Acquistare in sicurezza online: commissioni Carta di Credito e ricarica Postepay

ATTENZIONE A CHI CHIEDE LE COMMISSIONI SULLE CARTE DI CREDITO E ACCETTA RICARICHE POSTEPAY.
Dopo molto tempo che opero online, mi sento di voler condividere con voi alcuni elementi fondamentali riguardo gli acquisti online, cominciando con il metodo di pagamento più diffuso: la carta di credito.

Autori

ATTENZIONE A CHI CHIEDE LE COMMISSIONI SULLE CARTE DI CREDITO E ACCETTA RICARICHE POSTEPAY.
Dopo molto tempo che opero online, mi sento di voler condividere con voi alcuni elementi fondamentali riguardo gli acquisti online, cominciando con il metodo di pagamento più diffuso: la carta di credito.

LE COMMISSIONI SULLE CARTE DI CREDITO

Pagare una cifra fissa, o una percentuale per per avere la possibilità di effettuare un’operazione d’acquisto con la carta di credito è legittimo? Ci sono dei dubbi (le commissioni applicate dai principali circuiti di pagamento elettronico difficilmente superano il 2%), ma quanto meno l’Antitrust ha imposto che questa informazione non sia nascosta e scorporata dal prezzo “civetta” che compare cercando gli articoli a cui siamo interessati, ovvero vuoi che ti paghino le commissioni sulla carta di credito? Devi inserirle nel prezzo di vendita o indicarle chiaramente insieme ad esso. Questo come linea almeno di principio, in realtà, avete mai pagato le commissioni sulla carta di credito quando andate al supermercato o a Media World per fare un esempio? Certamente no. Esigete di non pagarle neppure online perché non è permesso richiederle, soprattutto nella forma in cui normalmente viene fatto. Le commissioni vanno inserite dentro i prezzi di vendita o comunque non devono essere nascoste per poi sbucare fuori all'improvviso nel carrello. Le commissioni sulle carte di credito SPETTANO AL NEGOZIANTE!

Poco tempo fa una nota compagnia aerea è stata multata pesantemente proprio perché chiedeva soldi in più per le carte di credito.

LA RICARICA POSTEPAY

La ricarica postepay è un metodo di pagamento?

Ovviamente no. Nel maggio 2007 poste italiane, proprietarie della carta postepay, hanno ribadito fermamente questo concetto.

Un pagamento consiste in un trasferimento di danaro che miri, a titolo di causa, ad adempiere un'obbligazione. La causa della ricarica è semplicemente una ricarica, non è un pagamento, si favoleggia che un Giudice l'abbia interpretata addirittura come donazione...!

Come funziona? Le ricariche sono atti di approvvigionamento danaro sul conto virtuale postepay per poter poi usare i soldi per pagare! Ogni ricarica fatta è atta all'approvvigionamento conto del titolare, a prescindere da chi è fatta, vige quindi il mandato "fatta in nome e per conto del titolare"! Quindi, se vostra madre ricarica la vostra carta postepay vi ha fatto un pagamento? Certamente no.

Allora se è pagato così un venditore, è stato fatto un pagamento? Ancora no.

Paghi solo se hai atti certi, firmati, dichiarati, non semplici email senza id digitali in quanto sarebbero solo prove indiziarie e non prove documentali (come una dichiarazione scritta dove il venditore scriva e firma dicendoti a fronte del pagamento xxxx ricaricami....ecc...) ed in tal modo hai la prova del pagamento , cioè la ricevuta quietanza emessa dal venditore dove per l'appunto ha confermato il pagamento e non la ricarica! Con tanto quindi di causale contabile!

Da ultimo i pagamenti (vedere diritto bancario e regolamentazioni mercati intermediari finanziari) sono mezzi che fan sì che una persona venga liberata con versamento di danaro a fronte di un acquisto con i requisiti previsti tra cui LA CONTABILE, cioè LA CAUSALE CONTABILE! Ogni pagamento che non dà quietanza perché carente di causale contabile, NON è un pagamento!

LA CAUSALE CONTABILE (CAUSA GIURIDICA), TRA GLI ALTRI REQUISITI RICHIESTI DALLA LEGGE E' ESSENZIALE PER AVERE UN PAGAMENTO ATTO COME TALE A TUTTI GLI EFFETTI DI LEGGE CHE FA PROVA DOCUMENTALE CERTA E NON OPINABILE.

Inoltre, se non c'è causale, come viene registrata la vendita? Potrebbe tranquillamente sparire nel nulla, no? Esattamente, infatti incassare soldi così favorisce l'evasione fiscale.

PostePay è a tutti gli effetti una carta di credito emessa dal circuito VISA, solo che invece di attingere da un conto corrente bancario possiede un fondo prepagato che il titolare "rimpingua" secondo le necessità.
L'operzione di ricarica (trasferimento fondi) è un'operazione che è riservata solo ed esclusivamente al titolare. Viene però concessa la possibilità di delegare questa operazione a terzi. A molti sfugge che quando una persona diversa dal titolare esegue una ricarica, lo fa 'in nome e per conto del titolare' come scritto nel regolamento - contratto di PostePay e/o da li desumibili (per il solo fatto che il contratto cita modalita' di pagamento e non prevvede costi e modalita' di atto dispositivo, con costo di 1 eur., cioe' ricarica!) Ciò implica che quando un acquirente firma il modulo di versamento della PP è come se dichiarasse che il denaro era già originariamente di proprietà del titolare ed è stato da lui delegato a versarlo.

Deriva che la ricevuta del versamento non ha alcun valore transativo, ma serve solo per attestare la delega ed il versamento. Il venditore può disconoscere in qualunque momento la correlazione tra l'operazione di ricarica e la vendita della merce in quanto tale atto, a livello contabile, non fa insorgere un debito.

Nessuna carta di credito può essere usata per incassare denaro, ma solo per pagare. E questo vale, ovviamente, anche per PostePay. Il problema, quindi, non è utilizzare la PP, ma utilizzare impropriamente il meccanismo della ricarica come sistema di incasso.

Come si paga con la postepay su internet?

Con pos virtuale (con inserimento dei dati contenuti nella carta) o con sistemi legittimi come paypal, che fungono da pos virtuale.

Se poi prendiamo il caso di un negozio online, la cosa è ancora più grave, perché l'intestatario di una postepay (che può essere SOLO una persona fisica), non coincide con l'azienda alla quale fa capo il negozio. Ciò non è ammesso neppure se l'intestatario della carta coincide con il proprietario dell'azienda. Sarebbe come se per un acquisto a Media World ricaricaste la carta postepay del suo amministratore delegato. Una cosa è la persona, una cosa è l'azienda.

Questo è molto importante alla fine della tracciabilità del denaro e dalla necessità di trasparenza richiesta da tutte le ultime normative.

Concludendo, ricaricare una postepay, oltre che costarvi inutilmente 1 euro per la ricarica, non è un sistema di pagamento legittimo e riconosciuto.

La ricarica postepay come pagamento è il sistema più largamente diffuso per le truffe online e FAVORISCE l'evasione fiscale, proprio perché non è l'azienda ad incassare ma una persona. E' un sistema insicuro e non dà alcun tipo di tracciabilità, né causale, né tantomeno la trasparenza.

Non rendetevi complici di questo mal costume, non ricaricate MAI una postepay di un venditore, perché è illegale. Usate strumenti riconosciuti e legali, pretendete che il venditore paghi le tasse per ciò che vende, come tutti i cittadini e sappiate che le commissioni sull'uso CORRETTO di una carta di credito (pos virtuale classico, oppure paypal o simili) sono A CARICO DEL VENDITORE e NON DEL CLIENTE!

Altri metodi di pagamento legali sono il bonifico bancario, il postagiro, il bollettino postale, il vaglia postale e, ovviamente, il contrassegno.

Spero che queste informazioni risultino utili.

Chi ha un'attività è giusto che paghi quello che deve pagare.

Diffidate di qualunque realtà commerciale che accetti la ricarica postepay o chieda commissioni sulle carte di credito. Non siate loro complici, esigete correttezza e trasparenza, non favorite l'evasione fiscale, né esponetevi al rischio di truffe.


(alcune delle informazioni sono riportate sono state prelevate dal web e articoli di settore)

Commenti

cosa pago con il net banking. Mi chiede di entrare chase routing number perché ho un conto bancario in chase bank

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare