Angiolillo":2nhrq1xd ha scritto:
Grazie del caloroso intervento!
C'è da dire che qui non siamo nella scienza: non abbiamo il problema di classificare l'ornitorinco e capire se sia mammifero o no. Parliamo di filoni, di stili. Capitrello dorico o corinzio? Libro romantico o classico? Pietanza etnica o internazionale? Se ne può discutere... forse. Tu stesso etichetti come "fantasy" dei libri. Ma su cosa sia esattamente il fantasy si sono versatio fiumi di inchiostro, tipografico e virtuale.
Sul fatto che non tutto è originale al 100% concordo. Non siamo che nani sulle spalle di giganti. Anzi, proprioo il fatto che certi giochi (magari della stessa epoca e/o dello stesso paese e/o dello stesso ambiente) abbiano caratteristiche comuni potrebbe proprio autorizzare a parlare di stili, forse. Forse in questo caso no, ma forse in altri sì. E comunque forse è proprio lo stile, l'apprtoccio (degli autori, o nazionale, o che, questo è da vedere) a caratterizzare per esempio il sovraccitato Wings of War e differenziarlo da Richthofen's War, Aces High, Ace of Aces, Wings, Sopwith, Blue Max, Flying Circus, Dawn Patrol, Dogfight, Knights of the Air e dai vari altri giochi da tavolo sui duelli aerei della prima guerra mondiale che avevamo a disposizione quando abbiamo creato il nostro.
Ma sono solo pensieri a ruota libera. Accolgo l'invito e... torno al lavoro!
Ciao e grazie ancora,
Andrea
As usual ho tentato di dire cose simili senza esprimermi al meglio:
le classificazioni, che siano stili o specie di piante, si basano sullo stesso fondamento, e cioè uno o più caratteri comuni che sono condivisi da due o più unità tra quelle che vanno classificate.
Ora, se mi parlate di una gerarchia, posso pure essere d'accordo. Esempio (altrimenti non mi spiego):
Se nella categoria german games mi parlate di german-abstract games, german-themed games, german-action games, allora posso anche essere d'accordo con voi.
Però bisognerebbe creare una gerarchia di stili.
Mi hai parlato di stile corinzio vs dorico o ionico. Ma i capitelli sono praticamente identici in questi stili e persino i rapporti di grandezza tra di essi sono molto simili. Infatti questi tre stili si possono applicare solo all'architettura greca. Se andiamo in Egitto PREGRECO troviamo stili diversi; simili magari ma che non si possono includere in questi tre tipicamente ellenici.
Persino i filoni letterari hanno dei "sottogeneri", per chiamarli così. Hai ragione, Andrea, a chiedermi "che cos'è la letteratura fantasy?" ed io ti rispondo che non lo so, per questo non amo classificazioni e divisioni in etichette, e per questo non credo che esista uno stile italiano.
Alcuni giochi creati in italia, p.es. War of the Ring, sono ameritrash, mentre altri, come kingsburg, fanno l'occhiolino ai german games, sottogruppo german-themes, infragruppo elemento aleatorio presente.
Come si fa a dire che esiste UN SOLO stile italiano?
Secondo me al limite ce ne sono di più di stili. Per questo ribadisco che parlare di un unico "stile" italiano non lo trovo giusto, perchè è riduttivo!
Wings of War è un gioco all'americana, e ci mancherebbe - sarebbe stato ingiusto non aver per lo meno letto i regolamenti di Knights of the Air, Blue Max, Richtofen War, e gli altri - oppure non aver consultato libri sull'aviazione dell'epoca. E' NECESSARIO tener presente ciò che ci ha preceduti e detto sinceramente è da stupidi non prendere ciò che funziona ed incorporarlo nel nostro modo di pensare. Ma i risultati sono diversi, ed avremo per esempio dalla FFG giochi americani, tedeschi, italiani, inglesi, francesi etc.
Insomma, io ripeto, secondo me usare una definizione così scarna come gli stili di cui si parla è non solo riduttivo, ma anche un po' squalificante per un'arte che è quella della creazione dei giochi (per me è un'arte, si).
Se si cominciasse a parlare di "sottostili", "sottocorrenti", o come volete voi che si chiamino - qui si entra nella semantica - allora beh, mettiamoci insieme e creiamo una bella sistematica dei giochi da tavolo. Io mi metto a disposizione per creare la filogenesi... però per adesso preferisco dividere in giochi in 1) "quelli belli" e 2) "quelli brutti", e resto contento del fatto che la maggior parte dei giochi italiani nel mio piccolo mondo ludico rientrino nella categoria uno.