Questi giochi "arcade" suscitano in me sempre grande fascino. Mi piacerebbe provarlo, ma sono tentato anche dall'acquisto al "buio", magari grazie a qualche amico che va ad Essen... vediamo...
Grazie per l'anteprima!
Dalla casa di Guards of Atlantis e Warpgate, il tentativo di simulare uno sport poco portato sui tavoli da gioco
Con la fine dell'estate comincia il conto alla rovescia per la fiera più importante dell'anno per il nostro hobby, lo Spiel di Essen, che quest'anno si terrà dal 3 al 6 ottobre.
Vi proponiamo una serie di impressioni in anteprima su quelli che sono i giochi più attesi di questa edizione, basandoci ovviamente sulla sola lettura del regolamento.
Potete rapidamente scorrere tutto quanto pubblicato finora cliccando il tag Essen 2024.
Il giovane designer lettone Artyom Nichipurov riporta sui nostri tavoli, a distanza di tre anni, Trick Shot, un ambizioso tentativo di rendere divertente, fruibile, ma anche ragionevolmente simulativo, un titolo sportivo basato sull’hockey su ghiaccio - un compito arduo e finora, di fatto, mai del tutto riuscito a nessuno. Gioco secco da due, nonostante venga suggerita anche una modalità a coppie o 1 vs 2. Durata dichiarata da regolamento 25-175 minuti, a seconda soprattutto della modalità di gioco (vedi sotto). Difficoltà medio-bassa, bassa in modalità Arcade.
Trick Shot, in questa Seconda Edizione era stato inizialmente proposto in crowdfunding su Gamefound (a novembre 2022) riscuotendo un discreto successo (quasi 400.000 € e 5.000 backer). Ora arriva anche in retail sia in edizione standard che prepainted.
Le meccaniche sfruttate sono principalmente il movimento di miniature su griglia (il campo/pista) e, ancora più centralmente, il push your luck (sui tiri di dado).
La scala della simulazione è su singolo giocatore/miniatura: una scelta che raramente è stata usata in concomitanza col movimento esplicito sul campo in giochi sull’hockey su ghiaccio, il che desta una certa curiosità per il coraggio.
Il flusso di gioco poi si basa su turni nei quali i contendenti, che, come prevedibile, schierano ciascuno una squadra di miniature del proprio colore sul campo di gioco (una griglia 20x9), si alternano attivando uno o più giocatori/miniature facendo compiere loro azioni di base (come movimento, passaggio, tiro, carica ecc.).
Il cuore del gioco risiede nella scelta della quantità di attivazioni fatte per turno: più giocatori si attivano, più azioni è possibile fare nel proprio turno prima di passare (il che funge anche da timer), ma ogni attivazione aumenta di una unità il pool di dadi a sei facce (customizzati) che rendono l’azione stessa più passibile di fallimento (per ottenere un successo bisogna evitare di ottenere anche solo una "X" tirando tutto il pool).
Si tratta quindi sempre di scegliere se “giocare semplice” o “rischiare”: in una lunga sequenza di tiri di dado che, sperabilmente, porterà occasionalmente a segnare dei goal alla squadra avversaria.
Ad arricchire l’esperienza sono le carte (non usate nella modalità Arcade!): viene fornito un mazzo abbastanza corposo di carte giocatore con caratteristiche leggermente diverse (velocità e stazza) e “piccoli” poteri speciali da sfruttare al momento opportuno. Ogni contendente ne ha a disposizione solo sei a partita per rappresentare i giocatori in campo, quindi la variabilità/longevità è tutto sommato garantita.
La partita dura, nella modalità Classic (normale), tre tempi/periodi di gioco; come minimo in un periodo si svolgono cinque turni, ma la durata reale dipende molto dallo stile di gioco dei partecipanti.
Partiamo col dire che è difficilissimo trasporre su tavolo uno sport molto complesso come l’hockey su ghiaccio. Non è un caso se nella storia, nonostante su BoardGameGeek si contino oltre 250 titoli dedicati a questo sport, di fatto l’unico ancora giocato da una community attiva e tutt’ora considerato “il migliore” sia un gioco del 1978(!) rimasto praticamente invariato come impianto regolamentare (estremamente tecnico), ovvero Strat-o-Matic Hockey (con BGG overall rank 5500, a oggi).
Il problema è sempre stato bilanciare la componente statistica (ricchissima, potenzialmente, ma anche difficile e pesante da gestire) a quella più dinamica e “ludica”, che istintivamente porta gli appassionati ad aspettarsi, ovviamente, di poter muovere i singoli giocatori sul campo, passando e tirando un dischetto alla velocità (estrema) alla quale abitua lo sport dal vivo.
Un bilanciamento che, oggettivamente, nessuno è mai riuscito a ottenere.
Può Trick Shot colmare questa lacuna nel panorama ludico?
Diciamo che gli ingredienti sembrano esserci, ma la sensazione è che ci siano veramente molti compromessi e che la coperta sia sempre incredibilmente corta. Il rischio è sempre di scontentare sia i fanatici del realismo che quelli della “giocabilità”. Un indizio, in questo senso, lo danno anche le differenze tra la prima e la seconda edizione: è stato (leggermente) arricchito il reparto “statistico” grazie alle carte “singolo giocatore” laddove, nella prima edizione, esistevano le carte “linea”, per esempio. Segno di uno shift verso l’approccio più simulativo.
In conclusione: credo che Trick Shot possa avere un certo successo su un target di appassionati light o semplici “curiosi”; sicuramente non con chi è alla ricerca di una simulazione anche solo vagamente realistica. L’operazione, comunque, può avere un suo senso e andare a ritagliarsi una nicchia di mercato: i numeri su Gamefound hanno dato dei segnali buoni che non possono essere ignorati. Chiaramente non guastano le miniature personalizzabili, specialmente nel mercato odierno.
Personalmente, però, rimango ancora in attesa di un titolo “moderno” dedicato a questo sport e che mi possa soddisfare pienamente (e non sono molto ottimista). È più probabile che i Toronto Maple Leafs vincano la Stanley Cup. Il che è tutto dire.
Questi giochi "arcade" suscitano in me sempre grande fascino. Mi piacerebbe provarlo, ma sono tentato anche dall'acquisto al "buio", magari grazie a qualche amico che va ad Essen... vediamo...
Grazie per l'anteprima!
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