Perché?
Perché è arrivata l'estate e nessuno vuole sentire cattive notizie, con buona pace degli amici romagnoli e di quei tre sfigati che continuano a millantare d'aver intravisto lo spettro di una crisi. Noi ci mettiamo del nostro andando a trattare un gioco che ha tenuto incollate ai tavoli decine di molliche di pane.
Stefan Dorra, già ignorato per For Sale e Tonga Bonga, ha scelto una location d'impatto per questo gioco soporifero, riuscendo in una alchimia di rara efficacia: notevole botta di sonno.
Erano passati già sei anni dall'uscita di Carcassonne e mancava proprio che qualcuno rimettesse le mani alla già esaltante meccanica di piazzamento tessere. Sarebbe bastato prendere l'unico pregio di Carcassonne e disintegrarlo in una esplosione di complicazioni.
Genio.
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