Traduzioni e termini specifici

Bandiera anglo-italiana
Rugby471, Carnby

Traduzioni, inglese, inglesismi, anglismi. Ogni volta che affrontiamo un gioco nuovo il problema che si presenta è sempre lo stesso: come possiamo rendere nella lingua di Dante quei termini che sembrano violentarla ormai inesorabilmente, senza al contempo perderci in ampollose perifrasi e rendendo bene l'idea?

Editoriale
Giochi

Fra i primi intenti della rinnovata Goblinpedia, per me ovviamente punto fondamentale dell'intero progetto, c'era e c'è sicuramente il problema delle traduzioni di alcuni termini entrati nel lessico comune degli appassionati, troppo spesso snocciolati con noncuranza e che più di una volta generano negli utenti meno addentro alla materia quella sensazione di sgomento tipica dell'affacciarsi a un nuovo mondo.

Ma qual è il motivo per cui certi termini così facilmente permeano il nostro tessuto linguistico? Amore delle mode di passaggio? Esterofilia? Facilità di comprensione?
coccobello

Probabilmente un po' di tutti questi ingredienti fanno sì che colloquialmente e informalmente ci si riferisca a questa o quella cosa con quel termine straniero o con quella dicitura tecnica. Il problema è che spesso molti utenti non hanno la capacità di variare il loro registro a seconda della circostanza e nelle recensioni inviatemi quando ne ero revisore mi trovavo i vari "skillato" e compagnia BRUTTA! Ma questo è un altro discorso!

Comunque, analizzando più a fondo alcune usanze sempre più sperimentate anche da giornalisti e politici (i primi e più perniciosi UNTORI linguistici) è molto chiaro il perché certi termini vengano utilizzati senza traduzione. Non per grande apertura mentale, non per esterofilia, non per innovazione, ma semplicemente perché utilizzare una parola comune in un'altra lingua ci fornisce un'immediata specificazione nella nostra.

Ad esempio, se io vi dicessi "scarto" in un articolo economico, voi potreste pensare a svariati concetti, ma se vi dico "spread" sicuramente avrete già centrato l'argomento. Allo stesso modo se io vi parlassi di "scelta delle carte", voi potreste pensare a diverse meccaniche e a diverse fasi di gioco.

Per esempio in El Grande c'è una fase di scelta delle carte, e anche in 7 Wonders, ma se io vi dicessi di "fare il draft" voi sicuramente non avreste dubbi su quello a cui mi riferisco.

Quando si vogliono quindi tradurre certi termini (e io non mi pongo nemmeno il dubbio, per me bisogna tradurre, sempre), il pericolo che si corre è di essere troppo letterali o troppo comuni nella scelta di questa o quella parola. Capita pertanto che, rispettando il senso originario del termine o della definizione, si finisca per essere meno chiarificatori e infine più vaghi.

Quindi, vale la pena tradurre tutto? 

Spesso mi si fa l'esempio degli informatici (molti goblin lo sono..sapevatelo) che nel loro ambiente per definizione "inglesofero" sono abituati a certi termini tecnici e a inserire elementi di tale lingua. Quando parlano fra di loro, nessun problema, ma se dovessero spiegare uno dei loro procedimenti ad un novizio, sarebbero comprensibili? 

Di certo a pochi di loro interessa tale potenzialità esplicativa, ma per noi che abbiamo nella divulgazione uno dei compiti primari è fondamentale risultare più chiari possibile a più utenti possibile.

Magari dovremo spendere qualche parola in più per spiegare un concetto, ma saremo sicuri che almeno inizialmente nessuno resterà spaesato dal "drafting" o dal "meaningful play" e da altre amenità varie.

Senza contare che anche commercialmente alcuni problemini possono essere dietro l'angolo. Caso volle che io mi ritrovassi in mano una nuova copia di Tichu, il classico gioco di carte riproposto per i suoi 25 anni in varie edizioni, fra le quali anche quella italiana, e che tale gioco mancasse dalla mia collezione. Ebbi quasi un moto scimmiesco di acquisto tipico di ogni goblin che si rispetti ma poi feci l'errore... girai la scatola e ne lessi la descrizione...

Alla vista di "shedding-climbing" per poco non ruppi una vetrina del negozio lanciando l'odiata scatola!

Ma dico io, secondo voi quanti IN ITALIA riuscirebbero a capire il significato di quel termine? Non siamo mica tutti Andrea Angiolino e Beniamino Sidoti! Io stesso ho dovuto faticare per capire che avevo davanti semplicemente un gioco di scarti e di combinazioni. Termini che in italiano esistono già! Certo, il "climbing" è una particolare variante dei giochi di combinazione, che sono una categoria più ampia, ma... cribbio!

Morale della favola... il gioco è rimasto sullo scaffale! 
keep calm & parla italiano

Certamente non a tutti salta l'ELEFANTE al naso a tale vista, ma di sicuro praticamente nessuno avrebbe potuto capire la tipologia di gioco senza l'aiuto di un valente spiegatore, che spesso nei negozi italici, non c'è!

Ecco quindi che da tale esempio, e da tanti altri raccolti negli anni nelle varie comunità ludiche che ho avuto il piacere di frequentare, ho avuto sempre più la convinzione che fosse un servizio utile fornire traduzione anche per quei termini che molti di noi considerano ormai naturali. Traduzione ed eventualmente spiegazione, siamo qui per questo, e fortunatamente di spazio ne abbiamo.

Se questo poi farà in modo che molti virino sui nostri termini tradotti rispetto alla consuetudine non è dato sapere, e molto probabilmente no... è molto facile che una novità linguistica attecchisca ed è molto difficile sradicarla, ma se noi avremo fornito uno strumento per comprendere quante più nozioni possibile, e se avremo dato anche solo ad una persona un po' di attenzione in più verso il registro da tenere nelle varie situazioni, avremo già ottenuto un successo.

Più nel particolare, sarà mio prossimo obiettivo trovare adeguata traduzione per quei termini come "draft" che nessuno pare voler tradurre, e che anzi sembra proprio più utile in inglese, ormai così entrato nella consuetudine e così più specifico di un semplice "scelta".

La soluzione, che andrebbe sostenuta da un ampio utilizzo in tutti i canali possibili, sarebbe di iniziare a sostituirlo con qualcosa di corretto ma di normalmente distante da questo mondo e dall'uso comune in italiano. 

Ecco perché la "fase di draft" nel mio futuro, e magari anche nella Goblinpedia (lo vado a cambiare di nascosto) diventerà da oggi... LA VAGLIATURA!!! 

Vagliare è un termine altrettanto corretto, non così comune, e nei giochi non è praticamente presente, quindi è perfetto!

Siete pronti quindi a vagliare le vostre carte nelle prossime partite a 7 Wonders?

Commenti

Vaglio, olio e peperoncino.

Prontissimo!

Bellissimo articolo, in parte concordo, ma mentre per shedding-climbing avrei rotto la finestra anche io, per quanto riguarda il DRAFT con la VAGLIATURA non riuscirei a sostituirlo neanche per sbaglio.

Molto meglio spiegare la meccanica per ciò che fa, in minimi dettagli, mettendoci 5,6 parole in più.

shedding-climbing

Tratto da: https://www.goblins.net/articoli/traduzioni-e-termini-specifici
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ma se io vi dicessi di "fare il draft" voi sicuramente non avreste dubbi su quello a cui mi riferisco.
 

 

Il nocciolo è qui. Ormai draft è un termine comune nei GdT (lo è dall'arrivo di Magic). È vero, dovrò spiegare ad un neofita come funziona. Ma dovrò spiegare allo stesso modo la vagliatura. Non è un termine autoesplicativo e quindi ha la stessa valenza di draft con la differenza che draft è un termine specifico dei GdT e, apprendendone il significato, il neofita si addentra un po' sui più nel nostro mondo. Vagliare non lo è, ed un neofita che lo sente, e magari lo usa, non ha alcun tipo di accrescimento.

Io sono da sempre per esplicare al meglio in italiano perchépiù comprensibile per un neofita. Ma non termini come draft , che ormai sono comuni

Daccordo su tutto!!

Penso che la nostra bellissima lingua non abbia nulla da invidiare alle altre e che possa tradurre ogni termine senza problemi. Sicuramente richiede più impegno per arrivare al concetto che ad esempio in inglese è spesso più rapido, ma chi gioca ai gdt ha già abbastanza voglia e capacità per fare quel piccolo sforzo in più che occorrerebbe nell'usare ad esempio vagliatura al posto di draft. Certamente occorre conoscere anche l'analogo inglese per cultura ludica, ma non vedo perchè l'italiano debba essere castrato se non c'è il bisogno..

Ciao!

Bell'articolo, ci voleva. Bravo!

Io condivido assolutamente tutto quanto scritto.

Preciso che, per quanto mi riguarda, non faccio mistero del mio apprezzamento per l' inglese:  ho parecchi giochi in scatola in questa lingua; molti sono tra i miei preferiti, ci gioco spesso e li spiego agli altri. In questo caso, l'idioma anglosassone non rappresenta un problema poiché (al contrario) é uno stimolo per fare sempre un pò di "ripasso". 

Ma, nel momento in cui ho tra le mani un gioco nella nostra lingua, trovo fastidioso l'uso forzato dei termini in inglese; soprattutto quando questi, pur essendo perfettamente traducibili in italiano, sono rimasti in originale. Ancora peggio: mi sembra persino sgradevole l'adattamento forzato degli stessi. Uno per tutti, ad esempio dei tanti: l'improbabile ed inascoltabile skillato.

Ciao!

Paolo (MPAC71)

 

Faccio il traduttore, quindi... la regola è tradurre sempre e adattare (parola magica che nessuno applica però). L'italiano è una lingua complessa e di sfumature, non si traduce, si adatta. Detto questo e si lavora in ambiti molto specifici (nel mio caso il cinema), ci sono termini che non si traducono, perché chi si muove in quell'ambito li conosce o deve impararli per poter connettersi con gli altri. Quindi se traduco dei giochi (e ne ho fatti tanti all'inizio della Tana) alcuni termini li lascio in inglese (magari spiegando). Draft, Filler, kingmaking, non si traducono. Ovvio che su una scatola da vendere faccio dei lavori diversi. Ritengo però che chi vorà giocare e fare di quest'hobby un gran passatempo debba imparare delle parole "base", è un po' il discorso dei babbani in Harry Potter

Io ritengo che si possa coniare dei termini italiani ed utilizzarli per sostituire quelli inglesi.

Ma che sia un lavoro che deve partire da chi fa i manuali, non da chi recensisce i giochi. Se leggendo le regole di 7Wonders io leggo che devo fare una fase di Vagliatura e poi mi viene spiegato cos'è io lo troverò naturale.

E quando io, recensore mi troverò a dover parlare di quella fase userò il termine che il manuale usa COME E' LOGICO CHE FACCIA. In tal modo termini italiani che sostutuiscano quelli inglesi possono filtrare e imporsi. Prima in tutta la linea di una casa editrice, poi in quella di altre che ne approfittano e così via nel parlare comune.

Farlo invece partendo da chi parla di giochi... la vedo dura, se non per termini che hanno già un loro facile riferimento in italiano

Lollai ad "omino del cocco bello", ma Randall mi randellerebbe per il "lollai". Scherzi a parte, a me l'integralismo del "vagliare" non entusiasma affatto. Usare degli inglesismi di uso comune per me va bene, ovviamente senza esagerare. Mi danno più fastidio le traduzioni con errori di ortografia e sintassi, in cui non si capisce il senso delle frasi, ed anche l'uso a sproposito di parole italiane che non sono la traduzione di termini inglesi, ma solo "falsi amici", tipo location-locazione.

Vagliare è brutto assai. Alcune cose vanno tenute in inglese, altrimenti poi si arriva agli orrori Giochi Uniti (chi si ricorda il "Ghiaccio" di Netrunner?) che manco babelfish avrebbe il coraggio di proporre.

Sì, in effetti alcune cose vanno tenute in "inglese", tipo...la zuppa inglese, la chiave inglese...:P

Diciamo che gli estremi sono sempre da evitare, ma visto che qui dentro è pieno di gente che in bocca ha un FRULLATORE che macina itanglese a colazione pranzo e cena, ci vuole qualcuno per bilanciare! :D

Volevo scrivere qualcosa ma poi mi è andato in scontro il calcolatore e il topo non funzionava più.
Ogni intransigenza ad oltranza sfocia sempre nel ridicolo.

Ancora più ridicolo è chi si ostina a non imparare dalla storia.
Le lingue storico naturali se ne fregano dei desideri di chiunque, governi compresi, e il quisibeve di epoca fascista non ha mai attecchito, giacchè continuiamo a trovarci al bar. Il luogo ideale per certi discorsi.

comunque anche DRAFT ormai entrato nel vocabolario inglese dei termini tecnici relativi ai giochi da tavolo è comunque una semplificazione, dato che letteralmente significa in definitiva "scelta". La parola in se non descriverebbe tutta la meccanica di gioco. "Vagliatura" in italiano è un po' desueto. Non si potrebbe allora usare "scelta simultanea"? 

però scelta simultanea esiste già ed è un'altra cosa.

Leggo con interesse, solo oggi, questo articolo. E anche con partecipazione.

Certo, avendo intorno adolescenti che oscillano tra un estremo e l'altro... come "io non seguo ma thinko", in Glory to Rome... e in Ticket To Ride invece dicono a chi ha appena preso carte: "ricordati di rimpinguare" ! ! 

 

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