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ColorADD è un "alfabeto" creato per permettere alle persone daltoniche di riconoscere i colori.
Qui la pagina ufficiale: https://www.coloradd.net/en/
Qui la pagina su Wikipedia (in inglese): https://en.wikipedia.org/wiki/ColorADD
Sta diventando rilevante per noi appassionati perché alcuni giochi lo stanno introducendo nella propria componentistica (p.es. Knarr o Sea Salt & Paper).
Ci ho rimuginato un po' negli ultimi tempi e non riesco a farmi un'opinione definitiva in merito.
Di primo acchito, la ritengo ovviamente un'iniziativa molto positiva, volta a ridurre gli impedimenti causati da una condizione; a favorire -per usare un termine molto in voga al momento- l'inclusività.
D'altro canto, mi sembra un'iniziativa bella più sulla carta che in pratica. I miei dubbi sono innanzitutto due:
1) Cosa ci guadagniamo nell'usare una simbologia nuova piuttosto che a scrivere il nome del colore? Che è indipendente dal linguaggio? Vero ma è un linguaggio che (per quanto i simboli siano davvero una manciata) va imparato ex-novo. Nello specifico dei giochi poi, anche se non è il caso dei due citati, molti hanno comunque del testo nei componenti e quindi presuppongono la conoscenza della lingua in cui sono pubblicati.
2) Già che c'erano avrebbero potuto scegliere meglio i simboli e differenziare meglio rosso e blu, che sono distinti solo dall'orientamento. Ci pensavo ieri giocando a Jurassico, che necessita di dadi in 5 colori diversi. Creare dei dadi con i simboli di ColorADD al posto dei "pips" (i puntini sui dadi) sarebbe inutile, perché quello rosso e quello blu, perdendo le informazioni di alto/basso, sarebbero indistinguibili.
Nota bene: apro il thread unicamente per amore di discussione. La considero comunque un'iniziativa molto positiva, e anche se ho dei dubbi in merito, di sicuro non penso possa nuocere.
Qui la pagina ufficiale: https://www.coloradd.net/en/
Qui la pagina su Wikipedia (in inglese): https://en.wikipedia.org/wiki/ColorADD
Sta diventando rilevante per noi appassionati perché alcuni giochi lo stanno introducendo nella propria componentistica (p.es. Knarr o Sea Salt & Paper).
Ci ho rimuginato un po' negli ultimi tempi e non riesco a farmi un'opinione definitiva in merito.
Di primo acchito, la ritengo ovviamente un'iniziativa molto positiva, volta a ridurre gli impedimenti causati da una condizione; a favorire -per usare un termine molto in voga al momento- l'inclusività.
D'altro canto, mi sembra un'iniziativa bella più sulla carta che in pratica. I miei dubbi sono innanzitutto due:
1) Cosa ci guadagniamo nell'usare una simbologia nuova piuttosto che a scrivere il nome del colore? Che è indipendente dal linguaggio? Vero ma è un linguaggio che (per quanto i simboli siano davvero una manciata) va imparato ex-novo. Nello specifico dei giochi poi, anche se non è il caso dei due citati, molti hanno comunque del testo nei componenti e quindi presuppongono la conoscenza della lingua in cui sono pubblicati.
2) Già che c'erano avrebbero potuto scegliere meglio i simboli e differenziare meglio rosso e blu, che sono distinti solo dall'orientamento. Ci pensavo ieri giocando a Jurassico, che necessita di dadi in 5 colori diversi. Creare dei dadi con i simboli di ColorADD al posto dei "pips" (i puntini sui dadi) sarebbe inutile, perché quello rosso e quello blu, perdendo le informazioni di alto/basso, sarebbero indistinguibili.
Nota bene: apro il thread unicamente per amore di discussione. La considero comunque un'iniziativa molto positiva, e anche se ho dei dubbi in merito, di sicuro non penso possa nuocere.