Facciamo che io ero il poliziotto e tu...

Nell’ottica di una Polizia più vicina al cittadino e alle nuove generazioni che saranno la società di domani, per il terzo anno consecutivo la Questura di Arezzo si avvicina al mondo dei giovani portando nelle scuole il tema degli stupefacenti.
Il progetto da cui si parte è sempre lo stesso: “Educare alla legalità”, più precisamente quest’anno l’attività, proprio perché verte sugli stupefacenti, si chiama “Non sempre è un gioco”.
L’iniziativa verrà realizzata dalla Questura con la quinta F del Liceo Scientifico Francesco Redi.
L’attenzione si è concentrata su tre tipi di stupefacenti, quelli più usati dai giovani: ecstasy e droghe cosiddette leggere, cioè marijuana e hashish. Oltre a spiegare i danni che queste sostanze possono provocare, la novità di quest’anno è il “gioco di ruolo”. Questa proposta è stata utilizzata per due motivi in particolare: innanzitutto per avvicinarsi ai ragazzi in maniera tale da non farli “insospettire” ponendosi su un piano superiore; in secondo luogo, per osservare come gli stessi immaginano un eventuale controllo della Polizia per la ricerca delle sostanze in questione nei luoghi da loro frequentati.
Fonte: www.arezzonotizie.it

Manifestazioni

Nell’ottica di una Polizia più vicina al cittadino e alle nuove generazioni che saranno la società di domani, per il terzo anno consecutivo la Questura di Arezzo si avvicina al mondo dei giovani portando nelle scuole il tema degli stupefacenti.
Il progetto da cui si parte è sempre lo stesso: “Educare alla legalità”, più precisamente quest’anno l’attività, proprio perché verte sugli stupefacenti, si chiama “Non sempre è un gioco”.
L’iniziativa verrà realizzata dalla Questura con la quinta F del Liceo Scientifico Francesco Redi.
L’attenzione si è concentrata su tre tipi di stupefacenti, quelli più usati dai giovani: ecstasy e droghe cosiddette leggere, cioè marijuana e hashish. Oltre a spiegare i danni che queste sostanze possono provocare, la novità di quest’anno è il “gioco di ruolo”. Questa proposta è stata utilizzata per due motivi in particolare: innanzitutto per avvicinarsi ai ragazzi in maniera tale da non farli “insospettire” ponendosi su un piano superiore; in secondo luogo, per osservare come gli stessi immaginano un eventuale controllo della Polizia per la ricerca delle sostanze in questione nei luoghi da loro frequentati.
Fonte: www.arezzonotizie.it