Giochi da tavolo: una terapia ludica per combattere le dipendenze

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Breve dissertazione semiseria sulle differenze tra gioco e gioco d’azzardo e sulle potenzialità del nostro hobby come metodo per combattere le addiction.

Approfondimenti

Qualche tempo fa si è aperta un’interessante discussione sulla chat Telegram della Redazione. Un lettore ha inviato una mail per promuovere un progetto di contrasto alla ludopatia, o meglio azzardopatia come sarebbe più corretto chiamarla, e questo ha suscitato alcune domande e riflessioni interessanti.

Premetto che non mi occupo professionalmente di gioco d’azzardo, né sono un grande esperto del campo. Sono però uno psicologo, mi occupo di ricerca nel campo delle scienze sociali e nel mio percorso accademico mi è capitato di studiare un po’ questi temi. Inoltre, recentemente mi sono imbattuto in alcuni articoli scientifici sul tema e ho pensato che potesse essere d’interesse scrivere un articolo divulgativo su gioco da tavolo e dipendenze che potesse mettere un po’ d’ordine ed eventualmente chiarire alcuni dubbi.

Anzitutto, è cruciale distinguere chiaramente tra i giochi (da tavolo o di altro tipo) e gioco d'azzardo, poiché presentano caratteristiche intrinseche diverse. I giochi sono principalmente definiti dalla loro interattività, dalla centralità sulla competenza del giocatore e dagli indicatori contestuali di progressione e di successo. Al contrario, il gioco d'azzardo è caratterizzato da meccaniche di scommessa e puntata, esiti prevalentemente determinati dal caso e caratteristiche di monetizzazione che comportano rischio e pagamento al giocatore.

Possiamo identificare queste differenze:

  • Interattività
    • Giochi: coinvolgono il giocatore in un'esperienza interattiva, dove le azioni del giocatore influenzano direttamente il corso del gioco e gli altri giocatori.
    • Gioco d'azzardo: può mancare dell'interattività tipica dei giochi, spesso basandosi più su eventi casuali che sulle azioni del giocatore.
  • Gioco basato sulla competenza
    • Giochi: richiedono abilità, strategia e apprendimento da parte del giocatore per progredire e avere successo.
    • Gioco d'azzardo: gli esiti sono spesso determinati principalmente dal caso, con limitate opportunità per il giocatore di influenzare il risultato.
  • Indicatori contestuali di progressione e successo
    • Giochi: forniscono indicatori chiari di progressione attraverso punteggi, obiettivi raggiunti, livelli completati o missioni compiute.
    • Gioco d'azzardo: l'indicatore principale è spesso la vincita o la perdita di denaro, con una progressione meno chiara e difficile da visualizzare/tenere a mente.
  • Meccaniche di scommessa e puntata
    • Giochi: non necessariamente presentano meccaniche di scommessa o puntata.
    • Gioco d'azzardo: le scommesse e le puntate sono elementi fondamentali, con l'obiettivo spesso centrato sulla vincita di denaro.
  • Monetizzazione con rischio e pagamento
    • Giochi: la monetizzazione può essere basata sulla vendita del giochi, senza necessariamente coinvolgere rischi finanziari per il giocatore.
    • Gioco d'azzardo: coinvolge spesso rischi finanziari attraverso scommesse o puntate, con la possibilità di vincite o perdite monetarie, non è un acquisto “una tantum”, ma per continuare a giocare bisogna continuare a pagare.

Questo non significa che un gioco da tavolo non possa avere alcune delle caratteristiche tipiche del gioco d’azzardo: cosa sarebbe un american senza il brivido del lancio di un dado? O un Knizia senza un’asta sanguinosa? O un german… Ah, no, quelli non hanno emozioni! Scherzi a parte, la differenza è che non tutte queste caratteristiche sono presenti contemporaneamente, non sono centrali e/o il giocatore ha sempre un certo grado di controllo sul gioco. Perfino un push your luck è un gioco in cui la “bravura” del giocatore è rilevante e consiste nella capacità di stimare le probabilità. In un gioco d’azzardo le probabilità sono “opache” o semplicemente non manipolabili, come ad esempio nella roulette.

La differenza tra  giochi da tavolo e gioco d’azzardo è così marcata che in letteratura scientifica stanno persino emergendo come una sorprendente risorsa terapeutica nella lotta contro le dipendenze. In questo articolo, esploreremo come l'utilizzo intelligente di giochi da tavolo possa avere un impatto positivo sia sulle dipendenze da sostanze, come nel caso dell'uso di oppioidi, sia sulle dipendenze da giochi online “gambling-like”, specialmente nei giovani.

Il problema dell'uso eccessivo di oppioidi è una sfida crescente soprattutto in alcuni paesi dove le restrizioni alla loro prescrizione sono più lasche. Holly Lynn Metzger nel suo progetto di tesi per il Master in Sanità Pubblica offre una prospettiva interessante ed una soluzione decisamente innovativa nella lotta a questo problema. Nella sua dissertazione identifica alcuni fattori correlati all’abuso di oppioidi, tra cui isolamento sociale, la difficoltà di gestione del dolore e la carenza informativa riguardo ai rischi e alle contromisure. L’intervento che viene proposto si compone di una serie di attività diverse che concorrono a ridurre il problema. È molto interessante dal punto di vista di un’associazione come la nostra che, insieme ad un programma di yoga, a seminari educativi e a workshop tematici, l’attività scelta per combattere l’isolamento sociale, nonchè chiave per il buon risultato del progetto, sia una serata di giochi da tavolo settimanale, che si propone di avvicinare le persone e raggiungere comunità svantaggiate organizzando eventi itineranti in diverse luoghi di aggregazione.

I diversi componenti dell’intervento lavorano sinergicamente per affrontare i vari fattori che possono portare a ricariche premature di prescrizioni e migliorare la qualità della vita nelle comunità coinvolte.

Questo non è l’unico esempio che ho trovato relativo agli effetti “benefici” dei giochi da tavolo sulle dipendenze. L'uso eccessivo dei giochi online, soprattutto tra i giovani, è una preoccupazione crescente per molte famiglie. Una ricerca cinese dice che l'adozione consapevole di giochi da tavolo può svolgere un ruolo significativo nella prevenzione e nel trattamento. La chiave per influenzare positivamente i bambini è il comportamento dei genitori. Se i genitori riducono il tempo trascorso su dispositivi elettronici e dedicano del tempo, ad esempio, ai giochi da tavolo con i propri figli, possono trasmettere praticamente l'importanza di equilibrare l'uso della tecnologia con attività più interattive. Questo comportamento è molto più efficace di mille parole (e prescrizioni), non genera dipendenze e rinforza i legami familiari.

I vantaggi di utilizzare i giochi da tavolo per educare i bambini sono molteplici: anzitutto sono attraenti per i giovani grazie a gameplay innovativi e design accattivanti; possono essere giocati non solo in famiglia, ma anche con gli amici, promuovendo legami amicali e sociali e sostituendo il tempo che rischierebbe di essere trascorso con il cellulare in isolamento. A differenza dei videogiochi, i giochi da tavolo non sono intrinsecamente dipendenti, permettendo ai bambini di divertirsi senza il rischio di dipendenza. Certo, potremmo dire che le nostre tasche risentono non poco del nostro hobby, ma, per quanto ne so io, nessun Goblin o altro appassionato di giochi da tavolo ha mai perso la casa a causa dei debiti verso Kickstarter!

L’obiettivo di questo articolo non vuole essere quello di demonizzare i videogiochi, io stesso sono stato un incallito videogiocatore e negli ultimi anni ho diminuito il tempo dedicato a questo hobby più per mancanza di tempo che per volontà. Osservo però un cambiamento nel modo di approcciarsi ai videogiochi, soprattutto con l’avvento dei giochi da cellulare che sono strutturati con una logica e uno scopo totalmente diverso dai videogiochi della “generazione precedente”. Mentre negli anni ‘90 e 2000 il mercato puntava a vendere un prodotto che, una volta acquistato, doveva dare intrattenimento “autosufficiente” possibilmente per molte ore, i giochi moderni con meccaniche come il free-to-play (o meglio il freemium), gli acquisti nel gioco e le piccole ricompense continue hanno una finalità totalmente diversa: fidelizzare il giocatore, renderlo assuefatto alla continua esposizione, dare micro-ricompense continue e creare un meccanismo del tipo “più-giochi-più-devi-giocare”. Questi meccanismi rendono questi giochi potenzialmente adatti a generare dipendenza. I sistemi di ricompensa intrinsechi dei videogiochi, possono scatenare una reazione neurologica che rilascia dopamina nel corpo, creando una memoria piacevole una volta ottenuta la ricompensa. Questo fenomeno è simile alla reazione neurologica riscontrata in altre dipendenze comportamentali, come l'abuso di sostanze e il disturbo da gioco d'azzardo. Ecco perché il comportamento viene reiterato e diventa una vera e propria dipendenza pur senza l’assunzione di sostanze

Un'altra ragione per cui i videogiochi da cellulare sono potenzialmente dipendenti è che possono essere giocati "tutto il giorno, tutti i giorni". Mentre i giochi per PC o console, più tipici della generazione precedente, avevano il “limite” di non poter essere giocati ovunque i giochi mobile di fatto non hanno un termine o un confine e possono fornire gratificazioni continue, mantenendo i giocatori ancorati al gioco per periodi prolungati. Il gioco prolungato di videogiochi online influisce sulle regioni cerebrali responsabili della ricompensa, del controllo degli impulsi e della coordinazione sensomotoria e sembra correlato a disfunzioni potenzialmente permanenti, soprattutto se la dipendenza si sviluppa in giovane età.

Tutte queste caratteristiche disfunzionali non si verificano con il gioco da tavolo, che però è in grado di fornire, gratificazione e rilascio di dopamina come gli altri giochi, ma in modo più controllato, dilazionato con un maggiore sforzo cognitivo, “educando” il cervello a ricompense “meritate”.

Questo articolo non aveva la pretesa di essere una review sistematica della letteratura né di essere esaustivo su un tema molto vasto e di grande attualità. La finalità era semplicemente quella di offrire una piccola riflessione, basata su alcune ricerche scientifiche, riguardo la relazione tra giochi da tavolo e diverse forme di dipendenza. Dalla lotta contro l’abuso di oppioidi all'equilibrio nell'uso dei giochi online nei giovani, i giochi da tavolo possono diventare una risorsa preziosa per promuovere il benessere, rafforzare i legami familiari e sociali e sviluppare le competenze di ragionamento, oltre che, ovviamente, darci tanto divertimento!

Commenti

Grazie mille, articolo molto interessante 😊

Articolo molto interessante e ben scritto, di facile lettura ma coinvolgente.

Grazie

Articolo interessante e veramente ben scritto.

Un appunto sulla LUDOPATIA:
1) ciò che fa scattare la molla della malattia è la COMPULSIONE, se non si cura l origine ma solo il sintomo poi chi è affetto dalla malattia semplicemente la sposta su un altro campo, tra l altro occhio che non esiste solo il gioco d azzardo compulsivo, ma anche lo shopping compulsivo, e ne conosco tanti che acquistano più giochi di quanti ne intavolino spendendo cifre da capogiro
2)Si parla tanto di prevenzione ma nell online non c è alcun tipo di controllo, attualmente si penalizza solo il gioco in luoghi fisici, dove il fenomeno è più facilmente controllabile e vi è una dimensione sociale che, online, non esiste. Attualmente tutti i sistemi di prevenzione in realtà avvantaggiano le grandi aziende straniere che hanno siti online, e, tra l altro, così facendo, i proventi della tassazione non arrivano neanche all italia, ma direttamente ai paesi in cui hanno sede.
Occhio a trattare questo tema senza giusta cognizione di causa, qualsiasi intervento che non tocchi l online peggiorerà solo le cose.

Grazie per l'articolo, molto interessante.

Da ignorante del tema vorrei fare una domanda un pò provocatoria: ma veramente nel mondo dei giochi da tavolo (in senso largo, considerando anche giochi di carte, miniature, ecc) non esiste nessuna forma di fidelizzazione? Neanche anche ad esempio nei trading card game?

Ottimo articolo, fa sempre bene rimarcare la differenza tra gioco e gioco d'azzardo. Tra ludopatia e azzardopatia.

Bell'articolo, condivido però il commento in cui la compulsività può avvenire anche nel nostro mondo dei gdt attraverso l'acquisto compulsivo di giochi ovviamente è più difficile si arrivi ai livelli medi di un giocatore d'azzardo per motivi proprio strutturali dell'hobby.

Patchwork scrive:

Un appunto sulla LUDOPATIA:

1) ciò che fa scattare la molla della malattia è la COMPULSIONE, se non si cura l origine ma solo il sintomo poi chi è affetto dalla malattia semplicemente la sposta su un altro campo, tra l altro occhio che non esiste solo il gioco d azzardo compulsivo, ma anche lo shopping compulsivo, e ne conosco tanti che acquistano più giochi di quanti ne intavolino spendendo cifre da capogiro

2)Si parla tanto di prevenzione ma nell online non c è alcun tipo di controllo, attualmente si penalizza solo il gioco in luoghi fisici, dove il fenomeno è più facilmente controllabile e vi è una dimensione sociale che, online, non esiste. Attualmente tutti i sistemi di prevenzione in realtà avvantaggiano le grandi aziende straniere che hanno siti online, e, tra l altro, così facendo, i proventi della tassazione non arrivano neanche all italia, ma direttamente ai paesi in cui hanno sede.

Occhio a trattare questo tema senza giusta cognizione di causa, qualsiasi intervento che non tocchi l online peggiorerà solo le cose.

Risposta migliore e, secondo me, estremamente sottovalutata, all'articolo. Da persona che con i giochi d'azzardo ci lavora e conosce l'ambiente, noto spesso l'immensa, disarmante ignoranza del popolo italico sull'argomento (anche a causa del fatto che l'Italia è l'unico paese a non avere veri casinò) che quindi ignora a piè pari anche la problematica principale.

Definire giochi d'azzardo poi sembra semplice ma non lo è: cosa porta un gioco ad essere d'azzardo? Il fatto che si giochi valuta corrente? In quel caso fare un torneo di Puerto Rico mettendo in palio una quota potrebbe esserlo?

Magari la forte presenza di fortuna, spesso non mitigabile? In quel caso Yathzee e Perudo potrebbe rientrare nella categoria.

Nel calderone dei giochi d'azzardo sono inseriti giochi come la roulette, il black jack ed il poker. Ma questi 3 sono giochi, chi più chi meno, che presentano anch'essi una componente di "skill": il poker prevede un calcolo probabilistico/statistico oltre che la capacità di nascondere le proprie emozioni (la cosidetta "poker face"); roulette e black jack presentano pure strategie "consigliate" per migliorare le proprie probabilità di vincita (al di fuori del banale "se hai 17 non chiamare carta" XD) che potrebbero essere associate ad un generico "in Puerto Rico non scegliere l'artigiano se il giocatore dopo di te avrà la possibilità di riempire di merci le navi".

Ok il discorso sarebbe lungo e complesso, tagliamolo qui. Però penso sia importante notare quanto spesso, in Italia, si ignori la problematica principale, per un motivo o per un altro: la mancanza di controllo, spesso compiacente. Perché compiacente? Beh, dalla mia esperienza penso che in realtà piaccia (all'italiano medio) che nessuno controlli: dai limiti di velocità e quindi sanzionare chi li supera, ci piace che nessuno controlli dove si può parcheggiare e dove no e quindi sanzioni (o ne rimuova forzatamente i veicoli) chi non rispetta. Direi che è culturale. Come gli autobus, che nel Regno Unito hanno un solo ingresso (dal lato autista) tramite il quale paghi la corsa (in contanti o con la carta!), mentre a Roma (per esempio) hanno 3 accessi e tramite il quale è quasi impossibile controllare chi effettivamente paga la corsa e chi no.

Insomma, pensieri sparsi per dire come alla fine sia facilissimo dire "gioco da tavolo bello, gioco d'azzardo/videogioco brutto", ponendo una divisione estremamente superficiale e finendo per trattare l'argomento senza aggiungere nulla di più di quanto potrebbe fare l'articoletto clickbait su Repubblica o il servizio scandalistico delle Iene. Qui mi aspetto molto di più.

Un caro saluto!

P.S. se si parla di socialità, ho visto ben più di un'amicizia profonda nascere tramite videogiochi come World of Warcraft... just saying...XD

P.S.2: trovo invece bellissima l'iniziativa di coinvolgere persone giovani nel gioco da tavolo (o di ruolo). Dovrebbe essere in qualunque città del mondo. Banalmente può funzionare per "togliere gente dalla strada". Ma anche così perché crei comunità, che amerà stare nel territorio per le persone che ci vivono e vorrà prendersene cura in misura maggiore.

iFreddy scrive:

Risposta migliore e, secondo me, estremamente sottovalutata, all'articolo. Da persona che con i giochi d'azzardo ci lavora e conosce l'ambiente, noto spesso l'immensa, disarmante ignoranza del popolo italico sull'argomento (anche a causa del fatto che l'Italia è l'unico paese a non avere veri casinò) ....

ottimo intervento
anch'io ho lavorato nel settore del betting&gambling ed in effetti non mi sono ritrovato con molte definizioni presenti nell'articolo
soprattutto nelle sezioni dove si sono confrontati "giochi" e "gioco d'azzardo"
il poker e' un esempio tipico di skill games pertanto perfettamente associabile ad un gioco da tavolo con forte alea 
lo distingue il fatto che puntiamo soldi o fiches ad ogni mano
ma in quanti giochi da tavolo facciamo la stessa cosa?
aggiungo che nell'online siamo riusciti a partorire un ridicolo banner informativo  (il decreto balduzzi)
o ancora le funzionalita' di autolimitazione e autoesclusione dai giochi
sono servite? qualcuno le usa? in realta' una minima percentuale di persone le usava
come magari ci sara qualcuno che vedendo le foto disgustose sui pacchetti di sigarette smette di fumare
e pensare che l'Italia e' considerata anzi abbastanza avanti rispetto alla lotta alla ludopatia
in Europa molti paesi hanno seguito il nostro esempio
pensate all'estero come stanno messi...
 

Da inconsapevole colpevole per aver dato l'innesco, ringrazio dell'articolo, molto chiaro e leggibile.

Mi ritrovo invece molto poco negli ultimi commenti, che mi pare vadano parecchio fuori dal seminato rispetto al tema. L'articolo traccia un parallelismo a livello divulgativo tra il gioco per come lo intendiamo noi e il gioco d'azzardo, cercando di tracciare dei confini che si sbiadiscono tra l'ambiguità dei termini.

Non ha mai voluto essere un manuale contro le dipendenze né tanto meno un opuscolo contro il gioco d'azzardo online. Sono più i commenti che lo tirano da quel lato ad essere fuori luogo e mi pare che sì declinino abbastanza verso il livello da bar. Dato che nessuno ha voluto andare in quella direzione, è meglio se evitiamo.

Il Poker per me è proprio un esempio di cosa può essere gioco d'azzardo e cosa no. Se non usassimo il denaro nel Poker, perderebbe di significato. Nei giochi da tavolo puntiamo fiches o altro, ma non hanno bisogno di soldi veri per avere un senso.

Agzaroth scrive:

Il Poker per me è proprio un esempio di cosa può essere gioco d'azzardo e cosa no. Se non usassimo il denaro nel Poker, perderebbe di significato. Nei giochi da tavolo puntiamo fiches o altro, ma non hanno bisogno di soldi veri per avere un senso.

Questo è voluto, perché il gioco da tavolo lo paghi prima e non serve altro al di fuori delle componenti nella scatola. Nelle strutture ricettive (fisiche o virtuali), usi soldi reali per pagare il servizio che viene offerto (azzarderei - pun intended - ovviamente visto che ci sono persone che ci lavorano, così come pagheresti ristoranti, cinema, luna park). In tutti i giochi da tavolo economici poi la mancanza di denaro come valuta corrente (che per altrettanto ovvi motivi è invece fittizio) comporterebbe una perdita di significato. Se tu usassi le banconote di Alta Tensione (per fare un esempio) nel poker non cambierebbe nulla. Alla fine vince chi resta per ultimo. ;)

Non so se rendo l'idea... u.u

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