Recensione Stay Away

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Stay Away!
Voto recensore:
5,5

In Stay Away, con un gioco di carte e bluff ideato dagli italiani Antonio Ferrara e Sebastiano Fiorillo, farete parte della squadra di recupero inviata sull’isola emersa di R’lyeh, con lo scopo di indagare sulla misteriosa sparizione di Jack Burton e della sua compagnia. Arrivati là scoprirete che sono tutti morti e che una creatura terrificante, La Cosa, si è impossessata di uno di voi. Dovrete scoprire chi è e ucciderla prima che infetti o uccida voi e tutti i vostri compagni.

Il Gioco:

Il setup del gioco, che è composto di sole carte, prevede la selezione di determinate di esse in base al numero di giocatori. Una volta creato il mazzo base se ne selezioneranno 4 per ogni giocatore meno una. Infatti, tra queste carte, verrà mescolata la carta “La Cosa”, chi la pescherà impersonerà il mostro per il resto della partita.

La dinamica del gioco è molto semplice. All’inizio del proprio turno si pescherà la prima carta del mazzo che, se sarà una Stay Away, verrà presa in mano e quindi il giocatore avrà diritto a scegliere che carta giocare tra quelle in suo possesso, altrimenti, se sarà una Panic, verrà svolta immediatamente senza possibilità di scelta.

A fine turno sarà obbligatorio scambiare in contemporanea, vicendevolmente e segretamente una carta con il giocatore successivo in ordine di turno. E’ in questo modo che La Cosa, scambiando la carta “infetto”, infetterà gli altri giocatori che, da quel momento, giocheranno a tutti gli effetti con lei con il solo limite di non poter infettare gli altri giocatori.

Sia le carte Stay Away che Panic daranno brio al gioco con porte sbarrate che impediranno scambi evitandovi di essere infettati, sbirciate per vedere la mano degli altri giocatori, cambi di posto al tavolo e lanciafiamme che uccideranno gli altri giocatori. Perché in Stay Away si muore, e se si viene uccisi si esce totalmente dal gioco.

Solamente uccidendo La Cosa gli umani superstiti potranno dichiarare la loro vittoria sull’orrenda creatura. Nel caso in cui, invece, vengano tutti infettati o peggio, uccisi, sarà quest’ultima ad ottenere la vittoria in comune con gli altri infetti sopravvissuti.

Conclusioni:

Il manuale del recensore provetto suggerisce di essere quanto più obiettivi nel giudizio ad un gioco nel momento in cui se ne scrive la recensione. Ecco perché, in questo caso, il mio compito diventa davvero arduo. Mi ritrovo a recensire un gioco che, in generale mi piace e mi diverte, ma che non posso certo sostenere essere esente da difetti.

Ma andiamo per ordine analizzando i singoli aspetti.

La meccanica di gioco non può essere considerata tra le più innovative: giocando e sentendo la spiegazione del regolamento una vocina si insinua nella testa e dice: “Panic Station… Panic Station”. In certe situazioni ci siamo trovati un po’ a paragonare i due titoli, seppur nettamente diversi, per l’analogia dell’ambientazione e di alcune meccaniche. Se già in Panic Station la dinamica di infettare gli altri giocatori tramite scambi di carte non era sembrata funzionare alla grande, in Stay Away viene semplificata ma incorre nella stessa identica problematica del suo predecessore e cioè, cosa mi vieta di farmi infettare volontariamente se mi rendo conto che sto miseramente perdendo come umano?

La soluzione adottata è la stessa identica di Panic Station, l’ultimo infetto non vince la partita. Questa scelta, diciamolo, non è certamente ottimale perché elimina quasi del tutto il problema dell’infezione volontaria ma, nello stesso tempo, penalizza in modo decisivo l’ultimo umano che, anche tentando con tutte le sue forze di non essere infettato, se dovesse fallire finirebbe per perdere nonostante sia nella squadra vincente.

Tutto questo va anche a fare un pochino da deterrente per quanto riguarda l’ambientazione che, però, in generale, è molto ben resa nel gioco. Il senso di ansia dato dalla possibilità di essere infettati viene percepito al tavolo e anche le azioni delle varie carte mantengono fede alla linea generale.

Altro aspetto positivo del gioco è che centra in pieno il target a cui è destinato, e cioè a giocatori che cercano un gioco semplice da poter proporre a tutti e che non richieda ore ed ore pregresse passate ad un tavolo. Il regolamento è semplice, lineare e si spiega in 5 minuti, il che lo rende alla portata anche di neofiti.

 

Gli aspetti negativi del gioco, però, ci sono e sono sostanzialmente 3.

Il primo è certamente la possibilità che il gioco si “inceppi”, passatemi il termine: soltanto La Cosa può infettare gli altri giocatori, gli infetti potranno aiutarla uccidendo gli umani superstiti (sempre che riescano a capire chi lo è ancora e chi no), può così capitare che La Cosa non peschi carte “infetto” per svariati turni consecutivi, questo potrebbe mandare il gioco in stallo facendo susseguirsi turni su turni dove, sostanzialmente, non accadrà nulla.

A questo aspetto mi collego per sottolineare il secondo difetto del gioco, e cioè che quando ti siedi a giocare a Stay Away non hai la più pallida idea di quanto durerà la partita. Potrebbe accadere che “La Cosa” venga scoperta al secondo giro ed al terzo uccisa con il lanciafiamme e, di contro, potrebbe verificarsi la situazione che descrivevo sopra facendo allungare spaventosamente i tempi di gioco.

Soffermandosi a ragionare su questo aspetto viene naturale pensare che non sia stato fatto un adeguato playtest al gioco. Magari non in termini di tempo ma in quanto ad eterogeneità dei giocatori al tavolo. Se il playtest è stato effettuato con sempre gli stessi gruppi di gioco, potrebbe darsi che certi difetti non siano venuti a galla. A testimonianza di questo c’è il fatto che, a pochi mesi dall’uscita del gioco, si è reso necessario rendere disponibile online sul sito dell’editore un versione rivista del regolamento che va a modificare una serie di meccaniche.

Il terzo ed ultimo grande difetto è la scalabilità del titolo. La scatola dice da 4 a 12 ma io sconsiglio vivamente di provarlo sia in meno di 6 che in di più di 8. Nel primo caso vi ritroverete a scoprire molto velocemente “La Cosa” che si sentirà frustrata dall’aver avuto la sfortuna di aver pescato quella carta ad inizio gioco; nel secondo caso la partita avrà tempi di gioco ben lontani dal classico Party Game in più, essendo un gioco dove si viene eliminati, il primo sfortunato si ritroverà ad assistere alla partita degli altri giocatori per molto tempo.

E’ giusto sottolineare che queste sono situazioni limite che possono capitare, non tutte le partite si svolgono in questo modo. Però è importante evidenziare che la possibilità sussiste.

In ultimo, e l’ho tenuto volutamente a parte perché non lo ritengo un difetto ma una mia impressione, il gioco vorrebbe essere di bluff ma, in realtà, la possibilità di bluffare non c’è. La Cosa gioca carte come tutti gli altri, alcune la favoriscono pesantemente e quindi raramente le giocherà se non per scoprirsi agli occhi di tutti. Non essendoci delle scelte a cui gli altri giocatori possano aggrapparsi per una discussione, fondamentalmente si faranno ipotesi un po’ tirando ad indovinare ma senza avere nessun tipo di riscontro.

 

In conclusione Stay Away è un gioco che, se vi piacciono titoli alla The Resistance, Lupus in Tabula, ecc., potrebbe piacervi a meno di “sorvolare” sul fatto che alcune partite potrebbero essere più frustranti che divertenti. Certamente il gioco è destinato più ad un target di neofiti piuttosto che di gamers incalliti che cercano in un gioco la perfezione assoluta.

Il prezzo sul mercato è concorrenziale e grafica ed ambientazione sono ben rese, tuttavia…a malincuore il mio voto finale è: 5.5 che, dovendo dare un voto pieno, approssimo a 6 perché, in fondo, non lo ritengo un brutto gioco e lo metto sul tavolo volentieri.

Elementi di Sintesi:

Dipendenza Linguistica: Media. Ogni carta ha scritto la sua funzione e, non essendo pubbliche, richiede una buona conoscenza della lingua.

Incidenza Aleatoria:  Alta. Molto è determinato dalla pesca delle carte.

Scalabilità: Bassa. In pochi il gioco perde di mordente, in troppi diventa lunghissimo.

Componentistica: La scatola contiene soltanto carte che sono ben illustrate e di buona qualità.

Pro:
  • Ambientazione ben resa
  • Buona componentistica e grafica
  • Prezzo concorrenziale
  • Centra il target a cui è destinato
Contro:
  • Possibilità di “inceppamento” della partita
  • Possibilità di partite troppo lunghe per un party game
  • Scalabilità bassa

 

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Commenti

Ciao a tutti! Ho una domanda! Se durante il proprio turno si cambia posto (a causa di una panic o di una stay away che lo consente), lo scambio di fine turno si fa comunque? E poi il turno continua con il giocatore dopo a quello che si è spostato o con quello che sarebbe stato dopo se nn ci fosse stato spostamento?

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