Taaac, lettura terminata.
Partenza molto promettente, tematiche e possibili sviluppi della trama mi avevano coinvolto parecchio. Poi l’entusiasmo è gradualmente scemato e la lettura si è trascinata per gran parte del romanzo (racconto?), per riprendersi nelle ultime pagine.
Se dovessi fare una valutazione generale (personale), direi che il libro strappa la sufficienza. Senza infamia e senza lode.
Ci sono cose che mi sono piaciute molto, e cose che non mi hanno preso per niente (o che non sono stato in grado di apprezzare).
Cosa NON mi è piaciuto :
- STILE
Sebbene all'inizio mi piacesse l’esposizione chiara, lineare ed asciutta della vicenda, alla lunga ho avuto l’impressione di leggere un reportage asettico di episodi in sequenza. Probabilmente si tratta di un effetto voluto dall'autore, ma non sono “entrato” nella trama. Sì, ho assistito a eventi molto scenografici, ma sempre da estraneo, passivamente, senza coinvolgimento. Ripeto, magari è voluto e comprensibile, ma nel leggerlo mi sono impantanato diverse volte.
- PERSONAGGI
Secondo me, ai tre protagonisti non viene data alcuna profondità psicologica/emotiva. Avrei preferito un tratteggio più deciso dei personaggi (primari e secondari). Paradossalmente, la descrizione psicoanalitica è ben presente, ma ci si limita a una fredda descrizione, senza dare forma e spazio al mondo interiore dei protagonisti. Anche qui, probabilmente l'effetto era nelle intenzioni dell’autore, ma non mi ha aiutato nella lettura.
Forse alcuni stratagemmi (ad es. qualche dialogo in più) avrebbero caratterizzato meglio i personaggi, dando sfumature più coinvolgenti alla vicenda.
- OVERSTRATCH (TEMATICHE)
Tante, troppe tematiche. Mi piace quando la carne al fuoco è tanta, ma qui c’è veramente un bazar di discipline in cui ammetto di essermi un po’ perso. Critica sociologica, analisi psicoanalitica (del singolo e delle masse), rapporto uomo-tecnologia, lotta di classe, sostenibilità economica, degrado politico…tantissime tematiche, tutte molto interessanti, ma a mio avviso non sfruttate/sviluppate appieno nel loro potenziale.
(Questo è un difetto minore, i temi trattati, seppur non approfonditi, mi hanno comunque dato diversi spunti su cui riflettere).
Cosa mi è piaciuto:
- PUNTI DI VISTA (STRUTTURA)
Ho apprezzato il focus su tre diversi protagonisti invece che su di un solo “eroe”, così come il passaggio a diversi punti di vista nel corso del romanzo. Ambientando i personaggi principali in tre settori diversi, si è data al condominio una sua totalità. L’organizzazione dei capitoli, quindi, ne ha guadagnato in dinamicità (spostare i punti di vista sull'azione ha fortunatamente “alleggerito” la mia esperienza di lettura)
- SVILUPPO VIOLENZA
La violenza non scoppia in seguito a un singolo episodio, ma si sviluppa in un crescendo di tensione, degrado e rappresaglie. La violenza si palesa piano piano e, da quello che mi sembra, era già presente in forma implicita prima dell'inizio della vicenda (e dato l’epilogo – si presume che ci sarà, sempre e ovunque). Come da buona tradizione inglese, homo homini lupus.
- DISTOPIA
Il libro si inserisce comunque in un filone che apprezzo profondamente, quello delle distopie. Le idee alla base dell’opera mi interessano (su questo le aspettative sono state abbastanza soddisfatte), e ho sentito reminiscenze di Zamjatin (Noi) e, molto alla lontana, di Golding (Il Signore delle Mosche) e Orwell (1984). Non è un capolavoro, ma non rimpiango di averlo letto: come detto qualche riga sopra, gli spunti su cui riflettere sono moltissimi.
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Cosa mi è rimasto impresso, nella mia immaginazione di lettore?
- Omogeneità iniziale degli inquilini: stessi gusti, stesso stile, etc.
- L'insonnia diffusa
- Condominio progettato "non per l'uomo, ma per l'assenza dell'uomo"
- Feste come scintilla/occasione di rivolte [tutto sembra nascere come gioco, festa, carnevalesca provocazione - vedi episodio della ragazza aggredita]
- L'uso della telecamera da parte di Wilder: documentario come strumento per dare identità di classe. La telecamera ritornerà verso la fine, come medium per fissare su pellicola la violenza
- Per i piani bassi, il nemico non è la gerarchia delle "classi dominanti", ma l'immagine che si erano fatti dell'edificio
- Piano medio-alti organizzati, piani bassi uniti da senso di impotenza
- Edificio come organismo vivo (anche paragonato a cervello)
- Stracciato il rousseauiano bon sauvage - rabbia causata da un'infanzia troppo felice, per la negazione di perversioni?
BONUS CITAZIONE - PAG.175
"Prima aveva cercato di ammazzarlo, poi, dopo che aveva fallito, gli aveva dato del cibo e il suo corpo, allattandolo al seno per riportarlo a uno stato infantile e, forse, anche per poter provare affetto nei suoi confronti. Quando si fosse addormentato, gli avrebbe tagliato la gola. Il compendio del matrimonio ideale." Un gran romanticone, Ballard!
CONCLUSIONE
Lo rileggerei? No.
Lo consiglierei? Sì, ma non a tutti.
E allora? E allora è un libro che mi ha fatto comunque scoprire un autore che non conoscevo, e che voglio conoscere di più. Nonostante ci sia qualcosa che mi ha fatto storcere il naso (lo stile), gli riconosco qualcosa di buono (il tipo di tematiche, il filone letterario).