La Festa per Odino: recensione vichinga

Copertina per La Festa per Odino, gioco da tavolo di Uwe Ronsenberg
Feuerland Spiele, Cranio Creations

Nuovo gioco di Uwe Rosenberg, La Festa di Odino è un piazzamento lavoratori e tessere da 1 a 4 giocatori, che non grida all'idea geniale, ma che propone uno degli ultimi migliori giochi prodotti dall'autore tedesco. Scopriamo perché.

Giochi collegati: 
A Feast for Odin
Voto recensore:
7,0

Quando arriva un nuovo gioco di Uwe Rosenberg hai almeno un paio di certezze: ci sarà tanta roba - ma tanta - e a alla fine dovrai sfamare qualcuno. Anche questa volta il bulimico teutonico non si smentisce e zeppa lo scatolone di "A Feast for Odin" (in italiano "La festa per Odino", del quale abbiamo un video qui sotto) di ennemila componenti.

Il gioco è un cinghiale da uno a quattro giocatori; BGG mente sapendo di mentire riportando un tempo di di gioco dai trenta ai centoventi minuti, che in realtà sono dai 60 ai 240; età consigliata 12+, sfrutta principalmente le meccaniche di piazzamento lavoratori e piazzamento tessere.

Materiali, grafica ed ergonomia

festa per odino carrelli delle risorse
risorse
Se pensavate che nessuna scatola potesse essere riempita più di quella di Caverna, eccovi smentiti. Tanta roba, dalle spesse plance di cartone, alle risorse in legno sagomate, alle cartine Miglioramento stile Agricola. Poi il tocco di classe: due vassoi in plastica con coperchio trasparente, per alloggiare tutte le tessere del gioco, in ordine preciso, per trovare subito cosa può evolversi in cosa.

Graficamente è il classico Rosenberg bucolico, con vichinghi paciosi che non farebbero paura nemmeno ad un merluzzo. L'iconografia è per fortuna chiara: dico "per fortuna" perché il tabellone delle azioni è talmente denso e spiazzante che altrimenti sarebbe stato un disastro. Salvo qualcosa da controllare a volte sulle carte, la maggior parte della simbologia è subito compresa già nel corso della prima partita.

Regolamento

festa per odino gioco
gioco
Molto buono stavolta, nel complesso. Se penso a com'era strutturato male quello di Agricola, qui siamo parecchi passi avanti. C'è poi un compendio per spiegare nel dettaglio ogni singola carta e infine un graditissimo almanacco con note di interesse storico. Da segnalare un'incongruenza nella traduzione dal tedesco all'inglese, per cui l'ultima rendita viene effettivamente incassata dal giocatore e può essere spesa anche per riempire spazi vacanti.

Ambientazione

Ci sono i vichinghi che coltivano, allevano, commerciano, cacciano, fanno razzie, scoprono nuove terre e fondano colonie. Ma soprattutto mangiano, mangiano tanto. Diciamo che tutta la vita degli allegri predoni nordici è rappresentata nel gioco (beh non proprio tutta...) e alcune azioni hanno anche un loro perché (si commercia con le giuste navi, si armano i drakkar col metallo, si ricava il latte dalle vacche, eccetera), mentre altre sono buttate un po' così (si saccheggia usando la pietra? Le montagne si consumano da sole?). Il fatto è che più del 50% del gioco, ovvero il suo meccanismo centrale, è assolutamente astratto, dato che si tratta di riempire villaggi, isole o capanne con roba a caso, che va dai cesti di frutta, alle pelli di orso, alle aringhe affumicate, alle collane. Quindi onestamente, se avete comprato il gioco per sentirvi dei veri vichinghi, mi sa che avete buttato un bel po' di soldi.

Il gioco in breve

festa per odino azioni
azioni
Il tabellone centrale non è altro che una distesa di una sessantina di azioni organizzate in quattro colonne. Per ogni colonna è necessario piazzare un vichingo in più della precedente. Per cui tutte le azioni della prima colonna si fanno piazzando un vichingo, tutte quelle della quarta ne richiedono quattro. I giocatori partono con cinque pedine vichingo che aumentano di una unità in ciascuno dei sette round e, a turno, eseguono un'azione del tabellone piazzando i vichinghi necessari. Hanno poi una plancia personale divisa in tanti quadretti che devono man mano essere riempiti per prendere bonus in monete e risorse e soprattutto per coprire gli spazi con stampati fastidiosi punti negativi.

Le azioni sul tabellone consentono una miriade di opzioni, come comprare barche, usarle per cacciare le balene, per commerciare, per razziare; poi prendere animali, farli figliare e produrre latte o lana; raccogliere legna, pietre e metallo; prendere nuove plance da riempire per altri bonus; prendere carte Miglioramento e poi giocarle per avere punti e piccoli vantaggi, eccetera. Lo scopo finale, verso il quale tutto si incanala, è comunque quello di raccogliere quante più tessere “oggetto” possibile, migliorale tramite le apposite azioni e infine piazzarle sulle proprie plance per coprirne tutti gli spazi, guadagnando così punti vittoria o comunque non perdendone, coprendo gli spazi con stampati quelli negativi.

Scalabilità

Molto buona, se accettate la durata pachidermica di una partita in quattro. Molto carino il meccanismo del solitario, per il quale a volte ti intralci più che a giocare con gli altri: lo scopo è sempre quello di fare un buon punteggio e, personalmente, questo tipo di solitari dopo un po' mi stufa; ma le molte strade da esplorare me lo hanno comunque reso più interessante di tanti altri. Tra due e tre giocatori non c'è nessun aggiustamento, ma comunque non ho mai trovato mai il gioco particolarmente stretto.

Rigiocabilità

festa per odino carte
carte

Ottima. Sessanta azioni non solo son tante, ma schiudono una buona varietà di strategie e combinazioni, questo senza contare le innumerevoli carte presenti nella scatole, delle quali userete solo una minima quantità ad ogni partita, nel classico stile rosenberghiano.

Originalità

Patchwork deriva da questo gioco, sebbene sia poi stato pubblicato ben prima. Il concetto poi di incastro delle tessere sulla griglia arriva direttamente dai Principi di Firenze, ripreso in seguito anche da Antiquity. La Festa per Odino presenta in realtà molto meno incastri, difatti la stragrande maggioranza delle tessere che userete ha forma rettangolare o quadrata e ci sono anche jolly (monete e metallo) per riempire i buchi. Piuttosto dovrete stare attenti a non coprire alcune parti importanti della plancia (i simboli risorsa), girando quindi loro attorno. Insomma il sapore della meccanica è tutto sommato abbastanza diverso, anche da Patchwork stesso, sebbene non dia comunque quel senso di novità eclatante o di idea geniale.

Interazione

Quasi nulla. Ti dai più fastidio nel solitario, con i lavoratori del round precedente che rimangono in plancia, a tappare la tua stessa strategia. Ovviamene anche in multigiocatore capitano momenti in cui qualcuno prende proprio l'azione che ti serviva, ma è normale amministrazione: in genere le opzioni disponibili sono così tante che qualcos'altro di buono da fare lo si trova sempre. Insomma, inferiore sicuramente alla media degli altri piazzamento lavoratori.

Profondità, strategia e tattica

festa per odino isole
isole
La festa per Odino mi ha stupito per la sua struttura. Non siamo di fronte ad un gioco in cui basta fare azioni per prendere punti: qui occorre concatenare tali azioni, avere un piano in mente, perseguirlo, ottimizzarlo, adattarsi, perché altrimenti i punti si rischia di perderli.Il gioco mette davanti a diverse strade strategiche, ciascuna corredata da un po' di variazioni tattiche. Il primo input te lo dà la carta gialla iniziale, sorteggiata da un nutrito mazzetto: è solo un piccolo bonus, ma dato che in questo gioco ogni piccolo aiuto è prezioso, sei sempre invogliato ad assecondarlo. Poi occorre orientarsi su tre macrostrade, che possono anche intrecciarsi: allevamento animali e conseguenti azioni di trasformazione dei loro prodotti; navi da guerra e razzie; navi commerciali, caccia e trasformazione delle risorse verdi in blu.

A questo punto subentra la parte tattica, in cui si innestano le carte pescate e giocate, il gioco avversario e tutta una serie di altri fattori.

Una delle decisioni più importanti da prendere in partita, che coinvolge sia l'aspetto strategico che tattico, riguarda poi con cosa espandere la propria plancia, ovvero come andarsi a guadagnare quei preziosi punti vittoria extra per vincere. Chi ha costruito molte navi può semplicemente farle emigrare, tenendo presente però che non potrà più usarle e che occorrono molti soldi. Prendere le piccole plance di capanne e case è sempre l'opzione più semplice, perché basta poco per riempirle e danno sempre qualche punto - sono però anche le meno remunerative. Infine ci sono le nuove isole, molto diverse tra loro - da quelle più utili all'inizio, con un sacco di risorse e pochi punti, alle ultime, rischiose ma molto remunerative per la vittoria. Anche in questo caso le scelte non sono esclusive: mi è capitato più di una volta di far emigrare una o due navi, riempire un'isola aggiuntiva e anche una casa.

Eleganza e fluidità

Non ci sono soluzioni particolarmente eleganti nel gioco: tutto è molto canonico e senza guizzi di design. Il gioco scorre abbastanza in generale, ma dei momenti di paralisi da analisi sono inevitabili, oltre al classico blocco della prima partita, di fronte alle sessanta azioni. La durata rimane comunque abbastanza elevata, forse un po' troppo, ma ridurre i round non è possibile perché è proprio negli ultimi due che si rileva l'escalation che finalizza tutte le strategie messe in atto.

Pregi / difetti

festa per odino plancia grigia
pezzi
Siamo agli antipodi dell'insalata di punti. Anzi, qui se non stai attento finisci in negativo. Ci sono tate cosa da fare, tante strade da percorrere e tanti incastri, ma solo poche cose portano davvero punti vittoria e vanno costruite, programmate, sudate.

La cosa per me più bella del gioco è che quelle stesse cose che ti danno i punti, possono anche toglierteli, se le giochi male: è (molto più blandamente e alla lontana) un po' il concetto dei potenziamenti di The Great Zimbabwe: se prendi qualcosa che non fai fruttare, diventa zavorra. Qui è molto rischioso prendere cose, soprattutto prenderne troppe, soprattutto se non hai un'idea precisa di come riempirle. Allo stesso tempo devi rischiare, se vuoi fare un buon punteggio.

C'è una grossa libertà nel gioco, tante strade percorribili che paiono tutte ugualmente valide. Ma tali strade non sono affatto evidenti e il gioco ti costringe a scoprirle da solo, anche con un certo impegno. Tutto sembra essere importante e al contempo nulla pare indispensabile. Entrare nella logica del gioco non è affatto semplice, ma per questo può essere molto gratificante e al contempo l'esperienza ripaga parecchio.

L'enorme quantità di carte a cui Rosenberg ci ha abituato la troviamo anche qui, ma più diluita nel corso della partita. Sono ugualmente importanti, ma forse non così determinanti come in altri suoi giochi ed anche questo è un aspetto che ho apprezzato.

Come difetti, o meglio come avvertenze, posso segnalare cinque cose:

  • il disorientamento al primo impatto. Veramente tante, troppe azione, delle quali difficilmente si riesce a capire rapidamente il valore. Dà un'impressione di confusione e di “mischione” che occorre superare per apprezzarlo;
  • I'interazione ai minimi termini, specie se si scelgono strade diverse. Può sempre capitare che ti occupino una casella che ti serva ma qualcos'altro da fare lo trovi sempre ed in ogni caso è veramente il minimo sindacale dell'interazione richiesta in un “gioco di società”;
  • il tema appiccicato: riempire tessere è essenzialmente astratto, senza contare le regolette di accostamento delle tessere stesse;
  • il dado e le carte pescate si sentono, c'è poco da fare. Per il dado ci sono mezzi per rischiare qualcosa meno, ma ti fanno spendere altre azioni e in ogni caso ti può dire comunque male. In un gioco di strettissima ottimizzazione come questo, non è poco e a più di una persona al mio tavolo ha dato fastidio;
  • la durata, specie in quattro, è un po' eccessiva per quel che il gioco restituisce.

Conclusione

festa per odino partita
partita
Nessuno come Rosenberg sa sfruttare a fondo una buona idea, quando gli viene. Ha provato questa specie di Tetris ed ecco Patchwork, poi Cottage Garden, infine La festa per Odino, che pure dei tre è in realtà il capostipite. Attorno a questa meccanica l'autore tedesco piazza un po' tutta la sua produzione passata, fitta di una miriade di azioni, di carte, di plance aggiuntive, di risorse da trasformare. E già che c'è, stavolta, un po' di dado, ma da tirare tre volte, così non si lamentano né i germanisti né altri. Adesso vediamo dove lo porterà questa strada e se vedremo la versione per due de La festa per Odino, la seconda edizione con carte riviste, un altro gioco con il tetris ma stavolta con ottanta azioni e la ruota delle risorse, e così via.

In definitiva, La festa per Odino è meglio di come me lo aspettassi, meglio di quanto traspariva dalle regole, migliore di tutti gli altri giochi di Rosenberg degli ultimi sette anni (tranne Patchwork, ma è un'altra categoria), ma ancora non all'altezza dei suoi lavori migliori, ai quali resta ancora un gradino sotto.

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Commenti

Ma come si fa' a dare 7 a un gioco che in pochi mesi ha scalato le classifiche MONDIALI di Game Geek fino ad arrivare al 25° posto e ha una media voti di 8,3 .. Se non ti piacciono i giochi di Rosenberg forse sarebbe meglio non scrivere recensioni sui suoi titoli, perche risulteresti "di parte".Io possiedo tutti i titoli di Rosenberg ,ho giocato diverse volte a questo gioco e posso assicurarti che è uno dei suoi migliori  titoli di sempre,  e come me la pensavano anche tutti gli altri giocatori al tavolo.Ma noi siamo solo giocatori normali e forse non abbiamo potuto notare tutti questi difetti come hai notato tu.Mi dispiace, ma da oggi non leggero piu le tue recensioni, perche o sono scritte solo per portare clamore , oppure i nostri gusti sono agli antipodi ..

Non so, ad Agricola ho dato 8,5 e per me è un voto molto alto. Delle classifiche mondiali non è che mi importi granché: Caverna, per dire, ha 8.2 ed è decimo su BGG. Immagino anche che il tuo gioco preferito sia per forza Pandemic Legacy, che è primo. Poi sarebbe da analizzare la scalata alle classifiche dei giochi negli ultimi anni...

io non è che debba scrivere recensioni per accontantare te e i tuoi gusti e comunque non mi pare di aver parlato male del gioco, ma se una recensone più positiva ti soddisfa di più, ecco quella di Pennuto: https://www.goblins.net/recensioni/festa-odino-grande-gioco-tutti-sensi

 

Sul fatto di possedere tutti i giochi di Rosenberg, mi spiace, ma fa di te un fan, con bias potenzialmente equivalente a quello che attribuisci a me in qualità di fantomatico detrattore a priori. Mi pare invece di aver evidenziato quello che c'è di buono e quello che può non piacere. 

Sul fatto che al tuo tavolo sia piaciuto a tutti non vuol dire nulla ed anche questo è un discorso vecchio e trito: il tavolo tende ad autoinfluenzarsi. Se io dico che non è piaciuto a nessuno che succede? Chi ha ragione? Semplicemente nessuno dei due: un gruppo di giocatori crea un clima comune attorno a un gioco, a una serata, per cui le opinioni tendono a convergere. 

Ti dirò anche un'altra cosa. C'è un blogger famoso e praparato a cui so per certo il gioco abbia fatto schifo. ma ha trovato un escamotage per recensirlo senza fare trasparire questa cosa e senza scontentare nessuno. Ora, potrei pure io mettere un bell'otto abbondante a qualsiasi cosa mi capiti tra le mani, scrivere solo delle cose belle che ha e così risultare simpatico a tutti. Però onestamente mi sento più onesto anche ad evidenziare quello che secondo me non va e sottolinearlo con un voto congruo. In Tana per fortuna lo posso fare liberamente. Tu ovviamente sei libero di non leggere o leggere altro. 

Pure noi abbiamo (quasi) tutti i suoi giochi (non caverna che troviamo proprio inutile) eppure, pur giocando a Odino con piacere, concordiamo con la recensione. 

Non è un capolavoro: agricola e le havre lo sono. 

E la classifica di bgg... dai.. Come può essere affidabile?

Un solo appunto: l'interazione per me è ai livelli di qualsiasi altro prodotto german. E pure di Agricola e Le Havre, per quanto mi riguarda. E' vero che le caselle sono tante, ma non sono tante quelle che fanno le cose più importanti: se uno compra un tipo di nave nessun'altro la potrà fare quel turno. E di turni non ce ne sono molti. Qualcosa di simile succede anche con il bestiame e le attività che gli vanno dietro.

E' comunque un gioco dove il divertimento dell'esplorazione delle possibilità conta più della competizione, trovo. L'interazione blanda trovo sia perfetta, per ciò.

Recensione equilibrata ma è un gioco che va a gusti per me è il miglior gioco di Rosemberg e il migliore uscito nel 2016, quello che ho giocato di più e ho trovato più giocabile e divertentente, le azioni sono 60 ma  dopo 2 partite le memorizzi immediatamente, il sistema dei dadi è geniale hai tre tiri e se fallisci hai la compensazione,  l'incidenza della fortuna è minima.

L'interazione poi deve essere bassa altrimenti sarebbe solo fastidiosa in un gioco che già di suo ti pone molte decisioni ed è bassa come in tutti i giochi di Rosemberg.

La cosa migliore del gioco però è proprio quello che hai scritto ti cito:

"La festa per Odino mi ha stupito per la sua struttura. Non siamo di fronte ad un gioco in cui basta fare azioni per prendere punti: qui occorre concatenare tali azioni, avere un piano in mente, perseguirlo, ottimizzarlo, adattarsi, perché altrimenti i punti si rischia di perderli.Il gioco mette davanti a diverse strade strategiche, ciascuna corredata da un po' di variazioni tattiche. 

In questo Odino è una perla e un grandissimo gioco: per me un 9 pieno.

daccordissimo con l ultimo commento di gerald.

Io alle prime partite avevo l impressione di dover trovare il modo di coprir il maggior numero di punti negativi..

Ma ti rendi conto che se si vuol vincere il bisogna cercar di seguire una strada al meglio degli altri.

Altro pregio che ho trovato,  a partita finita si é soddisfatti e non esausti,e personalmente farei subito un altra partita,cosa che con altri titoli di tale peso non accade

 

Ti dirò anche un'altra cosa. C'è un blogger famoso e praparato a cui so per certo il gioco abbia fatto schifo. ma ha trovato un escamotage per recensirlo senza fare trasparire questa cosa e senza scontentare nessuno. Ora, potrei pure io mettere un bell'otto abbondante a qualsiasi cosa mi capiti tra le mani, scrivere solo delle cose belle che ha e così risultare simpatico a tutti. Però onestamente mi sento più onesto anche ad evidenziare quello che secondo me non va e sottolinearlo con un voto congruo. In Tana per fortuna lo posso fare liberamente. Tu ovviamente sei libero di non leggere o leggere altro. 

 

Uno solo?

A me è piaciuto più di agricola ma avendo fatto una partita sola ad entrambi ad anni di distanza è un giudizio molto flebile... magari influenzato dal tavolo, dalla mia maturazione (ahahah), al mio umore della serata ecc...

Anche io trovo un po' "eccessiva" la durata ma dà molta soddisfazione.

 

Infine spezzo una lancia per la famigerata classifica di bgg che tutti snobbano: io trovo utile non tanto la classifica ma molto il voto medio perché secondo me un gioco con voto medio 8 quasi sicurmanete mi piacerà di più di un gioco di voto 7 a parità di tipologia, meccaniche ecc...
Ovvio che il discorso non vale tra 7,95 e 8,02 oppure se confronto un party game e un cinghiale


 

mi trovo in totale accordo con agz. tra l'altro, anche se scrive tanto e bene, pur non conoscendolo di persona, mi sento di affermare che lo faccia sempre nella più totale libertà di pensiero senza pregiudizi o preconcetti. sinceramente mi sembra un attacco un pò gratuito quello di chi non condivideva la recensione che io invece, per inciso, ritengo aderire anche al mio giudizio personale sul gioco.

poi de gustibus che c'entra.....

peraltro, ma questo è un altro discorso, trovo che le classifiche di bgg, sorpattutto quelle degli ultimi tempi, non siano da prendere per oro colato e sarebbe ora che ridessimo una vera dignità anche alla nostra di classifica, con contributi da parte di tutti. 

Ma come si fa' a dare 7 a un gioco che in pochi mesi ha scalato le classifiche MONDIALI di Game Geek fino ad arrivare al 25° posto e ha una media voti di 8,3 .. Se non ti piacciono i giochi di Rosenberg forse sarebbe meglio non scrivere recensioni sui suoi titoli, perche risulteresti "di parte".Io possiedo tutti i titoli di Rosenberg ,ho giocato diverse volte a questo gioco e posso assicurarti che è uno dei suoi migliori  titoli di sempre,  e come me la pensavano anche tutti gli altri giocatori al tavolo.Ma noi siamo solo giocatori normali e forse non abbiamo potuto notare tutti questi difetti come hai notato tu.Mi dispiace, ma da oggi non leggero piu le tue recensioni, perche o sono scritte solo per portare clamore , oppure i nostri gusti sono agli antipodi ..

Premetto che non ho giocato ad Odino, ma a diversi giochi di Rosenberg sì. La recensione mi è parsa perfetta, sotto tutti i punti di vista. Completa di pro e contro, e del voto del recensore ovviamente soggetto ai suoi gusti. Non avendolo trovato un capolavoro, un 7 mi pare un ottimo voto. Inoltre, secondo me la durata incide moltissimo. Io adoro Caverna perchè conoscendolo bene, i 30 minuti a giocatore sono sempre rispettati, ma se (A parità di appagamento) durasse il doppio, non lo apprezzerei allo stesso modo.

In sostanza, faccio i miei complimenti ad Agzaroth per l'eccellente articolo, che come sempre, ho letto con molto piacere. Sei un grande!

Il commento di indastria è piuttosto puerile... meglio soprassedere! Da fan di Rosemberg devo dire che Odino non mi ha entusiasmato. Ma è questione di gusti... mi piacciono giochi più "puliti", più ambientati (Agricola lo era molto di più), più cattivi... dopo le critiche ad Agricola sul fatto che era troppo frustrante e punitivo il maestro (perché tale lo reputo) ha iniziato ad usare spazi "copia azione" presenti in Caverna e anche in Odino, riducendo così l'interazione e la suspance. Ripeto... gusti! Sul fatto che il maestro non sbagli un colpo... vogliamo parlare di Hengist?! Suvvia...

Non ho giocato FFO, ma l'idea che un recensore debba dare un voto coerente alla media perché il resto del mondo ne ha dato uno diverso dal suo è la quintessenza della bestialità intellettuale... Quale sarebbe il senso di scrivere una recensione?

Quindi, se la media dei voti è X, chiunque dia un voto diverso è di parte? 'Sto ragionamento è meraviglioso.

La recensione di Azgaroth e' equilibrata e mette in luce i molti pregi di questo gioco, concordo inoltre sul disorientamento iniziale e una certa astratezza ma dura le prime 2 partite poi giocando ti rendi conto di quanto sia bilanciato questo  gioco in ognuno dei suoi molteplici  aspetti e quanto sia elevata la sua giocabilita'  dal setup molto rapido, ai tempi di gioco,  al flusso dei turni alla soddisfazione e voglia di rigiocarlo alla fine.

In generale (anche nei commenti) non capisco la necessita' di questo continuo paragone con agricola, il mio consiglio e' dimenticate agricola quando giocate a odino e divertitevi, e' uno dei giochi piu' belli usciti quest'anno.

 

 

 

Ricondivido appieno.. sono 2 giochi diversi e come tali vanno presi....

Poi c'è chi lo difende a spada tratta,e chi parte di critiche,solo per il fatto che lo stesso autore ha usato meccaniche simili in un suo gioco(NE) e quindi non vale è un copione .. uno scansa fatiche.. e cattivo.. ecc ecc..

 

Caro Indastria scusami ma credo proprio che tu abbia scritto qualcosa senza senso.

Il ragionamento "hai sbagliato la recensione perchè tantissimi hanno detto che è meraviglioso" fa acqua da tutte le parti.

È evidente che se ti piace questo gioco (a cui io non darei più di 7 tanto per precisare)  significa che adori quei german estremi che ormai sono diventati dei solitari da fare in compagnia.

Se dovessimo guardare la classifica di boardgamegeek allora ti dovrebbe piacere ancora di più Twilight Struggle o Star Wars: Rebellion ma, consentimi, credo molto poco credibile possano piacere così tanto ad un estimatore di Rosemberg quale sei.

Il motivo credo sia superfluo anche sottolinearlo: mentre Rosenberg ha creato una serie di rompicapi solitari gli altri che ho citato si soffermano di più sul lato simulativo che REALISTICAMENTE prevede anche una dose di casualità e di fortuna a cui peraltro ci sottopone anche la vita reale.

Come altri però non lo ritengo un aspetto negativo in quanto valuto la bravura mia e degli avversari anche e soprattutto quando ci si trova ad affrontare e ad adattarsi a situazioni che non erano prevedibili.

Quindi, in sintesi, se dovessi recensire io i giochi di Rosenberg avrebbero voti decisamente più bassi di quanto hanno ora e a quanto pare è così anche per molti altri vista la posizione in classifica degli american che ho citato!

Ma non mi permetterei mai di dire al recensore che "ha sbagliato"!

La classifica di boardgamegeek è proprio lì a dimostrare quanto diversi sono i giocatori e quanto poco senso abbia fare classifiche.

È bello ciò che piace.

Io avrei una domanda su questo gioco, prima di acquistarlo, ovvero:  cosa c'è che impedisce (quali elementi. quali fattori) ad un giocatore, che magari ha vinto la partita precedente, di ripetere in una nuova partita la stessa identica strategia, ovvero rifare le stesse scelte di azioni, di tattica, di piazzamento ecc, insomma, cosa impedisce ad un giocatore di rifare una partita, diciamo così, "fotocopia" della precedente?? Perchè se nulla glielo impedisce direi che il gioco può risultare addirittura monotono. Visto che non c'è interazioni fra giocatori e tutto pare dipenda dalle nostre scelte, mi pare possibile questa cosa, o mi sbaglio? Illuminatemi per favore, grazie.

@bil969: di non controllato hai le carte pescate, inclusa la prima, che certamente guidano un po' la partita; i tiri di dado; poi soprattutto le scelte degli altri che, avendo perso (nella tua ipotesi) verosimilmente cambieranno strategia, magari sovrapponendosi o addirittura copiando la tua e quindi dandoti stavolta più fastidio.

grazie agzaroth per la risposta, se avrò altri dubbi sul gioco, dopo averlo comprato passerò da qui. Ciao.

Ho finalmente comprato (x fortuna ad un prezzo scontatissimo perchè 70 euro non li merita davvero) "la festa per Odino" , ci ho fatto 3 partite fino ad ora e devo dire che i dubbi che avevo sulla rigiocabilità mi sono spariti, in effetti se al tavolo ci sono sempre gli stessi giocatori puoi prevenire le loro mosse (nel mio caso ad esempio c'era uno che partiva comprando subito navi impedendo agli altri di farlo, potevano farlo solo nei turni sucessivi) e in effetti la pesca dlle carte ti apre possibilità di gioco su cui riflettere. Trovo però troppo pochi 7 turni per poter fare tutto ciò che si vorrebbe o potrebbe fare, quindi è un gioco che ti limita da subito a scegliere che strada percorrere, ad esempio in 3 partite fatte mai nessuno ha preso possesso delle tessere isola e una sola volta un giocatore ha preso una tessera capanno, è già molto difficile riuscire a coprire, in 7 turni, tutti  (o il più possibile) i punti negativi della plancia principale figuriamoci se si riesce a coprire anche quelli delle isole o delle case. Per questo motivo non mi sentio di dare un voto alto a questo gioco, ho letto che qualcuno ha messo come aspetto negativo la durata eccessiva, io al contrario sostengo che se ci fossero più turni a disposizione, sarebbe più giocabile, penso che una partita risulterebbe più "corposa", "completa" e quindi più appagante.  Considerando anche il prezzo davvero alto mi sento di dare un 7,5.

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