The Hobbit

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The Hobbit
Voto recensore:
6,6

Ambientazione
Ecco qui un altro gioco "tolkeniano" progettato da Knizia, pericolosamente vicino all'astratto, eppure il gioco richiama uno dei romanzi più belli della letteratura fantasy, Lo Hobbit.
Stavolta il viaggio di Bilbo (immortalato in almeno 5 giochi da tavolo diversi di cui già un altro della Fantasy Flight) viene però visto dalla parte dei nani. Ogni giocatore in questo gioco impersonerà infatti un nano della compagnia di Thorin che cercherà di aiutare Bilbo a superare le varie difficoltà dalla Contea fino alla tana di Smaug il Dorato.

Il Gioco
Lo scopo è presto detto: alla fine della partita, il giocatore con più gemme vince. Le gemme si guadagnano risolvendo le avventure. Le avventure si "affrontano" in 4 caselle apposite alle quali si giunge dopo un percorso punteggiato da eventi.

Ogni giocatore riceve una scheda coi suoi segnalini, 2 segnalini provviste e 5 carte nano coperte. Si piazzano sulla mappa Bilbo ed il drago, si dividono le carte evento ed avventura e si piazzano le carte evento sulle carte avventura del numero corrispondente. A questo punto si gira la prima carta evento e se ne applicano gli effetti.
Le carte evento possono essere di tre tipi:
1) carte dono: tutti i giocatori possono guadagnare qualcosa (abilità o provviste);
2) carte abilità: tutti i giocatori puntano una carta nano ed il vincitore dell'asta ottiene la carta abilità;
3) carte viaggio: tutti i giocatori puntano una carta nano e poi, in ordine crescente, si muove Bilbo sulle caselle della mappa. In ordine crescente significa che il giocatore che ha giocato la carta nano più bassa otterrà quello che c'è sulla prima casella in cui si muove Bilbo e via di seguito. Questo è importante perchè alcune caselle sono negative e ogni casella fornisce un risultato diverso.
Si possono guadagnare (o perdere) punti di un'abilità, provviste, o l'Anello.

Quando Bilbo raggiunge la fine di un percorso, trova una casella più grande. Ciascun giocatore riceve due provviste, le carte evento restanti per quel numero si scartano e si pesca la prima carta avventura relativa a quel numero.
Ogni carta avventura richiede di ottenere un determinato numero di simboli per ricevere un determinato numero di gemme. I simboli si ottengono in vari modi; innanzi tutto lanciando i 5 dadi tematici, inoltre le asce vengono anche fornite dalla forza, gli scudi dall'iniziativa, le provviste dai segnalini omonimi e l'astuzia permette di ritirare un determinato numero di dadi. Infine le carte abilità, eventualmente guadagnate durante la fase eventi, forniscono ulteriori bonus.

Ma attenzione, se un'avventura non viene completata, il giocatore che la affrontava deve pescare una tessera drago e subirne gli effetti. Usualmente si tratta di perdere qualcosa e di spostare Smaug in avanti di una casella. Questa è una pessima notizia perchè se Smaug raggiunge Laketown la partita termina immediatamente. Inoltre, per poter affrontare un'avventura, il giocatore deve possedere almeno due segnalini provviste altrimenti è costretto a passare e purtroppo, ogni volta che un giocatore decide o deve passare, Smaug avanza di una casella.

Una volta finite le carte avventura di un determinato numero, si passa alle carte evento del numero successivo e via di seguito.

Quando la partita termina, chi ha più gemme vince.

Ci sono varianti interessanti, tra cui quella per la quale se Smaug raggiunge Laketown, la partita finisce e perdono tutti.

Considerazioni
Nonostante il tema "traballante" (stiamo parlando di un gioco di Knizia, dopotutto), The Hobbit è divertente, non ha una durata eccessiva e diventa una bella sfida se si usa la regola opzionale del "perdono tutti" (molte partite non siamo riusciti a finirle perchè il drago è sempre più rapido di noi).
Le meccaniche sono valide ed il gioco scorre rapido; l'unico appunto è che una mano particolarmente sfortunata di eventi (es. tutte carte viaggio) comporta una partita molto più breve perché i giocatori si potenziano di meno.

Il gioco non è un collaborativo, ma un minimo di collaborazione favorisce tutti i giocatori.
Dal punto di vista dei componenti, gli standard FFG sono i soliti, ma un appunto riguarda il prezzo: troppo alto per quello che il gioco offre, soprattutto in termini di componentistica.

Il contenuto della solita scatola quadrata della Fantasy Flight è, come di norma, buono, e la grafica, importante per gli appassionati, è firmata da John Howe.
Aprendo la scatola troviamo una solida mappa in cartone con numerose caselle, ciascuna contenente un determinato simbolo che rappresenta la strada percorsa da Bilbo nella sua avventura. Sulla mappa trovano posto solo due pezzi: una miniatura di Bilbo, che parte dalla Contea, ed una di Smaug, che parte dalla sua tana.
Ci sono poi 5 schede che rappresentano i giocatori. Ogni scheda è divisa in quattro settori di cui tre sono colonne con dei segnalini (i cubetti di legno) che indicano il crescere o decrescere delle abilità. Le abilità sono forza (che fornisce bonus in combattimento sotto forma di asce), astuzia (re-roll dei dadi) ed iniziativa (scudi difensivi). Inoltre sulla scheda si può tenere traccia anche delle gemme conquistate.
Troviamo poi 60 gemme in plastica molto carine, 5 dadi tematici (più avanti vedremo come si usano) e 50 segnalini provviste.
Infine, le carte. Un mazzo di 60 carte piccole (formato "Talisman", per intenderci) che rappresentano dei nani, numerati da 1 a 60. Queste carte servono nelle "aste" durante il gioco.
Poi ci sono 69 carte più grandi divise in 4 mazzi evento e 4 mazzi avventura, ciascuno numerato da 1 a 4. Queste carte costituiscono il motore del gioco.
Infine ci sono 24 tessere drago che servono a definire le conseguenze nefaste del fallimento di un'avventura.

Per il resto, il maggior difetto che posso trovare in questo gioco è che si tratta di un gioco di Knizia; a me piace, ma se non amate il teutonico designer, lasciate perdere questo gioco.
La trama, come per "Lord of the Rings" dello stesso autore, è incollata su un gioco astratto, ma tutto sommato la si sente discretamente (il che non è usuale per il buon Reiner). La grafica può sicuramente piacere o meno - io non sono un fan di John Howe - ma è senza dubbio un valore aggiunto (e, temo, anche una delle ragioni del prezzo).

Tutto sommato questo gioco, anche grazie alla durata non eccessiva, si presta bene come gioco per una serata "multipla" o con poco tempo a disposizione e, nella mia personale pagella, si merita un bel 7; tuttavia vi consiglio di provarlo prima di acquistarlo, avendone la possibiltà.

Pro:

Meccaniche semplici.
Regole facili da apprendere.
Durata non eccessiva.
Abbastanza "cattivo".

Contro:

E' un gioco di Knizia, quindi evitatelo se non vi piace l'autore.
Un po' troppo costoso.

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