Tuchulcha

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Tuchulcha
Voto recensore:
5,7
Prendete il Pachisi (noto anche come “Non t’arrabbiare”) mescolatelo alle regole del Backgammon ed aggiungeteci l’estro di un redivivo Marco Donadoni ed ecco a voi Tuchulcha.
Siamo ai tempi degli Etruschi, alle soglie della fondazione di Roma, e gli aruspici compiono un cammino di purificazione per ingraziarsi gli dei, l’ombra del dio malefico Tuchulcha è in agguato, ma Lasa Vecuvia sua acerrima nemica veglia su tutto.
Ambientazione insolita per questo prodotto davinciano che segna il ritorno di un grande profeta del gioco italico, che nasconde un semplice gioco di percorso con un paio di intuizioni originali.

Il materiale si compone di un tabellone double-face per il gioco a 3 o a 2/4 giocatori dove sono rappresentati i templi (3 o 4) delle divinità etrusche con al centro Velthumena, la meta degli aruspici. Un sentiero rappresentato da pietre/caselle unisce i vari templi, ai bordi del tabellone troviamo il santuario di Tuchulcha attorniato dalla sua foresta e, nel tabellone per 4 giocatori, anche quello di Lasa Vecuvia.
La grafica è azzeccata e piacevole ed i materiali rispecchiano i migliori standard tedeschi.

Scopo del gioco è portare quanti più aruspici possibile del proprio colore in Velthumena facendogli percorrere il sentiero, fino ad arrivare alla casella che permette l’ingresso a Velthumena stessa, che per il gioco a 2-4 giocatori corrisponde a 3/4 del percorso mentre, nel lato per 3 giocatori, è un giro completo del tabellone.
Gli aruspici si muovono tirando due dadi ed eseguendo la mossa singolarmente per ogni dado proprio come nel Backgammon e come nel Backgammon si possono “catturare” (in questo caso eliminare) le pedine avversarie occupandone la stessa casella. Però per fare ciò è necessario portare un numero di pedine almeno pari a quelle che occupano già la casella, con la particolarità che alcune caselle danno dei vantaggi a chi le occupa: le "pietre mistiche" triplicano il valore degli aruspici presenti, mentre quelle "rituali" lo raddoppiano. Ci sono poi, poste agli angoli del percorso delle caselle trappola, i "varchi", che eliminano la pedina che vi termina sopra. Le pedine eliminate vengono posizionate nella foresta e non fanno più parte del gioco.

Fin qui niente di speciale, si tratta di combinare al meglio dei tiri di dado cercando di non disperdere le proprie pedine, ma di raggrupparle il più possibile per rafforzarle, cercando di eliminare invece quelle degli avversari. Ma ecco che entra in scena il tocco originale di questo gioco: al verificarsi di particolari condizioni, un giocatore può decidere di votarsi a Tuchulcha cambiando la propria condizione di vittoria: per vincere dovrà eliminare tutte le pedine ancora in gioco. Votarsi a Tuchulcha dà dei vantaggi, che riguardano l’invulnerabilità delle proprie pedine, ed alcune eccezioni alle regole base come il fatto di giocare tirando 4 dadi ed usandone 3, invece di tirarne 2, ma espone il giocatore ad una rapida eliminazione dal gioco in quanto verrà sconfitto se uno degli altri giocatori riuscirà a portare almeno un aruspice in Velthumena.

Per contrastare Tuchulcha, un altro giocatore può decidere di votarsi a Lasa Vecuvia. Questo comporta nuove condizioni di vittoria che consistono nel sigillare i varchi del percorso occupandoli con i propri aruspici e ponendo sulla rispettiva casella un dischetto sigillo: se chiuderà tutti i varchi del percorso avrà vinto, mentre verrà estromesso dal gioco se Tuchulcha riuscirà ad eliminargli abbastanza aruspici da non consentirgli la chiusura di tutti i varchi.

In sostanza, una volta capite le regole di Tuchulcha e Lasa Vecuvia, il gioco risulta semplice da giocare e di facile apprendimento.
Però nel corso di una partita si ha sempre l’impressione di giocare a qualcosa di già visto e le trovate di Tuchulcha e Lasa Vecuvia, se da un lato aggiungono un tocco di originalità alle meccaniche e permettono a tutti di poter vincere anche se in palese svantaggio, spesso non trovano una applicazione conveniente durante lo svolgersi della partita, rimanendo una bella trovata, ma poco applicabile.
La sensazione quindi è di giocare ad un gioco “monco” in cui si è consapevoli che ci sono delle potenzialità interessanti, ma d’altro canto non si vede l’utilità o l’opportunità di effettuare queste scelte. Votarsi a Tuchulcha è, a mio avviso, molto rischioso in quanto è difficile riuscire a controllare la situazione e basta un tiro fortunato di un avversario per far svanire i nostri intenti, mentre la sua controparte, Lasa Vecuvia, sembra avere più possibilità di vittoria, ma ancor meno possibilità di entrare in gioco in quanto può intervenire solo se Tuchulcha è presente.

Il rischio è quello di giocare diverse partite senza utilizzare le opzioni di Tuchulcha e Lasa Vecuvia rendendo il gioco un po’ noioso e senza mordente oppure di optare per uno dei due solo per curiosità precludendo le proprie possibilità di vittoria.
Un vero peccato perché l’idea sembra buona e porta un ventata di novità in meccanismi oramai consolidati.

Concludendo: il giocatore esperto lo troverà un po’ troppo banale e scarterà spesso l’idea di cambiare ruolo ritenendolo poco conveniente o troppo rischioso, mentre tra giocatori non abituali il divertimento potrà essere maggiore e l’originalità più apprezzata, ma la cosa non ci stupisce considerando il target a cui punta la daVinci.
Rimane comunque un buon titolo “riempitivo” vista la durata non eccessiva e la facilità di apprendimento e adatto ad un pubblico non molto esigente.
Pro:
La possibilità di cambiare ruolo e condizioni di vittoria permette anche ai giocatori in palese svantaggio di tentare il colpaccio.
Facile e veloce da imparare e giocare.
Regolamento ben fatto con parecchi esempi.
Contro:
Cambiare ruolo non è sempre oggettivamente conveniente, nemmeno in situazioni disperate, e senza cambio di ruolo è un gioco fiacco e noioso. Se alla prima partita non entra in gioco Tuchulcha rischiate di riporlo sullo scaffale e di non giocarlo più.
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