Kickstarter 2.0

Kickstarter 2.0
TdG

Nel futuro i giochi verranno prodotti e venduti solo tramite il crowdfunding? Pro e contro di una nuova prospettiva.

Editoriale
Giochi

Si è detto ormai tutto su Kickstarter, la sua funzione, le sue caratteristiche. I pochi di voi che ancora sono all'oscuro di questo mondo, possono leggere questo articolo.

Eppure siamo forse di fronte ad un'altra svolta, ancora più estrema, una svolta su cui ha riflettuto per primo Jamey Stegmaier (patron della Stonemaier Games: Scythe, Charterstone, Viticulture, ecc), nel suo blog, con questo articolo: “Batman, The 7th Continent, and Skipping Retail
Batman: The Boardgame
Batman: The Boardgame

Sostanzialmente l'autore dice che alcune case editrici si stanno orientando a vendere i loro prodotti esclusivamente tramite Kickstarter, il loro sito e magari Amazon. In pratica, per scelta, saltano definitivamente tutta la catena distributiva e molti dei loro prodotti saranno acquistabili “completi” solo durante la campagna di crowdfunding (o col late pledge), mentre come base, in seguito, solo direttamente da loro.

Di questo cambio di paradigma si era già avuto sentore con Kingdom Death Monster: venduto a prezzo esorbitante solo su Kickstarter o sul sito dell'autore-editore, artefice di due campagne milionarie. 

Jamey è andato direttamente alla fonte (la Monolith di Conan e Batman), che ha spiegato le ragioni della scelta effettuata per Batman e che qui vi sintetizzo: 

  • Rapporto Qualità/Prezzo: se un gioco costa molto in produzione – com'è stato Conan e come sarà Batman – per mantenere un buon margine vendendo con i canali tradizionali (che ne mangiano una bella fetta), il prezzo finale dovrebbe essere esorbitante. 
  • Diminuzione del rischio d'impresa: sai quante copie produrre, non rischi un eccesso di produzione con conseguente perdita per l'invenduto. 
  • Lento flusso di denaro dal retail e cattiva pubblicità: la vendita di Conan nei negozi è stata molto lenta. Il prezzo era alto in partenza, i giochi rimanevano a magazzino, i venditori hanno dovuto svendere le loro copie, la Monolith ha avuto cattiva pubblicità e poco ritorno. 
    The 7th Continet
    The 7th Continet

Jamey non condivide questo modello per la sua azienda. Dopo essersi fatto conoscere con il crowdfunding, ha fatto il percorso opposto e canonico: Charterstone non passerà da Kickstarter, ma verrà realizzato direttamente con i partner stranieri e venduto immediatamente retail.
Se dovesse fare altre campagne Kickstarter, il modello che consiglierebbe a Monolith e altre realtà simili, per giochi con alto costo produttivo, sarebbe il seguente: 

  • Non vorrebbe alienarsi il mondo dei negozi. Offrirebbe loro la possibilità di pledgiare più scatole assieme, ad un prezzo inferiore a quello del Kickstarter per il singolo acquirente.
  • Specificherebbe che il gioco non è esclusivo per Kickstarter. Ne produrrebbe comunque copie in più, che andrebbero ai negozi.
  • Farebbe una nuova campagna un mese dopo la consegna della prima. Così la gente intanto ne parlerebbe e potrebbe acquistarlo anche se non lo trova nei negozi. 

Finora vi ho semplicemente riassunto e tradotto l'articolo di Jamey. Penso che tutti dovremmo riflettere su questo nuovo modello e trarne delle personali conclusioni. Nei commenti le opinioni sono comprensibilmente contrastanti

Pro

  • Da una parte fa piacere risparmiare soldi, come acquirente.
  • Una commercializzazione solo tramite Kickstarter consente all'editore di fare davvero un salto di qualità, con produzioni superbe e molti stretch goals sbloccati, perché ha la precisa indicazione di quanto deve produrre e la maggior parte degli interessati pledgerà subito, alzando la cifra raccolta e gli stretch goal, sapendo di non poter aspettare il retail.

Contro

  • Si taglia fuori dal business tutta la fetta di distributori e rivenditori. Che sono anche posti di lavoro.
  • C'è il rischio ancora maggiore di perdere per strada qualche Kickstarter valido.
  • Questo può portare anche alla conseguenza di selezionare meglio quale scegliere... ma spesso questa selezione si affida semplicemente alla pubblicità e sono appunto le grandi ditte come CMON o Monolith che possono farla a tappeto, preventivamente. Il piccolo produttore che magari ha un'ottima idea di gioco, potrebbe essere soffocato. 
  • Chi perde un Kickstarter che per qualche motivo non verrà ristampato, potrebbe dover spendere cifre folli dai bagarini, per trovarlo (nessuno lo obbliga, ma il gioco è di per sé uno svago, quindi si parla comunque di beni non indispensabili).
  • Non sarà possibile attendere pareri e recensioni di un gioco da quelli che lo ricevono, per poi valutare se acquistarlo in negozio: se lo vuoi devi comprarlo subito, facendo (quasi) un salto nel buio. 
  • In realtà la spesa per il giocatore aumenterà. È vero che pagherà meno il singolo gioco e ci troverà più roba, ma nel timore di “perdere l'occasione”, sarà portato a finanziare molti più progetti.  
    Stonemaier Games: logo

Ora, a me personalmente questo tipo di struttura non piace. Soprattutto, al di là della spesa, temo che il modello porti a soffocare davvero i piccoli indipendenti, gli originari beneficiari del crowdfunding
Come mi ha insegnato la Tana, ho sempre avuto come obiettivo e primo beneficiario di quello che faccio, il giocatore. Non gli editori, non i distributori, non gli autori, non altri che il giocatore. Questo però quando si parla di recensioni, di giochi, di pareri. Qui c'è in ballo un'intera catena lavorativa, non si può rimanere indifferenti. Del resto, con strutture diverse ma assimilabili, la cosa si sta già abbondantemente affermando in altri campi, vedi Amazon e il commercio online. Dal produttore al consumatore, letteralmente. Magari si creeranno più impieghi nei corrieri internazionali...

Come arginare questa cosa, non ne ho idea. Ha senso arginarla? Ha senso boicottare le case editrici che si rivolgono esclusivamente al crowdfunding? Avrebbe lo stesso senso che ha comprare prodotti italiani o non rivolgersi al web per gli acquisti: funziona se lo fanno in tanti, non funziona se lo fanno pochi. 
Conoscendo il giocatore medio, che se risparmia un euro compra il gioco in aramaico chiedendo poi le scansioni su facebook, conoscendo la pigrizia che spinge a comprare con un click piuttosto che fare due passi, conoscendo la brama che ti prende quando vedi un gioco nuovo lanciato su Kickstarter, penso che non ci sia soluzione o modo di opporsi, dal basso. 

L'unica mia speranza è che continuino anche ad esserci imprenditori come Jamey Stegmaier, che considerano il mondo che ruota attorno al loro lavoro con una prospettiva a 360 gradi, non solo a 90

deliverance comes from above

salvezza

Commenti

Cavolo, che brutto scenario. Speriamo ci si fermi prima del punto di non ritorno.

(Senza filiera tradizionale, non ci sarebbero fiere, tra le altre cose.)

Come al solito, su queste cose, faccio fatica ad avere una posizione netta. Sono in gioco molte cose che non conosco. 

 

Una cosa c'è da dire: solitamente in questi casi il produttore può fare esattamente il gioco che gli interessa fare, anche in termini di materiali. 

Le persone a cui vende sono quelle disposte a spendere quei soldi e ne stampa solo qualche copia in più per sostituzione parti danneggiate e vendita on line. 

Probabilmente il vantaggio che ne ritorna nel rapporto prodotto che voglio realizzare/vendita gli risulta molto più gestibile e meno stressante. 

Certo che non la vedo però come una cosa che può prendere piede diffusamente. Alla base devi comunque avere un prodotto valido che un target consistente per mantenerti in vita come azienda vuole. Vuol dire che devi produrre un gioco di una certa qualità, come sono appunto i giochi citati dall'articolo (a cui aggiungo anche Too Many Bones che usa la stessa formula e per cui hanno dato le stesse spiegazioni: il gioco così come è per loro sarebbe insostenibile se dovessero considerare tutta la filiera e i problemi che porta). 

Da giocatore, in quest'ottica (prodotto di qualità in tutti gli aspetti, da gameplay a materiali) potrebbe essere un vantaggio. Però secondo me è una sorta di prodotto di lusso, deve avere tante cose per funzionare e mantenere viva un azienda ludica. Non tutti possono sostenere lo stile di mercato di una Ferrari, per dire. 

(...) Però secondo me è una sorta di prodotto di lusso, deve avere tante cose per funzionare e mantenere viva un azienda ludica. Non tutti possono sostenere lo stile di mercato di una Ferrari, per dire. 

Ecco, come impostazione morale e sociale io sono proprio allergico al concetto di "prodotto di lusso". Questo però è un tema più ampio e politico che non è da trattare in questa sede.

A quanto pare ci sono forti probabilità che anche Hate della CMON sia venduto solo con KS.

E' piuttosto semplice. Il sistema kickstarter permette di lavorare sul venduto, quindi di ottimizzare la produzione implementando un lean manufacturing pressoché perfetto.
Sui bassi numeri funziona alla grandissima sia per chi compra ma soprattutto per chi produce.
Per fare i grandi numeri, la vera economia di scala, c'è però bisogno di tutta la filiera, negozianti e distributori.
Sono due modelli diversi. Il primo ha accesso a prodotti di lusso ad alto valore aggiunto ma in quantità limitate. Il secondo si espone al rischio dell'invenduto ma permette accesso ad una quantità di clienti di un paio di ordini di grandezza maggiori (se non più).
Diamo al signor Stegmaier un benvenuto nel mondo degli imprenditori.
Non sono in contrasto tra di loro, si tratta semplicemente di due modalità diverse.
Quale si affermerà lo deciderà il mercato come sempre. E' del tutto probabile che restino entrambe. Personalmente trovo sensato che il mercato casual resti ancorato al mercato tradizionale mentre la nicchia resti sul kickstarter. E' semplice segmentazione del mercato. 

Credo che con alcuni progetti sia l’unico modello di business sostenibile. 

KDM a retail dovrebbe essere venduto ad almeno 400$ (è attualmente in preordine a 300+20 di spese di spedizione).

Quanti negozianti potrebbero realmente prendere una copia in negozio?

 

Non so però quanto potrebbe affermarsi come modello per altri tipi di giochi.

Beh oddio, Stegmaier è nel settore da un po' ed ha anche dimostrato di saperci fare. Il suo libro sul crowdfunding è molto interessante e offre spunti di riflessione (si trova anche in eBook e si legge in due giorni, se sapete l'inglese).

Sulla diffusione non sarei così sicuro. Ormai cos'è KS lo sanno (quasi) tutti e pochi non lo fanno "per principio", tanti aspettano il retail...ma ora questo aspettare potrebbe non valere più.

(...) Però secondo me è una sorta di prodotto di lusso, deve avere tante cose per funzionare e mantenere viva un azienda ludica. Non tutti possono sostenere lo stile di mercato di una Ferrari, per dire. 

Ecco, come impostazione morale e sociale io sono proprio allergico al concetto di "prodotto di lusso". Questo però è un tema più ampio e politico che non è da trattare in questa sede.

A quanto pare ci sono forti probabilità che anche Hate della CMON sia venduto solo con KS.

 

il punto era per dire, che come tale (prodotto di lusso), non può diventare una cosa diffusa a causa dei parametri che deve avere per far sopravvivere l'azienda. Sarà, secondo me, una nicchia tra i ks. 

Stegmaier ha dimostrato di saperci fare con il modello crowdfunding, che è come il mercato ma con l'imbragatura e la rete sotto.
L'imprenditore vero è un'altra cosa, per come la vedo io, è uno che si assume tutti i rischi e gestisce tutta una serie di aspetti che il modello ks elude per sua natura.
Se guardi i numeri dei successi KS (le tirature, non i fondi raccolti) puoi vedere come i KS siano molto ma molto lontani dal mercato totale.
Anche sui giochi casual.

(...) Però secondo me è una sorta di prodotto di lusso, deve avere tante cose per funzionare e mantenere viva un azienda ludica. Non tutti possono sostenere lo stile di mercato di una Ferrari, per dire. 

Ecco, come impostazione morale e sociale io sono proprio allergico al concetto di "prodotto di lusso". Questo però è un tema più ampio e politico che non è da trattare in questa sede.

A quanto pare ci sono forti probabilità che anche Hate della CMON sia venduto solo con KS.

Ah, aggiungo che, a livello morale e sociale i GdT, soprattutto nel numero e spesa che ne fanno i giocatori medi, sono di per se' un prodotto di lusso. 

Nello soecifico  basta rinuncino a 3/4 giochi mediocri che magari non arrivano alle 5 partite per permettersi il "prodotto di lusso" di cui parliamo. 

 

Quindi capisco che intendi in generale come concetto, ma non lo applicherei nel settore ludico, dove già ci stiamo permettendo un lusso 

Comunque secondo me la vera battaglia non si svogle sul campo ks vs retail, ma su amazon vs flsg.

quest’ultima avrà un impatto maggiore sulla filiera e sulla diffusione dei giochi

@nakedape: KS non nasce per i giochi casual. Quindi è normale che non arrivi a quel livello, come è normale che la gente sia ancora legata alla filiera tradizionale: parliamo dei primi passi mossi nella direzione di vendita esclusiva tramite crowdfunding, non di un modello consolidato (primi passi che però tirano su 10 milioni di dollari con KDM). Stegmaier con Charterstone dimostra di esser pronto anche per il retail (e il solo retail), poi vediamo se questa mossa e il mercato gli daranno ragione. Io non ne ho idea e molto dipenderà dal gioco: lui evidentemente ci crede. 

@Mik: come ti dicevo, troppo complesso e fuori luogo da affrontare qui. Non era nemmeno un "attacco" a te, non fraintendere, ho preso spunto dalla tua frase e basta. 

In generale futurologi ma anche più seri studi di settore prevedono che, dopo le vetture con pilota automatico, la stampa3D sarà la tecnologia che si mangerà più posti di lavoro nei prossimi 50 anni, anche se prevedono servano ancora alcune decine d'anni prima di arrivare a quel livello di sviluppo e efficenza.
Sotto certi punti di vista il crowdfunding e la produzione globalizzata/cinese dei componenti sono step già raggiunti di una stessa linea di progresso.

mi cito un post che avevo scritto in un thread riguardo alla stampa homemade di giochi commerciali.

molto corretto chi dice che il vero grande mostro mangiafiliera è Bezos, mentre KS è un fenomeno molto minore, pur presentando diverse analogie “qualitative” (maggior competitività della merce grazie aldeprezzamento della forza lavoro). sul doppio binario tra microeconomia e economía di scala il discorso ha abbastanza senso, ma bisogna ammettere che è un rapporto non sempre chiaro e soprattutto non costante nel tempo, ma estremamente variabile dalle evoluzioni tecnologiche: l’acquirente adesso ha in mano con pochi click gran parte della filiera produttiva di vent’anni fa. Perché ricordiamolo, Amazon farà pure il blackfriday, ma il miliardo di acquisti onedayonly dello scorso anno qualcuno li ha pure fatti. 

secondo me sm si è anche fatto i conti in tasca, accorgendosi che ricorrendo alla prevendita al posto del Kickstarter gli sarebbero rimasti più soldi in tasca  (Kickstarter si porta via una percentuale dei soldi raccolti )

@Mik: come ti dicevo, troppo complesso e fuori luogo da affrontare qui. Non era nemmeno un "attacco" a te, non fraintendere, ho preso spunto dalla tua frase e basta. 

 

Sisi, non l'avevo visto come un attacco... mi aveva solo fatto riflettere la cosa. :)

E' esattamente quanto sostengo io.
Il KS è per la nicchia e vive del valore aggiunto del prodotto di lusso o comunque per le basse tirature in genere. Il retail è per i prodotti di massa.
Molto semplice. Stegmaier vuole lanciarsi nel mass market? Buona fortuna, lì si gioca con regole diverse. Non dico che non possa farcela, dico solo che vedremo cosa succederà.
Nel frattempo è palese che ogni mercato ha i suoi clienti. Un prodotto casual non ha senso su kickstarter perché, ad oggi, si fanno tirature di ordini di grandezza inferiori.

Difficile ricondurre un discorso così complesso alla domanda del sottotitolo, a domanda complessa c'è risposta articolata ed altrettanto complessa.

Kickstarter è cambiata da quando è nata, e cambierà ancora, anche perché non serve solo noi giocatori.

Personalmente non la utilizzo, ne' penso la utilizzerò nel prossimo futuro. Però non si sa mai.

Non penso che KS sia in grado di sostituire la filiera tradizionale, piuttosto si affiancherà ad essa, per soddisfare esigenze di nicchia e perché no? anche costituire la rampa di lancio per qualcuno con buone idee. 

Amazon è un discorso diverso: Amazon è il MALE.  Sono stato uno dei primi utilizzatori di questo sito, ma da circa un anno non solo non compro più nulla da Amazon.

La devastazione della filiera tradizionale e relativi abbassamenti di prezzi a cui tanto plaudono svariati giocatori è già in arrivo, ma state tranquilli, una volta conquistato il mercato Amazon farà quello che ha fatto con gli e-book, aumenterà i prezzi (raddoppiandoli o triplicandoli) e allora arriveranno le lagne per la sparizione del negozio tradizionale (attualmente tradito sistematicamente per quel 5% di sconto in più).

Questo naturalmente (sia per KS e Amazon) al netto delle considerazioni di natura fiscale. 

 

Pro: Da una parte fa piacere risparmiare soldi, come acquirente.

 

La sensazione del risparmio col KS è pura utopia. Paghi per cose che non sai neanche se userai, solo per avere il mito del "gioco completo". La realtà è che nel 90% dei casi si spende di più che in retail.  

Kickstarter è un tipo di piattaforma che non perdona.

E' il rovescio della medaglia per un produttore di giochi.

Chi vuole vendere un gioco lì deve sapere comunicare e sapere organizzarsi, non basta avere una idea buona.

Significa che se un produttore propone un gioco e sbaglia tempi/modi/ qualità...difficilmente riuscirà a raccogliere di nuovo dei fondi per un altro gioco.

Ci si confronta con i clienti globali.

Io ho fatto a suo tempo il pledge di "Henchmania", un gioco fatto molto bene come materiali e bello come gioco per famiglie...

Sfortunatamente il produttore era un perfetto sprovveduto. Non sapeva comunicare (sono francesi e non sanno neanche bene l'inglese), non ha saputo gestire la logistica e le sue scelte tecniche.

Risultato: completamente sputtanato in kickstarter, con clienti inferociti dall'altra parte del mare.

Non riuscirà mai più a farsi finanziare con kickstarter.

Lui ha già finito con Kickstarter.

Lui dovrà usare i canali di vendita tradizionali in futuro.

Non basta avere una buona idea...

Il succo del discorso è che comunque non è facile farsi finanziare con regolarità dei giochi con Kickstarter, se non sei molto professionale dal punta di vista del marketing e navigato nella gestione della produzione.

Quindi è difficile per me pensare che una azienda possa campare solo con le vendite tramite kickstarter.

P.S. A me è andata bene, io il gioco lo ho ricevuto regolarmente...

"Magari si creeranno più impieghi nei corrieri internazionali..."
manco quelli perchè ci saranno i droni che penseranno loro alle consegne

La cosa che mi dispiace molto  sarà che per colpa dei ks moriranno anche le recensioni dei giochi e la critica .. Che senso avrà leggere di un gioco che o abbiamo già comprato o che non possiamo più comprare perché non esiste in commercio !! 

Io non compro più nulla da kickstarter ,per scelta ,da tempo , perché i giochi che meritano escono comunque retail , e non sono un maniaco degli addon che servono veramente a poco ai fini dell esperienza di gioco ! 

Preferisco comprare un gioco da 80€ e uno da 40€ piuttosto che uno da 120 pieno di materiale aggiuntivo che sicuramente nemmeno userò , perché difficilmente faccio 20 partite allo stesso gioco !!

i kick starter si nutrono solo di una cosa , della compulsione all ' acquisto dei giocatori , e hanno portato veramente poca qualità finora nel mondo dei boardgame 

Partiamo dal presupposto che siamo sempre in un mercato e che per fortuna si tratta di un mercato che può funzionare secondo il lato luminoso delle leggi di mercato (non l’oscuro monopolio o il putrescente oligopolio).

Abbiamo sempre uno che produce, un prodotto ed un consumatore.

Il mercato dei giochi si sposta verso i 100 dollari a copia, con tutte le altre caratteristiche negative già elencate?  Bene. Questo vuol dire che, visto il mondo enorme di case di produzione in giro per il mondo,  c’è un enorme mercato che si libera verso il basso. Più alzano il tiro, più i consumatori si organizzeranno in community di giocatori che magari si metteranno d’accordo per crearsi i giochi da sé con quattro soldi. Forse si riscopriranno le caratteristiche di un mondo di nicchia, di qualità e più umano. Pensate alla grande distribuzione di verdura, ortaggi, ecc. Ci hanno tolto i pomodori imperfetti col vermetto per darci pomodori venduti quasi singolarmente (prodotti on demand?), perfetti (e carissimi) e coltivati ad un metro da terra (senza terra? Ahimé, sì). Proprio in risposta a questo fenomeno sono nate migliaia di comunità nel mondo di consumatori e di consumatori/produttori che hanno ridato dignità alla terra, alla vita di comunità ed alla qualità dei prodotti.

Quindi viva KS, perché più sale la piramide alimentare più diventa grosso e più diventa grosso più ha bisogno di cibo e più ha bisogno di cibo meno ce n’è, e meno cibo c’è in giro meno  cuccioli fa e meno cuccioli fa prima si estingue. E nel frattempo non è che le nutrie hanno smesso di filiare!

Non esagererei con toni catastrofici su Kickstarter. è un mezzo, come altri, per produrre giochi. Non è il male assoluto come non è il paradiso del giocatore.

Non ha senso immaginare la totale cancellazione dell'editoria tradizionale, i numeri non ci sono ne ci saranno in futuro (a mio personale parere). Oltretutto ci dimentichiamo sempre che noi siamo un piccola fetta del mercato mentre il grosso degli acquirenti sono casual gamers/famiglie e questi vengono raggiunti da Kickstarter in maniera molto più ristretta rispetto all'hardcore gamer.

Mi pare più interessante riflettere sulle motivazioni per cui aziende affermate decidono di distribuire i loro prodotti solo su KS, partendo dal presupposto che questa devianza non piace nemmeno a me.

Il motivo (ed il problema) siamo noi.

Noi abbiamo voluto sempre di più, sempre più componenti, sempre più stretch goals, sempre più scatole, sempre più dettagli. Se un progetto non ti inonda di kg e kg di plastica oppure di tonnellate di carta e cartone non passa certe soglie di $. 

E quindi, di conseguenza, cosa fa l'editore che utilizza KS come principale metodo di produzione? Ci da quello che il medio usufruitore di KS vuole. Più Roba. 

Ma le meccaniche del mercato retail sono diverse dal crowdfunding. Il passo che han compiuto i vari Monolith o la Serious Poulp ad esempio è sintomatico. Fintanto che i vari CMON, KDM, 7Th Continent del futuro continueranno a fare le cifre che fanno non ci sarà modo di invertire questo trend.

Ma mettere in testa al giocatore inscimmiato che dovrebbe trattenere il dito dal schiacciare il pulsantino verde in alto a destra è praticamente una missione impossibile. Quindi, a malincuore, sono d'accordo con la conclusione finale dell'articolo. non c'è modo di opporsi.

Mentre mi sento abbastanza sicuro che imprenditori che vedono il mercato a 360° ce ne sono e ce ne saranno tanti. Probabilmente, per la loro stessa sopravvivenza, dovranno (e lo stanno già facendo) spostare il target dei loro prodotti verso un pubblico più casual.

L'articolo di Stegmaier è interessante, ma secondo me sono ancora più interessanti i 60 e passa botta e risposta, visto che chi ha scritto sono autori di giochi, produttori di giochi, clienti e negozianti.

In aggiunta Stegmaier si sbilancia anche in cifre (guadagna solo 8 dollari su ogni Charterstone venduto???) e su ipotesi di costi (Gloomhaven costerebbe al produttore solo 30 dollari??).

Dai botta e risposta emergono degli argomenti che non mi fanno preoccupare troppo sul futuro dei giochi nei negozi.

Sono citati per esempio i potenziali clienti persi usando solo kickstarter:

-La folla di clienti che acquistano con regolarità quel gioco durante il resto degli 11 mesi dell'anno;

-Il boost delle compere natalizie;

-I clienti conservativi che preferiscono provare prima di comprare;

-I clienti che non erano a conoscenza di quel kickstarter in quel momento;

-I clienti che comprerebbero il gioco ma  non lo trovano nel negozio in quel momento;

-Neofiti del mondo dei giochi che vorrebbero acquistare dei giochi già usciti;

-I clienti che non hanno i soldi al momento del kickstarter;

-I clienti che non sanno (per vari motivi) quale sarà il loro esatto indirizzo 8-12 mesi dopo la fine del kickstarter.

E via così...

Consiglio caldamente di leggersi tutti i messaggi, sono molto interessanti (La Asmodee in Francia prende dal 37% al 43% del costo per distribuire i giochi???)

Però mi pare dagli ultimi commenti si sia precchio usciti dall'oggetto dell'articolo.

Siamo passati dal discutere su alcune (pochissime) ditte che hanno scelto solo KS come piattafroma di diffusione (e CMON in genere non è tra queste, la maggioranza dei giochi sono pure localizzate da Asterion) e se questo poteva o meno costituire una minaccia per la filiera, al solito bla bla bla su ks e la gente che vuole solo chili di plastica e simili... cose già trite e ritrite e onestamente piuttosto noiose da leggere ormai

 

Tra parentesi, se si volesse tornare all'articolo, la maggiornaza di queste poche ditte non elargisono tramite ks tante cose come SG a gratis. Su KDM paghi quasi tutto, solo a prezzo più conveniente. Stessa cosa Too Many Bones (e qui manco a prezzo granchè conveniente rispetto quanto fatto dal loro sito). 

Non parliamo più quindi di ks come mezzo per avere (percepito o meno) tanta roba conveniente in un colpo... ma come mezzo proprio per averla.

Grazie mille per l'articolo, uno spunto di riflessione molto interessante su un argomento che per mia sfortuna (o fortuna) conosco poco. 

Voi state parlando di KS ma in realtà la cosa più inquietante, che non vedo perché non dovrebbe succedere, è la scelta di vendere i propri prodotti solo online. KS è solo un di più per non dover neppure rischiare con la prima tiratura, sondare il mercato e vendere le espansioni ancora prima di aver messo il gioco sul mercato.

Non vedo perché il mercato del gioco non dovrebbe alliearsi alla tendenza che farà rimanere la gente a casa e sparire i negozi. In fondo i giochi da tavolo sono tanti e venduti in singola copia: molto più facile informarsi e farseli spedire online che andarseli a cercare nei negozi. Già lo fate tutti voi che avete risposto o quasi, immagino. Una volta che l'utente è a conoscenza che esistono i giochi da tavolo moderni e che si abitua a farsi spedire le cose l'unica cosa utile saranno le fiere e gli eventi dove provare le novità.

Io online non mi compro e non mi sono mai comprato niente, ma non sono certo io il motore dell'economia ludica.

Però mi pare dagli ultimi commenti si sia precchio usciti dall'oggetto dell'articolo.

Siamo passati dal discutere su alcune (pochissime) ditte che hanno scelto solo KS come piattafroma di diffusione (e CMON in genere non è tra queste, la maggioranza dei giochi sono pure localizzate da Asterion) e se questo poteva o meno costituire una minaccia per la filiera, al solito bla bla bla su ks e la gente che vuole solo chili di plastica e simili... cose già trite e ritrite e onestamente piuttosto noiose da leggere ormai

 

Tra parentesi, se si volesse tornare all'articolo, la maggiornaza di queste poche ditte non elargisono tramite ks tante cose come SG a gratis. Su KDM paghi quasi tutto, solo a prezzo più conveniente. Stessa cosa Too Many Bones (e qui manco a prezzo granchè conveniente rispetto quanto fatto dal loro sito). 

Non parliamo più quindi di ks come mezzo per avere (percepito o meno) tanta roba conveniente in un colpo... ma come mezzo proprio per averla.

saranno pure noiose, trite e ritrite. ma sono vere. :)

Non ha senso altrimenti la motivazione base di alcune aziende (di cui il principale obiettivo è spero il guadagno) a chiudersi nel microcosmo di KS.

Lo fanno perchè ciò che vuole il backer è incompatibile con quello che richiede il mercato tradizionale.

Però mi pare dagli ultimi commenti si sia precchio usciti dall'oggetto dell'articolo.

Siamo passati dal discutere su alcune (pochissime) ditte che hanno scelto solo KS come piattafroma di diffusione (e CMON in genere non è tra queste, la maggioranza dei giochi sono pure localizzate da Asterion) e se questo poteva o meno costituire una minaccia per la filiera, al solito bla bla bla su ks e la gente che vuole solo chili di plastica e simili... cose già trite e ritrite e onestamente piuttosto noiose da leggere ormai

 

Tra parentesi, se si volesse tornare all'articolo, la maggiornaza di queste poche ditte non elargisono tramite ks tante cose come SG a gratis. Su KDM paghi quasi tutto, solo a prezzo più conveniente. Stessa cosa Too Many Bones (e qui manco a prezzo granchè conveniente rispetto quanto fatto dal loro sito). 

Non parliamo più quindi di ks come mezzo per avere (percepito o meno) tanta roba conveniente in un colpo... ma come mezzo proprio per averla.

saranno pure noiose, trite e ritrite. ma sono vere. :)

Non ha senso altrimenti la motivazione base di alcune aziende (di cui il principale obiettivo è spero il guadagno) a chiudersi nel microcosmo di KS.

Lo fanno perchè ciò che vuole il backer è incompatibile con quello che richiede il mercato tradizionale.

 

No, non condivido. Primo, la generalizzazione che fate di ks non è vera. La maggior parte delle persone che la fa ha pure una conoscenza piuttosto superficiale del tutto. Ks racchiude molte realtà  

Secondo, le realtà di cui si sta parlando su questo articolo non danno quel che vuole il backers, ma danno quel che vogliono realizzare. E,  secondo loro, quel che vogliono fare è incompatibile con il mercato tradizionale. Ma quel che vogliono fare loro, non quel che vogliono i backers  

Nella campagna di KDM Adam se ne è fregato bellamente di quel che chiedevano i backers. Lui ha una visione del suo gioco e così la vuole realizzare. Se ad uno piace sta dentro altrimenti lui non gli corre certo dietro. 

Stessa cosa Too Many Bones. 

 

Come vedi, queste realtà hanno scelto una strada che secondo loro era l'unica che lì poteva portare a realizzare quanto volevano. Non vogliono compromessi su quanto e come vogliono realizzare. Non è una strada che può percorrere chiunque. Alla base devi avere un prodotto richiesto e di cui al momento non puoi trovare surrogati con altri canali/giochi. 

 

Queste realtà non sono la normalità di quel che gira su ks. Si contano sulle dita di una mano di un Simpson. E non potranno mai essere la norma. 

Non ho letto con attenzione tutti i messaggi, però mi sembra che si stia sottovalutando l'aspetto delle spese di spedizione, per cui non è vero affatto che si spende di meno via kickstarter lato consumatore. Io gli unici che ho sottoscritto avevano il ritiro in fiera (Essen o Lucca). 15/20/25$ non sono trascurabili su un gioco da 40/50$, quindi il discorso funziona bene negli USA, ma non per gli europei, a meno che non si potenzino le piattaforme nostrane. Inoltre per me che faccio fatica ad acquistare giochi che costino più di 40€, è impossibile comprare sulla fiducia su kickstarter senza almeno una prova o un approccio diretto per vedere come gira e come si presenta il gioco dal vivo. Quindi belli quanto volete gli strech goals, ma anche no e soprattutto no alla sola vendita diretta.

Saluti. Luca

video kill the radio star

in italia i demografi negli anni 70 prevedevano una popolazione di olte 100 milioni nel 2020

...

e poi quante altre previsioni

...

direi che KS non porà essere l'unico canale di vendita (e non tutti possono comperare una ferrari!). Piuttosto interessante il sistema GameBooster di Red Glove per Warstone.

 

Nei contro metterei anche un bel "paghi e vedi il gioco non si sa quando" ... direi che è un contro grosso come una casa, rispetto al retail.

Nei contro metterei anche un bel "paghi e vedi il gioco non si sa quando" ... direi che è un contro grosso come una casa, rispetto al retail.

Ma quello dipende dal crowdfunding, non ha a che fare con questo nuovo sistema di vendere solo tramite KS. C'era già prima.

Nei contro metterei anche un bel "paghi e vedi il gioco non si sa quando" ... direi che è un contro grosso come una casa, rispetto al retail.

Ma quello dipende dal crowdfunding, non ha a che fare con questo nuovo sistema di vendere solo tramite KS. C'era già prima.

 

anzi, la vendita esclusiva tramite ks al contrario limita molto questo problema. Ovvero se tante persone indecise ragionano con un prudenziale “chissà, aspettiamo di leggere una rece una volta uscito e poi eventualmente lo prenderò retail”, con questo nuovo sistema sarebbe un “o subito, o niente”. L’atto di fede che chiedi all’acquirente è davvero grande; ancora oggi mi stupisco di come possono aver senso pratiche commerciali simili, “alla cieca”, eppure...

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