Food Chain Magnate: gli hamburger non sono pane per i denti di adolescenti

Food Chain Magnate con adolescenti

Non sempre un gioco moderatamente facile da spiegare, con una forte e attraente ambientazione è la scelta giusta per legare al tavolo da gioco un adolescente. Ma non è affatto facile trattenersi dal provarci.

Ho giocato a...
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Food Chain Magnate

Abbandonati dagli amici alla vigilia del primo maggio io e Roberto (lui, nella foto) decidiamo di trovarci ugualmente e coinvolgere i miei due figli ormai adolescenti: pensavo di riproporre un Agricola che non giochiamo da parecchio, proponendo loro per la prima volta il pacchetto completo con carte (per anni li ho fatti giocare alla versione family, senza) e l'espansione Contadini della brughiera (provata più spesso delle carte) ma mi stupiscono chiedendomi Food Chain Magnate, che hanno visto apparecchiato poco tempo prima con amici. Sapevo già che sarebbero usciti frustrati dall'esperienza, ma il gioco è assolutamente alla loro portata a livello di comprensione e quindi non mi sono opposto: prima mia partita a Food Chain Magnate in quattro giocatori!

Food Chain Magnate partita
Food Chain Magnate partita
Moemi apre la sua pizzeria Santa Maria a un quartiere di distanza dal ristorante di Roberto mentre Mattia sceglie di sfruttare il fatto che la mappa propone in realtà due diversi reticoli stradali non collegati per costruire la sua paninoteca a ridosso del cavalcavia, che li separa con un'anacronistica apertura sia sopra che sotto, permettendogli di servire entrambe le parti di mappa. Io decido di lasciargli godere la sua periferia e andare ad aprire a due passi dal centro, progettando di sfruttare un'apertura a drive-in nel futuro per far concorrenza diretta a Roberto, pur consapevole della mia lontananza da ogni rivendita di bibite in città.

Apro la partita buttandomi sulla produzione di pizza (come farà anche Moemi) mentre ci tocca prevenire una partenza in salita di Mattia che avrebbe puntato sul reclutamento di nuova forza lavoro facendogli notare che, se non butta via qualcosa, insieme a noi dovrà giocare - come diciamo - senza frigorifero: l'unico modo per conservare merci nel gioco è infatti aggiudicarsi l'obiettivo di essere i primi a gettare qualcosa di prodotto. Così Mattia si butta sui burger (ma col senno di poi forse era meglio lasciargli fare il reclutamento). Roberto è felice di poter produrre bibite senza concorrenza.

Per il proseguo di partita, scottato da esperienze precedenti, evito qualsiasi pubblicità che non sia un minuscolo cartellone appiccicato alla casa di fronte alla porta del mio ristorante, e viaggio verso la formazione del personale per aprire presto un secondo punto vendita (forse l'unica possibilità del gioco mai provata finora nelle nostre partite). Moemi sembra inizialmente seguirmi ma si butta piuttosto sulla gestione immobiliare: il quartiere della sua pizzeria presto diventa il nuovo e affollato centro cittadino. Già soffro in previsione di ciò che accadrà. Mattia incespica sulla programmazione ma scoprirò presto che stava preparando una campagna aerea sulla "sua" periferia che, copiando Moemi, tenta anche di allargare, ad un certo punto. Roberto va giù grezzo: nessuna espansione dell'organigramma aziendale e pubblicizzazione immediata di bibite e hamburger per accaparrarsi i bonus di vendita.

Food Chain Magnate partita
Food Chain Magnate partita
L'apertura del mio nuovo ristorante sembra essere il colpo di mano che dà la svolta alla partita: mi mette in posizione di vantaggio rispetto a Roberto e la sua posizione, combinata coi vantaggi di essere il primo a utilizzare un carretto per la raccolta delle bibite, mi porta la fantastica produzione di sei cole, due sprite e due tè a turno (niente alcolici per gli adolescenti) con una sola carta: come posso non vincere?

Mi faccio cogliere dall'euforia e approfitto del mio vasto organigramma aziendale per iniziare velocemente una doppia campagna postale che pubblicizzi solo cole, commettendo l'errore che mi ero riproposto di non fare: trascurare la lotta sul prezzo. A Roberto basta abbassare per primo il prezzo di vendita dei suoi prodotti e tutti i piani espansivi da noi formulati non fanno altro che incrementare le sue vendite e i prezzi del suo venduto (tramite i giardini delle case di Moemi, giusto nel quartiere a fianco al suo). A noi rimangono le briciole

L'apertura del mio terzo punto vendita mi dà un accesso alla periferia prima isolata di Mattia giusto quando parte la sua campagna aerea pubblicizzante hamburger, ma il mio reparto produttivo era specializzato in pizza e bibite e... Mattia riesce pure vendere ben un hamburger. Minaccia di strappare le banconote dalla rabbia. Io controbatto con la minaccia di privarlo della tecnologia per un mese (anche perchè il gioco è di Roberto). Moemi è più concentrata a trovare una risposta valida (che in questo gioco è solo "abbassa il prezzo come o più di lui"), ma ormai è tardi per rispondere: sono attive sette pubblicità e noi finiamo a poter vendere solo parte di ciò che abbiamo prodotto prima che finiscano le banconote i cassa e il gioco imponga il conteggio finale. Poco importa che Roberto abbia nel suo organico solo carte di livello base, suoi sono i quattrocento e passa dollari che vincono. Io arrivo verso 270, Moemi poco oltre i cento.

Mattia finirà la partita con 15 dollari in tasca. "Papà, questo gioco è stupido! - esclama - Perché pubblicizzo hamburger invece che il mio ristorante?" Come posso dargli torto?

Food Chain Magnate non è dalla parte del perdente: se lo giocate "solo" per divertirvi è un pessimo gioco. Davvero.

Commenti

Bel report. Capisco i tuoi figli anche a me monta la rabbia quando capisco che ho perso e devo giocare ancora per molto tempo. Tu o qualcun'altro sapete se nella nuova espansione c'è qualcosa che possa far rimediare ad almeno una mossa sbagliata?

Avrò giocato 4 partite a FCM e ho sempre perso miseramente facendo il pappone di cameriere (è più forte di me, mi diverte troppo!).

Nonostante la mia incapacità di comprendere gli equilibri del gioco - che in questa recensione trovo molto ben spiegati - pur arrivando ultimo o penultimo alla fine della partita il mio volto esprime sì la tristezza della sconfitta ma anche lo stupore e la venerazione per un gioco che è davvero stupendo, uno dei più cattivi ma anche dei più belli ed eleganti che abbia mai provato.

Forse ha la pecca di essere abbastanza lunghetto (3 ore minimo dalla mia esperienza) e quindi spesso difficilmente proponibile se non grazie ad una serata interamente dedicata.

Resto in fervente attesa dell'espansione, sebbene abbia ancora molto da sviscerare del gioco base.

...sebbene abbia ancora molto da sviscerare del gioco base.

Guarda. Io mi sto convincendo che, a parte una fase iniziale dove devi razzolare più bonus possibili, se vuoi vincere devi solo abbassare il prezzo (avere una cameriera) e andare a produrre ciò che pubblicizzano gli altri. Perché pubblicizzare vuol dire perdere mosse per qualcosa che serve a tutti. Se gli altri al tavolo non sono fior fior di giocatori vinci. Se lo sono e solo in quel caso tutto il resto dell'organigramma e delle possibilità del gioco acquisiranno senso. E' un gioco dove l'esplorazione delle possibilità è castrata dalla severità della cruda guerra economica. Ed è un vero peccato, per i giocatori come me.

Metto da parte le valutazioni strategiche, perche' l'apertura del recruiter che sconsigli a tuo figlio e', in realta', una delle piu' efficaci, ed e' assolutamente possibile giocare senza vendere  i panini scongelati...e posso anche capire che sono cose che non si possono cogliere dopo due partite, ma per un gioco del 2015, ampiamente sviscerato...che senso ha parlare di prime impressioni con conclusioni affrettate?

Vengo al punto piu' importante: nei tuoi articoli batti sempre sul punto di scegliere il gioco adatto al gruppo e alla situazione; era piu' onesto ammettere di aver scelto il gioco sbagliato, invece di dire che e' stupido.

 

Food Chain Magnate non e' semplicemente un gioco che non perdona, e' un gioco che non vuole perdonare. Di giochi che perdonano ce ne sono tanti (troppi), basta intavolare quelli.

Dai, Peppe, leggi prima l'articolo. Il gioco non l'ho proposto e sapevo già ci sarebbero rimasti male. E scritto proprio all'inizio. Ma lasciare sbagliare e gestire la frustrazione può essere ugualmente utile all'educazione.

Dai, Peppe, leggi prima l'articolo. Il gioco non l'ho proposto e sapevo già ci sarebbero rimasti male. E scritto proprio all'inizio. Ma lasciare sbagliare e gestire la frustrazione può essere ugualmente utile all'educazione.

Certo che l'ho letto linx, è che non ne capisco il senso. Inizi dicendo che il gioco non era adatto, concludi dicendo che hai avuto la conferma che non era adatto e con delle considerazioni approssimative...non lo capisco.

Non è un gioco per tutti, o almeno va curato come presentarlo, posso dirti che quando lo abbbiamo presentato a Modena è passato qualcuno a dirci che lo giocava in famiglia con figli e nonna (!), che già sava ha raccontato un'esperienza (assai diversa) con i suoi figli adolescenti

https://www.goblins.net/articoli/report-occhio-della-redazione-lodr-figl...

ma , in ogni caso, delle eccezioni, che funzionano anche per la cura che ci mette chi  lo propone, in generale FCM non può essere buttato su ogni tavolo

Quindi?

FCM gioco incomprensibile alle prime partite .. 

Io conosco un gioco ancora piú punitivo.

Si chiama scacchi.

Ancora oggi si studiano le partite di Fisher quando aveva 13 anni.

Non tutti gli adolescenti sono uguali.

Su FCM il fatto che si pubblicizzi il prodotto e non il ristorante é semplicemente geniale. Non solo per la meccabica che sprigiona bensi per l'ambientazione. La pubblicita in una societa dei consumi serve a creare nuovi desideri. E poi a soddisfarli.

Per fare la guerra dei prezzi é FONDAMENTALE fsr pubblicita per primi in qualche prodotto in modo da poter abbassare il prezzo e mantenere il bonus di 5. Abbassare il prezzo senza mailstone del marketing é puro suicidio. E quel bonus cosi importante, soprattutto se spingo i prezzi in negstivo, é un riconoscimento di chi per primo inizio a pubblicizzare un determinato genere. Quindi tuo figlio si dbaglia. Fai pubblicita eccone al tuo ristorante. Certo. Inutile tentare di emergere quando ormai altri sono famosi per i burgher. 

Occhio pero al gourmet che se riesce ad sumentare a manetta il bisogno puo prendere uns nicchia di pubblico facendola pagare il doppio. 

Insomma. Ci siamo capiti.

 

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