Fields of Arle, gioco da tavolo da giocare in due o in solitario

Field of Arle: setup del gioco per due giocatori di Uwe Rosenberg
Jer Lanska, BoardGameGeek

Fields of Arle è il gioco in scatola di Uwe Rosenberg dedicato alle coppie o a chi sta cercando un gioco da poter giocare anche da solo, che non spicca per novità ma che rappresenta un buon gioco da tavolo che richiede impegno e calcolo.

Giochi collegati: 
Fields of Arle
Voto recensore:
7,5

Il gioco da tavolo di Uwe Rosemberg Fields of Arle: descrizione

L’ambientazione è semplice e ripresa da altri titoli dello stesso autore: ci si deve immedesimare negli abitante del piccolo villaggio di Arle, nella parte Est della Frisia, immerso in una campagna rigogliosa e produttiva. Nel tempo di 9 mezze annate, i giocatori dovranno gestire attività tipicamente contadine come coltivare, allevare animali, raccogliere torba, “rubare” terreni coltivabili grazie alla costruzione di dighe, costruire e rimodernare veicoli, etc. Ovviamente, la famiglia di contadini che saprà equilibrare al meglio questi ingredienti e totalizzare il maggior numero di punti vittoria sarà il vincitore.

Come si gioca a Fields of Arle?

Fields of Arle si sviluppa attraverso nove mezze stagioni, da Giugno a Ottobre e da Dicembre ad Aprile, dove ognuna di queste mezze stagioni si conclude con una fase di inventario nei mesi di Novembre (a fine Estate/Autunno) e Maggio (a fine Inverno/Primavera).

Davanti a voi, troverete un tavolo ricolmo di tabelloni e tabelle, nonché di puzzilli e tessere (un vero spettacolo per gli occhi). Adagiati sul tabellone principale, l’unico in condivisione tra i due giocatori, troverete le tessere “Costruzioni” e, nella parte sinistra del tabellone, gli spazi circolari (spazi azione) dove è possibile piazzare i lavoratori disponibili per i due giocatori. Tra queste caselle, vi sono gli indicatori strumenti, su cui i segnalini indicatori di entrambi i colori devono essere piazzati sul primo spazio disponibile di ogni strumento (tali indicatori potranno essere mossi solo grazie all’azione “Workshop”). Inoltre, potrete contare su un tabellone “Casa” per giocatore, sui quali troverete gli spazi necessari per coltivare campi, costruire edifici, spostare dighe, allevare animali. L’atro tabellone, sempre uno per giocatore, raffigura un fienile nel quale potrete riporre i mezzi di trasporto e dove potrete prendere le tessere “Destinazioni” raffiguranti paesi vicini al villaggio di Arle con i quali potrete commerciare. Esiste un altro piccolo tabellone in comune, ne quale verranno alloggiati i trasporti a disposizione dei due giocatori, oltre alle tessere “Vestiti” e alle tessere “Foresta” e “Grano/Lino”.

Il set up, a mio modo di vedere temporalmente troppo lungo, è però semplice tanto da esaurirsi nel posizionamento delle tessere su questi tabelloni, le 4 pedine “Lavoratori” sui 4 mesi della mezza stagione attualmente da giocare (si inizia con Estate/Autunno), l’indicatore turno sul Turno 1 mentre, ad ogni giocatore, vengono distribuite le tessere indicate sul tabellone “Casa” nonché 4 segnalini Argilla, 4 segnalini Legno e 3 cubetti Torba. Infine, vengono posizionati anche gli indicatori di stato delle varie risorse (Lana, Grano, Lino, Pelli, 2 x Cibo).

Ogni turno, ovvero ciascuna delle nove mezze annate, si svolge in maniera molto semplice e fluida. Prima avviene una fase molto breve, chiamata fase di “Preparazione”, nella quale i 4 “Lavoratori” di ciascun giocatore vengono impilati a due a due su ciascuno dei 4 mesi di ogni mezza annata con le pedine del giocatore di turno poste sopra quelle dell’altro giocatore. 

Durante la successiva fase “Lavoro”, vengono utilizzati sugli spazi circolari presenti sul tabellone di gioco comune (quello dove sono presenti le tessere “Costruzione”) per ottenere risorse quali legno/argilla, animali, eseguire azioni come deidratare la brughiera, raccogliere torba, costruire edifici, etc. Ogni azione deve essere selezionata tra quelle disponibili nella mezza annata del turno (Estate/Autunno o Inverno/Primavera), ad eccezione di un’unica azione delle 8 disponibili (quindi solo una tra i due giocatori) che può essere giocata anche nelle caselle della mezza annata non di turno, a patto che il segnalino primo giocatore passi all’avversario.

Al di fuori delle azioni del turno, in qualsiasi momento, ogni giocatore può piazzare le proprie tessere “Vestiti” “Legno/Argilla” sui messi di trasporto alloggiati sul tabellone “fienile”, al fine di trasformare queste merci nella loro versione più pregiata o, nel caso delle tessere “Destinazioni”, di riporre queste tessere lungo il percorso presente sul tabellone “Fienile”, non dopo aver trasformato almeno una delle merci indicate nella tessera in cibo (condizione necessaria per poter inserire la tessera “Destinazione” lungo il percorso).

La terza e ultima fase di ogni turno di gioco, chiamata “Inventario”, si svolge in maniera automatica e differisce a seconda di quale mezza stagione si sta giocando.  Unico punto in comune tra le due fasi inventario è la trasformazione delle merci caricate sui carri che vengono girate sul lato merce lavorata (conferisce più punti) o delle tessere “Destinazioni” che vengono girate e poste sul percorso segnapunti del tabellone “Fienile”. Per il resto, nella fase inventario della mezza annata Estate/Autunno si riceve cibo a seconda del numero di pecore e mucche possedute, oltre a raccogliere la produzione di campi e foreste, prima di pagare 3 cibi e 2 torbe (per il riscaldamento!) necessari per il sostentamento dei 4 membri della famiglia. Durante l’inventario della fase Inverno/Primavera, invece, tutti gli animali nelle stalle figliano, si tosano le pecore per ottenere Lana, si pagano 3 cibi per il sostentamento.

Considerazioni sul gioco in scatola di Field of Arle

Fields of Arle non porta sicuramente un’ondata di novità nel panorama ludico internazionale. L’ambientazione, al di là dei gusti personali, è stata più che sfruttata dall’autore stesso anche se, questo gioco nello specifico, ha il sapore e l’atmosfera dell’opera autobiografica che, a suo modo, traspare nella cura dei dettagli di gioco. In effetti, Fields of Arle riluce per la cura riposta nei materiali, abbondanti e particolareggiati, che rendono questa scatola sicuramente di pregio.

Al di là dei materiali, comunque, troviamo un gioco da tavolo solido, senza arzigogoli dal punto di vista delle meccaniche: siamo davanti, principalmente, ad un classico piazzamento lavoratori molto intuitivo e, da un punto di vista del regolamento, facile da illustrare durante la spiegazione. Sarebbe però troppo semplicistico riassumere questo titolo tramite una sola meccanica: in realtà, la parte più importante del gioco risiede nell’acquisizione e trasformazione delle risorse. Per spiegare questa frase, bisogna sottolineare come Fields of Arle, nonostante nella meccanica assomigli moltissimo al fratello Agricola, non sottopone scelte forzate e dettate dall’esigenza di fornire cibo alla vostra famiglia (molto spesso, durante una partita di Agricola, vi troverete in penuria di cibo dal primo all’ultimo turno, in costante corsa per arrivare al numero di cibi giusti per non acquisire la negativa carta Elemosina) ma, al contrario, bisogna bilanciare le scelte (che portano sempre punti/beni) per “massimizzare” i punti di fine partita. In effetti, le scelte all’interno del gioco sembrano a prima vista tutte ugualmente positive ma, da un unto di vista della pianificazione, sottendono una serie di (seppur semplici) calcoli per discriminare le azioni in modo da garantirsi il maggiore gap tra punti spesi (ad esempio il sacrificare merci che, di per se stesse, portano già punti alla causa) e punti guadagnati…puntualizzando che le azioni tra le quali potete scegliere, come detto, sono solitamente tutte convenienti e differiscono tra loro di pochissimi punti (che si materializzeranno nel giro di alcuni turni). 

La durata del gioco è perfetta per una serata, circa 2 ore (qualcosina meno) in due giocatori e, visto il numero elevato di azioni disponibili, anche la longevità del gioco sembrerebbe essere assicurata, soprattutto dal fatto che, dopo qualche partita, non ho trovato una strategia “vincente” o “necessaria” se si vuole competere per la vittoria come, ad esempio, l’aumento della famiglia in Agricola.

Sicuramente, la mancanza di una grande rotazione tra gli edifici potrebbe rendere il gioco più piatto anche se, per quanto visto dalle partite giocate, gli edifici vengono costruiti molto spesso più per i punti a fine partita che per il reale utilizzo delle abilità (ovviamente è un discorso generale, non applicabile al 100% delle tessere).

Una piccola menzione d’onore merita anche la versione del gioco in solitario, in tutto equivalente al gioco per due persone.

Conclusioni

Fields of Arle è un gioco solido, facile da digerire, probabilmente longevo, che dà spunti pregevoli per la costruzione di strategie differenti adatte a “massimizzare” i punti dovuti a commerci, trasformazione merci, upgrade dei veicoli, costruzione degli edifici, etc. Insomma, sebbene il gioco non abbia alcun elemento di novità e non brilli per competitività (come worker placement non capita spesso di concorrere brutalmente per la scelta delle azioni, tanto da assomigliare quasi ad un solitario) rimane un buon titolo, dove il discriminare la migliore tra le molteplici scelte non è un semplice esercizio di stile, ma richiede impegno e calcolo.

Pro:

Regolamento chiaro, con una curva di apprendimento molto semplice nonostante le molte tessere ed azioni differenti tra cui optare.

L’abbondanza di scelte e di una strategia dominante lo rende probabilmente longevo.

Buona profondità a livello di calcolo nella “massimizzazione” dei punti di fine partita.

Gioco votato alla costruzione e alla collezione di punti, non “stretto” e cattivo come Agricola.

Ottimi ed abbondanti materiali.

Ottimo anche in solitario.

Contro:

Nulla di nuovo a livello di meccaniche ed ambientazione.

Non è un gioco stringente, molto spesso non vi troverete a concorrere per “battagliare” nel posizionare i vostri lavoratori si di una azione in particolare.

Per chi ama i giochi competitivi, direi che questo non è il titolo a& cui penserei come prima scelta.

Le molte scelte a disposizione lo rendono quasi un solitario (frase un po’ azzardata)

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Commenti

Bella recensione, complimenti!

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