Il Condominio - JG Ballard

drhake

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1 anno con i Goblins! Necroposting 5 anni con i Goblins! 1 anno con i Goblins! Necroposting 5 anni con i Goblins! First reaction SHOCK!
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Arrivato all'ultimo piano (senza ascensore).

Il titolo italiano, per la prima volta, lo ritengo decisamente più azzeccato dell'originale.
Concordo con @odlos, tranne per la perdita di tempo, per me avuta e irrimediabile.

Da assiduo frequentatore di riunioni condominiali, questa di Ballard mi è sembrata una favola per bambini, che non riesce a ricordare neppure pallidamente le spietate dinamiche tribali che scaturiscono - per dire - di una qualsiasi assegnazione di posto auto supplementare in area comune.

Svolgimento della trama citofonato, personaggi di cartapesta, tematica varia ed eventuale.
Scrittura scorrevole, ma senza guizzi.
 

Albresk

Novizio
1 anno con i Goblins! First reaction SHOCK!
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Albresk
Taaac, lettura terminata.
Partenza molto promettente, tematiche e possibili sviluppi della trama mi avevano coinvolto parecchio. Poi l’entusiasmo è gradualmente scemato e la lettura si è trascinata per gran parte del romanzo (racconto?), per riprendersi nelle ultime pagine.

Se dovessi fare una valutazione generale (personale), direi che il libro strappa la sufficienza. Senza infamia e senza lode.
Ci sono cose che mi sono piaciute molto, e cose che non mi hanno preso per niente (o che non sono stato in grado di apprezzare).

Cosa NON mi è piaciuto :
- STILE
Sebbene all'inizio mi piacesse l’esposizione chiara, lineare ed asciutta della vicenda, alla lunga ho avuto l’impressione di leggere un reportage asettico di episodi in sequenza. Probabilmente si tratta di un effetto voluto dall'autore, ma non sono “entrato” nella trama. Sì, ho assistito a eventi molto scenografici, ma sempre da estraneo, passivamente, senza coinvolgimento. Ripeto, magari è voluto e comprensibile, ma nel leggerlo mi sono impantanato diverse volte.

- PERSONAGGI
Secondo me, ai tre protagonisti non viene data alcuna profondità psicologica/emotiva. Avrei preferito un tratteggio più deciso dei personaggi (primari e secondari). Paradossalmente, la descrizione psicoanalitica è ben presente, ma ci si limita a una fredda descrizione, senza dare forma e spazio al mondo interiore dei protagonisti. Anche qui, probabilmente l'effetto era nelle intenzioni dell’autore, ma non mi ha aiutato nella lettura.
Forse alcuni stratagemmi (ad es. qualche dialogo in più) avrebbero caratterizzato meglio i personaggi, dando sfumature più coinvolgenti alla vicenda.

- OVERSTRATCH (TEMATICHE)
Tante, troppe tematiche. Mi piace quando la carne al fuoco è tanta, ma qui c’è veramente un bazar di discipline in cui ammetto di essermi un po’ perso. Critica sociologica, analisi psicoanalitica (del singolo e delle masse), rapporto uomo-tecnologia, lotta di classe, sostenibilità economica, degrado politico…tantissime tematiche, tutte molto interessanti, ma a mio avviso non sfruttate/sviluppate appieno nel loro potenziale.
(Questo è un difetto minore, i temi trattati, seppur non approfonditi, mi hanno comunque dato diversi spunti su cui riflettere).


Cosa mi è piaciuto:
- PUNTI DI VISTA (STRUTTURA)

Ho apprezzato il focus su tre diversi protagonisti invece che su di un solo “eroe”, così come il passaggio a diversi punti di vista nel corso del romanzo. Ambientando i personaggi principali in tre settori diversi, si è data al condominio una sua totalità. L’organizzazione dei capitoli, quindi, ne ha guadagnato in dinamicità (spostare i punti di vista sull'azione ha fortunatamente “alleggerito” la mia esperienza di lettura)

- SVILUPPO VIOLENZA
La violenza non scoppia in seguito a un singolo episodio, ma si sviluppa in un crescendo di tensione, degrado e rappresaglie. La violenza si palesa piano piano e, da quello che mi sembra, era già presente in forma implicita prima dell'inizio della vicenda (e dato l’epilogo – si presume che ci sarà, sempre e ovunque). Come da buona tradizione inglese, homo homini lupus.

- DISTOPIA
Il libro si inserisce comunque in un filone che apprezzo profondamente, quello delle distopie. Le idee alla base dell’opera mi interessano (su questo le aspettative sono state abbastanza soddisfatte), e ho sentito reminiscenze di Zamjatin (Noi) e, molto alla lontana, di Golding (Il Signore delle Mosche) e Orwell (1984). Non è un capolavoro, ma non rimpiango di averlo letto: come detto qualche riga sopra, gli spunti su cui riflettere sono moltissimi.

---
Cosa mi è rimasto impresso, nella mia immaginazione di lettore?
- Omogeneità iniziale degli inquilini: stessi gusti, stesso stile, etc.
- L'insonnia diffusa
- Condominio progettato "non per l'uomo, ma per l'assenza dell'uomo"
- Feste come scintilla/occasione di rivolte [tutto sembra nascere come gioco, festa, carnevalesca provocazione - vedi episodio della ragazza aggredita]
- L'uso della telecamera da parte di Wilder: documentario come strumento per dare identità di classe. La telecamera ritornerà verso la fine, come medium per fissare su pellicola la violenza
- Per i piani bassi, il nemico non è la gerarchia delle "classi dominanti", ma l'immagine che si erano fatti dell'edificio
- Piano medio-alti organizzati, piani bassi uniti da senso di impotenza
- Edificio come organismo vivo (anche paragonato a cervello)
- Stracciato il rousseauiano bon sauvage - rabbia causata da un'infanzia troppo felice, per la negazione di perversioni?

BONUS CITAZIONE - PAG.175
"Prima aveva cercato di ammazzarlo, poi, dopo che aveva fallito, gli aveva dato del cibo e il suo corpo, allattandolo al seno per riportarlo a uno stato infantile e, forse, anche per poter provare affetto nei suoi confronti. Quando si fosse addormentato, gli avrebbe tagliato la gola. Il compendio del matrimonio ideale." Un gran romanticone, Ballard!

CONCLUSIONE
Lo rileggerei? No.
Lo consiglierei? Sì, ma non a tutti.
E allora? E allora è un libro che mi ha fatto comunque scoprire un autore che non conoscevo, e che voglio conoscere di più. Nonostante ci sia qualcosa che mi ha fatto storcere il naso (lo stile), gli riconosco qualcosa di buono (il tipo di tematiche, il filone letterario).
 
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finito il romanzo molto controvoglia.
Ogni pagina mi sembrava pesasse per 10. Di sicuro questo malumore è stato acuito dalla ripetitività delle situazioni e dalla mancanza di un background comprensibile o almeno di una evoluzione identificabile.

Non dico sia fra le peggiori letture del gruppo (perchè per nostra sfortuna ne abbiamo avute di peggio) ma nemmeno è riuscita a spiccare per originalità o impatto emotivo.
Gli concedo solo di avermi nauseato con la potenza delle situazioni in alcuni momenti (ma di brutto) e di aver scritto un finale non aperto e coerente.
 
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Se dovessi fare una valutazione generale (personale), direi che il libro strappa la sufficienza. Senza infamia e senza lode.
Ci sono cose che mi sono piaciute molto, e cose che non mi hanno preso per niente (o che non sono stato in grado di apprezzare).

Cosa NON mi è piaciuto :
- STILE
Sebbene all'inizio mi piacesse l’esposizione chiara, lineare ed asciutta della vicenda, alla lunga ho avuto l’impressione di leggere un reportage asettico di episodi in sequenza. Probabilmente si tratta di un effetto voluto dall'autore, ma non sono “entrato” nella trama. Sì, ho assistito a eventi molto scenografici, ma sempre da estraneo, passivamente, senza coinvolgimento. Ripeto, magari è voluto e comprensibile, ma nel leggerlo mi sono impantanato diverse volte.

- PERSONAGGI
Secondo me, ai tre protagonisti non viene data alcuna profondità psicologica/emotiva. Avrei preferito un tratteggio più deciso dei personaggi (primari e secondari). Paradossalmente, la descrizione psicoanalitica è ben presente, ma ci si limita a una fredda descrizione, senza dare forma e spazio al mondo interiore dei protagonisti. Anche qui, probabilmente l'effetto era nelle intenzioni dell’autore, ma non mi ha aiutato nella lettura.
Forse alcuni stratagemmi (ad es. qualche dialogo in più) avrebbero caratterizzato meglio i personaggi, dando sfumature più coinvolgenti alla vicenda.

- OVERSTRATCH (TEMATICHE)
Tante, troppe tematiche. Mi piace quando la carne al fuoco è tanta, ma qui c’è veramente un bazar di discipline in cui ammetto di essermi un po’ perso. Critica sociologica, analisi psicoanalitica (del singolo e delle masse), rapporto uomo-tecnologia, lotta di classe, sostenibilità economica, degrado politico…tantissime tematiche, tutte molto interessanti, ma a mio avviso non sfruttate/sviluppate appieno nel loro potenziale.
(Questo è un difetto minore, i temi trattati, seppur non approfonditi, mi hanno comunque dato diversi spunti su cui riflettere).


Cosa mi è piaciuto:
- PUNTI DI VISTA (STRUTTURA)

Ho apprezzato il focus su tre diversi protagonisti invece che su di un solo “eroe”, così come il passaggio a diversi punti di vista nel corso del romanzo. Ambientando i personaggi principali in tre settori diversi, si è data al condominio una sua totalità. L’organizzazione dei capitoli, quindi, ne ha guadagnato in dinamicità (spostare i punti di vista sull'azione ha fortunatamente “alleggerito” la mia esperienza di lettura)

- SVILUPPO VIOLENZA
La violenza non scoppia in seguito a un singolo episodio, ma si sviluppa in un crescendo di tensione, degrado e rappresaglie. La violenza si palesa piano piano e, da quello che mi sembra, era già presente in forma implicita prima dell'inizio della vicenda (e dato l’epilogo – si presume che ci sarà, sempre e ovunque). Come da buona tradizione inglese, homo homini lupus.

- DISTOPIA
Il libro si inserisce comunque in un filone che apprezzo profondamente, quello delle distopie. Le idee alla base dell’opera mi interessano (su questo le aspettative sono state abbastanza soddisfatte), e ho sentito reminiscenze di Zamjatin (Noi) e, molto alla lontana, di Golding (Il Signore delle Mosche) e Orwell (1984). Non è un capolavoro, ma non rimpiango di averlo letto: come detto qualche riga sopra, gli spunti su cui riflettere sono moltissimi.

---
Cosa mi è rimasto impresso, nella mia immaginazione di lettore?
- Omogeneità iniziale degli inquilini: stessi gusti, stesso stile, etc.
- L'insonnia diffusa
- Condominio progettato "non per l'uomo, ma per l'assenza dell'uomo"
- Feste come scintilla/occasione di rivolte [tutto sembra nascere come gioco, festa, carnevalesca provocazione - vedi episodio della ragazza aggredita]
- L'uso della telecamera da parte di Wilder: documentario come strumento per dare identità di classe. La telecamera ritornerà verso la fine, come medium per fissare su pellicola la violenza
- Per i piani bassi, il nemico non è la gerarchia delle "classi dominanti", ma l'immagine che si erano fatti dell'edificio
- Piano medio-alti organizzati, piani bassi uniti da senso di impotenza
- Edificio come organismo vivo (anche paragonato a cervello)
- Stracciato il rousseauiano bon sauvage - rabbia causata da un'infanzia troppo felice, per la negazione di perversioni?

BONUS CITAZIONE - PAG.175
"Prima aveva cercato di ammazzarlo, poi, dopo che aveva fallito, gli aveva dato del cibo e il suo corpo, allattandolo al seno per riportarlo a uno stato infantile e, forse, anche per poter provare affetto nei suoi confronti. Quando si fosse addormentato, gli avrebbe tagliato la gola. Il compendio del matrimonio ideale." Un gran romanticone, Ballard!

CONCLUSIONE
Lo rileggerei? No.
Lo consiglierei? Sì, ma non a tutti.
E allora? E allora è un libro che mi ha fatto comunque scoprire un autore che non conoscevo, e che voglio conoscere di più. Nonostante ci sia qualcosa che mi ha fatto storcere il naso (lo stile), gli riconosco qualcosa di buono (il tipo di tematiche, il filone letterario).


gran bel commento.
Mi hai dato un ottimo punto di vista su cui meditare.

Grazie.
 

Nynaeve

Saggio
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Nynaeve
Lettura conclusa da qualche giorno.
Voto ⭐
Scritto negli anni '70 quando la letteratura viveva ancora i postumi del postmodernismo, questo romanzo è un incubo lento e a volte nauseante.
Uno dei temi cari al postmodernismo il letteratura è quello del Non-Luogo, cioè uno spazio artificiale creato per tenere le persone all'interno e creare un microcosmo capace di rimanere totalmente autonomo ed estraneo all'esterno. Esempi possono essere la città sotterranea di Toronto o i centri commerciali di Hong Kong (tra l'altro, visitati entrambi e devo dire che fanno proprio un effetto strano).
Quindi poiché il condominio è il vero protagonista della storia da subito mi è sembrato un vero Non Luogo fatto per intrappolare, isolare e creare un ambiente in cui sperimentare gli estremi possibili per la società umana.
Cit. che hanno avallato la cosa...
Parlava del condominio come di un essere enorme e vivo che incombeva su di loro e osservava da padrone tutto quel che succedeva

Non c'è speranza in questa storia, la critica sociale, operata descrivendo la discesa dei personaggi verso lo stato di follia e la violenza, è prevedibile, ma non ha l'impatto di altri romanzi della stessa epoca o antecedenti.
L'autore alla fine dice quello che voleva fare
Sotto un certo aspetto la vitadel condominio aveva cominciato a somigliare a quella del mondo esterno, con la stessa crudeltà, con lo stesso spirito aggressivo nascosti sotto l'educata patina delle conversazioni
Il nostro è un mondo crudele e aggressivo. Bravo, ok. Ma poi ce lo racconta con un inesorabile stillicidio di pagine e noia.
Un personaggio preferito non c'è, anzi li ho disprezzati tutti parecchio senza riuscire a provare un minimo di empatia. Invece...
 

glokta

Illuminato
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ero convinto di aver scritto il mio commento ancora quando avevo finito il libro, ma evidentemente l'avevo messo in bozza e poi non pubblicato... peccato

come già detto in chat, a me per lunghi tratti ha ricordato il signore delle mosche (isdm) di Golding... perdendo rovinosamente il confronto.
Sarà post-moderno, moderno, antico, dello stile che si vuole, ma, secondo me, quando si scrive un romanzo che tratta di questioni sociali, ascensore sociale (ho detto ascensore!?!?!), psicologia di gruppo ecc.... è inevitabile che il confronto con isdm sia inevitabile. E Ballard scrive il suo 21 anni dopo...

Il difetto peggiore, per me, è che fin dall'inizio manca un "perchè" accada tutto ciò. Si inizia in medias res, ma neppure dopo si riesce a comprendere il perchè delle vicende. Forse è la volontà semplicemente di descrivere la società dell'epoca? E quindi non c'è un vero e proprio perchè? Non saprei, ma mi sembra riuscito male il tentativo

Il Libro è un lungo incubo, che però al contrario di quelli Kinghiani, non si nascone in qualche anfratto buio pronto a balzare alle spalle, ma si trascina stancamente su e giù per scale e ascensori.

Personaggio preferito? Gli ascensori, poracci.
 

Sveltolampo

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Sveltolampo
Finito da un paio di giorni solo per somatizzare e ... a mente quasi lucida posso dire che mi è rimasto ben poco.

Parto con una premessa...perchè ho proposto il libro?

Mi sono concentrato sul protagonista, che per me è l'edificio.
Questo deriva dai miei trascorsi universitari…fra i tanti l'architetto Le Corbusier ha catturato la mia attenzione con la sua l'Unité d'Habitation dove voleva creare una sinergia tra vita individuale, familiare e collettiva. Certo il periodo storico subito dopo la guerra ha stimolato in lui il bisogno di comunicare al mondo positività con la creazione di un nuovo modello di città dove le persone volessero e desiderassero crescere assieme…

…e collegandomi a questo sono rimasto perplesso di come altre persone hanno tentato di copiare l’idea anche in tempi più moderni…e parlo della mia città di nascita…Trieste…dove su un promontorio spicca il quadrilatero di Melara…una costruzione orrenda di migliaia di metri cubi di cemento armato che era stata pensata come città indipendente, con appartamenti (circa 500), negozi, scuole e palestre. Per farla breve il degrado ha preso il sopravvento (non al livello del libro per fortuna) e la “città” è diventata ben presto invivibile o quasi.

La lettura è stata scorrevole…come a detta di altri alla fin fine non succede niente di esaltante…la violenza nelle varie forme è piatta e fine a se stessa…si trascina senza emozioni e si conclude banalmente. Sembra che l’edificio sia a comandare le persone, le trattiene e non le lascia più uscire…ma le persone sono convinte di far loro questa scelta. E qui veniamo al vero essere degli individui…alla fine resta l’uomo delle caverne e regredisce ad una velocità maggior di quella che serve per evolversi.


P.S. il prossimo libro sarà migliore :asd:
 
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