[Tutti contro Tutti] Le Leggende di Andor

Copertina del gioco da tavolo cooperativo Le Leggende di Andor
Fantasy Flight Games

Ecco l'annunciato Tutti contro Tutti sul controverso Le Leggende di Andor. 

Come vedrete la forbice di giudizi è molto ampia e c'era da aspettarselo, per un gioco che ha diviso il pubblico in adoratori e detrattori.

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Legends of Andor
Ecco l'annunciato Tutti contro Tutti sul controverso Le Leggende di Andor. 
 
Come vedrete la forbice di giudizi è molto ampia e c'era da aspettarselo, per un gioco che ha diviso il pubblico in adoratori e detrattori.
 
[Yon]
Il Regolamento delle Leggende di Andor esordisce con “Ogni giocatore vive fantastiche avventure nei panni di un Eroe di Andor.” E’ scritto in modo molto chiaro, con un ottimo layout e fa da complemento a materiali di buona fattura e graficamente eccellenti: la mano di Menzel si vede ed è sempre eccezionale. Purtroppo però non è detto che l’ ottimo disegnatore sia anche un ottimo game designer. Intendiamoci, il gioco di Menzel funziona bene, però manca di mordente e ingenera un equivoco nel quale sono caduti molti giocatori con cui ho avuto modo di di questo titolo: le “fantastiche avventure” promesse in realtà si riducono ad un gioco puramente in stile german, un puzzle game dove occorre pianificare prima della partita strategia e mosse. Essendo un gioco cooperativo, questo tipo di funzionamento lo espone ancora di più al rischio che uno dei giocatori seduti attorno al tavolo, il cosiddetto giocatore alfa, prenda il sopravvento e diriga tutta la sessione di gioco. Di fatto, “Le Leggende di Andor” può essere tranquillamente giocato in solitaria. Non avendo nulla del gioco fantasy che invece sembrava essere promesso dai concept, scatola ed aspettative, anche la differenziazione tra Personaggi è molto debole, perciò utilizzare il Mago piuttosto che il Guerriero non vi farà sentire più “artigliere” o “panzer” o “cannon glass”. La rigiocabilità è minima: finiti i pochi scenari della scatola base difficilmente si ripeteranno le partite, dato che di fatto ognuna di esse viene risolta con una sequenza logica di movimenti.
In conclusione, “Le Leggende di Andor”, oltre ad aver ingenerato equivoci sulla tipologia di gioco, resta comunque un titolo leggero e di breve durata.
materiali *****
ambientazione -
regolamento *****
scalabilità *****
rigiocabilità * 
innovazione *
interazione **
meccaniche *
strategia ***
tattica -
GIUDIZIO COMPLESSIVO 5

 

[Agzaroth]
Ottimi materiali, spinti dalla grafica di Menzel che si esalta soprattutto nel tabellone fronte/retro. Miniature avrebbero valorizzato ancora di più il gioco, ma probabilmente anche il prezzo. Ambientazione sotto la sufficienza, persa nei calcoli e nello slalom tra i nemici. Regolamento solo sufficiente, troppo frammentario nella sua stesura rapsodica e con troppe FAQ da integrare. Ottima la scalabilità ed eccellente l' interazione e in fondo anche l'innovazione che porta una boccata d'aria fresca nell'inflazionato panorama fantasy. Solo sufficiente invece la rigiocabilità, penalizzata dai soli 5 scenari base (la maggior parte dei quali, una volta risolti, sono esauriti) e dalle espansioni a singhiozzo. Le meccaniche sono nel complesso buone, senza acuti e senza twist di sorta, ma funzionali alla struttura e allo scopo del gioco. 
Sarà che non mi aspettavo chissà cosa da Andor (c'era chi gridava la miracolo prima ancora che uscissero 2 righe di regole...) e che la struttura a puzzle game in fondo non mi è dispiaciuta, me ho trovato il gioco godibile, almeno per un po'. L'importante è sapere bene a cosa si va incontro. Per "fantastiche avventure nei panni di un eroe" ci sono altri giochi. In Andor vivrete "calcolose avventure nei panni di un ragioniere fantasy".
materiali ****
ambientazione *
regolamento ***
scalabilità ****
rigiocabilità * 
innovazione ****
interazione ****
meccaniche ***
strategia ****
tattica *
GIUDIZIO COMPLESSIVO 7,2
 
[IGiullari]
Le leggende di Andor è stato uno dei nostri primi acquisti quando abbiamo scoperto la magia del boardgame, la giullaressa è stata attratta dall’ambientazione fantasy proposta e ci siamo affacciati al gioco senza alcun tipo di preconcetto né di nozione alcuna su amrican/german e compagnia, forse è stato proprio per questo che abbiamo apprezzato Andor a differenza di molti.
Andor è stato per noi una bella sfida, necessita di attenta pianificazione delle mosse e a seguito del fallimento si possono riprovare strade diverse per trovare quella giusta, la sconfitta non è determinata da un tiro di dado sfortunato e le leggende narrate rendono giustizia ad un’ambientazione che emerge grazie alla qualità delle illustrazioni. Il regolamento purtroppo non è dei più lineari, sparpagliato per le carte leggenda, contribuisce purtroppo a rovinare quanto le carte cercano di fare per l’ambientazione, trasformando la storia narrata in un “fastidio” mentre si leggono le regole della leggenda.
Scalabilità buona (lo abbiamo giocato in 2, 3 e 4) ma purtroppo scarsissima longevità. Delle 5 leggende proposte nella scatola base solo una ha elementi randomici tali per cui l’approccio allo scenario è (leggermente) diverso e permette di essere rigiocata per confrontarsi coi vari scenari proposti, la sensazione è di aver sfruttato molto poco la grande quantità di materiale che c’è all’interno della scatola se ci si limita alle leggende date assieme al gioco. 
Sarà la nostra anima german, sarà che abbiamo scoperto il gioco in un periodo in cui ogni titolo ci stupiva, Andor per noi resta un buon titolo anche visto con un’esperienza ed un distacco maggiori. Non è un gioco da puristi e questo può far storcere il naso agli amanti esclusivi di un genere.
materiali ****
ambientazione **
regolamento ***
scalabilità *****
rigiocabilità * 
innovazione ***
interazione ****
meccaniche ***
strategia ****
tattica *
GIUDIZIO COMPLESSIVO 7,5

 

[-ea-]
Questo collaborativo puro si è distinto sin dalla sua uscita per alcune particolarità, che hanno creato scontri in molti forum e gruppi di gioco. La critica principale risiede nel fatto che molti acquirenti si sono sentiti presi in giro dal fatto che si aspettavano un'avventura epica, e si sono trovati di fronte una sorta di puzzle game, dove è necessario dosare tutte le risorse per arrivare al successo. C'è chi lo ama e chi lo odia dunque, ma tutti si trovano d'accordo sul fatto che i materiali e soprattutto la grafica, sono spettacolari, anche se al posto di miniature ci sono delle sagome (splendidamente) disegnate. E non ci si poteva aspettare altrimenti, visto che l'autore Michael Menzel, è uno dei più famosi illustratori di giochi in circolazione.
Non nego che il gioco possa risultare freddo e calcoloso rispetto ad altri giochi del genere, ma io faccio parte di coloro che lo amano, e il motivo è molto semplice: mi fa divertire in qualunque numero di giocatori, mi permette di vivere una storia sempre diversa (grazie alle espansioni, e alle numerosissime Leggende fatte dagli appassionati), in un tempo tutto sommato breve (anche se il set up può essere lunghetto). Il tema del gioco è quanto mai abusato, ma l'autore ce lo propone in modo originale e semplice, introducendoci piano piano in un mondo di cui si percepisce la coerenza e la passione con il quale è stato creato.
Il regolamento è scritto in maniera piuttosto chiara, ma trovo che la scelta di averlo spezzettato sulle carte Leggenda sia stato un'arma a doppio taglio: ottimo per impararlo, ma un macello per ritrovare una regola particolare.
Riguardo le meccaniche non posso esprimermi meglio di quanto ho già fatto nel mio commento al gioco: sono eleganti e minimali, ma riescono a trasformare ogni singolo tassello o tiro di dado in trama, fondendosi col mondo in cui il gioco ci immerge.
materiali ****
ambientazione ***
regolamento **
scalabilità ***
rigiocabilità ***
innovazione ****
interazione ***
meccaniche ****
strategia ***
tattica **
GIUDIZIO COMPLESSIVO: 9
 
[Poldeold]
Quando uscì Le Leggende di Andor catturò subito la mia attenzione principalmente per la grafica e i materiali. Effettivamente la componentistica è sontuosa, molto ben curata nei minimi particolari: la scelta di produrre personaggi sia maschili che femminili, l’immagine davanti e dietro di ogni creatura ed eroe, gli oggetti che si inseriscono sulla plancia giocatore, sono tutti aspetti che mostrano una grande cura e che appagano anche l’occhio. D’altronde lo si sapeva viste le precedenti produzioni (Stone Age, Santiago de Cuba, I pilastri della terra, Cuba, A Castle for all season).
La questione semmai era se l’artista Michael Menzel sapesse produrre anche un bel gioco oltre a creargli un “bel vestito”. Infatti, il conosciutissimo detto “anche l’occhio vuole la sua parte” implica che il contenuto debba essere all’altezza pur appoggiato da una notevole veste grafica. Non era quindi per niente scontato che oltre all’impianto artistico il gioco potesse essere valido.
Per me lo è stato.
Le 5 avventure proposte nella scatola base sono state giocate con grande divertimento e, a tratti, anche sentendo una certa ambientazione. Ricordo con piacere i pomeriggi piovosi di quest’estate a rollare dadi per cercare di vincere i vari scenari proposti.
Le leggende di Andor ha anche portato una ventata di freschezza implementando ad un gioco da tavolo meccaniche tipiche del gioco di ruolo (uso dei dadi nel combattimento, caratteristiche dei personaggi in evoluzione, oggetti, creature, molto bella l’applicazione dello scorrere del tempo).
È sicuramente uno dei cooperativi che più ho apprezzato. Anche l’uso delle regole d’introduzione per cominciare a giocare “subito” è stata un’idea interessante.
Ma allora tutto bene?
Per la verità non proprio. Un aspetto che purtroppo ha penalizzato il gioco è stata la mancanza di un manuale completo che descrivesse in modo preciso certe regole (ora per la verità è uscita in varie lingue una nuova versione del manuale completo che chiarisce vari punti). La ricostruzione di una FAQ attraverso gli amici della Tana dei Goblin e di Bgg è stata infatti laboriosa e lunga. Inoltre il sistema delle regole scritte sulle carte ma non riportate nel manuale completo ha richiesto non poca fatica soprattutto nel riprendere in mano il gioco dopo qualche mese.
Superate queste difficoltà, Le leggende di Andor resta un gioco godibilissimo che non bisogna però confondere con una categoria che comprenda giochi come Heroquest o Descent. Infatti qui si parla di un german con ambientazione fantasy dove la pianificazione oculata delle mosse da fare è importantissima per portare a casa il risultato.
Essendo un cooperativo a scenari ha dei limiti intrinseci come ad esempio il problema del leader dominante e la rigiocabilità di certi scenari (almeno a breve termine). È anche vero però che ha una buona scalabilità ed inoltre è possibile rigiocarlo con combinazioni di personaggi differenti tenendo conto oltretutto che in alcuni scenari ci sono elementi piazzati in modo aleatorio che rendono il titolo più longevo di ciò che si possa pensare.
In definitiva io lo consiglio vivamente perché, sempre restando in ambito ludico, a me ha regalato momenti molto intensi.
Materiali *****
Ambientazione ***
Regolamento *
Scalabilità ****
Rigiocabilità **
Innovazione ***
Interazione ****
Meccaniche ****
Strategia ****
Tattica **
GIUDIZIO COMPLESSIVO 8.5
 
[Mik]
Le leggende di Andor è un gioco che trae in inganno, si presenta come un gioco che promette fantastiche avventure, ma non è altro che un puzzle game ben confezionato. Attenzione, non sto dicendo che è un brutto gioco, ma purtroppo può creare delle aspettative errate, e su questo, oltre che la descrizione del gioco hanno contribuito a sviare molte recensioni di entusiasti che l'hanno definito il gioco fantasy definitivo. Andor, di fantasy, ha giusto i disegni e lo sfondo del puzzle da risolvere. Da questo lato è stato un gioco furbo. 
La grafica è veramente bella. Come bella è l'idea di fare un regolamento con un minimo di regole e poi sviluppare le altre come una narrazione nei primi scenari. Meno bella è la scelta di non mettere una sorta di manuale rissuntivo con TUTTE le regole per chi riprende il gioco dopo diverso tempo e non vuole andare a rivedersi i primi scenari. 
Per come è pensato il gioco, la prima partita ad ogni scenario sembra veramente di vivere una storia, in quanto quello che succede e l'obiettivo finale si scoprono man mano che si va avanti. Purtroppo l'illusione dura poco. Il gioco non ti permette la possibilità di adattarti a quel che scopri tentando di vincere. Non si ha la possibilità di scelte tattiche. In modo concreto si scopre presto che la prima partita ad ogni scenario la si perderà e serivrà solo per scoprire qual'è il puzzle che si deve risolvere (con qualche variazione minima casuale dopo i primi scenari). 
Perchè lo definisco un puzzle?! Perchè per arrivare alla vittoria c'è un unica strada ben definita, basta anche una sola mossa sbagliata anche all'inizio e la vittoria diventa preclusa. Un giocatore esperto può capire già a metà partita se sta seguendo il pattern che corretto o meno e quindi decidere se ripartire da zero. 
Per me è un buon gioco in solitario dove l'ambientazione scompare in poco tempo e viene sotituita da attenti calcoli (e io sono un giocatore che solitamente predilige nettamente i giochi ad ambientazione rispetto a gestionali e simili). Non funziona bene neppure come collaborativo, a meno non si giochi in poche persone e ben affiatate, in quanto non ci sono più scelte possibili da fare e nessuna di tipo tattico/addattativo. Vi è un unica soluzione. E se si devia si perde. Quindi non si può fare un pò come vuole uno un pò come vuole l'altro, ed essendo che difficilmente si può arrivare alla soluzione contemporaneamente, solo uno avrà ragione. Ci deve quindi essere un leader dominante e deve avere ragione. O si perde. O si rigioca finchè ci arriva anche un musso. Vinto uno scenario non vi è alcun interesse a riprovarlo. Chi ha già vinto uno scenario e sa la soluzione non ha senso giochi con chi non la sa se non come compagnia. 
In definitiva per me è un 7-7.5 come puzzle game in solitaria. Un 5 (o anche meno) se invece me lo si vuole vendere come un gioco cooperativo di avventure fantasy. 
Materiali ****
Ambientazione *
Regolamento ***
Scalabilità *
Rigiocabilità *
Innovazione ****
Interazione ***
Meccaniche ***
Strategia ****
Tattica *
GIUDIZIO COMPLESSIVO: 7 (puzzle solitario) - 5 (cooperativo fantasy)

 

 YonAgzIGiuEaPoldMikMEDIA
materiali*****************************
ambientazione-************
regolamento********************
scalabilità**************************
rigiocabilità**********
innovazione**********************
interazione***********************
meccaniche*********************
strategia **************************
tattica-********
voto57,27,598,567

 

Commenti

molto utile questo articolo, sperando ce ne siano molti altri simili... sempre aspettando il ripristino dei commenti nelle varie recensioni :)

ciao Massy ;)
qui trovi tutti gli articoli scritti, anche gli altri due per questa rubrica:
https://www.goblins.net/phpBB3/viewtopic.php?f=9&t=78684
e il prossimo sarà su Hyperborea.

I commenti sono tornati tutti, ma sono nella scheda gioco e non nelle recensioni (perchè il gioco è uno solo, ma ora le recensioni possono essere molte e non avrebbe senso avere i commenti al gioco legati a quelle)

Molto interessanti questi punti di vista... e tutto sommato direi anche tutti condivisibili: infatti anche se a me continua a piacere davvero tanto, il difetto maggiore (la quasi nulla rigiocabilità dopo aver concluso vittoriosamente i vari scenari) è assolutamente concreto.

Per fortuna però questo aspetto è facilmente risolvibile con le varie leggende extra: quelle ufficiali e le tante "fan made" che si possono trovare anche qua nella Tana (purtroppo non tutte quelle tedesche sono state tradotte, accidenti alla mia totale ignoranza dell'idioma germanico).

Anche le espansioni portano longevità: in questo momento stiamo giocando "Lo scudo stellare" cercando di provare tutte le variabili possibili: alcune sono davvveri difficili e siamo ben lungi dal riuscire a risoolverle. E poi c'è già la nuova scatola (Viaggio al Nord), che di questo passo apriremo tra mooooolto tempo.

Per me, che non semptre riesco a giocare in compagnia e apprezzo i giochi sfruttabili appieno anche in solitaario, questo è un "quasi 10": l'unica vera pecca è in effetti il continuo calcolo strategico sul numero di nemici da uccidere, che allontana un pò dall'ambientazione. A volte sarebbe bello potersi "scatenare" in un bel massacro, e invece...
(vabbè, in effetti un "fantasy pacifista" ci voleva anche!! :-D )

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