Goblin a Essen 2013: Sargon! Resoconto di sabato.


Per la Rubrica Speciale "Goblin a Essen" diamo voce al grande Re Sargon, che ci accompagnerà per alcuni articoli raccontandoci la sua personalissima Essen 2013.








Manifestazioni


Per la Rubrica Speciale "Goblin a Essen" diamo voce al grande Re Sargon, che ci accompagnerà per alcuni articoli raccontandoci la sua personalissima Essen 2013.









Terza ed ultima giornata della mia Essen 2013.
Triste, ma stanco morto mi appresto, prima di affogare nel sugo di costine di maiale e salsiccia preparato alacremente in Italia, a scrivere quanto affrontato in questo giorno di delirio.

Incontri in Metropolitana a parte, inquietanti e faticosi, in fiera si apre uno scenario mai visto. Tavoli vuoti di sabato /(eccetto Concordia e Cornish Smuggler). E questo vuol dire solo che la fiera quest’anno o è troppo grande o ha meno gente.


Mi affretto a prendere un tavolo di Luchador, attendo l’arrivo dei prodi e si cominciamo a picchiare selvaggiamente provocando l’ilarità di tutti i presenti nel raggio di, diciamo, 10 metri. Gioco molto simpatico, ma solo in 4, in due rimane piuttosto secco. Tanta fortuna, troppa, ma divertente. Bella componentistica e bei disegni, però avrei preferito la possibilità di avere lottatori con valori diversificati.

Poi si corre per la fiera.

Invaders: Revolver migliorato. Oddio niente di brutto, ma neanche qualcosa di nuovo. Apprezzabile la violenta differenza di strategie.

Theseus: mancala con i poteri. Uhm… non so se essere eccitato o schifato. Temo fortemente che in più di 2 giocatori il gioco diventi davvero un disastro di paralisi analisi. Troppo celebrale, proprio a causa dei poteri diversi e pesantissimi nei casi aggravati dalla possibilità di giocare carte. Ma in definitiva potrebbe essermi piaciuto.

Viking: no, non ci siamo proprio, poco roba. Praticamente un classico gioco di movimento con l’aggiunta di rune che con la luce in fiera neanche si vedevano bene. Bello da vedere e intrigante a sentirne parlare, ma l’esperienza personale è stata noiosa.

Legacy: uhm, pensavo peggio. Però l’ambientazione è nulla. Le carte piccole per farle entrare tutte, ma poco funzionali per le scritte e i poteri. Tante e troppe cose da vedere e tenere in considerazione, fanno del gioco praticamente un solitario allucinante, perché già ti va bene se riesci a capire cosa fare tu per la tua dinastia, figuratevi a vedere anche gli altri.

Yunnan: come volevasi dimostrare, gioco molto interessante come meccanica, ma cade sul più bello. La scelta è solo una o ti difendi a fai 20 punti o te la rischi e fai 40 punti (ma se va male ne fai 0). Troppa possibilità di fare del male e in maniera totale.

I 3 porcellini: meglio di un qualunque gioco della Japon Brand provato fino ad oggi. Ignobilmente semplice, ma delicatamente simpatico. Meno quando scopri che costa 20 euro per tasselli e 5 dadi. Lupo troppo forte.

Rampage: delirio fisico e dramma manuale. Buttare giù palazzi da un gusto allucinante, fra schizzare via i puzzilli col soffio è divertentissimo. Certo se poi lo giocate come noi, ovvero con la variante risucchio invece che soffio diventa semplicemente un casino. Molto carino in definitiva, prezzo proibitivo, ma chiassoso e manesco, come piace a me. Ovviamente non sto qui a parlarvi di bilanciamenti, carte potere squilibrate e altri ammennicoli vari. Non così banale come pare (regole del runa, ovvero far uscire i puzzilli dal tabellone)

Lewis & Clark: onestamente sono rimasto deluso. Molto affascinante la gestione del proprio mazzo (ma si risolve in un deck building), così come la regola del fiume che sicuramente ha del geniale. Però in pratica si gioca violentemente da soli. Non c’è interazione. Noi lo abbiamo provato in 3, pochi per fare massa, però è evidente che il piazzamento lavoratori tra gli indiani non è scelta felice in quanto sempre meno potente dell’usare le carte. Certo ci può anche stare usare le risorse degli indiani, ma insomma penuria non l’abbiamo sentita. Da riprovare perché sento e spero ci sia di più.


UGO!: di rara bruttezza. 4 mani di  tresette con briscola, puramente a caso e con regole che taglino le gambe o esaltano in meno di 4 secondi netti. Io stavo facendo 0 punti e in una mano, 4 carte giocate, ne ho fatti 20. Racca ne stava facendo 30 e in una sola mano, altre 4 carte, è arrivato a -20. Deh un range un po eccessivo. Incontrollabile e pure lungo. Come voglio di più? Un fuoco!!!!!


Firefly: fortemente ambientato, ci siamo sotto quest’aspetto. Però il gioco, a parte il costo eccessivo per quello che ha, è monotono e ripetitivo. S’è giocato lo scenario base, però davvero prendi missione, prendi risorse necessarie, completa missione. Per 2 ore… pochissimo, troppo pochissimo. Non so con gli altri scenari, però noi al tavolo, me e altri entusiasti della serie, ci siamo alzati dopo 1 ora in cui non si faceva che la stessa cosa. Inoltre il meccanismo dello spostamento della flotta è una ciofeca e non serve a nulla. Interazione zero, ognuno per se, sempre e gioco lungo. Cosa voglio di più? Sempre un  fuoco ma più grande!

Domani si va via. E a presto il mio report di fine del sogno.