[Dalla parte delle goblinesse] Triste infanzia di una giocatrice

 

Al mondo dei giochi mi sono avvicinata cercando di combattere un pregiudizio fin troppo comune: le bambine gicoano con le bambole. E se oggi la cosa magari è un po’ diversa, vi assicuro che 40 anni fa non c’erano speranze.

Ebbene sì: la mia infanzia è stata per così dire “segnata” da questa diceria, tanto più che sono l’ultima di 3 femmine…

 

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Al mondo dei giochi mi sono avvicinata cercando di combattere un pregiudizio fin troppo comune: le bambine gicoano con le bambole. E se oggi la cosa magari è un po’ diversa, vi assicuro che 40 anni fa non c’erano speranze.

Ebbene sì: la mia infanzia è stata per così dire “segnata” da questa diceria, tanto più che sono l’ultima di 3 femmine…

Cosa regalare ad una bimbetta? Bambole e peluches, ovvio. Peccato che io non li abbia mai amati e sarà stato per manifestarlo, suppongo, che verso i 3/4 anni sistematicamente decapitavo le bambole ed ignoravo completamente i pupazzi…ma niente, non serviva a convincere gli zii.

Uno dei primi giochi da tavolo che ho fatto era il mitico Risiko, ovviamente non mio, ma proprietà dei cugini maschi che, in quanto tali e più grandi, avevano il diritto acquisito per nascita di giocare con gli eserciti. Nei lunghi pomeriggi invernali si riusciva a coinvolgere anche le sorelle, ma purtroppo tra noi c’erano “loro”, i cosiddetti “scoglioni”: sguardo fisso nel vuoto, minuti che passavano pensando a quell’unica mossa e noi altri che pian piano iniziavamo ad accasciarci sul tavolo finchè, dopo ore di estenuanti battaglie, la conclusione era sempre la stessa: vincevano perché le nostre truppe iniziavano a morire lanciandosi nelle più svariate forme di attacco suicida! Devo fare, a questo punto, una piccola digressione: sembrano inezie, ma episodi del genere potrebbero segnare un’infanzia. A tutt’oggi ho una forma di pregiudizio recondito per Risiko, di cui in realtà non ricordo manco le regole, ma il solo pensare ai carri armatini mi provoca una sorta di ripugnanza.

Diventata più grande, attendevo “l'età dei giochi"... ma ormai per tutti ero entrata “nell’età di borse e trucchi” (tra l’altro mi chiedo se avrà mai fine visto che continuano a regalarmele!)

Sono cresciuta negli anni attendendo le vacanze di Natale perché con gli amici tra una tombolella e l’altra ci scappava sempre la partitina a Taboo o Saltinmente. E non si può credere all’accanimento che si scatena in quelle partite, altro che tornei dei Masters! Coalizioni di persone a votare parole inesistenti perché quello sta vincendo, discussioni sul tema “a casa mia ci sta”, panegirici fantastici per far individuare parole rimasti negli annali…ancora si ricordano che alla frase “la devo comprare per laurearmi” (gonna) la mia risposta fu “tesi”.

E poi è arrivato Midgard (Mariano, mio attuale marito)! Tra un tango e l’altro, ha iniziato pian piano a farmi conoscere il mondo ludico, non immaginava che sarei diventata forse più accanita di lui!!! E così è finalmente iniziata la vita ludica, ma di questo parleremo nella prossima puntata…

 

 * (logo "Girls & BoardGames ad opera di Micenea)

 

Commenti

Bel racconto. Sono in attesa di leggere il seguito, ovvero capire COME tuo marito ti ha fatto conoscere i giochi. Perché mi pare di capire che, nonostante tu fossi predisposta, non avevi una bella esperienza con i gdt (leggi risiko e saltimente).

Che trendy il logo!

Ahaha fantastico racconto!

in realtà Saltinmente fatto col gruppo giusto mi diverte, è Risiko che resta un incubo!! :)
COME mi ha avvicinata ai giochi arriverà :)))

Peccato che siete pochissime

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