
Gioco simpaticissimo e validissimo.
Durata molto contenuta che permette di rigiocare subito visto che come le caramelle una chiama l'altra
There's always something happening in the city that never sleeps. Maybe it's the lights, maybe it's the energy, or maybe it's the giant monsters trying to demolish the place!
King of New York is a standalone game from designer Richard Garfield that keeps the core ideas of King of Tokyo while introducing new ways to play. As in KoT, your goal is to be the first monster to collect 20 victory points (VPs) or to be the last monster standing. On your turn, you roll six dice up to three times, then carry out the actions on those dice. Claws cause damage to other monsters, hearts heal damage to yourself, and energy is stored up so that you can purchase power cards that provide unique effects not available to anyone else.
What's new in King of New York is that you can now try to become a star in the big city; more specifically, you can achieve "Fame", which nets you VPs, but superstar status is fleeting, so enjoy your time in the spotlight.
The game board for King of New York is larger than in KoT with each monster occupying a district in the city and everyone trying to shine in Manhattan. When you attack, you can displace a monster in another district, whether to escape military forces or to find new smashing opportunities. Yes, smashing because you can now destroy buildings and get bonuses for doing so, but the more destruction you cause, the more intense the military response.
The monsters from King of New York can be used in KoT and vice versa, but the power cards are specific to this game.
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Provato finalmente pochi giorni fa, sono rimasto ben impressionato da questa, diciamo, "revisione" di King of Tokyo. Diversamente da quanto avviene in molti casi, infatti, non ci troviamo di fronte a una di quelle operazioni sostanzialmente commerciali e scontate per cui ci troveremo ad avere solo nuove mappe, mostri, carte e/o cose del genere, dal momento che King of New York è un gioco del tutto nuovo e distinto dal predecessore, con il quale condivide solo il tema ed alcune impostazioni generali. E proprio questo, che di per sé è indiscutibilmente un pregio, spiega per quale ragione non mi sbilancio nel commento in toni più o meno entusiastici o demolitori: i due titoli, infatti, si vengono a collocare ora su due segmenti di giocatori diversi, pertanto uno dei due potrà essere considerato migliore dell'altro solo in funzione di questo aspetto.
Rispetto al predecessore, infatti, KONY aggiunge numerosi elementi di maggior strategia e controllo, che ne trasformano l'esperienza di gioco. La possibilità di distruggere i palazzi, già di per sé un ottimo impulso sul tema, crea di contro il problema delle difese cittadine che andranno a rendere poco vivibili i diversi quartieri, il che costringerà i giocatori a pianificare più attentamente gli spostamenti e le aree su cui concentrare la furia dei loro mostri, laddove in KOT la sola scelta era fra essere dentro o fuori Tokyo. L'abolizione poi dei risultati numerici sui dadi in favore delle stelline limita certamente l'effetto casuale (pur sempre presente come è ovvio in un gioco in cui si tirano manate di dadi), con l'aggiunta della carta che consente di fare punti con questi risultati, che alimenta ulteriormente l'interazione diretta fra i giocatori. Del resto, se in KOT il mostro che si trova a Tokyo non ha altra possibilità che fuggire quando gli schiaffi si sono fatti troppo pesanti, ora in KONY le nuove aggiunte consentono modi alternativi per sopravvivere dentro Manhattan, che i giocatori possono ben sfruttare anche grazie alle combinazioni possibili fra i nuovi risultati dei dadi, le carte e le nuove locazioni fra le quali occorre necessariamente spostarsi.
I giocatori che, pur apprezzandone il concetto generale, avessero trovato troppo semplice e banale KOT, dovrebbero secondo me trovare ora in KONY una risposta decisamente più in linea con le loro aspettative: il gioco è decisamente più "pensato" e meno confusionario e casuale, pur restando comunque in una fascia di poco impegno e risultando improprio ogni tentativo di inquadrarlo in altri contesti. D'altra parte, non lo si può più considerare un "filler" rapido e spensierato: certamente la durata si allunga, perde di immediatezza e la platea di giocatori si restringe in qualche misura, ad esempio escludendo almeno in parte i bambini che con KOT sviluppavano indubbiamente un feeling più immediato. In estrema sintesi, direi che potremmo considerare KONY come la versione "avanzata" di KOT e non avrebbe stupito trovare le due cose in una stessa scatola con due livelli di regolamento ad hoc. Tuttavia, essendo ora due prodotti distinti, sono dell'opinione che difficilmente abbia senso trovarli entrambi sugli scaffali di uno stesso giocatore...
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