Le Case della Follia (seconda edizione): due cultisti e una capanna

mansions of madness: artwork
FFG

Ci sono atteggiamenti da non avere quando andate a casa di qualcuno, ad esempio aprire tutte le porte, rovistare cassetti, prendere a calci il gatto, rovinare i piani del padrone di casa e sparare agli occupanti. Ecco, in questo gioco farete tutto questo e molto di più.

Voto recensore:
6,5

Prologo:

"Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto.”

Ascolto consigliato: Raison D'etre - Towards Desolation
Oscuri Presagi
Oscuri Presagi

La seguente storia è scritta per esorcizzare i tragici eventi che mi sono accaduti, che siano di monito a tutti Voi che avete l’ardire di leggere queste parole.

Devo dirvi che fatti strani, oscuri, accadono da giorni nella mia magione.

Apro la porta e percepisco una nebbia di acre fumo di incenso riempire le stanze, ritrovo strani biglietti vergati da mano conosciuta sparpagliati in ogni angolo e la mia compagna mi guarda con occhi che non riconosco, occhi vuoti e vacui.

Il dubbio si insinua sottopelle, divorandomi. Che cosa sta succedendo? Apro i cassetti della memoria per rimembrare gli eventi passati: cosa ho fatto?

Il dubbio prima, la paura poi, infine lo sconforto. Questa sera sono rientrato tardi, stanco dopo una lunga giornata produttiva. Apro la porta e nella casa risuona una melodia a me aliena, nebbia densa come plasma e odore di incenso aleggiano lungo il corridoio. Procedo stordito tra le stanze finendo nello studio che ho riadattato a mia sala giochi e lì trovo l’origine dell’Oscurità.

La mia compagna assieme ad un losco figuro, bardati in lunghe vesti nere, sono in piedi davanti al tavolo, una di fronte all’altro, candele e simboli che non comprendo adornano i muri e i mobili di tutta la stanza. Rimango impietrito sentendoli invocare parole arcane perse nel Tempo e nello Spazio.

Poi si voltano verso di me. Vorrei scappare, dimenticarmi tutto e andarmene il più lontano possibile, lontano da ciò che non comprendo e che non voglio capire ma le gambe non si muovono ed il cuore quasi si ferma.

Una mano grande come una morsa mi imprigiona la spalla e mi porta in mezzo alla stanza. Bloccato dal terrore sono costretto a vedere la conclusione del rituale. Vorrei chiudere gli occhi ma è impossibile. Il portale su luoghi indescrivibili si apre e partorisce un artefatto, una scatola empia ed oscura, che appena aperta dai due cultisti fa crollare definitivamente la mia anima esausta.

Di cosa parliamo

Io son colui che urla nella notte.

Le case della follia seconda edizione è un americanissimo remake del 2016 dell’omonimo gioco del 2011, titolo che ho giocato solo una volta quattro o cinque anni fa, dalla durata variabile tra i 90 minuti e le 3 ore abbondanti per gli scenari più lunghi e complessi.

Da uno a cinque investigatori si troveranno catapultati in una casa con un mistero da risolvere, interagendo con gli occupanti, utilizzando oggetti, risolvendo enigmi e uccidendo mostri partoriti dalla mente di Lovecraft, sperando di rimanere vivi e sani di mente abbastanza a lungo per venire a capo dell'enigma.

Un'apposita applicazione gratuita per cellulare, tablet e PC gestisce tutti i personaggi non giocanti, i mostri e la storia al posto del classico Dungeon Master.

Una volta aperta la scatola

Io son colui che geme nella neve.

Le Case della Follia 2a edizione: componenti
Componenti
Devo dire che da una scatola arrivata da R’lyeh, direttamente attraverso un portale dimensionale, creata dai famosi alchimisti della Fantasy Flight Games mi aspettavo di più.

I materiali sono tanti, un pacco di token, più di duecento carte, 24 tessere mappa, 24 miniature mostro e gli otto investigatori.

Le miniature non reggono il confronto, né a livello di plastica utilizzata (morbidissima), né a livello di dettaglio e scultura, con le super produzioni targate CMON oppure Games Workshop.

Le basette su cui montare le miniature sono enormi, in quanto hanno un alloggiamento per metterci dentro il segnalino mostro con alcune caratteristiche peculiari. Di conseguenza le ho trovate poco ergonomiche rispetto alle tessere mappa, che invece sono di dimensioni medio/piccole, non create più grandi per non necessitare di un tavolo da biliardo per giocare. Questo comporta che alcuni mostri occupano completamente gli spazi rendendo interagire con la mappa fisica poco pratico.

Personalmente dalla terza partita in poi ho deciso di non utilizzarle più e gestire i mostri con i soli token ed ho trovato il gioco molto più scorrevole.

La grafica di carte, tessere e mostri è quella classica della linea iniziata con Arkham Horror, quindi chiara e curata.

Per i possessori della prima edizione c’è inoltre un kit di conversione per poter riutilizzare i vecchi materiali.

Il regolamento

io son colui che mai vide la luce.

Solito sistema con doppio regolamento a cui la Fantasy Flight Games ci ha, ahimè, abituati: completo ma estremamente dispersivo.

Tranne alcuni dubbi su linea di vista e gittata tutto è abbastanza limpido.

Come si gioca

Io son colui che ascende dall'abisso.

Il gioco è un cooperativo a scenari: nella scatola base ce ne sono quattro e ora sono disponibili un scenario in più a pagamento e varie espansioni.

Per prima cosa scaricate l’applicazione, dopodiché scegliete la missione che volete affrontare e l’app vi darà tutte le indicazioni per il setup del gioco.

Setup molto semplice e veloce in quanto tutto il fulcro meccanico, eventi, piazzamento mostri e mappa da scoprire, è automatizzato.

Siete pronti per cominciare.

Il round è diviso in due parti:

  1. Fase degli investigatori
  2. Fase dei Miti

Durante il turno degli investigatori ogni giocatore ha a disposizione due azioni dalla seguente lista:

  • Movimento: permette di spostare il proprio investigatore fino a due caselle;
  • Ricerca/Interazione: permette di interagire con un segnalino ricerca o interazione nella propria casella usando l’app (si passa da osservare un quadro a leggere delle note, da parlare con una persona a frugare nei cassetti);
  • Esplorazione: permette di interagire con un segnalino esplorazione nella propria casella usando l’app (usualmente usata per aprire porte e scoprire nuove stanze);
  • Attacco: permette di danneggiare i mosti sempre tramite l’app.
  • Scambio: permette di scambiare proprietà tra investigatori nella stessa casella oppure di lasciar cadere o raccogliere proprietà nella propria casella.

Ci sono anche altre azioni possibili, ma vengono usate raramente quindi le lascio perdere: il regolamento completo in italiano si trova scaricabile dal sito della Asmodee Italia.

Nella Fase dei Miti invece è l’applicazione che interagisce con i giocatori, innanzitutto viene dato un evento casuale da risolvere, usualmente prove da superare per non perdere sanità mentale o salute, dopodiché tutti i mostri sul tavolo muovono ed attaccano, se possibile.

Ogni investigatore ha una quantità di ferite che può subire prima di morire ed un totale di sanità mentale da erodere prima di diventare pazzo.
Agatha Crane
Agatha Crane

È interessante notare che, una volta impazzito l’investigatore, non hai finito di giocare: pesca una carta status impazzito senza rivelarla agli altri giocatori. La follia potrebbe cambiare le tue condizioni di vittoria per la partita in corso, portandoti addirittura a tradire i tuoi compagni.

Gran parte delle azioni da intraprendere durante il gioco richiederanno dei test di abilità.

Ogni investigatore ha un valore numerico relativo ad ogni caratteristica del personaggio: quando l’applicazione ci richiederà un test dovremo tirare quel numero di dadi da 8 facce, vedere quanti successi abbiamo ottenuto e l’app ci comunicherà le ricompense che riceviamo se superiamo la prova oppure cosa subiamo in caso di fallimento.

Gli enigmi sono trattati in maniera leggermente differente: quando un investigatore decide di interagire con l’enigma avrà un numero di tentativi pari al valore della caratteristica correlata. I rompicapi sono di tre tipi:

  1. A scorrimento: in cui bisogna rimettere in ordine un'immagine divisa in pezzi casuali.
  2. A codice: Mastermind. Dovete trovare il codice corretto usando la logica.
  3. A serratura: l'obiettivo è far uscire un blocco dalla superficie di gioco facendo scivolare gli altri blocchi.

Il gioco prosegue così, esplorando, cercando indizi e combattendo mostri fino alla risoluzione dell’avventura che può concludersi sia a favore degli investigatori, che con la morte degli stessi.

Il supporto digitale

E il mio cocchio è il cocchio della Morte.

Più sotto andrò un pochino più a fondo nelle mie impressioni su come ho trovato l’applicazione a livello “filosofico”. Non sono un tecnico di queste diavolerie elettroniche, quindi mi limiterò a dire che funziona bene. Non crasha, è facile da utilizzare e la colonna sonora è di atmosfera. Ecco, forse il mio cellulare è piccolino, quindi diventa meno ergonomica la gestione; nettamente meglio con un tablet o su PC.

Longevità

Le mie ali son ali di paura.

Per correttezza voglio dividerla in teorica e reale:

Rigiocabilità teorica: Medio/bassa.

In gran parte degli scenari le stanze cambiano di posizione, alcuni personaggi non giocanti non si trovano nello stesso luogo rispetto la precedente partita e ho notato che variano anche alcuni oggetti trovati durante l’avventura. I fulcri narrativi dello scenario rimangono gli stessi e quasi sempre nelle stesse posizioni in cui li hai trovati nelle precedenti sessioni.

Rigiocabilità reale: Zero.

Tutto il lavoro che hanno fatto per la parte teorica è superfluo. Il gioco è basato su scenari, una volta conclusa con successo la missione ti sei “spoilerato” il finale quindi difficilmente troverai la stessa soddisfazione di gioco rispetto alla prima volta.

Se non per il fine di recensire questo titolo, personalmente, non mi sarebbe nemmeno passato per la mente di rigiocare una missione già conclusa.

Considerazioni

Il mio respiro è il soffio del maestrale

Inizio dal comparto meccanico: lo trovo vecchio e stanco.

Il test di abilità su caratteristica gestiti quasi completamente da dadi mi sembra un retaggio del passato – anche in titoli così american - ed alla fine della partita i dadi saranno in fiamme per quanto li avrete sbatacchiati sul tavolo. La scelta di mantenere un set di regole molto snelle riesce bene ad aumentare l’immediatezza e la facilità di intavolarlo, ma toglie una buona parte di profondità.

Non credo si vinca solo grazie alla fortuna, ci vuole sicuramente una dose di deduzione e di coordinazione tra i giocatori ma exculazio non petita, accusatio manifesta.

Da notare che, come gran parte dei cooperativi, non ha alcun modo per tenera a bada il giocatore alfa di turno.

Nel mio gruppo di gioco è stato apprezzato di più da giocatori meno assidui, mentre per chi è più scafato i difetti sono pesati di più, tranne alla cultista di cui al Prologo.

Selezione Scenario Mansion Of Madness
Selezione Scenario
Proseguo con l’applicazione.

Non sono partito con nessun preconcetto rispetto all’integrazione della tecnologia in un gioco da tavolo, però è un argomento interessante. Bisogna ammettere che l’app fa egregiamente quasi tutto ciò per cui è stata pensata:

  • Eliminare il setup lunghissimo della prima edizione.
  • Eliminare tempi morti e bookkeeping della gestione degli eventi ed esplorazioni.
  • Velocizzare la gestione dei mostri e delle loro ferite/attacchi ed abilità.
  • Facilitare la gestione degli enigmi.
  • Aggiungere immersione grazie ad una colonna sonora azzeccata e alla lettura del prologo da parte di un attore.
  • Poter salvare la partita in corso facilmente e velocemente per riprenderla in una futura sessione.

Non riesce invece a migliorare in alcun modo la longevità e ovviamente, nella transizione da Dungeon Master a supporto digitale, si perde completamente la parte tattica di un cervello umano che muove i mostri, li posiziona negli spazi che più sono consoni alla sua strategia e decide come e chi attaccare. Infine si lascia un po' indietro anche la coerenza dell’avventura in quanto gli eventi possono risultare un tantino scollegati l’uno dall’altro con il passare del tempo e dei turni.

Da ex-giocatore di ruolo devo dire che in alcuni momenti l’ho trovata fredda, essendo meramente un supporto di gioco non può avere l’empatia per sottolineare un momento particolarmente critico oppure di vittoria, qualità necessaria ad un buon Master in carne ed ossa per fornire immedesimazione nella narrazione.

Inoltre mi sento di porre l’accento sul rapporto di forza tra videogioco e gioco analogico: il confine in questo titolo è labile.

Per amore della scienza ho provato a fare una partita con uno schermo da ventun pollici a gestire l’app, in modo tale da essere facilmente visibile e consultabile da tutti i giocatori al tavolo, ogni tanto li controllavo per vedere quanto si focalizzavano sul tabellone stesso e quanto sullo schermo. Beh se non eravamo al 50% poco ci mancava, io stesso mi sono trovato ad un certo punto ad indicare luoghi e possibili movimenti direttamente sullo schermo.

La sensazione di giocare ad un’avventura grafica ibridata con una parte analogica è molto forte, almeno in me.

La mancanza di longevità è una spada di Damocle difficilmente schivabile. Trovo che gli scenari forniti nella scatola base siano veramente troppo pochi, anche a fronte del prezzo di copertina, e quindi il gioco è fortemente dipendente da espansioni e contenuti aggiuntivi scaricabili. In pieno stile Fantasy Flight Games.

So che esiste una nutrita schiera di appassionati della prima edizione che ha creato moltissimi scenari fan-made. Spero in un generatore di avventure utilizzabile dalla comunità, in questo modo la rigiocabilità aumenterebbe e di conseguenza anche il mio giudizio sul titolo.

Conclusione

E le mie prede sono i freddi morti.

Le case della follia: seconda edizione non è riuscito ad instillare linfa vitale a stelle e strisce nel mio arido cuore di giocatore rosica-numeri, tutto spazi azione ed ottimizzazione.

L’integrazione tematica e l’immedesimazione sono presenti, ma ci sono troppi livelli di profondità e difficoltà sacrificati sull’altare dell’immediatezza. La parte meccanica del gioco è talmente basilare che, a me, non da alcuna soddisfazione ed alla lunga tende ad annoiarmi.

Lo consiglio a tutti coloro che vogliono un esperienza quasi da gioco di ruolo ma senza la parte di programmazione preventiva e impegno necessaria per avere un esperienza completa, a patto che siate pronti ad ampliare spesso i contenuti della scatola base.

Io dovrò continuare ad espanderlo in ogni caso, altrimenti la mia Cultista preferita sull’altare sacrificale ci mette me.

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Commenti

Complimenti per la recensione.

ahh, queste Cultiste...

Concordo, bella recensione, bravo!

Non concordo. Ovviamente si tratta di gusti personali. Tu dici che vieni da esperienze prettamente german percui è assolutamente comprensibile che un gioco come questo non ti abbia convinto pienamente. A me invece, pur con i suoi difetti, piace molto. E' un gioco molto introduttivo grazie alla estrema facilità con la quale si può entrare nel vivo dell'azione senza il peso di tante regole. E' un gioco che vive molto dell'esperienza esplorativa e narrativa più che dei meccanismi stessi. Direi che è il gioco tematico per eccellenza dove tutto il resto, nel bene e nel male, risulta secondario. La rigiocabilità non è eccezzionale ma trovo inappropiato definirla nulla. Ovvio che se il gioco non ti piace, non ti viene certo voglia di rigiocarlo ma se ti piace diventa comunque piacevole ripetere saltuariamente le stesse missioni. Trovo invece fuorviante l'approccio che hai avuto con l'app. Le Case della Follia resta un board game a tutti gli effetti, l'app è solo uno strumento da utilizzare con discrezione. Non ha senso proiettare l'app su un 21" perchè ottieni solo di distrarre i giocatori dal cuore del gioco che, giustamente, è il tabellone. Le mie sessioni migliori le ho avuto semmai amplificando l'audio che è molto d'atmosfera.

Complimenti per l'ascolto che hai consigliato. Quel gruppo è una delle cose più nere che abbia mai ascoltato.

recensione ottima, complimenti 

Recensione interessante sia per stile che per i contenuti non banali. Letta skippando molto poco nonostante la lunghezza. Complimenti.

Confermo di averlo giocato guardando praticamente solo il tablet. Esperienza divertente (più che altro perché lo avevo affittato) ma è a tutti gli effetti un videogioco con un apporto analogico che in certi momenti ci è sembrato quasi evitabile. Alla fine se non fosse per le carte e i dadi potresti giocare col solo tablet e un paio di segnalini. 

Certamente è un titolo che tenta una strada innovativa, a metà tra il gioco da tavolo, col piacere delle miniature ed il tabellone, e l'applicazione digitale che semplifica i turni ed il setup ma anche crea atmosfera con gli effetti sonori. L'ho giocato e talvolta ho fatto scorrere i turni oppure barato sul lancio dei dadi per vedere come reagiva il programma, per esempio mi meraviglio che la stessa app non segnali (conoscendo il numero dei giocatori) quando è stato esaurito il turno e scatti la fase dei miti. Mi permetto di correggere un tuo errore di digitazione del motto latino che hai citato: Excusatio non petita accusatio manifesta. Il titolo non lo definerei un gioco da tavolo nel senso stretto, ma una sorta di racconto interattivo, strettamente consigliato a chi vuole condividere un'esperienza insolita, horror e d'atmosfera, ma - assolutamente - non per tutti perché si cade facilmente nella noia dopo un paio di turni (alla fine si alternano click a lanci di dadi).

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