E arriva London, diamo voce agli amanti di Wallace
London - porre fine alle sofferenze. Ah no, era inizio.
London è senza dubbio il titolo più qualcosa dell'autore più premiato della storia.
O era sopravvalutato? Confondo sempre.
In realtà crediamo nei premi quanto un aborigeno in Allah, è solo che ci tenevo a presentare il famoso Martin Wallace con tutti gli onori del caso.
Avremo più avanti una lezione intera su Wallace, per ora ci accontenteremo di ricordarne gli aspetti che c'interessano.
Non tutti sanno, ad esempio, che Wallace in gioventù era soggetto a gravi atti di bullismo, uno degli episodi più gravi avvenne proprio sotto gli occhi della maestra di disegno: venne crocefisso su dei tubi porta fogli, punzecchiato con i pennarelli e infine avvolto in una tavola cromatica e sepolto nei fumetti, da dove uscì solo dopo tre giorni, trovato dalle bidelle e rimandato dal padre.
Come è comprensibile, da allora, egli non volle più saperne nulla di disegni, colori ed estetica in generale. Il che, con la volontà di auto prodursi, ha dato dei risultati che gli studiosi definiscono "antimateria grafica" o, più gergalmente "Zu spat fur Imodium".
Questo aneddoto ci aiuta a capire e apprezzare lo sforzo nel concedere più di un colore a London, anche se pare che la copertina sia stata realizzata inavvertitamente da un operaio delle stamperie, convinto di un errore del "visto si stampi" presentatogli da Wallace. Informato dell'accaduto, per la rabbia, si è ritirato in un ameno paesino dandosi per un lungo periodo alla produzione di birra artigianale.
Wallace invece continua a fare giochi.
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