Bios Megafauna

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Bios: Megafauna
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Ambientazione
Il gioco si potrebbe definire una "simulazione preistorica": i giocatori devono sviluppare da un archetipo di proto mammiferi o proto dinosauri, una o più specie in grado di adattarsi ai continui sconvolgimenti climatici e tellurici caratteristici del periodo Triassico e Giurassico. Questo adattamento avviene grazie all’acquisizione di nuovo dna e all’espansione nel territorio. Bios Megafauna è il seguito di “American Megafauna”, imponente gioco del 1997, dello stesso autore, Phil Eklund, ingegnere aerospaziale e tra i più eccentrici creatori di giochi da tavolo.

Il gioco
Materiali di gioco
Tabellone: la mappa è divisa in 26 zone chiamate habitat, ognuno dei quali composto da tre parti (slot), una centrale dove vengono piazzati i biomi (porzioni di biosfera, individuate e classificate in base al tipo di vegetazione) e riservata agli animali erbivori, una superiore, destinata ai carnivori, e una inferiore, destinata ai roditori. Sul tabellone sono presenti anche una zona dove si tiene traccia della taglia della singola specie, una indicante il dna di movimento e una zona riservata a indicare le “conquiste culturali”. Infine il tabellone ha due separate zone, una chiamata tarpit (pozza), in cui vengono riuniti i fossili (che rappresentano il bottino dei giocatori) e una rappresentante l’effetto serra.

Pedine animali: ci sono 32 pedine per ogni colore, 8 per ogni diversa forma (o specie.)
Tessere ereditarietà: 5 per ogni giocatore, utilizzate per indicare eventuali caratteri ereditari tra le diverse specie dello stesso giocatore.
Tessere bioma e immigranti: sono le tessere posizionate negli habitat sulla mappa; si dividono in due gruppi (epoche), mesozoico e cenozoico. In entrambe le epoche vi sono due tipi di tessere: le tessere bioma, che indicano il dna necessario per poter sopravvivere nell’habitat occupato; le tessere immigranti rappresentano animali, in competizione per la sopravvivenza nell’habitat occupato.
Carte specie: 16 carte, quattro per giocatore, ognuna indicante una delle specie in gioco; di queste ogni giocatore ha una carta indicata come archetipo, la specie di partenza.
Carte mutazione e genotipo: le carte presenti nel display e comprate dai giocatori per aumentare il proprio dna e introdurre nuove specie. Tutte le carte mutazione e genotipo hanno una sezione evento, che si attiva durante il gioco.
Dischi bianchi: indicano i geni a disposizione di ogni giocatore necessari per comprare le carte dl display.

Il regolamento
Il gioco presenta molte regole (sebbene tutte dettate dalla logica degli eventi), impossibili da sintetizzare. Cerchiamo qui di dare un’idea generale del gioco nei suoi elementi principali.
A ogni giocatore viene affidata la seguente dotazione: 32 pedine (8 per ognuna delle quattro specie di animali del proprio colore), una carta di partenza (placeholder) per ogni specie (tra cui un archetipo), una tessera bioma di partenza, 5 tessere ereditarietà, e 4 dischi bianchi rappresentanti i geni (solo 3 per il primo giocatore).

All’inizio della partita si dividono le tessere dell’epoca mesozoica da quelle dell’epoca cenozoica e si mescolano coperte in due gruppi separati; vengono quindi estratte 22 tessere dell’epoca mesozoica rappresentanti e posizionate nei diversi habitat, a formare così ogni volta una mappa di partenza diversa. Già durante questa prima fase è possibile che alcuni biomi vengano scartati e messi nel tarpit. Alla fine di questo piazzamento sono posizionate le tessere di partenza (una per giocatore) nei rispettivi habitat di partenza insieme al proprio segnalino.

Si mescolano tutte le carte mutazione e genotipo e da queste si creano 4 mazzetti da pesca ognuno rappresentante un periodo: triassico (tre volte il numero di giocatori), giurassico (5 carte), cretaceo (8 carte), terziario (7 carte) e un display di 5 carte scoperte, a disposizione dei giocatori.

A ogni turno il giocatore può fare una di queste quattro azioni:

1) Prendere una carta dal display: l’azione più comune nella partita. Le carte nel display sono ordinate in linea. Ogni carta ha un costo di un gene per ogni carta oltre la prima carta (che è sempre gratis). Il giocatore deve posizionare un gene su ogni carta non scelta in ordine, per poter prendere la carta selezionata. Le carte presenti nel display sono di due tipi: carte mutazione, che rappresentano un dna che viene aggiunto all’animale su cui viene giocata, e carte genotipo, che permettono di rimpiazzare un proprio animale sul tabellone con uno di una nuova specie; in alternativa posso le carte genotipo posso essere messe come bottino nel tarpit. Una volta giocata la carta, ne viene pescata un’altra da uno dei mazzi coperti (partendo dal Triassico) e, prima di piazzarla nel display in ultima posizione, si attiva la sezione evento. Ci sono tre tipi di eventi: a) posizionamento di due nuove tessere bioma; b) catastrofe; c) variazione di Milankovich. Tutti e tre gli eventi portano a una modificazione del territorio, con conseguenze, spesso disastrose, per le specie animali che vi abitano.

2) Modificare la taglia della propria specie: con questa azione si sposta l’animale posizionato nella zona “taglia” del tabellone, diminuendone o aumentandone la taglia di una posizione. La taglia influisce sul movimento e sulle capacità “carnivore” degli animali.

3) Acculturare la propria specie: se in possesso dei giusti requisiti del dna, si posiziona un animale in una delle quattro zone cultura. Ogni zona fornisce dei bonus durante il gioco.

4) Espandere un animale: con questa azione è possibile mettere in gioco un altro animale di una specie già presente sul tabellone, oppure mettere sul tabellone l’animale di una nuova specie. Si sceglie un animale genitore, presente sul tabellone: il nuovo animale (figlio) può essere posizionato sul tabellone nel raggio di migrazione, determinato dal dna di movimento e dalla taglia dell’animale stesso. È bene notare che ogni animale è considerato erbivoro se si trova nella parte centrale dell’habitat, invece è carnivoro o roditore se viene a trovarsi, grazie al movimento effettuato in questa fase, rispettivamente nella zona superiore o inferiore dell’habitat.

Dopo aver effettuato una delle quattro azioni si controlla la situazione degli animali in gioco. Ogni animale erbivoro o roditore deve a fine turno avere i requisiti specifici del dna per poter sopravvivere in un determinato habitat. Ogni animale carnivoro deve avere all’interno dello stesso habitat un animale erbivoro che abbia una taglia non inferiore o superiore a un’unità rispetto alla preda. Infine, in tutte le zone di un habitat con più di un animale (avversario o immigrante) nel medesimo slot, viene fatto un confronto, per capire chi sopravvive, basato sulla dentatura e su altri fattori specifici.

Alla fine di ogni periodo (ovvero quando viene pescata l’ultima carta di un singolo mazzetto) si conteggiano gli animali presenti sulla mappa e nelle zone cultura. Il giocatore che ha la popolazione più alta (più animali) prende metà del bottino nel tarpit e così via coi restanti giocatori. I pari meriti vengono prima col numero di geni, e poi con la dentatura.

Durante la partita, dopo che si sono verificati due eventi catastrofe, si passa dal Mesozoico al Cenozoico, e quindi si cominciano a usare le tessere del cenozoico.

C’è la possibilità che un giocatore perda tutte le sue pedine. In questo caso il giocatore non viene eliminato dal gioco, ma “risorge” come giocatore Lazzaro, con delle determinate caratteristiche.

La partita può terminare nel turno in cui a) si pesca l’ultima carta del mazzetto del periodo terziario; b) si pesca l’ultima tessera di uno dei due periodi; c) il livello dell’effetto serra raggiunge uno dei due livelli estremi (Snowball Earth o Hothouse Earth.).

Considerazioni
Bios Megafauna parte da un presupposto opposto a quello della maggior parte dei giochi da tavolo: non si tratta di un gioco su cui poi è stata impiantata un’ambientazione, sono invece le regole a seguire l’ambientazione. Il background scientifico è curato nei minimi dettagli, e la precisione nei dettagli è confermata dalle bellissime tessere, con tanto di disegno e nome scientifico di ogni bioma. Inoltre il manuale provvede alla spiegazione di molti aspetti scientifici affrontati nel gioco (dal ciclo di Milankovich all’effetto serra).

Un regolamento aggiornato, con correzioni e miglioramenti, si può scaricare gratuitamente sul sito della Sierra Madre Games. Alcune di queste correzioni (come l’uso di un secondo display da cui prendere le carte) migliorano e arricchiscono il gioco, che nella versione base presenta qualche difetto e imprecisione.

Conclusioni
Bios Megafauna è un gioco assolutamente originale, e profondo, senza essere tuttavia cervellotico. La maggior parte delle regole sono logiche e naturali, rendendo così la partita fluida e l’esperienza di gioco molto divertente. Sebbene la lettura del regolamento non sia semplice né chiara come ci hanno ormai abituato i giochi “tedeschi”, lo svolgimento della partita è piuttosto semplice, pur tuttavia i fattori cui fare attenzione sono diversi. Non è raro che un giocatore si “estingua” per poi “risorgere”, soprattutto nelle prime partite. Già questa sfida è affascinante. Inoltre il gioco prevede anche una soluzione in solitario, tutt’altro che disprezzabile.
Se siete appassionati di dinosauri o “no humans situations”, allora questo gioco non può mancare alla vostra collezione; se non lo siete, potrebbe essere lo stesso un’esperienza di gioco nuova e divertente.

Elementi di sintesi
Materiali
Ottimi. Il tabellone, pur forse un po’ piccolo, è di ottima qualità e resistente. Le pedine sono di otto tipologie differenti, della giusta dimensione e ben fatti. Ma il vero fascino è nelle tessere ognuna con tanto di nome scientifico e accurata illustrazione del bioma.

Incidenza aleatoria/strategica
La pesca delle tessere biome/immigranti fa sì che le partite siano sempre diverse, senza però far incidere eccessivamente il fattore aleatorio. Invece le carte presenti nel display e i relativi eventi, possono condizionare le partite in maniera decisiva; per tal motivo è fortemente consigliabile scaricare le regole aggiornate, che prevedono l’uso di un secondo display, rendendo la partita più strategica e diminuendo il fattore aleatorio.

Scalabilità
Il numero migliore è 3-4 giocatori, ma si gioca bene anche in due, sebbene, paradossalmente, sia più difficile spesso sopravvivere, per mancanza di cibo.

Dipendenza linguistica
Nessuna.

Pro:
Originalità sia nelle meccaniche che nell’ambientazione.
Un livello di simulazione molto accurato unito a una meccanica di gioco tutto sommato semplice.
Durata non eccessiva.
Ottimi materiali.
Buona scalabilità.
Contro:
Necessità di conoscere bene carte e tessere per impostare una strategia efficace.
Possibile eccessiva incidenza del fattore casuale.
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