C'era qualcosa che non mi tornava, poi ho capito: nella mia confezione non ho biglie rosse ma celesti, accostamento ben più felice con gli altri due colori. Mah!
Pare che Roberto Fraga mi stia perseguitando, ultimamente. Vedo il suo nome spuntare ovunque. La cosa si fa doppiamente grave, considerando che è francese e a me, di francese, piace solo il formaggio. Comunque Dr. Eureka me lo passa Fabio, in perfetto stato di conservazione, lascito dei giochi ormai scartati da suo figlio, che ormai deve odiarmi, visto che gli svaligio a intervalli più o meno regolari la cameretta.
Per 1-4 giocatori, dagli 8 anni in su (ma qui si sono stati un po' prudenti: si può iniziare anche a 6), durata circa 15 minuti, si basa su coordinazione occhio-mano, destrezza e BGG mi buttà lì un pattern-building che effettivamente ci sta.Come si gioca
Ogni giocatore ha tre provette in plastica, ciascuna con due biglie: due verdi, due rosse, due viola. Si scopre una carta e, senza far cadere le biglie, senza toccarle con le mani e solo facendole passare da una provetta all'altra, devi metterle come indicato. Il primo che finisce, prende la carta. Il primo che colleziona 5 carte, vince. Fine.
Ci è piaciuto?
Le biglie ci son piaciute più di tutto. Sono belle solide, ci si potrebbe giocare pure in spiaggia, anche se l'accostamento rosso - viola è tremendo (ma sono francesi, pazienza). Sofia è entrata subito nel meccanismo, rivelandosi pure piuttosto brava, non come l'incommensurabile papà, ma certamente più della mamma. I materiali anche in questo caso hanno fatto la loro parte e la sfida, la fretta, il tempo che scorre, il tok-tok delle biglie nelle provette si sono rivelati elementi di indubbio fascino.Calibrando a dovere sconfitte e vittorie, ci abbiamo giocato praticamente una settimana di fila, quasi ininterrottamente. Poi certo, non è che sia un gioco molto vario o con chissà quali guizzi, per cui dopo un fuoco iniziale è passato rapidamente al tavolo e poi all'armadio. Diciamo che a longevità non stiamo benissimo.
Cosa si impara?
A destreggiarsi manualmente con palle sguscianti. Ok, detta così non suona bene.
Si impara a riconoscere uno schema e ad preparare mentalmente la via più breve per realizzarlo, ottimizzando i passaggi e ragionando sul da farsi, inventando piccoli trucchi e assimilando automatismi.
Si impara che la chimica può essere pure divertente ed interessante, finché non la studi davvero.