[GENCON] Terzo giorno

In super ritardo arriva la traduzione del report sulla terza giornata di Gencon scritto da Rick Thornquist per Gamewire. Ma meglio tardi che mai, no? ;-)


Per vedere gli articoli originali e tutte le foto andate qui.


Buona lettura!

Manifestazioni

In super ritardo arriva la traduzione del report sulla terza giornata di Gencon scritto da Rick Thornquist per Gamewire. Ma meglio tardi che mai, no? ;-)


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Buona lettura!


Di Rick Thornquist
20 agosto 2005<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />


 


Oggi è il terzo giorno di Gencon 2005 e ho provato un gran numero di interessanti giochi, di alcuni dei quali potreste non avere ancora sentito parlare. Uno che sicuramente conoscete è World of Warcraft – The Boardgame. Ebbene sì, ne ho giocati un paio di turni. Ho anche provato un nuovo gioco Eagle Games intitolato Charles Town Exchange e un altro in uscita per daVinci e Mayfair Games chiamato Lucca Città. Infine, ho concluso la giornata con una partita ad Ostia, che sarà a breve pubblicato da Pro Ludo in Germania e da Mayfair qui in America.


Ieri mi sono alzato presto per scrivere e postare il mio report e oggi ho fatto la stessa cosa. In effetti, ieri ho terminato il report appena in tempo per correre al Convention Center per l’incontro con Mayfair. Stessa cosa oggi: ho finito di scrivere e ho postato appena in tempo per correre ad un incontro con alcuni utenti di BoardgameGeek, organizzato da Chris Brook. Siamo stati un po’ insieme a chiacchierare ed è stato bello poter finalmente associare dei volti ai nomi. Quindi ci siamo spostati nell’area boardgame e abbiamo tirato fuori qualche gioco. Ho giocato una partita molto divertente a Saint Petersburg e alla fine sono arrivato secondo: non una brutta performance per un gioco in cui solitamente non brillo! Valerie Putman ci ha massacrati tutti con la sua pila di aristocratici. Bel lavoro, Valerie!


Verso la fine della partita a Saint Petersburg ho cominciato a guardare l’orologio nervosamente: la Exibit Hall apriva alle 10 e io volevo essere lì prima. Perché? Beh, nei giorni passati avevo tentato di conquistarmi un posto al tavolo che ospita la dimostrazione di World of Warcraft – The Boardgame, ma senza fortuna perché era sempre occupato. Sapevo che questa era la mia ultima chance di provare il gioco, quindi, subito dopo Saint Petersburg, mi sono precipitato alla Exibit Hall mentre apriva e sono corso allo stand Fantasy Flight. Sono arrivato a World of Warcraft – The Boardgame in tempo per assicurarmi uno dei tanti agognati posti al tavolo. 

World of Warcraft - The Boardgame

Innanzitutto devo premettere che non ho mai giocato la versione online di World of Warcraft, pertanto non sono in grado di proporvi un confronto col videogame. Posso però dirvi com’è il boardgame.


Una cosa è certa: la fattura di questo gioco sarà sontuosa. Noi abbiamo provato un prototipo che aveva già la grafica finale ed era veramente bellissimo. Ci sono un sacco di miniature per i personaggi e per i mostri e sono tutte fantastiche. La scatola sarà enorme, delle stesse dimensioni di quella di Twilight Imperium – Third Edition. 


Il gioco è un boardgame-GdR. Lo considero un parente di Runebound in cui ogni giocatore sceglie un personaggio e vaga per le campagne prendendo parte a delle quest, uccidendo mostri, raccogliendo oro, comprando oggetti, apprendendo incantesimi ecc. Una delle differenze principali con Runebound è che World of Warcraft è un team game. Si può giocare in due, ma se si è di più (fino a sei) i giocatori vengono divisi in gruppi e ogni squadra lavora per completare le proprie quest. L’obiettivo finale è di sconfiggere il “Big Boss”, che si presenta in tre varianti differenti. Il primo team a sconfiggerlo vince.


Le quest vengono assegnate con delle carte e solitamente comportano l’uccisione di qualche mostro. Una volta completata la quest, i personaggi possono ottenere oro, esperienza e magari oggetti magici. I personaggi hanno degli attributi di salute e di energia, possono portare diversi oggetti (come armi e armature) e apprendere degli incantesimi. 


Il turno viene giocato da una squadra alla volta e ogni personaggio ha due azioni. Le possibilità sono: viaggiare (muoversi), sfidare (combattere), riposarsi, allenarsi oppure eseguire una “town action” che consente di allenarsi, riposarsi o comprare oggetti.


Il combattimento si svolge con dadi di tre differenti colori, con il rosso che rappresenta la mischia, il blu la portata (o il tiro…non mi è chiaro ndMikimush) e il verde la difesa. Gli oggetti posseduti dai personaggi possono far aggiungere dei dadi, così come gli incantesimi (ma lanciare un incantesimo costa energia). Per calcolare i danni subiti dal mostro e dai personaggi si lanciano i dadi e si confrontano con le caratteristiche del mostro.


Il demo che ho giocato era preparato per quattro giocatori con i personaggi già a livello 2. Io facevo parte del team di Will Pattison e subito ci siamo buttati a capofitto contro il mostro che era l’obiettivo della nostra quest. Siamo riusciti a sconfiggerlo e abbiamo preso il bottino; l’altra squadra è quindi partita per risolvere una delle proprie quest sconfiggendo altri mostri.


Abbiamo continuato ad alternare i turni in questo modo.


Una cosa che è apparsa presto evidente è che il turno di una squadra può essere abbastanza lungo, specialmente se il team si trova in situazioni di combattimento. A volte ho pensato che i team potrebbero giocare il proprio turno contemporaneamente dato che, di solito, affrontano quest abbastanza separate. Con questo accorgimento si potrebbe ridurre l’attesa del proprio turno.


Sfortunatamente ho potuto giocare solo quattro turni o poco più, che hanno richiesto circa un’ora. A quanto sembra una partita completa dovrebbe durare circa mezz’ora per giocatore, ma penso che i principianti impiegheranno molto più tempo. 


Insomma, cosa ne penso? World of Warcraft mi ha ricordato Runebound, ma aumentato di qualche livello per via del maggior numero di pezzi e di quest e del gameplay più profondo. È un gran gioco e c’è molto da fare: è sicuramente necessaria una partita completa (se non due o tre) per padroneggiarlo e voglio aspettare di avere la possibilità di rigiocarlo, prima di dare un’opinione. 


Il gioco è in stampa in questi giorni e dovrebbe raggiungere i negozi a dicembre.


Per finire vorrei approfittare di questa occasione per ringraziare Greg Benage di Fantasy Flight per avermi spiegato come giocare: è stato molto bravo nell’insegnare quello che è un gioco decisamente complesso. 

Avalon Hill

Dopo Warcraft, ho fatto due passi allo stand Wizards of the Coast/Avalon Hill. Lo stand era grandioso, con un vasto settore preparato per Axis & Allies – Miniatures. Questa parte dello stand vantava una tematizzazione sulla Seconda Guerra Mondiale, con carri armati, jeep, soldati ecc. Davvero spettacolare! (guardate le foto del report del primo giorno). Tutto questo per promuovere il gioco e, da quanto ho potuto vedere, l’obiettivo è stato raggiunto: hanno attirato moltissima stampa (ho sentito che è arrivata persino la televisione) e ogni giorno hanno esaurito velocemente i giochi disponibili. 


Non ho provato il gioco qui alla Gencon perché lo avevo già fatto ad Origins (potete leggere i miei resoconti su Origins, per sapere le mie impressioni). Avrei voluto comprare uno starter kit, ma non avevo voglia di affrontare l’immensa fila, pertanto ho rimandato a quando sarà in vendita nei negozi. 


Ho poi chiacchierato con un dei ragazzi della Wizard per avere qualche esclusiva sul prossimo prodotto Avalon Hill, Vegas Showdown. Non c’erano prototipi alla convention, ma mi ha promesso di farmi avere presto una descrizione e alcune foto…quando arriveranno vi posterò un’anteprima. 

Mayfair Games

Dopo pranzo ho fatto una capatina da Will Niebling di Mayfair. Will era riuscito ad ottenere un campione della grafica per la scatola delle nuove versioni di The Settlers of Catan Card Game e le sue espansioni (la vedete in foto). Notate che la parola “Catan” è stata enfatizzata mentre “Settlers” non si legge più. Mayfair ha seguito questa linea per rendere il marchio più distinguibile; potete aspettarvi un trattamento simile per gli altri Catan, in futuro.


 

Silver Mountain

Quando sono stato ad Origins ho conosciuto Max Michael e la sua compagnia Stratamax Games. Max pubblica i suoi giochi come produzioni amatoriali, quindi senza materiali raffinati, ma compensa con prodotti dal buon gameplay. Ad Origins proponeva due nuovi giochi: Credit Mobilier, che ho anche provato, e Silver Mountain. Sono andato da Max, qui alla Gencon, e gli ho chiesto di provare Silver Mountain e lui è stato così gentile da dedicarmi un po’ di tempo per insegnarmi a giocare. 


Mentre Credit Mobilier è un gioco di media complessità, Silver Mountain è molto semplice. Lo scopo è estrarre pepite e muoverle attraverso una montagna, ma il tema è abbastanza superficiale per definire questo gioco come un astratto. Il tabellone mostra in basso un paio di file di spazi sulle quali piazzare i vostri carrelli da minatori (segnalini di plastica) e alcuni spazi sulla montagna dove piazzare le vostre pepite (pedoni di plastica).


L’idea è di portare le pepite nei vostri carrelli.


Si giocano delle carte per piazzare le pepite sugli spazi della montagna o i carrelli negli spazi in basso. Una volta che una delle righe in basso è piena di carrelli (che potrebbero appartenere anche a giocatori diversi), si forma un treno che si muove su uno spazio alla base della montagna. Nel proprio turno si può anche muovere un treno di uno spazio sulla montagna e se il treno include dei propri carrelli allora si raccolgono le pepite del proprio colore. Più le pepite si trovano in alto sulla montagna, più punti si guadagnano.


Naturalmente non è semplice come sembra, perché altri giocatori possono saltare sul vostro treno e anche muoverlo. E naturalmente vorranno muoverlo dove loro prendono i punti e voi no! C’è molta interazione in questo gioco, con tutti che manovrano per ottenere il maggior numero di punti evitando agli altri di guadagnarne. 


Per essere così semplice c’è anche una bella varietà di strategie e nel complesso ho trovato il gioco molto buono.


Farò qualche altra partita per verificare se man mano mi piacerà sempre di più; per il momento mi ha colpito abbastanza da comprarne una copia. 

Z-Man Games

La mia fermata successiva è stata la Z-Man Games. Ho catturato il capoccia della Z-Man Zev Shlasinger e mi sono fatto dare qualche anticipazione sulle prossime uscite. 


Nello stand Z-Man erano in prova e in vendita nuove copie di Parthenon. I Co-designer Andrew Parks e Jason Hawkins si davano il cambio alla dimostrazione del gioco. Zev mi ha confermato che Parthenon dovrebbe essere disponibile alla fine di settembre o ai primi d’ottobre. Ne ho comprata una copia (ieri ci ho potuto giocare solo pochi turni e non vedo l’ora di provare una partita intera). 


Zev aveva un poster che riproduceva la copertina di Street Illegal (guardate la foto), la nuova versione di Fette Autos. Anche Street Illegal è previsto per fine settembre-inizio ottobre. Stesso periodo di uscita anche per Siena. 


Dungeonville e Castle Merchants sono previsti per ottobre. A novembre arriveranno la nuova versione di Reef Encounter, Silk Road e la nuova versione di Fairy Tale.


Inoltre Zev ha alcuni altri giochi molto interessanti in cantiere e dovremmo cominciare a sentirne parlare molto presto. 

Fantasy Flight Games

Fantasy Flight aveva uno stand molto grande con tantissimi tavoli di prova e pile di giochi. In vendita c’erano copie fresche fresche di The Hollywood Card Game, Beowulf - The Legend e Descent: Journeys in the Dark. Degli ultimi due ho subito preso una copia; per quanto riguarda Hollywood, invece, non l’avevo notato alla mia prima visita allo stand, ma dopo aver preso qualche informazione ho deciso che ne avrei acquistata una copia più avanti. Sfortunatamente mi è poi passato di mente e sono rimasto senza. D’oh! 


In dimostrazione c’erano parecchi giochi, alcuni già usciti da tempo (Twilight Imperium - Third Edition, Ingenious, Through the Desert), altri erano novità (Beowulf - The Legend, Descent: Journeys in the Dark) o prototipi (Fury of Dracula, World of Warcraft - The Boardgame). 


Speravo che avrei avuto occasione di sedermi con Christian Petersen, ma alla fine l’ho visto solo per un breve momento…giusto il tempo di dirgli ciao. Chris è sempre molto impegnato alle manifestazioni e la prossima volta cercherò di organizzare un incontro con anticipo. L’ho visto girare intorno ad un prototipo di Lord of the Rings: The Confrontation Deluxe Edition e vorrei aver avuto modo di provarlo. 

Parlando di Lord of the Rings: The Confrontation Deluxe Edition, Reiner Knizia era presente alla manifestazione ed è stato a vari stand a promuovere il suo gioco: Fantasy Flight, Rio Grande ecc. Sono riuscito ad incontrarlo, ma anche lui per pochissimo tempo: ogni volta che lo vedevo era circondato dai fan!  


Charles Town Exchange


Ieri ero allo stand Eagle Games e stavo parlando con il loro uomo marketing Keith Blume di varie cose, quando lui ha cominciato ad entusiasmarsi per questo nuovo gioco che Eagle Games sta per pubblicare. Il gioco si chiama Charles Town Exchange ed è opera dei ragazzi di SDR Games (i creatori di Bootleggers). Keith e il pezzo grosso Glenn Driver erano veramente eccitati per questo nuovo gioco e mi avevano espresso il desiderio che trovassi un momento per sedere con loro e provarne un prototipo. Quel momento era adesso, quindi ci siamo accomodati al tavolo con uno dei designer, Ray Eifler, e abbiamo giocato. 


Charles Town Exchange è per 3-4 giocatori e dura circa 30 minuti. E’ molto simile ad un german game: non ci sono dadi e il tema è presente in maniera abbastanza superficiale, caratteristica tipica dei german game. E’ un gioco di discreto spessore, ma le regole sono decisamente semplici. 


In Charles Town Exchange caricate beni sulle navi, li vendete a quella che è chiamata “Exchange Cellar” e quindi cercate di acquistare all’asta altri beni dall’Exchange Cellar.


Ogni giocatore inizia con un certo ammontare di denaro e due navi. Ci sono diversi tipi di beni e la prima cosa da fare è caricare le vostre navi. Ogni nave può trasportare un bene e i beni caricati vengono nascosti con una copertura. Le navi vanno quindi distribuite sul tabellone in attesa di entrare in porto.


Ci sono otto spazi numerati nel porto, che vengono messi all’asta e pagati in denaro. Il vincitore di ogni asta piazza le sue navi nello spazio vuoto col numero più basso e si continua finché tutte le navi sono nel porto.


A questo punto, partendo dallo spazio col numero più basso, ogni giocatore può vendere i beni sulle navi all’Exchange Cellar. Se ci sono molti beni di quel tipo nella Cellar, allora i giocatori non otterranno molto denaro, ma se non ce ne sono allora si possono fare buoni affari.


Un’altra azione da fare, e si può fare prima o dopo aver venduto i propri beni, è di acquistarne degli altri dall’Exchange Cellar, tramite un’asta. Ogni giocatore ha delle carte che riportano un certo numero di beni, ad esempio 1 tè e 2 grani. Per chiamare i beni dovete giocare la carta (i beni sulla carta devono essere presenti nella Cellar, altrimenti non potete giocarla) e quindi si svolge un’asta a denaro. Il vincitore dell’asta ottiene quelle che sono chiamate “tax chips” che fungono da punti vittoria. I beni riportati dalla carta vengono quindi presi dalla Cellar e rimossi dal gioco.


I punti vittoria si guadagnano ottenendo tax chips o chiamando all’asta particolari beni. Il giocatore che ne ha di più alla fine vince la partita. 


Il gioco è carino e semplice. È fondamentalmente un gioco d’aste, ma con un elemento d’azzardo nel caricare le navi e nello scegliere gli spazi del porto. Bisogna giocare attentamente per essere sicuri di vendere i beni al prezzo migliore, ottenere il massimo dalle aste e guadagnare punti vittoria al momento giusto ed al prezzo minore. Mi è piaciuto abbastanza da volerlo giocare di nuovo.


Eagle organizzerà dimostrazioni del gioco alla BoardgameGeek.con e ad Essen, pertanto se sarete a una di queste convention potrete dargli un’occhiata. L’uscita del gioco è prevista per un non meglio precisato 2006. 

Mentre giocavamo a Charles Town Exchange sono arrivate e passate le 18 e la Exibit Hall ha chiuso. Finita la partita mi sono dedicato ad un piacevolissima cena., poi, dato che mi ero accordato coi ragazzi Mayfair per giocare qualche altro loro prototipo, li ho raggiunti nella loro sala. 


 Lucca Città


Il primo gioco in cui ci siamo cimentati è stato un altro del quale, probabilmente, non avete ancora sentito parlare. Lucca Città rappresenta il nuovo sforzo congiunto dell’italiana daVinci e di Mayfair Games. Mi hanno detto che daVinci rilascerà il gioco ad Essen e lo stesso farà Mayfair. 


Lucca Città è un card game per 3-5 giocatori dagli 8 anni in su. Le carte rappresentano dei piani di palazzi e sono di differenti colori. Ogni carta riporta un numero (serve a dirimere i pareggi), dei simboli di scudo (per determinare l’ordine di gioco) e un tot di finestre (so che a questo punto alcuni di voi stanno pensando che il tutto suoni familiare…trattenete quel pensiero). Ogni giocatore inizia con due piani d’edificio di colori diversi.


Il gioco si svolge in una serie di round e in ogni round si pescano un certo numero di set di tre carte e si dispongono scoperti sul tavolo. A turno (determinato dal numero di scudi sugli edifici incompleti), ogni giocatore prende delle carte e aggiunge questi piani ai propri palazzi. Una volta che un edificio raggiunge i tre piani se ne calcola il punteggio: un punto per ogni finestra (sì, lo so, continuate a trattenere quel pensiero). Il palazzo può ora essere usato per accogliere ricevimenti, che è un modo per ottenere dei punti vittoria addizionali.


Durante ogni round, i giocatori possono prendere due set di carte, alla fine di tutti i round si sommano dei bonus e chi fa più punti vince. 


Direi che la nostra partita è durata circa mezz’ora e l’ho trovato un buon gioco di carte che richiede abbastanza strategia da renderlo interessante. In definitiva un buon filler leggero. 


Okay, so che alcuni di voi pensano che assomigli molto a Palazzo. Entrambi i giochi hanno come tema la costruzione d’edifici e in entrambi i giochi il numero di finestre contano come punti. Queste similitudini sono abbastanza impressionanti, ma a parte queste i giochi sono molto differenti. Nota: ho ricevuto un’e-mail da Roberto Corbelli di daVinci, in cui riconosceva le similitudini tra i due giochi. Faceva notare, tuttavia, che Lucca Città vinse nel 2004 un premio come gioco inedito ad una convention e a quel tempo Palazzo non era ancora uscito. So che queste coincidenze a volte accadono nel mondo dei giochi: è già successo molte volte in passato. 

Ostia

L’ultimo gioco della serata è stato uno che ho atteso con ansia di provare fin da quando ne ho sentito parlare la prima volta, circa un mese fa. Ostia verrà pubblicato in tedesco da Pro Ludo e in inglese da Mayfair. È per 3-5 giocatori e la durata si attesta intorno ai 60-75 minuti. 


Ostia è un card game in cui le carte rappresentano differenti tipi di beni (per ogni tipo di bene c’è un numero diverso di carte e ogni bene ha un proprio valore). In ogni turno, i giocatori pescano cinque carte e possono tenerne una, mentre le alte quattro vengono messe all’asta.


Ogni giocatore, a turno, offre due delle sue carte all’asta, che vengono pagate in denaro. I giocatori possono offrire quanto vogliono (ma c’è un’offerta minima). Il battitore decide quindi a chi vendere le carte, non  necessariamente al giocatore che fatto l’offerta più alta. In alternativa può decidere di tenersi la carta, pagando 1 più dell’offerta massima.


Si continua così finchè tutti i giocatori hanno messo all’asta due set di due carte. A questo punto, i giocatori prendono tutti insieme le proprie carte, inclusa quella che hanno scelto di tenere all’inizio e le altre che hanno tenuto dai turni precedenti (è permesso trattenere un certo numero di carte da un turno all’altro, tramite il magazzino) e le dispongono coperte nelle tre zone del proprio spazio di gioco: il foro, il senato o il magazzino.


Quando tutte le carte sono state sistemate vengono rivelate. Quelle piazzate nel foro fanno guadagnare denaro, in rapporto a quante per ogni tipo di bene ne siano state piazzate dai vari giocatori. Quelle nel senato generano punti vittoria. Quelle nel magazzino si tengono da parte per il turno successivo.


Alla fine del gioco, si assegnano punti vittoria in base a quanti soldi si possiedono e a quanti beni sono rimasti nel magazzino. Vince chi ha più punti. 


Il gioco mi ha ricordato Saint Petersburg per il modo in cui obbliga a bilanciare le risorse per generare punti vittoria e soldi (non funziona come Saint Petersburg, ma ho notato comunque una similitudine). Mi è piaciuto: è un card game di media difficoltà che richiede una certa strategia. 


Tanti ringraziamenti a Will Niebling per avermi permesso di giocare e altri grazie sia a William Niebling sia ad Alex Yeager per avermi insegnato i loro giochi. Se mai vi capiterà l’occasione di imparare un gioco da William o Alex, accettate assolutamente l’offerta: sono entrambi insegnanti eccellenti.


Grazie ragazzi!


 


Per il terzo giorno è tutto. Restate sintonizzati per il report dell’ultimo giorno, in cui cercherò di proporvi altri scoop su cosa c’è in arrivo dalle varie compagnie. Non andate via!