Titolo acquistato sulla scia dell'entusiasmo per l'ambientazione (lo ammetto!), per l'interesse verso l'1vs1 che sta nella mezz'ora (formato dove regna incontrastato 7W DUEL) e per la curiosità verso uno degli autori del momento Adam Kwapiński (Lords of Hellas, Nemesis). Giocato per ora 2 volte e devo dire che mi trovo perfettamente d'accordo con la recensione (bravi Giullari!), solo che io ancora sono nello status "spaesamento iniziale"! Ma sono convinto che sia un titolo da approfondire e conoscere bene prima di giudicare... praticamente la direzione opposta del mercato dei gdt attuale. Riuscirà a ritagliarsi ugualmente il suo pubblico???
Titolo per due giocatori della Board&Dice, InBetween è stato presentato a Essen e ci aveva incuriositi per l'ambientazione e la bellissima scatola doubleface. Non siamo però riusciti a provarlo nella teutonica landa; ma, grazie a Ms Edizioni che ne ha curato una localizzazione, il barbuto ha fatto un paio di turni al PLAY! - turni che, a dire il vero, non hanno lasciato il segno.
Il gioco
Ne InBetween un giocatore impersona la creatura che cerca di corrompere l'animo dei cittadini di Uspideville e portarli nel sottosopra; l'altro è la città, che cerca con tutte le forze di sopravvivere e non far perdere il lume della ragione agli abitanti del sobborgo. Lo scopo del gioco è lo stesso per entrambi i giocatori: portare il propio livello di consapevolezza al massimo, oppure attirando tre personaggi nella propria dimensione, mettendoli da un lato al sicuro e dall'altra divorandoli. C'è una terza condizione di vittoria che vede trionfare chi controlla più personaggi nel momento in cui solo al più cinque cittadini sono in gioco.
In fase di preparazione si posizionano in cerchio dieci dei diciotto cittadini presenti nella scatola, alternati tra la dimensione umana e quella della creatura: tutte le carte sono infatti a doppio lato, uno per ogni dimensione; le carte indicano il livello di sicurezza del personaggio, due simboli differenti e un'abilità che può essere attivata. Ciascun giocatore prende quindi il proprio mazzo fazione composto da ventotto carte, ciascuna di essa con un simbolo e un abilità. I mazzi sono diversi sia come abilità delle carte, sia come distribuzione delle stesse; inoltre, il mazzo città include le carte equipaggiamento, che forniscono abilità permanenti.
Il turno di InBetween si compone di quattro fasi:
- consapevolezza: il giocatore attivo può usare l'abilità consapevolezza del livello raggiunto o di uno dei livelli precedenti. Questa azione può essere svolta un'unica volta nel corso di tutta la partita;
- azioni - la fase centrale che vedremo nel dettaglio in seguito;
- attività: si attiva il personaggio su cui si trova il segnalino attività;
- movimento: il segnalino attività si sposta sulla carta successiva seguendo la direzione della macchina, ribaltandolo.
Durante la fase azioni il giocatore può:
- riposare: recuperare energia pari al numero di personaggi presenti nella propria dimensione;
- prepararsi: scartare carte e pescare fino ad avere cinque carte in mano.
Durante la fase attività, se la carta personaggio ha un segnalino su di essa, il giocatore nella cui dimensione si trova il personaggio può accrescere di uno il proprio livello di consapevolezza, pagando energia pari al livello che si vuole raggiungere. In aggiunta, se il personaggio è prudente, al sicuro, terrorizzato o divorato (se cioè l'indicatore di sicurezza è su uno dei tre livelli più bassi della carta) si attiva l'abilità di quel personaggio.
Considerazioni
InBetween ci ha stupito: non perchè sia un capolavoro, ma perchè è stato un gioco che si è lasciato scoprire poco a poco. Dopo la prima partita, o meglio i primi turni, il gioco non ci aveva detto alcunchè: lo abbiamo comprato e, dopo la prima partita, siamo rimasti titubanti, non capivamo se il gioco, in quella scatoletta così piccola, ci fosse davvero.
A livello di materiali non ci troviamo di fronte a nulla di eclatante: carte, qualche cubetto e qualche segnalino. Bella la grafica, che raffigura ogni personaggio nella versione sana e in quella pazza e che colora le carte dei due mazzi di azzurro e rosso - i colori delle due fazioni - con giochi di luce e ombra.
L'ambientazione secondo noi non è così tanto sentita: non ci si sente quasi mai nel clima di terrore e tensione che la storia premette - ancor meno se, come si è letto spesso on-line, si considera InBetween il gioco di Stranger Things. Con la serie di successo di Netflix il titolo ha poco a che spartire: lo si poteva ambientare in un qualunque romanzo di Lovecraft, o in una delle cittadine del Maine descritte da King.
Ciò che ci è piaciuto e che, allo stesso tempo, è punto di forza e di debolezza di InBetween è il suo essere asimmetrico sotto più aspetti: il mazzo della città ha meno simboli per interagire coi personaggi (quattro, così come quattro sono i poteri dei personaggi, che si ripetono sulle carte), il che rende più semplice per la città attrarre personagggi dal proprio lato; ma le abilità delle carte sono tutte diverse e più situazionali. Il mazzo della creatura ha più simboli, alcuni dei quali potrebbero non essere su nessun persoonaggio - ma solo gli stessi quattro effetti che si ripetono. Inoltre, le abilità dei personaggi dal lato della creatura sono tutte diverse. Anche sul forum si è discusso sul fatto che una delle due condizioni di vittoria sia la più semplice da perseguire; questo può essere vero alle prime partite, quando non si conoscono gli effetti delle carte e le abilità dei personaggi, e allora si gioca solo sull'accrescere la propria consapevolezza. (Segnaliamo, inoltre, che questa via porta anche a "finali annunciati"; ovvero situazioni in cui si sa già come andrà a finire con qualche turno di anticipo e senza che si possa fare nulla per evitarlo.) Però, quando si conoscono i mazzi e le abilità dei personaggi, il tutto si fa più bilanciato e interessante: un giocatore che conosce il titolo sa spazzare via l'avversario anche in pochi turni.
Insomma, InBetween non è un giocone con chissà che spunti orignali e meccniche innovative; ma è un titolo che funziona e che, pur non essendo il gioco di Stranger Things, soprattutto grazie ad un'ambientazione accattivante riesce a farsi riconoscere.