver consegnato delle merci alla tribù della stella, della cui generosità non erano tuttavia entusiasti, e si recavano ora in direzione opposta alla nostra, verso Bor-Sesirim. Inoltre aveva confermato che le bestie notturne si nutrivano delle nostre paure, quindi per difendersi serviva solo il coraggio, oppure era necessario non sentire le loro grida. Il fatto era che loro avevano già passato due notti in quelle condizioni, cercando di difendersi dalle creature urlanti: senza il loro braciere, ci attendevano due notti alquanto preoccupanti!

Ad ogni modo, sapendo a quale dio fosse votato il prete che costituiva a quel punto la nostra maggiore fonte di informazioni, non sapevamo che peso dare a queste notizie. Incertezze che furono ulteriormente accentuate dal fatto che Warland sosteneva di aver visto, fra gli altri membri della carovana, anche un altro prete, che vestiva i simboli di Zeldana, la dea delle malattie e delle pestilenze.

Indubbiamente, non sembrava una buona compagnia da frequentare, e fummo lieti di vederli partire senza avere con loro ulteriori contatti.

prima di rimetterci in viaggio, discutemmo a lungo sul da farsi. La prospettiva di doversi difendere dalle bestie urlanti per altre due notti era agghiacciante al solo pensiero, dato che Warland non disponeva della magia necessaria ad invocare il silenzio per una notte intera. Anche se poteva trattarsi di una menzogna inventata dal prete di Lerion, per chiss' quale ragione, non potevamo trascurare il rischio che correvamo. 

Alla fine, stabilimmo di affidarci ancora alla magia di Frostwind. Il mago evocò due dischi fluttuanti che sollevarono il carro, in modo che questo potesse quasi volare seguendo i nostri cavalli. In questo modo avremmo potuto procedere assai più rapidamente, il che ci avrebbe dato maggiori speranze di trovare un posto valido per passare la notte. Dal canto suo, Frostwind era dell'opinione che, viaggiando senza soste, potessimo addirittura uscire dal territorio delle bestie prima che calasse il sole.

Ad ogni modo, ero convinto che il fuoco avesse tenuto le creature distanti da noi, pertanto suggerii di raccogliere la legna rimasta e caricarne il più possibile sul carro, giusto nell'eventualità che non ne avessimo trovata alla nostra prossima sosta. Ne avevo già caricato un buon quantitativo, aiutato da Adesir e gli altri, quando Warland ci fermò.

- Fermi! Lasciate stare la legna - disse, con aria preoccupata mentre lasciava cadere un piccolo tronco che teneva in mano.

- E perché mai? - chiesi, incurante.

- E' una regola di questo luogo - spiegò il paladino, indicando il villaggio. - Chi parte deve lasciare legna per chi arriverà...

Non riuscivo a capire e onestamente la cosa mi sembrava alquanto sciocca, ma ormai mi ero abituato alle strane percezioni che può avere chi è dotato di magia o viene illuminato dagli dei, così smisi di raccogliere legna. Fra me e me, comunque, ero ben contento di averne già caricata una buona scorta.

ci rimettemmo in viaggio, procedendo alla massima velocità possibile nonostante la stanchezza, ma almeno non eravamo limitati dalla lentezza del carro, che seguiva fedelmente il percorso tracciato dal cavallo di Frostwind, librandosi a un braccio da terra.

Proseguimmo per tutta la giornata, arrivando anche ad addormentarci in sella di tanto in tanto, ma evitando a tutti i costi di perdere tempo con soste che giudicammo inutili e pericolose. A metà del pomeriggio ci trovammo a passare per un altro villaggio in rovina dove scorgemmo le tracce dei fuochi di un altro accampamento, probabilmente della stessa carovana che avevamo lasciato la stessa mattina. Il sole era già basso e suggerii di fermarci per la notte, dato che un paese abbandonato era pur sempre meglio che trovarci in aperta campagna, ma gli altri preferivano proseguire, puntando più che ad un rifugio alla speranza di uscire dalla zona infestata dalle bestie gridanti. 

Così andammo avanti ben oltre il tramonto, per almeno altre tre clessidre, prima di fermarci senza comunque aver avuto alcun sentore delle bestie. Scesi di cavallo massaggiandomi il fondoschiena che già immaginavo coperto di piaghe, poiché non avevo mai cavalcato tanto a lungo senza sosta, e vidi anche gli altri dare evidenti segni di sfinimento. 

Tuttavia, il fatto di non scorgere traccia delle misteriose creature era di giovamento per il nostro morale, tanto che Thorin ed Adesir trovarono anche modo di sfidarsi nella caccia al cinghiale mentre si erano di poco allontanati per trovare della legna. Straordinariamente, il nano scagliò l'ascia con tale mancanza di precisione che dovette fingere di voler abbattere un albero disinteressandosi dell'animale, mentre fu merito dell'arco di Adesir se quella sera ci fu arrosto per cena.

Nonostante le nostre precauzioni, la notte passò senza problemi e ci confermò che eravamo riusciti a evitare il pericolo della piaga di Maudig-Rao lasciandocela definitivamente alle spalle. La cosa ci rinfrancò al punto che il riposo fu ancor più benefico del normale, e ritrovammo il buonumore, grazie anche ad un cielo sereno e soleggiato che ci riscaldava ricompensandoci per il freddo della notte.

Per evitare di dare nell'occhio nel caso di altri incontri, ora che non avevamo più fretta, decidemmo di tornare a trainare il carro con i cavalli anziché con i dischi fluttuanti evocati da Frostwind e marciammo per tutta la mattina concedendoci la prima pausa per il pranzo. Tutto sembrava andare per il meglio quando improvvisamente Adesir e Frostwind impallidirono ed iniziarono a tossire violentemente, per cadere poi tremanti in preda ad una crisi di vomito.

- Zeldana! - esclamai, ripensando a cosa potesse essere accaduto, anche se non potevo trovare una ragione per cui il prete della divinità delle malattie potesse aver lanciato su di noi una simile sventura.

Mentre Warland ricorreva ai poteri di Uldan per rallentare gli effetti di un eventuale veleno che poteva aver colpito i nostri amici, Frostwind si dibatteva cercando di mantenere la concentrazione per lanciare alcuni incantesimi di individuazione, che potessero chiarire cosa gli stava succedendo.

- E' una magia clericale - disse, stringendo i denti nel tentativo di trattenere un altro conato. Poi riprese a recitare qualcosa e improvvisamente i tremiti si bloccarono, il pallore scomparve dal suo viso. Tirato un sospiro di sollievo, si diede immediatamente da fare per curare Adesir allo stesso modo, e tutti fummo rinfrancati quando la vedemmo tornare del suo colore normale.

Non avevamo fatto ancora in tempo a rallegrarci che ebbi una serie di violenti colpi di tosse, e mi accorsi che perdevo sangue dal naso e dalla bocca. Poi tutto sembrò girare violentemente attorno a me, vidi per un istante i miei amici fissarmi stupiti, capovolti, e venni meno.