Bell'anteprima. Da una parte mi attira, dall'altra ho la sensazione che passato l'effetto novità non abbia molto da dire.
La seguente anteprima si basa sulla sola lettura delle regole ed in nessun modo ha valore di recensione
Il gioco
Nella sostanza siamo di fronte ad un gioco per 1-4 giocatori di collezione e piazzamento tessere dipendente da una meccanica di piazzamento lavoratori della durata di 30-60 minuti.
Le tessere che dovremo piazzare il più ordinatamente possibile, inseguendo la forma ottimale di un rettangolo non più alto di 3 file, sono ripiani di scaffale contenente libri appartenenti a 6 possibili categorie. Fra queste categorie in ogni partita ce ne sarà una più importante delle altre (a cui vengono dati bonus per maggioranze alla fine della partita), una di libri proibiti che portano malus e una, segreta e diversa per ogni giocatore, di cui possedere più libri possibili.
Gli scaffali con libri che comporranno la nostra biblioteca dovranno forzatamente essere posizionati in ordine alfabetico su ognuna delle 3 possibili file che la comporranno. I libri negli scaffali non in ordine non verranno conteggiati al momento dell’ultimo conteggio dei punti, che vi sintetizzo nello schemino qui sotto.
Quello che rende Ex Libris diverso dagli altri giochi di piazzamento tessere, è la diversità di modalità con le quali queste tessere scaffali sono acquisite. All’inizio di ogni turno vengono posti in gioco un numero di luoghi pari al numero dei giocatori, ognuno con proprie regole specifiche, dove potremo inviare i nostri assistenti per procurarci nuove e/o diverse tessere scaffali. Gli effetti (18 diversi) non sono quelli banali che tutti potrebbero aspettarsi da un gioco che fin qui è elegantemente gestito, ma un vero campionario di sistemi di selezione ed aste che gli autori avrebbero potuto usare come motore di più di una decina di giochi diversi ed hanno invece deciso di “donarci” in quest’unico titolo per rendere diverso ogni frammento di partita. Alcuni effetti sono immediati e risolti al piazzamento del nostro assistente, altri assegnano i loro premi alla fine della fase di piazzamento di tutti i pezzi. Vi invito a leggerne qualcuno per capirne la varietà sul manuale che potrete scaricare qua.
Oltre che in quei luoghi, potremo piazzare i nostri assistenti anche nella nostra personale tessera biblioteca che ha effetti basici: pesca una tessera oppure piazza una tessera. Siccome però gli autori ritengono che la varietà non sia mai abbastanza, queste tessere libreria assegnano ad ogni giocatore anche un diverso tipo di assistente speciale, ognuno in grado di offrire un diverso vantaggio al proprio gestore. Abbiamo così anche un gioco a fazioni differenziate, per i giocatori esperti che vogliano integrare questa possibilità.
Per finire il gioco propone anche delle regole per giocare in solitario, cosa sempre più apprezzata nei giochi moderni.
Tutto ciò è spiegato in un manuale veramente chiaro e attraente.
Prima impressione
Le regole per piazzare le tessere e per ottenere un buon punteggio sono semplici ed eleganti. Già da sole mi fanno venire voglia di provare il gioco. Ma sarebbe comunque un gioco come tanti altri con una forte possibilità di comprare qualcosa che mi stufi dopo qualche partita o mi deluda.
Però gli autori ci mettono il carico con tutti quei sistemi diversi per spartirsi, rubarsi, prendere e selezionare le tessere che mi fanno tanto simpatia e potrebbero rendere il gioco divertente… o caotico. In realtà non temo così tanto la seconda ipotesi, quanto il fatto che potrebbe essere fastidioso all’inizio di ogni turno (visto che cambiano continuamente) andarsi a leggere e studiare il funzionamento dei vari luoghi, che gli autori non hanno voluto neanche provare a sintetizzare con qualche icona come promemoria, ma affidare completamente a una decina di righe di testo sulle tessere stesse e una ventina per maggior chiarezza sul manuale.
Se lo comprassi, giocando sporadicamente, arriverei mai a giocare a memoria invece che stare ogni volta a spiegare ai miei compagni di gioco i diversi sistemi di assegnazione? Sicuramente da provare.