[Tutti contro Tutti] Lewis & Clark

Vediamo cosa ne pensano goblin esperti di questo atipico gioco di corse che miscela nelle sue meccaniche piazzamento lavoratori, deckbuilding e gestione risorse.

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The_LoneWolf
Confesso che questo gioco, nella mia piccola e limitata esperienza ludica, mi ha sicuramente colpito.
Ho fatto solo 3 partite purtroppo, più un'altra in solitario.
È stato il mio primo gioco "di corse", quindi ho trovato sicuramente originale e "fresco" lo scopo di avanzare piuttosto che fare i classici punti vittoria. Ma ovviamente va considerata come una cosa soggettiva.
Il titolo offre a mio parare un'elevata rigiocabilità data la discreta mole di carte disponibili (quelle extra al vostro mazzo base ovviamente).
Usandone al massimo 3/4 a partita, prima di vederle tutte e 50, e prima di "incastrarle" tutte tra loro per creare i vostri vari e diversi motori di gioco, ci vorranno diverse partite. Ovviamente potete prendere anche più carte a partita ma nella mia umile testolina non mi è sembrata una strategia ottimale.
Le carte sinergizzano bene, e in modo diverso le une con le altre, la sensazione di giocare "la stessa partita" e "la stessa strategia" non credo vi arriverà tanto presto. Ottima cosa.
I maggiori punti di forza di questo titolo sono quindi rigiocabilità e longevità, oltre a mio parere la pulizia di meccaniche non indifferente.
Pulizia che proverete giocando il titolo: dovrete essere snelli, poco ingordi, ragionati. Pulizia che non va sporcata "cercando di fare tutto". Appesantire inutilmente il vostro "motore" (e la vostra barca, avendo uno storaggio limitato), vi farà intoppare e andare lenti. Il gioco richiede quindi qualche freddo calcolo matematico ragionato con precisione. Ho trovato questa "necessità" appena espressa una delle cose più stimolanti e soddisfacenti dei miei appena due anni ludici.
Da qui una leggera propensione alla paralisi da analisi, soprattutto in tanti giocatori. Occhio.
Purtroppo l'ho sempre giocato in 3, quindi non posso sbilanciarmi, ma sicuramente in 5 richiede tanto tempo, arrivando a risultate "pesante". Non saprei in 4. Scalabilità discutibile quindi. Anche se ottima la modalità Solitaria (grazie anche alla suddetta rigiocabilità, a mio parere).
Non posso pronunciarmi troppo sull'interazione, avendolo giocato solo in 3, ridotta all'osso data la tipologia del titolo, aumenta sicuramente in più giocatori, dato anche il sistema a cavallina sul fiume, ma siamo comunque ai minimi termini.
A condire il tutto una componentistica più che buona, la grafica in particolare, leggermente fumettata, la trovo molto gradevole. Spettacolosi i segnalini risorsa esagonali, di colori sicuramente sgargianti, una delizia per i fan del legnetto (procuratevi gli sticker, carinissimi a mio parere).
Qualche simbolo sugli effetti delle carte risulta confuso, spesso è necessaria la consultazione del regolamento, ma quest'ultimo è ben scritto, chiaro, e con tanti esempi.
Ambientazione un po' posticcia, da buon titolo tedesco, ma a mio parere sicuramente più interessante di tante altre. Comunque il fatto di basarsi su fatti realmente accaduti "è già qualcosa", così come quelle due righe di "biografia" per ogni carta presente nel gioco.
Sottolineo una mia personale e sincera affezione per questo titolo, quindi leggetemi "con le pinze". Ma per me è un piccolo gioiellino. Magari levate una stella da tutte le votazioni a questo proposito .laugh

 

 

 

Giudizio Complessivo 9,2


Aibindrye
Uno dei miei giochi preferiti, senza dubbio. Bello già dal "vestito", disegnato magistralmente e pieno di materiali di buona fattura. Il regolamento è chiarissimo e dopo una lettura si è già pronti a partire... certo finire può essere invece più complicato alle prime partite e osare in un numero alto di giocatori (4/5) rischia di bruciarne ogni pregio facendolo durare un'infinità. Occorre impararlo pian piano, limando il tempo di gioco di partita in partita fin quando si avrà ben chiaro il meccanismo di gestione del proprio mazzo di carte che, pur non inventando nulla, qui è sviluppato con un'originalità che è una ventata di freschezza nel panorama ludico. La gestione delle risorse, unita alla dinamica di scelta azioni giocando le carte che si hanno in mano, costringe a scelte che comportano calcoli delicati ad ogni turno e mai come prima non si desidererà affatto avere una risorsa più del dovuto!! L'interazione è oggettivamente minima, ma quella "indiretta" può essere molto fastidiosa se si gioca nel villaggio indiano.
È un gioco di corsa Lewis and Clark e sa esserlo molto bene. È adrenalinico, ambientato finché può, molto combattuto e teso e richiede un adattamento tattico importante dovuto al pool di carte che può variare di frequente. Certo, una strategia da seguire (nel breve termine, 2/3 turni di respiro) è fondamentale, altrimenti si rischia di percorrere il fiume più all'indietro che nel verso giusto!!!
La rigiocabilità è data ovviamente dall'uscita delle carte sempre diversa ma anche dalla possibilità di modificare il percorso del fiume con dei tasselli appositi che garantiscono sempre nuovi livelli di sfida evitando un appiattimento delle scelte a seconda della logistica di base sulla mappa. 
Lewis and Clark è molto divertente ed ogni partita lascia soddisfatti, magari stanchi, ma con la voglia di riprovare un'altra strada da percorrere.
L'ho già detto che è diventato in breve uno dei miei giochi preferiti, si???

 

 

Giudizio Complessivo 9


fireontheboard
Per attraversare un fiume occorrono le canoe, per superare le montagne serviranno dei cavalli. Per il resto bisogna correre, esplorare e dotarsi di guide locali in grado di guidarci lungo il percorso e potenziare la spedizione con abilità uniche. L'ambientazione è quanto basta per un gioco di questo spessore, una vicenda storica ignota che rievoca gli albori del Nuovo Continente con 54 carte personaggio tutte differenti e compendiate ciascuna dalla propria storia in coda al regolamento. Per il resto il colpo d'occhio del tabellone merita, voto non eccelso ai materiali per via delle carte sottili obbligatoriamente da imbustare.
Scalabilità fantastica da 1 a 3, perseguibile chi ha indicato sulla scatola la possibilità di avere 5 giocatori contemporaneamente allo stesso tavolo - la frittata tipica accade quando senza avere almeno 5-6 partite alle spalle (magari hai appena fatto l'acquisto) ti trovi a giocarlo con 3 o 4 amici e desideri farne falò a causa del downtime.
Però ragazzi, che gioco! Piazzamento lavoratori, deck-building, gestione risorse e gioco di percorso, perfettamente miscelati in una scatola sola. A me non stanca mai e nella mia piccola cerchia conosco altri 2-3 matti che come me lo apparecchierebbero a ripetizione. In 3 siamo arrivati a chiudere partite in poco più di un'ora e un quarto.
La cosa più figa? La rigiocabilità: il percorso "base" va usato solo alla prima partita, poi è imperativo personalizzarlo secondo l'umore della serata. Qualche volta nei giudizi altrui mi capita di leggere accuse di una certa ripetitività delle azioni e mi chiedo a quale livello si stia giocando: perché nelle nostre partite i nuovi incontri non si fanno solo durante la prima parte del gioco e, soprattutto, chiave tattica e chiave strategica marciano, così dinamicamente intersecate tra loro, da rendere quasi indecifrabile a chi ha perso dove si sia persa la partita. E finché non puoi domare il mistero, ci vuoi rigiocare.
"Fort Clatsop era lì, l'abbiamo mancato di poco - ma domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... e una bella mattina..."

 

 

Giudizio complessivo 9


Linx
L&C è un insieme complicato di possibilità. Già gestire la propria mano di carte cercando di far spostare avanti invece che indietro il proprio segnalino può essere una sfida, per un giocatore non esperto. A ciò si aggiunge una interazione indiretta ma pesante con gli altri giocatori per la gestione dei nativi americani e per la quantità di risorse incamerate con le azioni basilari che tengono il giocatore anche in ansiosa attesa delle mosse altrui, che potrebbero impattare parecchio sulle strategie a medio termine pianificate già con fatica. L'esperienza di gioco che si crea è, così, intensa, ma non ben "sopportabile" da tutti. Non è proprio facile trovare giocatori per rigiocarlo dopo la prima partita: i giocatori si sono ormai abituati a titoli più facilmente assimilabili.
L&C è invece proprio quello che serve per chi è stufo di applicare le solite strategie di gestione: qui ce ne sono di complicate e fuori dai canoni, con tanto di deckbuilding per cambiare le carte in tavola di volta in volta e durante la partita. La varietà di strategie che il gioco può far esprimere nelle sue varie conformazioni (date dalle carte uscite) credo sia impressionante, per chi trovasse i giocatori adatti ad approfondire il titolo con una buona dose di partite.
Quello che gli manca è l'eleganza e la sensazione che i meccanismi siano ben calibrati e oliati. Ma ogni possibilità di capire cosa possa non andare nel design è affogata nella quantità di possibilità peggio che in un ameritrash facendone per me un gioco perfetto... ma ingiocabile per mancanza di avversari.

 

 

Giudizio Complessivo 9


Agzaroth
Ottimi materiali, a partire dalla scatola fino a tutto il resto. L'iconografia delle carte non è sempre chiara, dati i molteplici e diversi effetti, ma l'appendice in fondo alle regole spiega tutto nel dettaglio. Il regolamento è chiaro e con esempi, l'ambientazione rende bene il senso della gara, ma non è certo il suo punto di forza. É ampiamente rigiocabile per via delle carte sempre diverse e dei diversi incastri tra esse. La scalabilità è molto buona dal punto di vista delle meccaniche, inclusa la bellissima versione in solitaria, ma in 5 i tempi di gioco si allungano e si dilatano troppo, per cui meglio fermarsi massimo a 4 partecipanti, meglio ancora se già esperti. Pur non avendo elementi di originalità spiccati, la gestione delle carte e il loro molteplice utilizzo è uno dei meglio riusciti degli ultimi anni. L'interazione non è così alta, sebbene in alcuni momenti anche quella poca si riveli fondamentale, data la stretta competizione tra giocatori esperti, spesso divisi solo da pochissime caselle. Meccanicamente il gioco scorre bene e senza intoppi, lasciando ampio spazio alla programmazione e alla gestione della mano, richiedendo calcoli matematici e incastri non sempre facili, data l'impossibilità di buttare via risorse che fanno zavorra. La gestione tattica si mescola ad una imprescindibile strategia a breve e medio termine, pena la sconfitta. Tutto il superfluo, in questo gioco, è dannoso, ribaltando completamente il concetto a cui ci hanno abituati i gestionali classici, per i quali “tanto è meglio”: qui occorre amministrare il giusto, né più né meno.

 

 

Giudizio complessivo 8,9


Mickylo
Lewis & Clark ha degli ottimi materiali: indiani ed esploratori sagomati, cartone spesso per il tabellone, disegni molto belli. Le risorse invece si riducono ad esagoni colorati ma funzionali poi per il modo in cui vengono stipati sulle barche. 
Parlando di ambientazione si sente molto la gara con gli avversari, mentre il fatto di essere un esploratore che passa tra indiani, monti e fiumi si sente meno anche se il concetto di carico barche/velocità rende abbastanza la necessità di calcolare bene l'equipaggiamento. Quindi direi sufficiente ma non ai massimi livelli di sicuro. 
Il regolamento è chiaro e ben illustrato. Sulla scalabilità non posso dare pareri avendo giocato solo in due.
La rigiocabilità è molto alta essendo dipendente dalle carte che escono di volta in volta in combinazioni diverse. Inevitabile quindi puntare ogni partita ad un meccanismo di gioco differente dai precedenti.
L'interazione è alta, sia per riuscire a prendere la carta migliore prima degli avversari (è vero che ci sono più carte vantaggiose per proseguire sul fiume o sui monti, ma non sempre arrivano subito), sia per l'occupazione degli spazi. Anche il meccanismo di sfruttamento delle icone avversarie per fare risorse aiuta in questo senso. 
Per quanto mi riguarda si sente l'ansia della competizione, dove avere una risorsa in più o in meno conta per riuscire a scalare la montagna piuttosto che scivolare e tornare indietro. Dove la velocità è tutto, perdersi in troppi passaggi può costare caro. Dove prendere la carta che potrebbe prendere l'avversario a volte è un vantaggio e a volte è un carico talmente pesante che non sarà valsa la pena. In definitiva un bel gioco, in cui l'unica pecca evidenziabile per me è la possibile paralisi da analisi in cui si rischia di scivolare inevitabilmente per ottimizzare le proprie mosse.

 

 

Giudizio complessivo 8


Ricordiamo le scale valori applicate:5 stelle per eccellente; 4 stelle per ottimo, 3 stelle per buono, 2 stelle per sufficiente,  stella per scarso, 0 stelle per pessimo

Commenti

Concordo con quanti descrivono questo gioco come un piccolo capolavoro. Bello, tosto, fresco e particolare. Materiali bellissimi e meccaniche molto interessanti e impegnative.

Ancora sono in fase di analisi e mi sembra di capire che mantiene ciò che promette, quello che fatico a digerire è l'ambientazione...
ma perchè proprio Lewis & Clark !?

m@

Bellissimo gioco, tra i miei preferiti in solitario....però più che un tutti contro tutti mi è sembrato un "tuttixuno" ;)

perchè il gioco ripercorre i passi della spedizione americana di Lewis & Clark....

Già... (╥︣﹏᷅╥)
m@

gioco "tedesco" a tutti gli effetti con relativi pregi e difetti. Le carte sono molto belle, disturbano un po' i "pittogrammi" o "simboli" che dir si voglia non sempre intuitivi. Ambientazione/atmosfera un po' carente e freddina (molto astratto come tutti i tedeschi) giocandolo un po' si vede che molte carte sono strategicamente inutili e le strategie alla fine sono abbastanza ripetitive. Regolamento chiaro, partite di solito in discreto equilibrio, meccanica intrigante, ma dopo un po' di partite il gioco mi sembra non avere più "segreti" e diventa ripetitivo. Voto complessivo 7.
materiali: *****
ambientazione *
regolamento *****
rigiocabilità **
strategia ***
meccanica ****

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