Grazie, lo avevo addocchiato da tempo.
Questa è la conferma che attendevo.
Preso al volo.
Sono anni che possiedo e gioco con piacere a questo titolo della Redbox per 2-4 giocatori, del 2017, passato in sordina tra la miriade di uscite annuali: era ora che lo recensissi. L’autore è il brasiliano Leandro Pires.
Si tratta di un gioco basato principalmente su meccaniche di commodity speculation tramite asta a lotto multiplo e su collezione set.
Tsukiji ci trasporta nell’immenso mercato del pesce di Tokyo negli anni Trenta, dove siamo dei proprietari di ristoranti che si danno battaglia per portare a casa il miglior pescato del giorno! Ci metteremo i bastoni tra le ruote l’un l’altro per accaparrarci salmoni (sake), pesci palla (fugu), capesante (hotategai), gamberi (ebi), polpi (tako) e pregiati tonni (maguro).
Come si gioca
Si va quindi a variare il costo del pesce sulla tabella, basandosi sul numerino in alto a destra della tessera risultato dell’asta; ad esempio, se il lotto ha una tessera “+2” e contiene due pesci palla e un salmone, il segnalino pesce palla avanzerà di quattro caselle e il salmone di due, acquistando valore.
Si passa alla fase di scelta del lotto da aggiungere al nostro ristorante, partendo da chi ha il segnalino primo giocatore (ovvero chi ha speso più soldi al round precedente) e proseguendo in senso orario, ovviamente pagando il costo immediatamente, ché anche a Tokyo "per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno".
Ognuno, poi, ritira i biglietti asta del proprio colore (tranne quelli speciali, che vengono scartati, approfondisco dopo), si scarta il lotto che non è stato acquistato da nessuno, chi ha speso più yen diventa il primo giocatore e si continua allo stesso modo per i round successivi, sette in tutto.
- la carta del tonno, che, essendo molto pregiato, non subisce l’andamento del mercato, ma fa punteggio a sé, accumulando punti in base alla quantità;
- la carta del misto di pesce (takusan), che funge da jolly, quindi si può mettere in qualsiasi posto al momento dell’acquisto;
- la carta della yakuza, la criminalità organizzata locale, che ci chiede il “pizzo”: dobbiamo scartare subito una carta che abbiamo già nel nostro ristorante.
Terminati i sette round, si contano i punti in base al dato finale del mercato: 10 punti per ogni carta che abbiamo del primo pesce classificato, 7 per il secondo, 5 per il terzo, 3 per il quarto e solo 1 per il quinto e ultimo.
Si aggiungono i punti del tonno e, inoltre, un punto per ogni yen avanzato. Ovviamente, chi ha ottenuto più punti è stato il miglior ristoratore e vince la partita.
Scalabilità
Tsukiji scala ottimamente, le carte e i biglietti riportano dei simboli (2/3/4 pesciolini) per indicare quali utilizzare per ogni numero di giocatori. Pure il fatto di dare il segnalino primo giocatore a chi ha speso di più, agevola il passaggio di tale segnalino, in quanto i soldi sono limitati e possono solo essere spesi, non guadagnati (se non saltando il turno per ottenere 3 yen, ma è un’opzione piuttosto drastica).
Inoltre, i soldi vengono distribuiti in modo diseguale all'inizio: 48 yen al primo giocatore del primo round, 51 al secondo, 54 al terzo e 57 al quarto. Ce li dovremmo far bastare fino all'ultimo.
Materiali
Le carte sono ben illustrate, con un tratto fumettoso che rende il gioco gradevole anche al target delle famiglie; i colori sono decisamente sgargianti.
La chicca sono però i cinque animeeple che raffigurano i pesci protagonisti del mercato: il gambero, il polpo, la capasanta, il salmone e il pesce palla mettono simpatia solo a vederli.
Il regolamento è scritto bene e non lascia dubbi. Solo la regola dei 3 yen in cambio del turno saltato è un po' nascosta e può sfuggire, se non si legge con attenzione. Tsukiji non è stato localizzato in italiano, ma la dipendenza dalla lingua riguarda solo il manuale, il resto sono solo icone e numeri.
Considerazioni finali
Avevo comprato Tsukiji per proporre in famiglia un gioco di commodity speculation che fosse lineare. Obiettivo raggiunto, mia figlia (10 anni) lo tira fuori spesso dallo scaffale.
Mi dà le sensazioni di alcuni giochi che sto recuperando in questi mesi, eurogame alla vecchia maniera (tipo Mogul o Hansa), che sono ben focalizzati su una o due meccaniche e che, con poche regole, riescono appunto a essere longevi.
La prima fase si svolge in contemporanea, dandoci il vantaggio di un downtime praticamente nullo, e il numero limitato di sette round lo rende intavolabile anche con poco tempo a disposizione.
I biglietti che servono per l'asta si differenziano anch'essi tramite le icone dei pesciolini, per quanto riguarda la scalabilità, e tramite il colore che, invece, differenzia i biglietti basilari da quelli speciali (che sono a uso singolo, poi vanno scartati). Questi ultimi, a fondo bianco anziché colorato, danno più imprevedibilità all’andamento del mercato: c’è un "+6", un "-1", uno che annulla un +4 (o, se non ci sono "+4" aggiunge 2) e uno che moltiplica "x2" il risultato dell’asta: da usare con criterio e al momento giusto. I biglietti asta sono di fatto la componente strategica di Tsukiji, che per il resto è tattico, ovvero ci si adatta alla proposta del mercato.
Per chi gioca con bambini di meno di 10 anni consiglio di togliere i biglietti asta a fondo bianco, così si rende il gioco più semplice e l'andamento del mercato più controllabile anche dai più piccoli.
Segnalo che al momento il gioco risulta esaurito, ma lo trovate sui vari siti di vendita dell’usato a pochi euro.