A&P Chronicles 2002-2003 (IV, 10)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 22 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 10: La minaccia sventata

Seduta del 12/02/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 22 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 10: La minaccia sventata

Seduta del 12/02/2003

La minaccia sventata

non era ancora finita, lo sapevo. Il misterioso mago che ci aveva scagliato addosso la furia degli elementi si era reso ancora invisibile dopo essere stato colpito da me e Thorin, ed ora era in agguato, attendendo l'occasione giusta per colpirci ancora una volta. Recuperata la lucidità mi portai in fretta davanti all'imbocco del corridoio ancora inesplorato, che si perdeva nell'oscurità davanti a me. Pareva vuoto. Così parve anche ad Aska Bork che fu rapido ad affiancarmi, scrutando il buio con i suoi occhi di nano. 

Nella stanza ancora pervasa dal nauseabondo odore delle creature che ora giacevano morte a terra, Warnom e Thorin si davano da fare per curare Adesir e recuperare lo stordito Frostwind, che si aggirava senza meta balbettando qualcosa di incomprensibile. Il vescovo di Morgrim si era affrettato a tornare indietro per avvisare il Reggente di quanto accadeva a sua insaputa all'interno delle aule di
Aktaarbork.

- Presto, sta fuggendo, dobbiamo inseguirlo in questo corridoio! - incitai i miei compagni, nervoso. Il fatto che dopo alcuni istanti non fosse giunto un nuovo attacco significava per me una cosa sola: il mago era stato ferito, o aveva esaurito il suo potere, ed ora stava cercando di guadagnare la fuga.

Concedemmo a Warnom il breve tempo necessario per invocare su di noi la grazia del suo dio, Adesir creò magicamente una luce che si emanava dalla sua testa consentendoci di vedere dove avremmo posato i piedi, quindi ci affrettammo in avanti, lasciando condurre l'esplorazione ai due nani, in modo che io e la ragazza potessimo eventualmente combattere al di sopra delle loro teste, anche dalla seconda fila. Il nostro prete chiudeva la colonna, conducendo Frostwind per una manica.

Il tunnel si rivelò assai più lungo del previsto, andando dapprima verso l'alto, serpeggiando attorno agli strati più duri della roccia che evidentemente erano stati appositamente evitati dai misteriosi scavatori. Di tanto in tanto Thorin e Aska commentavano, a volte in nanico ed altre volte in Auldim, rivelandoci che anche quello scavo non doveva essere un'opera dei nani, e certamente aveva richiesto anni di duro lavoro. Era incredibile che qualcuno avesse potuto realizzare un simile complesso all'interno di Bar-Arghaal senza che il Reggente e gli altri ne sapessero nulla!

Dopo aver percorso alcune centinaia di passi in salita, a tratti anche molto ripida, il passaggio iniziò a declinare, dapprima dolcemente, poi sempre più deciso, verso il basso, fino a richiedere da parte nostra molta attenzione per non rischiare di scivolare rovinosamente. Cosa che puntualmente accadde.

All'improvviso, Frostwind scivolò alle mie spalle, poggiando pesantemente su di me per riguadagnare l'equilibrio. Fu sufficiente a sbilanciarmi. Uno stivale sdrucciolò sul brecciolino perdendo la presa, facendomi cadere addosso ad Aska Bork. Il nano inizialmente sostenne il mio peso, ma subito fummo nuovamente urtati ancora da Frostwind, il quale evidentemente non era riuscito a mantenere il precario equilibrio sul pendio. Prima ancora di poter gridare, tutti e tre rotolavamo inesorabilmente in discesa, urtandoci a vicenda e colpendo le pareti, con gran clangore di armi e armature che cozzavano proteggendoci dagli urti più duri.

quando la caduta si arrestò, di colpo, ci trovammo invischiati in una sostanza filamentosa e lievemente appiccicosa simile ad una ragnatela.Un'imprecazione in nanico alle mie spalle mi confermò che Aska Bork era ancora cosciente, mentre già mi accingevo a strappare i fili che mi trattenevano.

Non ci volle molto perché mi liberassi, e pensando ad una trappola riafferrai la mia arma facendo alcuni passi in avanti per proteggere i compagni ancora invischiati da un eventuale attacco. Gli altri li avrebbero aiutati ad uscirne.

- Aiutami, ti prego, nobile guerriero... - una voce mi sussurrò dall'ombra di fronte a me. Non potevo vedere nessuno, eppure sapevo che si rivolgeva a me, e il tono mi parve tranquillo e suadente.

- Alcuni dei tuoi compagni mi vogliono uccidere - diceva la voce, continuando con il suo cantilenare mellifluo che trovavo decisamente convincente. - Ma io non ho fatto nulla contro di voi, voglio solo andarmene, te ne prego. Non devi far loro nulla di male, non ce l'ho con voi, però convincili a lasciar perdere, fammi guadagnare tempo così che possa fuggire illeso, ti prego!

Era chiaro che, chiunque fosse, non avesse nulla a che vedere con l'uomo che cercavamo. Una voce simile non poteva appartenere a nessuno che fosse animato da cattive intenzioni nei nostri confronti, anzi, si trattava certo di un amico che voleva evitare un inutile ulteriore spargimento di sangue. Non era lui il nostro obiettivo...

Solo molto tempo dopo, quando parlai della cosa con Frostwind, avrei capito che il mago si era fatto beffe di me, lanciandomi un incantesimo che mi aveva costretto a ritenerlo inoffensivo ed amichevole. Sul momento mi parve del tutto normale agire come feci, ma ancora oggi rimpiango di non averlo ucciso con le mie mani.

- E' inutile questo inseguimento - dissi, voltandomi verso gli altri che si avvicinavano. Alcuni sguardi stupiti si posarono su di me.

- Il corridoio è troppo lungo, non abbiamo tempo e lui ha troppo vantaggio - continuai, sforzandomi di apparire credibile, - dobbiamo riferire al Reggente, e magari in questo momento è in pericolo!

Aska Bork si allarmò immediatamente alle mie parole, e fece per tornare indietro. Solo Thorin ed Adesir non sembravano affatto convinti e si fecero più vicini.

- Non ti capisco, Corvo - diceva il nano, scuotendo la testa. - Prima insisti per lanciarci all'inseguimento senza perdere tempo e ora vuoi tornare indietro?

- Abbiamo troppo poco tempo prima che ci taglino la testa, e non possiamo sprecarlo, Thorin! - risposi, gesticolando. - Abbiamo i cadaveri degli ogre, la testimonianza del vescovo e di Aska Bork e questo luogo di cui nessuno sapeva nulla, sono prove sufficienti per andare dal Reggente senza perdere tempo!

Tuttavia, né il testardo nano né Adesir sembravano più convinti di prima. Allungando lo sguardo alle mie spalle, Thorin sgranò gli occhi e mi superò rapidamente, chinandosi a terra per esaminare qualcosa. Ci avvicinammo.

- Sangue fresco! - esclamò saggiando la macchia a terra con un dito. - E' ferito e non può avere tanto vantaggio se perde tanto sangue... Andiamo, presto!

Iniziò a correre, e mi gettai al suo fianco. Non ero riuscito ad aiutare la voce amica, le avevo concesso troppo poco tempo, così finsi di inciampare e caddi a terra tentando di ostacolare la corsa di Thorin. Uno dei suoi pesanti scarponi chiodati mi colpì in pieno volto ed il nano volò a terra imprecando, ma si rialzò quasi immediatamente per riprendere la corsa. Ora non avevo altra possibilità che seguirlo.

dopo un lungo tratto, iniziammo a scorgere una luce, probabilmente un'apertura che conduceva all'esterno. Quando la raggiungemmo, Thorin vi si precipitò dentro senza rallentare, ed io lo seguii all'interno della fitta vegetazione che si trovava dall'altro lato. Davanti a noi, poco più avanti, le frasche si richiudevano in quel momento, come se qualcuno vi fosse appena passato attraverso, a pochi passi davanti a noi. 

- Sarà un animale - cercai di suggerire al nano, tentando di concedere ancora un po' di tempo alla voce amichevole che probabilmente avevamo quasi raggiunto.

Vi fu un sibilo nell'aria, e subito la vegetazione e tutta la zona vennero invase ancora una volta da quei filamenti appiccicosi che mi ricordavano una ragnatela. Fortunatamente non ne fui avvolto e rapidamente uscii all'aperto, trovandomi in una radura illuminata dalla rossastra luce del tramonto. Davanti a me, tre uomini erano rivolti nella nostra direzione, vicino alle loro cavalcature.

Dimenticai la voce non appena mi resi conto che si trattava di themaniti. Uno doveva essere il mago che avevamo inseguito, visibilmente affannato e ferito, con le mani già tese verso di noi nell'atto di gesticolare un'altra delle sue stregonerie. Gli altri due, calvi e con armature leggere, avevano un tatuaggio che nascondeva quasi metà del viso, e riconobbi in loro gli appartenenti a quei letali e rapidissimi monaci di Themanis che già una volta avevamo incontrato.

Afferrata la lama a due mani, mi gettai in avanti tentando una capriola per schivare la magia che sapevo prossima, ma fu un movimento goffo che mi portò troppo vicino ad uno degli avversari perché potessi colpire per primo. Fortunatamente, evitai il primo colpo, ma scoordinato e sbilanciato mancai il bersaglio a mia volta. Alle mie spalle, un nuovo sibilo annunciò che il mago aveva scagliato la sua magia sui miei amici. Ora dovevo affrontarli tutti da solo, se gli altri erano stati avvinghiati dalla ragnatela.

Ci scambiammo numerosi colpi, fintando ed affondando. Poi furono in due, con i loro movimenti rapidissimi e fulminei. Colpivano con le mani, che indossavano una sorta di tirapugni di metallo. Ogni colpo che ricevevo sembrava una mazzata, e ben presto mi trovai a corto di fiato e dolorante in più punti. Fortunatamente, Thorin comparve ad un tratto al mio fianco, impegnando uno dei due monaci. Riuscii allora a concentrarmi su un solo avversario, portando un fendente micidiale che lo tagliò quasi in due all'altezza della vita. Quasi allo stesso tempo, Thorin aveva la meglio sull'altro
themanita.

- Presto, inseguiamo il mago! - gridai, avendo notato che durante lo scontro con i monaci, il mago era riuscito a salire a cavallo e darsi alla fuga. Adesir fu la prima a raccogliere la mia incitazione e si precipitò in sella ad uno dei due cavalli, mentre io agguantavo le briglie dell'altro, traballante per lo stordimento che mi avevano provocato i pugni ricevuti. Ma per quanto sia io che la ragazza fossimo abilissimi cavalieri, non vi fu modo di governare quei cavalli bizzosi, che sembravano non volerne sapere di rispondere ai nostri comandi.

Frustrato, smontai di sella e mi sedetti a terra, tenendo la testa fra le mani per farla smettere di girare. Intanto, grazie ad un qualche sortilegio di Frostwind, gli altri erano riusciti a trovare un modo per inseguire il mago e si lanciarono alle sue spalle, mentre io preferii restare nella radura, in compagnia di Aska
Bork.

Mi ci volle un po' per riprendermi dalla stanchezza e dallo stordimento, mentre Aska si ccupava di esaminare i corpi, senza tuttavia trarne nulla di utile per la nostra causa. Quando la testa smise di girare come fossi ubriaco, finalmente mi alzai in piedi e considerai la situazione.

- Qualunque sia l'esito dell'inseguimento - dissi al nano, - direi di non perdere tempo. Raccogliamo i cadaveri e iniziamo a trasportarli dentro, dobbiamo farli vedere al Reggente. Gli altri sapranno dove venirci a cercare.

Lentamente ci avviammo, trascinando un corpo ciascuno. Uscimmo dalla radura e tornammo nel tunnel, affrontando la faticosa salita con il peso delle prove che conducevamo con noi. Di tanto in tanto, scambiavamo qualche parola, ipotizzando congetture e conclusioni su ciò che ormai era evidente: i themaniti erano più vicini a Bar-Arghaal di quanto i nani avessero mai pensato possibile. 

non ci volle molto perché gli altri ci raggiungessero, dato che procedevamo assai lentamente. Udimmo le loro voci che ci chiamavano nel lungo corridoio, echeggiando nel sinistro ambiente, e ci fermammo per aspettarli. Anche loro recavano un corpo. Avevano trovato il mago.

Ebbi un'accesa discussione con Thorin, il quale non aveva gradito la mia decisione di restare indietro e separarmi dal gruppo per iniziare a portare i cadaveri dal Reggente, ma a nulla valsero le mie spiegazioni. Del resto, non cercai di dilungarmi più di tanto, ero ancora stanco e un litigio con il nano sarebbe stato duro da sostenere in quel momento, dato che sapevo già di non potergli cambiare le idee che si era messo in testa.

Preferii riprendere la marcia, facendomi raccontare cosa fosse accaduto. In breve, avevano raggiunto il mago e Frostwind lo aveva quasi incenerito scagliandogli contro un globo infuocato, a causa del quale il malcapitato era precipitato in un burrone assai profondo. Era stato grazie alla magia di Adesir, questa volta, che avevano potuto recuperarne il corpo. La ragazza era riuscita a scendere nel precipizio saltellando come priva di peso, risalendone con il cadavere allo stesso modo. Sembrava proprio che ormai la magia fosse una realtà assai diffusa nel nostro gruppo.

Ora avevamo numerose prove da portare al Reggente, e già pregustavo il momento in cui ci avrebbe dovuto porgere le sue scuse per il comportamento ingiustificatamente sospettoso ed ostile che aveva avuto nei nostri confronti. Restava però un dubbio che potevamo risolvere prima di dichiararci del tutto soddisfatti.

- Non credete che questi themaniti dovessero avere un luogo dove riposare e alloggiare? - chiese ad un tratto Frostwind, instillandoci il dubbio. La domanda era assai sensata, dato che fino a quel momento avevamo trovato solo una sala ed il corridoio verso l'esterno.

- Potrebbe esserci un ingresso segreto da qualche parte... - accennò Thorin, considerando l'idea. Convinti della bontà di quella ipotesi, tornammo indietro per alcuni passi ed iniziammo un'accurata perlustrazione delle pareti, alla ricerca di un indizio.

- Ehi, venite qua! - ci chiamò ad un tratto Adesir, che era rimasta alcuni passi indietro, ad esaminare una parte del corridoio che a tutti era parsa del tutto normale. Abilmente celata nelle irregolarità del muro ed assolutamente invisibile ad un occhio non allenato, le mani di Adesir mostrarono una fessura che rivelava ciò che stavamo cercando. 

Ad un esame più approfondito, Adesir trovò il meccanismo di apertura, azionato dalla pressione esercitata su due pietre, anch'esse dall'aspetto del tutto normale a prima vista. Sembrava tuttavia che vi fosse un secondo meccanismo collegato a quello di apertura, probabilmente una trappola. Ci allontanammo di alcuni passi mentre l'abile ragazza tentava di disinnescare la minaccia, mentre solo Thorin le rimase a fianco per proteggerla da ogni eventualità.

Improvvisamente la trappola scattò. Uno rumore metallico ci fece trattenere il fiato, seguito per un brevissimo istante dal rumore di qualcosa che scorreva nella parete, troppo breve per reagire. Thorin fece appena in tempo ad alzare gli occhi verso l'alto e Adesir prontamente si accucciò a terra, sperando che il nano la proteggesse levando il suo scudo di metallo. Ma non fece in tempo. 

Furono investiti da un lastrone di pietra che si staccò dal soffitto, sbriciolandosi in una miriade di frammenti che levarono un denso polverone impedendoci di vedervi attraverso. Corsi in avanti per soccorrere i miei compagni, trovando Thorin ancora in piedi, barcollante, coperto di calcinacci ed ammaccature. Adesir era rimasta sepolta dalle macerie.

Aiutandoci l'un l'altro, rimuovemmo rapidamente i pietroni che ricoprivano la ragazza, estraendola dalla zona del crollo, quindi Warnom le prestò le prime cure, facendole riaprire gli occhi. Fortunatamente, sembrava stesse bene e in grado di riprendersi rapidamente.

- Ora ci toccherà liberare l'ingresso dalle pietre! - sbuffava Thorin, poco distante.

ci mettemmo al lavoro per liberare l'ingresso, intenzionati a scoprire quali altri misteri si celassero in quel luogo sconosciuto. Nel frattempo, Frostwind si era trasformato in quel modo evanescente ed incorporeo che già altre volte avevamo visto, passando attraverso le macerie per controllare se dall'altro lato vi fossero ulteriori trappole.

- Non vi sono altri pericoli - ci rassicurò al ritorno, quando ormai stavamo completando la rimozione delle pietre. - Al di là di questo ingresso ho visto alcune stanze con dei letti, una dispensa e un corridoio che prosegue ma che non ho esplorato.

Quelle informazioni erano sufficienti per invitarci ad entrare, qualora ve ne fosse stato bisogno. Scavalcando gli ultimi cumuli di calcinacci, entrammo all'interno, e ci trovammo in una zona che aveva tutta l'aria di essere il quartier generale di quei themaniti all'interno di Aktaarbork. Sebbene fosse ugualmente molto alto, il corridoio era decisamente più stretto di quello principale da cui avevamo deviato, e ai suoi lati si aprivano alcune porte.

Come ci aveva anticipato Frostwind, una delle stanze appariva essere una sorta di refettorio, con tavolo, sedie ed una dispensa fornita di cibi facilmente conservabili per lungo tempo, come gallette, carne secca, pesce salato e altro ancora. Un'altra stanza si rivelò essere una specie di camerata, nella quale si trovavano sei letti, due dei quali apparivano disfatti, anche se non fu possibile capire da quanto tempo fossero stati usati.

Ma la nostra attenzione era attratta dal fondo del corridoio, dal quale proveniva un forte eco che rispondeva ai nostri passi, lasciando presumere l'esistenza di un ambiente ben più grande di quelli incontrati fino a quel momento. Ed infatti, dopo alcune decine di passi, ci trovammo ad entrare in una gigantesca caverna sotterranea. Ciò che vedemmo ci fece restare alcuni istanti a bocca aperta, stupiti per la sorpresa. Solo Aska Bork mormorò qualcosa che non compresi, ma che aveva tutta l'aria di essere una maledizione.

L'ambiente era asciutto e ampio, la volta irregolare era così alta che a difficoltà la luce di Adesir ci permetteva di percepirne la sagoma. Da un lato della caverna erano state allineate numerose assi di legno a formare una sorta di impiancito sul quale erano stati deposti numerosi sacchi a pelo di dimensione umana, forse centinaia. Di fronte, dall'altro lato della grotta, una fila di rastrelliere vuote sembravano in attesa di ospitare centinaia di armi che ancora non erano state portate da chissà quale luogo. Al centro, una specie di recinto era stato approntato, evidentemente per ospitare un gran numero di cavalcature.

- E voi vi credevate al sicuro, chiusi dentro Bar-Arghaal! - non riuscii a trattenere il commento, che Aska Bork raccolse senza replicare.

- Themanis si sta preparando da lungo tempo a invadere il regno dei nani, senza che loro si accorgessero di nulla... - commentò Frostwind, a rincarare la dose nei confronti dell'ormai sconsolato nano.

- E guardate qui cosa c'è! - gridò Warnom che intanto si era allontanato per perlustrare meglio la caverna. Era fermo davanti a quella che era sembrata una crepa della roccia, ma che era in realtà l'imbocco di un cunicolo assai più angusto dei precedenti. Sembrava portare verso una caverna secondaria, che tuttavia non era possibile scorgere a causa del buio. Ci avvicinammo, osservando attentamente, chiedendoci cos'altro potessimo scoprire in quel luogo. Istintivamente, provai una forte repulsione verso quel luogo, qualcosa di disgustoso e ripugnante mi tratteneva anche solo dall'avvicinarmi alla caverna, mentre già Warnom e Frostwind tentavano di entrarvi prima che potessi avvisarli. 

Vi fu un urlo. Ad un tratto il prete ricadde all'indietro, come morto. Lo sostenni appena in tempo, evitando che cadesse a terra, ma vidi che era privo di sensi. In quel momento, anche Frostwind era tornato indietro, pallidissimo e stravolto. Aveva gli occhi completamente neri e sulla sua guancia spiccava un tatuaggio che non aveva mai avuto prima, simile a quello dei monaci themaniti, rappresentante un drago nero dalle ali spiegate.

- Guardati, Gawain! - esclamò in quel momento Adesir, indicando verso di me. La spada sembrava emanare un'alone di buio innaturale, che nascondeva parte del mio corpo. Sebbene io potessi comunque vedere il mio braccio che la impugnava, sembrava che gli altri non vi riuscissero e vedessero solo la nube di oscurità che la lama inspiegabilmente generava attorno a sé.

udimmo dei rumori farsi sempre più vicini, quindi delle voci confuse ed infine dei passi che ci annunciarono l'arrivo del Reggente. Il vescovo di Morgrim ce l'aveva fatta, finalmente! Giunsero in pompa magna, con Thorgrim scortato da una quindicina dei suoi veterani di scorta, e accompagnato da alcuni membri del Consiglio degli Anziani e da altri esponenti della gilda dei mercanti di Aska Bork. Alcuni dei guerrieri trainavano una sorta di barella sulla quale era adagiato un corpo.

Il vescovo ci raggiunse per primo, raccontandoci che lo stesso Galdim era stato trovato morto nei suoi alloggi, sebbene le cause della sua morte sembrassero naturali. Suo era il corpo trasportato nella barella. Non ci mise molto a notare gli occhi di Frostwind e lo strano comportamento della mia spada, deducendone che una grande forza malvagia fosse all'opera su di noi. Appena giunse il Reggente, ebbe cura di spiegargli la situazione, rivolgendosi tuttavia in nanico, così che solo Thorin poté comprendere cosa si dissero.Tentai a mia volta di raccontare l'accaduto, sottolineando come i fatti dimostrassero la nostra estraneità agli eventi delittuosi che si ervano verificati, ma con nuova indignazione constatai che Thorgrim sembrava
ingnorarmi.

- In questa sede io proclamo - iniziò quindi a parlare il Reggente, esprimendosi nel suo Auldim alquanto approssimativo, - che questi umani sono da ritenersi innocenti delle accuse riguardanti il delitto di Dagor, e con la sola eccezione riguardante il mago
Frostwind...

Non prestai attenzione a ciò che disse dopo. L'indignazione precedente si sommò all'ira che provai nel dedurre che aveva ancora dubbi su uno di noi, così mi infuriai intervenendo in difesa del mio compagno. Vi fu una breve ma accesa discussione, alla quale fu posto termine solo quando il Reggente decise di esprimersi in nanico facendo tradurre a Thorim il significato delle sue parole che evidentemente avevo travisato.

Ed in effetti, ciò che aveva inteso dire era che, se lo avessimo desiderato, avrebbero indagato con noi sulle cause che avevano portato una modifica ai segni di Themanis che Frostwind recava sul corpo. Avevo interpretato come un ulteriore sospetto quello che era in realtà un'offerta di collaborazione! Non mi rimase che scusarmi con il Reggente, e chiesi a Thorin di rivolgersi in nanico per porgere le mie scuse.

- Ora che gli spiriti si sono acquietati - proseguì quindi Thorgrim, sollevato per la conclusione delle discussioni - proclamo che il verdetto sarà ufficializzato domani sera, nel corso del banchetto che si terrà a BAr-Arghaal nella sala di Felgrim. Con l'occasione, sarà anche ufficializzata la posizione dei nani di Bar-Arghaal rispetto agli eventi del mondo esterno, e porgerò pubblicamente le nostre scuse per le accuse che si sono rivelate infondate.

Vi fu un sospiro di sollievo. Per la prima volta da quando ci eravamo avventurati in quel posto, potevamo finalmente percepire i nani come alleati, certi che la nostra missione sarebbe andata a buon fine. Gli animi si calmarono e tutti ne fummo sollevati, ma restava ancora qualcosa da fare.

la caverna nella quale sembrava aleggiare lo stesso buio innaturale che la mia spada generava da qualche tempo, era ancora di fronte a noi, minacciosa nella sua tranquillità. Il vescovo aveva dedotto che si trattasse di una specie di tempio dedicato a Themanis, attraverso il quale era forse possibile comunicare con il Nero Signore o si trattava magari di una sorta di portale magico che avrebbe potuto evocare chissà quali mostruosità. 

A giudizio di tutti occorreva assolutamente renderlo inoffensivo, prima di abbandonare il luogo. Cosa fare poi di quel complesso, se sigillarlo in modo che non potesse essere usato oppure disporvi una nutrita guardia di nani in grado di sorprendere eventuali themaniti sarebbe stato deciso in seguito e comunque non da noi. La sola cosa certa era che la grotta dovesse essere in qualche modo bonificata.

Ad un cenno del vescovo i guerrieri nanici aprirono le fila, per consentire il passaggio di un altro drappello che evidentemente non potevamo vedere, nascosto nella retroguardia del contingente giunto con Thorgrim. Erano più di dieci nani, tutti vestiti con tuniche sulle quali campeggiavano le insegne di Bar-Arghaal affiancate dai simboli di Morgrim, e fu facile capire che si trattasse di preti. Conducevano una specie di piccolo carro, sul quale si trovava una grande incudine dorata, la cui superficie levigata rifletteva le fiamme delle nostre torce, facendola dardeggiare come lampi di luce rossastra.

- Guarda, Corvo, la Sacra Incudine! - mi avvisò Thorin, strattonandomi per un braccio, l'espressione rapita nella contemplazione mistica della reliquia.

I preti si disposero a semicerchio, in modo da fronteggiare l'ingresso della piccola grotta. Al centro, deposero la Sacra Incudine, a fianco della quale prese posto il vescovo, che subito intonò una specie di canto. Immediatamente gli altri si unirono alla litania, dando vita ad un coro che incuteva al tempo stesso ammirazione e timore reverenziale. Il rituale proseguì per alcuni lunghi istanti, con un costante aumento di ritmo che culminò nel momento in cui il vescovo fece un gesto rivolto all'oscurità, agitando di fronte a sé il suo simbolo sacro.

Fiamme azzurre ruppero l'oscurità della caverna. Il rumore secco di uno schianto, simile alla saetta che divide il cielo burrascoso, ci fece sussultare, seguito da un crollo. Alcune pietre uscirono dalla grotta, assieme alla polvere ed ai calcinacci. Poi, dall'ombra, emersero alcune figure. 

Uno dopo l'altro, nove Guerrieri di Ferro irruppero nella caverna principale.

neri, alti, pesantemente corazzati eppur straordinariamente rapidi, i silenziosi mostri di ferro che già una volta avevamo incontrato erano pronti per la loro ultima battaglia. Tagliati fuori dal loro padrone oscuro per via della distruzione del tempio, erano tutto quanto restava dei piani di invasione orditi ai danni di Bar-Arghaal. Sebbene fosse impensabile attribuire a quelle aberrazioni un qualsiasi tipo di sentimento umano, l'istintiva considerazione che sapessero di essere destinati alla distruzione li rendeva ancor più temibili. La sola incertezza era quante vite sarebbe costato il loro definitivo annientamento. 

Ma non vi fu tempo per ragionare, per pianificare una strategia o scegliere cosa fare. L'alternativa era una sola: combattere. Del resto, i nani della guardia di Thorgrim erano già scattati in avanti levando asce e martelli, e lo stesso Reggente della Forgia era sceso in campo, con la sua mirabile armatura ed il poderoso martello. Bastò uno sguardo, e subito io e Thorin fummo al fianco del Reggente, di fronte ad uno dei mostruosi avversari.

Il rumore dei colpi era assordante, ovunque nella grande caverna echeggiavano le corazze che si piegavano e si schiantavano sotto la forza delle armi da mischia, le urla di incitamento dei guerrieri che si mescolavano a quelle di dolore dei feriti orrendamente mutilati dalle lame o devastati dai martelli e dalle mazze. 

Il Reggente appariva ora come uno dei grandi guerrieri delle leggende che avevo letto da bambino, menando colpi poderosi a destra e sinistra, con una rapidità sorprendente per un nano, resistendo oltre la mia comprensione ad attacchi che avrebbero ucciso con un singolo colpo. Prima ancora che potessi mettere a segno il mio primo colpo, il Reggente ebbe la meglio su uno dei due avversari che lo pressavano, mentre io e Thorin ci occupavamo del secondo. Poi il mio burbero amico fu abbattuto da un colpo tremendo e seppi che Warnom era comunque pronto ad aiutarlo, mentre la lama nera apriva squarci nella corazza del Guerriero di Ferro che fu abbattuto poco dopo da Thorgrim stesso.

E ancora ci tuffammo in una nuova mischia, poi in un'altra ancora affrontando gli altri nemici dove i guerrieri nani erano caduti, ed ancora una volta Thorin fu abbattuto in quella cruenta battaglia, mentre le frecce di Adesir piombavano vanamente dall'alto. Mi ritrovai ad avere una pelle scagliosa e rigida, poi divenni parzialmente incorporeo e infine coperto di una densa peluria che straordinariamente mi consentiva di guidare la spada attraverso le difese degli avversari, colpendo il loro stesso spirito vitale, sicuramente grazie all'effetto di qualche magia che mi fece comprendere che anche Frostwind era all'opera. Riuscii così ad abbattere uno dei Guerrieri di Ferro, mentre ovunque si levavano le grida di vittoria dei nani.

Le ultime forze che Themanis aveva mandato per aggredire Bar-Arghaal erano state debellate, e sei guerrieri nani giacevano a terra privi di vita. Noi eravamo ancora tutti in piedi, chi più chi meno coperto di tagli, lividi e sangue.

Il piano del Signore Oscuro, lungamente preparato, era stato sventato. Grazie a noi.

Ma restava ancora molto da fare...