BattleCON: Devastation of Indines, un picchiaduro da tavolo

Copertina di BattleCON: Devastation of Indines, gioco di carte di combattimento
Level 99 Games

Recensione di BattleCON: Devastation of Indines, un picchiaduro da tavolo dal combattimento deterministico e dai molteplici personaggi molto ben caratterizzati, che che ha avuto un gran successo con la campagna di Kickstarter.

Voto recensore:
8,9

È stato il mio primo Kickstarter. Avevo comprato il precedente BattleCON: War of Indines direttamente dalla casa editrice, la Level 99 Games, e ne ero rimasto rapito.

I materiali erano spartani e in un certo senso sacrificati alla piccola realtà editoriale, tuttavia il gioco trasudava la passione la tenacia di chi sa di aver fatto un ottimo prodotto e desidera farlo conoscere anche agli altri. BattleCON: Devastation of Indines amplia l'offerta e la supporta con una campagna Kickstarter di successo, che ha fornito numerosi add-on, acquistabili anche in seguito con la versione Extended del gioco.

Ambientazione

Nel fantastico mondo di Indines, anni dopo il primo capitolo della saga, nuovi combattenti sono pronti a sfidarsi ancora una volta sul ring. In questa sfida ispirata ai picchiaduro videoludici, i giocatori manovrano il loro guerriero in un duello di 15 round, alla fine del quale uscirà un solo vincitore.

Il Gioco

Per le meccaniche base del gioco, si rimanda alla recensione di BattleCON: War of Indines.

Qui illustriamo brevemente cosa c'è di diverso e soprattutto le aggiunte fornite.

Intanto si nota un miglioramento dei materiali in toto. Innanzitutto il disegnatore è lo stesso per tutto il gioco, mentre nel vecchio titolo gli stili si mescolavano un po' troppo, con alti e bassi evidenti. La grafica delle carte, essenziale ma efficace, è rimasta la stessa per favorire la compatibilità col vecchio gioco, mentre i segnalini sono finalmente di dimensioni umane, così come sono notevolmente più grandi gli stand dei personaggi e la plancia di gioco, che ora ha anche gli alloggiamenti per le carte. Ci sono 5 ruote per segnare punti ferita e round di gioco e una scatola molto grande che contiene tutto con facilità.

Ma soprattutto un grosso lavoro è stato fatto per le modalità di gioco. Sono presenti sia le vecchia modalità 2vs1, 2vs2 (sia contemporaneamente nell'arena che dandosi il cambio) e 3vs1, alle quali si aggiungono la 4vs1, le lotte contro i Boss (ben 4 con uno stile di gioco peculiare) e una sorta di “videogioco arcade” con diversi dungeon a livelli successivi in cui il nostro personaggio affronta vari avversari di diverso tipo fino al boss finale, potendo ogni volta equipaggiarsi con una svariata quantità di oggetti magici, pozioni e armi.

Inoltre è inclusa la mini-espansione Strikers che aggiunge nuove carte e opzioni per i duelli in coppia.

Considerazioni su BattleCON: Devastation of Indines

Anche qui, rimando alla recensione di BattleCON: War of Indines, per i pregi generali del gioco, rifiniti ed esaltati da questo nuovo grandioso capitolo.

Se già il vecchio War era un piccolo capolavoro, qui assistiamo alla definitiva consacrazione e affermazione di Devastation come il re dei picchiaduro da tavolo.

30 personaggi, tutti diversi, tutti particolari, tutti interessanti. Sono divisi in 5 fasce di difficoltà, per non spaventare i giocatori alle prime armi e per gratificare anche il più esigente hard-gamer. Ma non basta, sono idealmente raggruppati in 6 macro-stili di combattimento: Contrattacco, Distruttori, Pesi Massimi, Specialisti, Tattici, Tecnica. Insomma, ciascuno può trovare il suo personaggio ideale, oppure sperimentare costantemente qualcosa di nuovo. Se si pensa che, uniti ai 18 originali di War, arriviamo a ben 48 combattenti, non si può non ammirare l'impegno e la fervida fantasia dell'autore che è davvero stato in grado di creare peculiarità e particolarità per ciascuna sua creatura.

È stato parzialmente rivisto e semplificato il sistema di combattimento multi-giocatore, ora davvero fluido. Unendo i due titoli è possibile anche arrivare a combattere addirittura con 8 personaggi, dandosi via via il cambio, per dare un'idea delle potenzialità del gioco.

Ottima anche la versione in solitario, con un sapore vintage che ci riporta ai vecchi arcade a schemi sequenziali. Anche qui ci accompagna una enorme varietà di oggetti magici, armi, pozioni, equipaggiamenti e quant'altro, tutti forniti tramite carte.

Non mi è piaciuta molto, invece, l'aggiunta Strikers, che complica un gioco già ricco di opzioni senza dare profondità aggiuntiva in proporzione: l'ho accantonata quasi subito.

Difetti

Come detto per il predecessore, è un gioco che richiede un certo studio già per padroneggiare pochi personaggi, dedizione completa e religiosa per comprenderli tutti. Questo va tutto a vantaggio della longevità (pressoché infinita), ma potrebbe scoraggiare i neofiti. Fate conte che la prima cosa che si vede quando si toglie il coperchio è un grosso foglio con la scritta “DON'T PANIC”. In realtà è proprio vero: non bisogna farsi spaventare dall'estrema varietà e dalle possibilità che il gioco offre. La meccanica è talmente semplice e intuitiva che iniziare a giocare e divertirsi sarà immediato. Per perfezionarsi c'è tutto il tempo.

Con un'uscita così mastodontica, così tanti personaggi, alcuni nati come ricompensa del Kickstarter, non c'è da stupirsi che qualcuno sia venuto un po' più forte di altri. Alcuni sono decisamente più semplici da ottimizzare, altri devastanti in certe circostanze o magari la nemesi di un altro combattente. Del resto, nella scatola, sono fornite pure alcune carte sostitutive per il vecchio War of Indines, che pure era uscito con calma, testato e limato. Però qualcosa da correggere c'è sempre (un'abilità troppo forte, un personaggio troppo sopra le righe) e anche questa volta, qualche sbavatura c'è. Però, personalmente, non ho trovato nulla di realmente “rotto” e in così tanta varietà e possibilità, penso sia impossibile pretendere un bilanciamento millimetrico di tutti i combattenti. Certamente se giocate tra amici il problema non si pone, anche perché basta ricombattere scambiandosi i personaggi.

Conclusione

BattleCON: Devastation of Indines è un picchiaduro da tavolo che offre infinite possibilità, un combattimento assolutamente deterministico (dipende tutto solo dalle scelte vostre e dei vostri avversari), con una forte ambientazione e una caratterizzazione dei personaggi assolutamente superlativa. Se vi piace il genere non potere farvelo scappare.

Elementi di sintesi

  • Materiali: ottimi, dal primo all'ultimo.
  • Regolamento: ben spiegato con un tutorial e diversi esempi.
  • Scalabilità: ottima, da 1 a 5 giocatori. Dà comunque il meglio in due giocatori.
  • Incidenza aleatoria/strategica: nessuna incidenza della fortuna. Siete solo tu, il tuo avversario e le rispettive decisioni.
  • Durata: circa 30 minuti.
  • Dipendenza dalla lingua: alta, ogni carta ha del testo scritto, anche se molte sono parole chiave.
  • Consiglio/sconsiglio: consigliato a chi è attirato da genere a ambientazione. Sconsigliato a chi vuole qualcosa di molto immediato e si scoraggia facilmente di fronte a una pletora di opzioni.
Pro:

Riproduce molto bene la frenesia adrenalinica di un classico picchiaduro.

Un'enorme numero di combattenti tra cui scegliere, ognuno con un proprio stile di combattimento ben definito.

Ottima la meccanica della coppia di carte base+stile e il sistema deterministico degli scontri che aggiunge notevole profondità tattica al duello.

Nuove e diverse modalità di gioco, dal solitario ai combattimenti in coppia, al tutti contro un Boss.

Materiali finalmente all'altezza.

Contro:

Richiede un certo “studio” per essere padroneggiato e gustato al meglio.

Alcuni personaggi sono un po' troppo sopra le righe.

Puoi votare i giochi da tavolo iscrivendoti al sito e creando la tua classifica personale