Prove da Essen: Eurek - filling the gaps

Alle ottime anteprime e prove su strada già pubblicate, mi aggiungo con qualche titolo della mia Essen. Parliamo quindi di Bios: Genesis, London Dread, Cry Havoc. 

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Alle ottime anteprime e prove su strada già pubblicate, mi aggiungo con qualche titolo della mia Essen. Parliamo quindi di Bios: Genesis, London Dread, Cry Havoc. 

Bios: Genesis
Non si capisce se Eklund ci è o ci fa. Sarà il pizzetto, o quella lancia di gomma che usa per indicare i componenti da lontano. Rissa allo stand per provare la sua ultima fatica, Bios: Genesis, sold out alla fiera e stampata in 2000 copie. Abbiamo dovuto prendere appuntamento per giocare all'unico tavolo demo ma finalmente ci sediamo. Lo spiegatore è forse più criptico dello stesso regolamento, ma alla fine si parte. Non sento immediatamente l'immedesimazione nel BIOS della salmonella, chissà perché. Dopo 45 minuti guardo la situazione sul tavolo e la confronto con il setup. Uguale. 45 minuti di lanci di dadi e l'unica cosa che ho ottenuto è far vivere il mio virus per mezzo turno prima di doverlo suicidare per non rimanere imballato senza poter fare azioni per i successivi 45 minuti. Ma quanti cathalyst ho ottenuto in cambio!!! Esaltante. Una festa frustrante di dadi condita da una pioggia di acronimi incomprensibili ai più. Sto esagerando? Forse un po', ma sul serio, lasciate perdere. Lasciate da parte l'orgoglio che vi fa dire Eklund è un genio, e gioite nel sapere che ci sono 2000 persone che si ritrovano questo parassita nella loro libreria ludica senza sapere nemmeno perché. 

Voto: 3/10 (impressione iniziale)

London Dread
Incuriosito dalla lettura del regolamento e dalle conseguenti prime impressioni, riesco finalmente a buttarmi al tavolo della greyfox, dove oltre a London Dread - il gioco di punta - hanno anche in demo il piacevolissimo 7ronin e un tiro dadi - gestisco dadi (order of the gilded compass). Ma torniamo a London Dread. Il gioco si sviluppa in tre fasi, coordinamento in tempo reale - risoluzione - finale. Buoni i materiali, bella la app che serve solo per fare atmosfera, raccontare l'intro e scandire il tempo (per intenderci non ci sono effetti di gioco alla space alert). Ed è proprio con space alert che viene il paragone più immediato. Viene quindi più facile fare le differenze più importanti tra i due:

  • In Space Alert la fase di risoluzione è deterministica, qui si tirano i dadi per riuscire a compiere le azioni. Qui la coordinazione (essere nel luogo allo stesso momento) è comunque cruciale visto che ogni personaggio ha caratteristiche che lo rendono più adatto all'una o all'altra location;
  • In Space Alert non c'è trama particolare, qui abbiamo lo sforzo di rendere la partita tematica (omicidi / noir)
  • La rigiocabilità appare più elevata qui sia grazie al setup casuale delle carte che offre un puzzle sempre diverso che grazie ai dadi ovviamente.
  • La fase della risoluzione serve a guadagnare carte e limitare la minaccia dell'incontro finale, che sarà tanto più temibile quanto peggio avremo performato nelle fasi precedenti.

È un buon gioco questo London Dread, riprende space alert e gli dà un twist noir. Per non perdere il flavour, tuttavia, è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese. Nota a margine, difficilmente verrà localizzato dato il mercato ristretto di possibili estimatori, ma dopo la localizzazione di Tragedy looper non faccio più pronostici :)

Voto: 7,5 (impressione iniziale)

Cry Havoc
Al momento di scrivere vi sono già alcuni che lo hanno provato più del sottoscritto, che solo ha potuto fare qualche turno. Ecco comunque le mie prime impressioni di un gioco che - alla fine - NON ho comprato. I materiali sono sontuosi, la mappa non mi fa impazzire ma mi è sembrata molto chiara, e i tokens edificio funzionali. Belle le illustrazioni sulle carte. Il setup iniziale dà subito l'idea di una marcata asimmetria, se non altro con la fazione dei TROGS che dopo poco si trovano ovunque sulla mappa. Le azioni sono poche e anche il downtime al tavolo è molto basso mentre procediamo a combinare i simboli delle carte (molto chiari) per mettere assieme le azioni (muovere, reclutare, costruire). Il tutto condito da un pizzico di deck building. Qualche parola per confermare che il combattimento è la parte più originale del titolo. Non ha causato particolari scompensi da Analisi Paralisi e riduce il senso di frustrazione dello sconfitto. Per me un titolo solido e promosso, con l'unica perplessità che mi è apparso 'freddino', anche a fianco al suo invernale parente Lord Of The Ice Garden.

Voto: 7,5 (impressione iniziale)

Commenti

Hai disintegrato il mio interesse per Bios: Genesis

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