Generale The Mission. Dei copti e della loro naturale tendenza verso l'eresia

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Cristiano: Alex Isabelle (un incipit che già fa sorridere)

Prologo. La crocifissione

Viaggiamo indietro di duemila anni, raggiungendo uno di quei rari momenti nei quali la storia e la leggenda si fondono facendosi mito.

Siamo a Gerusalemme. L'anno è il 31. O il 30. O il 33. Gli studiosi non concordano, ma nel 31 si sa che c'è stato un terremoto che sembra avere avuto effetti ascrivibili ad alcune cose descritte dal Vangelo di Matteo. Da scienziato scelgo di seguire le indicazioni dei geologi e quindi, per me, siamo nel 31.

Si consuma la crocifissione di Cristo, atto che deve sembrare risolutivo a chi si occupa di mettere a morte il malcapitato, vale a dire le forze di occupazione romane. Queste si ritrovano fondamentalmente le mani legate: le parole del nuovo messia stanno generando un caos ingovernabile e bisogna chiudere la faccenda in modo netto.

Si ottiene l'effetto contrario a quello sperato: di fronte al supplizio sul Calvario il culto costruito attorno a Cristo ne esce rinforzato, complice la sparizione apparentemente inspiegabile del suo corpo poco dopo la sua tumulazione. Una cosa che personalmente mi spiego con il trafugamento della salma, cosa peraltro suggerita dallo stesso Vangelo di Matteo... ma comunque. I fedeli scelgono di motivare la cosa con la resurrezione del messia e, che ci si creda o meno, questo aiuta a radicare definitivamente quello che oggi chiamiamo cristianesimo dalle parti di Gerusalemme. La supposta resurrezione dà forza alle parole degli apostoli, che a questo punto si propongono di muoversi verso i vari angoli della terra (sei, stando a questo gioco) per portare la parola di Dio tra i miscredenti e crearne il regno, in vista della sua seconda venuta.

A me l'insolito compito di diffonderne il credo sulla mappa del gioco, attraverso circa un millennio di storia.

Prima era. L'età apostolica (30 DC - 90 DC)

All'inizio della partita lo scenario su cui si estenderà il futuro cristianesimo è popolato da un'infinità di culti pagani. Tra di essi spicca quello di Iside, ormai destinato al tramonto, e che comunque sopravvive a Cartagine e nella regione del Nilo su cui sorgerà il futuro regno di Alodia. Anche il mitraismo è piuttosto solido: una religione di alterne fortune e che ora se la passa piuttosto bene a Costantinopoli e nell'area del Caucaso.

L'Impero Romano ormai è già in una fase di recessione, ma non soffre di minacce esterne: la sua armata principale se ne sta parcheggiata in Grecia. Roma è, ça va sans dire, ancora pagana.

Tuttavia è proprio la Lex Romana a interferire per prima, e positivamente, coi propositi adegli apostoli. La febbricitante diffusione della parola di Dio si fa infatti autonomamente strada fino alla Città Eterna per mezzo di un lungo passaparola. Qui l'Imperatore Tiberio decide di proseguire l'opera di demolizione del culto cristiano avviata in Palestina dando in pasto ai leoni diversi dei suoi più audaci sostenitori. Il che, da una prospettiva ludica, è un bene, perchè questo dà più credibilità alla missione degli apostoli: le comunità ebree basate a Roma, infatti, per merito dei tristi spettacoli di Tiberio cominciano a discutere seriamente delle idee portate dalla setta cristiana, finendo per abbracciarle in larga parte.

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Disponibile anche in inglese: https://warandpeace.alexisabelle.org/2023/10/the-mission-on-copts-and-their-natural.html

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Babbano
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Primo secolo dopo Cristo, letteralmente. È passato infatti quasi un secolo dalla crocifissione e la Missione deve ancora carburare. Anche se gli apostoli sono morti e le loro reliquie sono gelosamente custodite da uno sparutissimo numero di fedeli, e anche se i primi vescovi stanno viaggiando fino ai confini del mondo conosciuto, come gli Urali, di fatto non c'è nessuna comunità stabile di cristiani al mondo, tranne forse quella di Gerusalemme che però, ai fini del gioco, non conta. L'unica che c'era era a Roma, ma i locali, nei fatti, sono tornati alle usanze ebraiche, rifacendosi alla Torah e ai suoi insegnamenti demodè. Quelli là oggi li chiamiamo ebioniti, e sono i primi eretici del mondo cristiano. Ma non si molla: verrà il tempo dell'abiura. E quindi vediamo come gireranno ora le cose con la...

Seconda era. Pax romana (91 DC - 300 DC)

Come detto, le comunità cristiane in giro per la mappa sono ancora poche e sparute. Cionondimeno si decide di forzare la mano: nelle principali città del mondo antico vengono fondate le prime sei chiese della religione cristiana. Al loro vertice vengono posti sei patriarchi, ancora inconsapevoli dei diverbi a cui le rispettive congreghe andranno incontro negli anni a venire per via di discordanze apparentemente risibili nelle relative dottrine. Tali dispute, a ben vedere, cominciano fin da subito, perchè queste guide religiose vengono fuori da comunità di anticonformisti che spesso sono state raggiunte dal Verbo solo per sentito dire, più o meno come accaduto a Roma, dove infatti adesso persino il Papa è ebionita. Il Patriarca di Costantinopoli per esempio non ha la più pallida idea di quali siano gli insegnamenti di Cristo: quel che sa se lo immagina a partire dalle dottrine dello gnosticismo, dove affonda il suo background, un insieme di insegnamenti pagani che, in quel vespaio di eteni che è Costantinopoli, si mescola con il culto di Mitra, andando a partorire un qualcosa di lontanissimo dal cristianesimo convenzionale. Il Catholicos dell'Armenia, invece, cerca di fare le cose fatte bene. Si chiede se esistano testi sacri: gli viene consegnata la Torah, e gli viene detto che a Roma si leggono quella. Il buon uomo ci casca. Tempo trent'anni e pure l'Armenia diventa un covo di ebioniti.

Mentre la Chiesa affonta i suoi primi grattacapi la storia si ripropone: Ctesifonte viene devastata da una nuova epidemia di peste, e i sempre vigili cristiani riescono, stavolta, a convincere i loro vicini di casa zoroastriani che, se avessero pregato per il Dio giusto la volta prima, magari il problema non si sarebbe ripresentato. La mistificazione funziona, anche grazie alla grande libertà religiosa concessa da queste parti, e Ctesifonte diviene diffusamente cristiana.

Nonostante questo primo successo l'inadempienza al proposito dei padri fondatori di cristianizzare la totalità dell'Impero Partico diviene, nel frattempo, una triste constatazione per l'intero mondo cristiano. Ignazio di Antiochia, il secondo successore dell'apostolo Paolo, stanco di questa situazione, fa le valigie e raggiunge la Persia, dove il suo fervore e il suo invito a obbedire con fermezza alle direttive dei vescovi gli fanno guadagnare una fama di grande predicatore. Anche se le sue parole non sempre rispecchiano il canone teoricamente voluto dalla leadership cristiana egli riesce, da solo, nel giro di qualche anno, a convertire l'intera regione. Dopo di che si dirige a Merv, una città caratterizzata da una popolazione molto povera e presumibilmente ricettiva nei confronti di una religione pensata per loro. Lungo il viaggio, però, uno scippatore lo accoltella. L'Arcivescovo siriaco, per non lasciar cadere il suo intento nel vuoto, si dirige perciò a Merv, facendo sue le già antitetiche parole di Ignazio d'Antiochia e tentando di replicarne i sermoni. Non ci riesce, e anzi dando seguito alle balzane teorie del grande teologo ottiene l'unico risultato di rendere ancora più confusa la dottrina cristiana nel mondo. Il contatore che indica la venuta dei secoli bui si alza di 1.

Ci vorranno trent'anni ancora per avere le prime soddisfazioni: l'arcivescovado di Merv si rinnova un paio di volte e riesce, dopo mille peripezie, a portare dalla sua i poveri della città. L'Impero Partico è finalmente convertito. Il tardivo successo della fase 1 della Missione apostolica riempie di speranza i vescovi in giro per il mondo, a partire da quello di Nobadia, che dapprima converte gli schiavi della regione e poi si sposta verso sud, in Makuria, seguendo il Nilo così come l'apostolo Marco si era proposto di fare tanti anni prima. I successi cristiani in medio oriente però non sfuggono alla leadership romana: l'Imperatore Antonino Pio non ne è contento e dà ordine di nutrire i leoni. In Cilicia molti cristiani vengono messi a morte e per tutta risposta, così come già avvenuto a Roma oltre un secolo prima, i poveri della regione abbracciano in massa le idee cristiane. La notizia giunge fino alla vicina Antiochia, dove qualcuno pensa "Ah, bello il Cristianesimo! Come possiamo fare per saperne di più? Avranno ben pubblicato queste teorie in un libro". Spunta una Torah. Prima che si possa spiegargli che quella è roba superata pure Antiochia diventa ebionita.

Il vescovo di Makuria intanto finisce di convertire la sua regione, poi procede a sua volta lungo il Nilo, raggiungendo Alodia, dove notoriamente è praticato il culto di Iside. Un culto diffuso tra... le donne! Nello svolgimento del suo ufficio anche questo uomo di chiesa scopre i monti di Venere, dunque, e torna a casa sconvolto dalle emozioni. Lascia però alle sue spalle una signora di una certa influenza, evidentemente, perchè da sola questa si adopera per portare il Verbo presso le sue compagne di culto, riuscendoci.

Tutto sommato, dunque, anche il ramo copto del cristianesimo comincia a essere piuttosto solido. L'attenzione si sposta verso quello nord-africano, dove il vescovo della Numidia, praticamente poco più che un custode delle spoglie mortali di Giuda, riceve l'ordine di darsi da fare: egli allora converte la provincia romana, poi si sposta verso la Mauretania Tingitana.

Insomma: nonostante un inizio traballante sembra che il cristianesimo se la stia cavando.

È a questo punto che cominciano i problemi con i copti.

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oracolodidelfi

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Avevo letto su BGG questa session con grande interesse. Molto bella e divertente. Non vedo l'ora di leggere i prossimi appuntamenti.
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Avevo letto su BGG questa session con grande interesse. Molto bella e divertente. Non vedo l'ora di leggere i prossimi appuntamenti.
Bravo! 👏
Grazie :D Ti anticipo che sarà una valle di lacrime. Ma è anche il motivo per cui è divertente, quindi deh, avanti così.
 

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Trecento anni sono passati dalla crocifissione del Nazareno. La Missione del cristianesimo se la passa male ma non malissimo, tra papi eteni e pellegrini anatolici che sconvolgono la dottrina del cristianesimo copto, tra vescovi innamorati di donne pagane e grandi teologi che cercano di raddrizzare una tradizione cristiana in cui ognuno sente di poter dire la sua. Ma ora tutto cambia! E tutto andrà a gonfie vele, no? Perchè comincia la...

Terza era. Età di Costantino (301 DC - 450 DC)

Con la venuta del primo Imperatore cristiano sembra che la partita si faccia più semplice. Si tratta di una notizia importantissima: il cristianesimo non è più la religione degli schiavi bensì una dottrina di tendenza, abbracciata dalla più alta carica politica dell'area euroasiatica. Vescovi e arcivescovi si sfregano le mani al pensiero delle grandi cose che si possono fare avendo accesso ai mezzi dell'Impero Romano. Così come l'Impero Partico ha, alla fine, per lo più abbandonato lo zoroastrismo in favore del cristianesimo, presto anche la totalità dei romani potrà dirsi cristiana; si tratta solo di aspettare.

E poi, di colpo, la notizia.

L'Imperatore Costantino è ERETICO.

Consulto la mappa per cercare di comprendere questa assurdità, e il fatto è presto motivato: Roma è ancora dominata dagli ebioniti! Sono loro, con le loro usanze sospese tra le vecchie tradizioni ebraiche e le novità dei riti cristiani, ad aver prodotto il Cesare, non i miei pii vescovi!

Amareggiato osservo il mio mondo cristiano andare in tilt. Il dibattito filosofico sulle assurde teorie propugnate da Flavio Valerio Aurelio Costantino mi toglie di mano il controllo sulle cariche cristiane attualmente attive all'interno dei confini romani. Proprio l'Imperatore convoca una doppietta di concili ecumenici, i primi dai tempi dell'inizi della Missione, il concilio di Arles e poi quello di Nicea, per discutere (e da che pulpito!) delle eresie più in voga al momento e di come trattarle. Che cosa si dicano esattamente non lo so, ma il risultato è che il ramo greco e quello asiatico prendono le distanze da quello romano: quest'ultimo, dominato dall'eresia di Costantino, si concretizza nella Chiesa Cattolica, mentre le altre due, assai critiche della deriva ebionita a cui rischia di andare incontro l'intero ceppo latino, abbracciano idee più ortodosse dando vita, appunto, alla Chiesa Ortodossa. La Chiesa Ortodossa dell'Asia, quella dei persiani, in particolare considera l'eventualità di uno scisma, ma l'atteggiamento più conciliante dei greci li porta fortunatamente a desistere.

I trent'anni di Constantino insomma sono un confuso battibecco teologico che non porta, in termini geografici, ad altro che a divisioni. Il discorso si fa persino di natura economica: spuntano persone interessate all'acquisto delle reliquie dei santi. La cifra offerta è modesta ma c'è chi ci pensa sul serio a vendere le ossa degli apostoli, nel medio futuro. L'unico dato positivo è che i greci, resisi finalmente conto di quanto la Torah ancora sia in grado di diffondere gli usi giudaici, decidono di fornire un'alternativa a essi, codificando i miti cristiani in un vangelo. Compare finalmente il Nuovo Testamento, dunque, che però a questo punto è scritto unicamente in greco. Toccherà tradurlo, se si vorrà farsene qualcosa nel resto del mondo.

A mettere la parola fine alle crisi religiose è la morte della serpe in seno, Costantino, che peraltro consegna ai posteri un Impero non meno frammentato del mondo cristiano, il che a ben pensarci lo inquadra a tutti gli effetti come un vero e proprio anticristo, che divide dapprima il popolo di Dio e poi pure i regni della terra. Un'immagine assai diversa da quella del Costantino storico... ma comunque: le faccende politiche non sono affar nostro, e anzi il mondo religioso, con la dipartita dell'Imperatore, può finalmente respirare. La totalità delle casse dei fedeli viene quindi investita per un fine nobile: eliminare gli gnostici da Alessandria, sulla cui eresia nessuna delle varie espressioni del cristianesimo post-costantiniano ha da ridire, anche perchè sono quarant'anni che i copti non versano un soldo nella cassa comune e la cosa comincia a essere snervante. Gira che ti rigira l'incontro con il nuovo Papa Copto, Atanasio di Alessandria, riesce a produrre dei frutti. Il comprensivo Atanasio non solo abbandona lo gnosticismo, infatti, ma fa ammenda e si adopera eliminando lui stesso l'intera setta gnostica, una volta per tutte, dalla mappa. Gli dicono che così può bastare, ma lui vuole farsi perdonare, anche perchè va bene che ci si è riappacificati, ma c'è chi, non a torto, accusa lui e i suoi fedeli di avere sifonato tanti di quei soldi che ad investirli bene la Bibbia, a quest'ora, la si sarebbe potuta tradurre persino in sabir. Allora Atanasio parte per un pellegrinaggio: si reca dapprima ad Antiochia, dove incontra gli ebioniti, presenta loro la nuova versione del Testamento, e li disperde. Poi procede verso l'Armenia, dove fa la stessa cosa. Infine si dirige verso la regione del Caucaso, andando incontro a quello che a detta di tutti è un sicuro martirio, prevedendo di incontrare i mitraisti solitari di Alania. E invece dopo qualche anno torna a casa sostenendo di aver portato il lume della ragione anche a quelle genti lontane. Se ne torna ad Alessandria per compiere i suoi doveri papali; alla morte verrà canonizzato e venerato come un santo.

L'esempio di Atanasio non passa inosservato agli occhi dell'Imperatore Costanzo II, unico sopravvissuto della strage che nel frattempo è stata la successione costantiniana. Costanzo II finalmente è davvero un Imperatore cristiano: il pessimo esempio del padre Costantino gli comunica che gli eretici sono un problema che più nettamente si risolve e meglio è. Avendo avuta notizia che ci sono ancora due sette eretiche entro i confini dell'Impero Romano, ovvero i marcioniti in Spagna e gli ultimi ebioniti a Roma, egli mobilita le scholae palatinae, ovvero la versione aggiornata della guardia pretoriana, dando loro l'incarico di individuare questi gruppi e neutralizzarli. Cosa che viene fatta nel giro di qualche anno a suon di torture e giustizia sommaria. Questo scempio dei diritti umani sposta di due passi il segnalino dei secoli bui nella direzione delle barbarie. La storia dell'umanità rabbrividisce; quella del cristianesimo invece ringrazia, perchè finalmente dopo trecento anni non ci sono più eretici sulla mappa, e in particolare non c'è più nessuno che sostenga che la Torah è l'unico vero testo canonico. Si decide di brindare. Macchè brindisi, si faccia una festa. Anzi, altro che festa. Se ne discuta in un vero e proprio concilio!

Dalla commedia alla tragedia è un attimo: arriva il Primo Concilio di Costantinopoli.

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Secolo dopo secolo la religione cristiana non cessa di lottare per la propria affermazione. Neanche il bipolarismo di un Impero Romano mai così caotico, che alterna stagnanti eresie a sanguinose contro-eresie, le quali si traducono tra l'altro in violentissime faide intra-famigliari, riesce ad arginare il lento dilagare dell'oppio dei popoli. In qualche maniera, infatti, i cristiani hanno imparato a vivere all'ombra dei giganti, facendo propria la forza repressiva dell'Impero Romano. Un trionfo dell'adattamento, se non che questa lampante decadenza ci porta dritti dritti verso la...

Quarta era. La caduta di Roma (451 DC - 630 DC)

Un'improvvisa migrazione di massa dal Nord Europa, avvenuta in congiunzione con un'estesa crisi economico-sociale che interessa l'intero Impero Romano, si traduce in una guerra etnica di proporzioni massive. Sono i soldati stessi, ormai in larga parte provenienti da popolazioni barbare, a rovesciare il potere imperiale. Roma non riesce a reggere l'impatto con la venuta prima dei Visigoti, che saccheggiano la capitale, e poi dei Goti, che vi installano un regnante, Odoacre, che sceglie per sè il titolo di Re d'Italia anzichè quello di Imperatore dei Romani, appellativo che evidentemente, per l'uomo moderno, non conta più una mazza.

Storicamente questo fatto viene preso come pietra miliare per stabilire la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, contrapposto a quello d'Oriente, che continuò a esistere per secoli, guidato dalla sua capitale Costantinopoli.

Nel mio caso tuttavia l'Impero non si spezza verticalmente, bensì orizzontalmente. Con una manovra da far rivoltare nella tomba i veterani delle guerre puniche la capitale viene infatti spostata non a Costantinopoli, luogo poco cristiano, bensì a Cartagine, attorno alla quale si è piano piano organizzata la Chiesa Miafisita Africana. Questo è il ramo cristiano più solido tra quelli sviluppatisi nel corso della partita, e quindi mi preme difenderlo dai tempi che verranno, che già si prefigurano ardui. Nasce così l'Impero Romano del Meridione. Al contempo si forma indipendentemente un altro regno cristiano: nelle regioni di Nobadia, Makuria e Alodia, in gran parte raggiunte dal credo, sorgono tre regni, che chiameremo collettivamente Nubia, e che abbracciano la Chiesa Miafisita Copta. Un popolo scismatico, certo, ma il cui contributo sarà importante per difendere gli epicentri del cristianesimo dalla venuta dei barbari, che a questo punto, non più tenuti a bada dai Romani, cominciano a spuntare da tutte le parti.

Sassoni, Bulgari, Cazari, Turchi, i clan Himyar e i Vandali si presentano infatti ai confini del mondo conosciuto, che grossomodo corrispondono a quelli dell'Impero Romano, e cominciano a fare importanti pressioni per assicurarsene delle fette. Popoli barbari, dicevo, eppure alcuni di loro sono, persino, vagamente cristiani: trai Sassoni serpeggia per esempio una nuova eresia, l'arianesimo, una dottrina di matrice cristiana che fondamentalmente se ne distanzia per alcune vedute che non stento a definire triviali riguardo alla natura della Trinità divina, roba del tutto incomprensibile per un ateo come me, ma che al credente dell'epoca dovevano suonare importantissime. Anche perchè a questo punto viene organizzato il Concilio di Calcedonia, una farsa che ha luogo nei pressi di una Costantinopoli che continua a non avere una comunità cristiana attiva. Si discute appunto di queste nuove teorie, e la cosa si potrebbe tradurre semplicemente con una scomunica in massa dei sassoni se non fosse che i vescovi provenienti dall'area armena, e da Antiochia in particolare, a questo punto prendono la parola, chiariscono che questa storia della Trinità per loro è roba seria e che, per essere precisi, loro la pensano proprio come i Sassoni, motivo per il quale non concordano con la decisione di scomunicarli. Stupore, insulti, schiaffi. La scomunica arriva, ma arriva anche per l'intero ramo armeno. Questi, dopo aver sopportato per secoli che venissero buttate vagonate di soldi ai copti senza che una lira venisse invece mai spesa su Antiochia, che infatti ha una comunità cristiana pressochè inesistente, se ne vanno dopo aver annunciato che faranno anche loro uno scisma, così come i copti, per l'appunto, che avranno diecimila eresie sotto il culo ma che almeno non perdono tempo con questi inutili concili che, a dispetto del nome, non fanno altro che dividere sempre di più i cristiani. Accuse gravi, e infatti in chiusura della riunione cattolici, ortodossi e miafisiti decidono di impegnarsi per cercare di rimediare alle divisioni tra di loro, in futuro, anzichè acuirle sempre di più. Vedremo poi con che risultati.

Mentre il dibattito religioso impazza i romani si organizzano per far fronte alle minacce straniere. L'armata romana viene spostata in Mauretania Tingitana, dal cui confine i Vandali, che hanno occupato l'Iberia e sono scesi fino al Nord Africa, minacciano di compiere un'invasione in forze. Nell'area dell'odierno Daghestan si stabilisce il regno pagano di Sarir, guidato da un tiranno del quale non ci è giunto il nome. I Sassoni cominciano a discendere da nord, prendendosi l'Irlanda e poi la Britannia. I Bulgari occupano l'area in cui un giorno sorgerà la Rus' di Kiev. Gli Himyar avanzano prendendosi l'Etiopia. La Nubia tenta di rispondere cercando di sottrarre agli Himyar il controllo dell'Etiopia, ma fallisce.

Bisogna ricucire i rapporti con gli ariani, si dicono i cristiani, che quindi guardano alla comunità ariana più importante sulla mappa... i Sassoni, naturalmente, non certo gli scomunicati di Antiochia. Il vescovo del Belgio viene mandato in Britannia. Qui egli s'innamora e torna a casa con la sua sposa, annunciando di volersi dedicare alla famiglia. Viene trovato un sostituto e mandato a sua volta in Britannia, che riesce a convertire. Poi questi fa rotta verso l'Irlanda, dove incontra le comunità di schiavi locali e mette in circolazione presso di loro alcune copie della Bibbia in latino, riuscendo a convertirli al cattolicesimo. Il superuomo in questione decide allora che vale la pena di provare il tutto per tutto: viene versata una lauta somma di denaro direttamente nelle casse dei Sassoni, e una volta comprato il loro interesse si invitano i loro leader a discutere del concetto di Trinità divina. Salta fuori che il vescovo ha una grande capacità oratoria, perchè riesce a convincere i Sassoni, evidentemente disinteressati, in verità, a tutte queste seghe mentali sulla Trinità, a lasciar perdere l'arianesimo, passando al cattolicesimo. I patriarchi cristiani esultano: i Sassoni sono convertiti.

Ad Antiochia, offesi, si dicono che passare dall'arianesimo al cattolicesimo non equivale a ricucire lo scisma, ergo s'incattiviscono e cominciano definitivamente a fare le cose di testa loro. Il vescovo di Antiochia s'incammina, recandosi presso gli schiavi dell'Armenia, che comincia autonomamente a convertire tutti assieme all'arianesimo...

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L'Impero Romano ha vacillato, sotto la spinta di un'orda di popolazione barbare che hanno saccheggiato Roma, fatto scempio del titolo d'Imperatore, e limato sensibilmente i confini imperiali. Un forte sostegno, sia economico che fattuale, da parte dei cristiani alla causa romana, tuttavia, è riuscito ad arginare i danni sia in Mauretania Tingitana, dove i Vandali ancora se ne stanno a casa loro, che in Etiopia, dove i clan Himyar, a dispetto di una prima avanzata, sono stati ricacciati nel deserto dai regni della Nubia. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che in questa partita, a partire dall'avvento di Costanzo II e fino alla venuta di Gregorio Magno, il cristianesimo è stato una religione guerriera, che non ha disdegnato l'uso delle armi al fine della tutela della propria dottrina.

Non è detto che queste armi si rivelino in grado di sconfiggere il prossimo nemico in arrivo, però, poichè stavolta il cristianesimo affronterà una minaccia proveniente dall'interno: una nuova religione abramitica si va infatti diffondendo, ancora una volta, dal Medio Oriente...

Quinta era. L'avvento dell'Islam (631 DC - 750 DC)

Un giorno i missionari del mondo cristiano si svegliano con una notizia. L'Imperatore, Eraclio I, è morto di idropisia, e quello nuovo, Costantino III, è eretico. E vabbè, niente di strano, ormai ci sono abituati alla gente che si fa chiamare "Costantino". Toccherà passare altri trent'anni a discutere di quanti angeli possono ballare sulla capocchia di uno spillo, poi tutto tornerà a posto e si potrà tornare a fare un po' di sano lavoro missionario.

Poi arriva la novità. Costantino III non è un fedele del culto di Iside, come diversi suoi predecessori. Anzi, il culto di Iside si è ora completamente estinto. Bene così, dice qualcuno. Ma il fatto è che Costantino III sostiene che sì, Dio esiste, e blablabla. Ma sostiene anche che il suo vero messia sia un altro, e si chiama Maometto.

L'avvento dell'Islam esplode con la potenza di una bomba atomica nel pieno di quel Medio Oriente che diede i natali al cristianesimo. Da un momento all'altro la stessa Gerusalemme è occupata da un fermento teologico come non se ne sono mai visti. La parola d'ordine è una sola, ed è Jihad, stante a significare una furia politico-sociale-religiosa alimentata dal Califfo Abū Bakr, amico d'infanzia di Maometto. La Jihad per il momento non è esplicitamente diretta contro i cristiani, ma comunque li riguarda, perchè a farne le spese saranno, per primi, i regni che circondano Gerusalemme. A partire dall'Impero Romano, nella cui ombra i cristiani hanno da tempo imparato a prosperare.

La Jihad in primo luogo procede verso sud, divorando tutti i possedimenti romani ad Alessandria e a Tebe. Giunta essa alle porte della Nubia, i diplomatici di quest'ultima tentano il tutto per tutto, proponendo agli jihadisti un patto terribile, ma che potrebbe essere sufficiente per fermare la guerra: un tributo periodico di migliaia di schiavi, in cambio della pace. Gli jihadisti accettano, e la Jihad ai danni del ramo copto si ferma subito. Nasce così il Baqt, un accordo di pace basato appunto sulla vita di migliaia di schiavi, e che l'autore del gioco sostiene essere all'origine dello schiavismo nero così come lo abbiamo conosciuto per i mille e passa anni a venire. Non approfondirò.
Altrove la Jihad ci va molto più pesante, e non c'è diplomazia che tenga: essa invade l'Italia, liberando Roma dai Romani e procedendo fino a invadere l'indipendente Milano. Anche Antiochia cade sotto l'avanzata della Jihad, che tenta poi di dilagare in Armenia, dove trova un avversario imprevisto, ovvero il dominio dei Cazari, che respingono gli jihadisti ad Antiochia a bastonate. In un colpo solo tre dei cinque confini dell'Impero Romano del Meridione sono stati completamente annichiliti. Come se non bastasse, intanto, in Britannia esplode l'eresia pelegiana, ovvero un punto di vista apocrifo sulla responsabilità, la colpa e le conseguenze del peccato originale, mentre i Bulgari si scontrano con gli Avari, uscendone perdenti. I Turchi invece si prendono anche la Persia, il cuore dell'Impero Partico, del quale ora sopravvive solo una minuscola frazione, accerchiata a Ctesifonte. Nell'estremo Sud della mappa i clan Himyar attaccano la Nubia e si riprendono l'Etiopia, salvo perderla nuovamente dopo una nuova, costosa, campagna militare da parte di quest'ultima.

Siamo al primo turno di islam e già la situazione è andata a puttane, ma c'è un lato positivo: come dicevo in questo momento la Jihad è una roba confusa, nella quale non si da ancora la caccia ai cristiani. Questi ultimi, dunque, cominciano a cagarsi addosso al pensiero di ciò che accadrà quando questo periodo rivoluzionario sarà terminato, ma fino ad allora possono continuare a professare liberamente la propria fede. Il che mi da, quantomeno, tempo per agire.

Continua a leggere sul nostro blog! https://guerraepace.alexisabelle.org/2023/11/the-mission-dei-copti-e-della-loro.html
Disponibile anche in inglese: https://warandpeace.alexisabelle.org/2023/11/the-mission-on-copts-and-their-natural.html

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il mietitore

Babbano
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L'entrata in gioco dell'Islam, sotto forma di un violento vento del cambiamento che è spirato da medio oriente verso tutti i confini del mondo conosciuto, ha devastato l'Impero Romano, riducendolo a una sparuta colonia nel Peloponneso. Solamente il minuscolo regno di Oddone I d'Aquitania, in seguito annesso dai Sassoni, è riuscito a frenarne l'avanzata a metà Europa, mentre i regni della Nubia sono gli unici che hanno trovato un'accordo diplomatico con gli jihadisti, formalizzando il Baqt, una tratta degli schiavi che ha bloccato il dilagare della rivoluzione lungo quello che per me è il ramo copto del Cristianesimo. Per quanto riguarda i popoli pagani, i Turchi sono retrocessi fino a sparire dalla mappa, mentre i Vandali sono stati sostituiti dai Berberi, a loro volta musulmani.

Butta male, insomma, ma ormai siamo alla fine di un viaggio lungo mille anni. Il cristianesimo finora è sopravvissuto, ma deve ancora aspettare qualche secolo prima della venuta delle crociate, climax finale nel quale verranno tirate le somme dello stato della Missione nel mondo. Affrontiamo, dunque, la...

Sesta era. Alto medioevo (751 DC - 1094 DC)

La Jihad è terminata. Tutti i territori che essa ha interessato vengono assorbiti dalla forza che, al suo interno, si dimostra più potente: il Califfato Abbaside. Stanco di una guerra che si è protratta per oltre centovent'anni, esso non mostra interesse nell'espansione dei propri giganteschi confini, che si estendono dalla Mauretania Tingitana alla Mongolia, passando per la Spagna, la Cilicia e l'ex Impero Partico.

In questo contesto si svolge quello che sarà l'ultimo concilio ecumenico della partita: il Secondo Concilio di Nicea. L'ordine del giorno, anche stavolta, sarebbe semplice: abbiamo riempito l'intera regione copta di melchiti, vogliamo farcene qualcosa? Vogliamo ricucire almeno lo scisma coi miafisiti? Lo stimolante dibattito viene troncato sul nascere ancora una volta dalle medesime circostanze dell'ultima volta: l'Imperatore Romano, Costantino V, manco a dirlo, è eretico. Nomen omen.

Cosa c'entri ciò non mi è dato saperlo con precisione, considerato che quella gallina decapitata dell'Impero Romano del Meridione, sullo scacchiere globale, conta ormai come il due di coppe quando la briscola è spade. La sua capitale, Cartagine, è occupata da decenni dai musulmani, e con il potere degli Abbasidi ora cementificato non c'è verso di riprendersela. Di fatto i romani vivono una vera e propria diaspora: i suoi confini sono pressochè ridotti al solo Peloponneso. Astraendo un po' il discorso ritrovarsi con un imperatore eretico, in questa sede, significa probabilmente avere un erede del titolo di Imperatore dei Romani che vive nell'occupata Cartagine e che è musulmano, e che la consapevolezza che i grandi regnanti della terra stanno abbandonando in massa il cristianesimo per unirsi al credo islamico attanaglia i missionari cristiani, i quali inevitabilmente si fanno i conti in tasca e danno buca al Secondo Concilio di Nicea, il quale dunque salta a tavolino. Angosciato al pensiero di quanti soldi ho investito in quei melchiti, ora destinati alla totale inutilità, mi metto le mani trai capelli e procedo attraverso gli ultimi turni di gioco, tentando di portare quantomeno i remi in barca in vista di un finale che già si prefigura tempestoso.

Preso atto che il Secondo Concilio di Nicea non s'ha da fare il primo fatto storico degno di nota di questa nuova era è la fondazione del Sacro Romano Impero. La costola dei Sassoni cristiani che si erano impossessati della Francia produce infatti un nuovo regnante, Carlo Magno, il quale s'incorona da solo visto che Papa Leone III è sotto sorveglianza costante nella Roma del sultano Hārūn al-Rashīd. I Sassoni a questo punto tornano a essere pagani e attaccano nuovamente la Gallia, cercando di sottrarla al nuovo Imperatore, ma senza successo. Quest'ultimo si rende conto di aver bisogno di spazio vitale e quindi lancia un'offensiva nella direzione opposta, riuscendo da solo, a discapito di ogni previsione, a riconquistare la Spagna dai musulmani. La Reconquista è compiuta. Per quanto questi retrocedano verso l'Italia ciò desta qualche speranza nella nostra penisola occupata: la Bibbia latina raggiunge infatti Milano e si dimostra utile per convertirne la nicchia degli studiosi locali.

La complessità della situazione richiede soluzioni drastiche. Si decide di tentare di convertire i bulgari al cristianesimo ora che c'è il nemico islamico. Per intercedere presso di loro occorrono soldi: vengono dunque svuotate le casse del cristianesimo globale e vengono vendute le ossa dei santi Pietro e Paolo. Ciò non serve a nulla: i bulgari non ne vogliono sapere e fanno ammazzare i predicatori che avevano tentato di intercedere presso i loro leader...

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