Già già, dopo certe domeniche il lunedì è quasi un sollievo.
De Volgari Eloquentia
De Vulgari Eloquentia è un titolo coraggioso, dal titolo al carattere con cui è scritto, dalle scelte grafiche a quelle stilistiche, dal tema all'ostracismo lessicale, dalla componentistica al costo.
Per coraggioso intendiamo quel genere di coraggio che vi porterebbe ad entrare in un bagno pubblico senza ciabatte. Saltando nelle pozze per vedere dove arrivano gli schizzi.
In realtà con De Vulgari Eloquentia Giochix fa di tutto per allontanare il giocatore (non esattamente una novità), è uno di quei giochi che mette alla prova l'insistente giocatore accanito con tutti gli scogli possibili, illudendolo con ciascuno che "il più è fatto".
Si ha questa sensazione innanzi tutto dopo aver toccato la scatola, ed ancor più dopo averla aperta. Ma, ovviamente, il più non è affatto fatto.
Si ha questa sensazione ancora passata la mezz'ora per dividere i numerosi e simili tasselli, i cubetti, le tessere, i cerchietti, le monete, i puzzilli e quanto si sia riuscito a chiudere dentro la scatola.
Poi di nuovo dopo aver accettato le dimensioni del regolamento, una burla, rispetto a leggerlo. Risalire a cosa sia cosa e dove sia e dove vada piazzato è un'opera, nonostante l'immagine di riferimento. Intuire una buona parte di questi "dettagli" è una parte fondamentale tanto per poter giocare quanto per poter dire "da qui sarà tutta discesa".
No. In compenso un'altra oretta se n'è andata, cercando di spiegarsi che pur essendo dello stesso colore dei giocatori i cubetti sono risorse indipendenti, che vanno piazzate in maniera alternata, pescati a caso, in un certo numero, perché la conformazione del tabellone renderebbe confusionaria la posizione degli stessi, che poi andranno spostati in certe altre piccole caselle, che caselle non sono, ma che per esclusione, una volta completato il setup, dove vuoi che vadano?
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