La Goblinanza Colpisce Ancora

Il ConteGoblin ci racconta Play 2024 dal suo punto di vista di Goblin anziano e ansioso!

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Venerdì mattina mi sveglio con un dolorino fastidioso a una gengiva. La colazione col latte caldo e il successivo lavaggio denti non confermano l’esistenza di un problema.

"Buongiorno, cara Ansia, di cosa mi fai morire oggi?"
La mia amica immaginaria ha la risposta pronta: "Ricordati, caro Conte, che stasera parti per Modena, domani dovresti andare a Play. Stai pur tranquillo che qualcosa per rovinarti questo fine settimana lo trovo. Già sono riuscita a non farti essere lì questa mattina…"

Alle nove esco per la mia prima lezione di giornata e intanto penso che in quel momento a Modena i cancelli si stanno aprendo e i primi visitatori stanno entrando in fiera. I trolley sferragliano sul selciato mentre l’esercito dei giocatori si incammina verso il Paese delle Meraviglie. E io sono qui, con la pubalgia che m’infiamma, mentre accendo computer e lavagna elettronica e aspetto la mia prima studentessa. 

Pur non essendo lì, riesco a immaginare cosa stia accadendo dai Goblin: tra un abbraccio e l’altro fra  persone che non si vedono da un anno ma che non hanno mai smesso di volersi bene, i Logisti sono nello stanzino a distribuire scotch e pennarelli, caffè e grappino, acqua e consigli più o meno amichevoli; alla Visibility è tutto un tintinnio di portachiavi e un scintillio di spille, dadi, sottobicchieri e chincaglierie firmate TdG; la tinozza con i biglietti della “pesca” inizia a roteare, mentre i personaggi che animeranno il weekend  modenese con le loro grida, i loro jingle, le verdi chiome più o meno reali e la loro incommensurabile  simpatia, scaldano muscoli e ugole. 

L’Area Prestito è come un alveare, api operaie ronzano di qua e di là e organizzano tutto nel modo più  veloce ed efficiente possibile. I computer brillano e gli operatori sono carichi e pronti. La Pubblica  Amministrazione avrebbe solo da imparare dai goblin e dalle goblinesse che animano il Prestito Giochi,  organizzando carte d’identità e recuperando giochi che nemmeno un robottino amazon. 

Appena fuori, l’assembramento degli spiegatori del primo turno attende giocatori da sollazzare e da  istruire; riesco a immaginarmi Michelino in piedi, con un’espressione di fredda determinazione, che attende  di essere il primo spiegatore come ogni anno. E se lo guardi da lontano e socchiudi un po’ gli occhi, puoi  quasi vederlo accovacciato ai blocchi di partenza, che attende lo sparo dello starter per esplodere la sua  energia e iniziare la sua gara. “Al mio segnale, scatenate l’inferno!” 

Dopo pranzo inizia un dolorino al fianco destro, non sarà mica il colon irritabile che si fa risentire? E che mi dici, caro il mio Conte, dei tuoi occhi, secchi e rossi e gonfi? E la gengiva? Ti fa ancora male la gengiva? 

Lo psicologo direbbe che il bambino ha tantissima voglia di essere a Play, il genitore gli dice di smetterla con queste stupidaggini e l’adulto, che potrebbe mettere ordine in tutto quel caos, sta guardando la partita dell’Inter nella stanza accanto. 

Quando l’auto è carica, pronta a partire e l’orologio segna le sei, l’amica immaginaria trasferisce le sue attenzioni sul mezzo di locomozione: cos’è quel sibilo insistente che viene dal motore? Non sembra che la  ruota sia un po’ sgonfia? Un’ora dopo, passato un leggero “attacco di panico” in autostrada, chilometro dopo chilometro, con la meta che si avvicina, i dolorini iniziano ad affievolirsi, le preoccupazioni per il  mezzo lasciano il posto alla consapevolezza che domani inizia la mia Play. Domani rivedo i miei amicicci, domani riabbraccio lei e lui e loro e anche loro e poi lor’altri! Domani. Sì, ovvio, stasera rivedo gli zii e passo una bella serata in loro compagnia, ma domani c’è Play! 

Sabato mattina mi sveglio alle cinque e mezza. Fa un freddo biscio, ma io esco a camminare in shorts e maglietta. L’alba modenese mi fa compagnia mentre metto in moto le gambe. Il conto alla rovescia è cominciato. Mancano tre ore, due ore, un’ora. Lo zaino è pronto, la maglia staff è un pois di spille, al collo il badge appeso fa la trottola, in vita il fido marsupio con la bottiglietta dell’acqua: l’abbigliamento da fiera è  pronto. E Lei è lì che mi guarda e sorride: "Hai preso freddo stamattina, un bel raffreddore non te lo toglie nessuno." Ma sembra distratta e poco determinata. 

Parcheggio a casa di Odino, cammino verso la fiera e finalmente entro. Attraversando i padiglioni cerco facce conosciute e saluto questo e quell’editore passando stand in preparazione. Varco le porte del  padiglione C e girandomi a guardare, Lei è lì, immobile sulla soglia. Mi guarda impotente, sa che qui Lei non può entrare: questo è il Padiglione C, ma è anche il Padiglione G, il Padiglione della Goblinanza. Qui dentro  non importa quanto caldo faccia, quanto lunghe siano le code per i bagni, quanto piccoli siano i tavoli rispetto ai giochi da intavolare. Non importa che la voce ti abbandona a metà mattina o che alzi gli occhi e ti rendi conto che sono passate quattro ore in un baleno. Qui la stanchezza non entra, le emozioni negative restano fuori, le pare e i problemi della vita di tutti i giorni smettono di contare. C’è tutto l’anno per star male e preoccuparsi: Play è la casa della Goblinanza, dello per stare insieme per condividere una passione e per essere felici

Come ogni anno Vania è lì, la prima a salutarmi, è la prima ad abbracciarmi e a darmi il benvenuto, come quindici anni fa. E mentre le tensioni si sciolgono e cuore e testa sorridono, intorno a me si stende un mare di verde, i miei fratelli e le mie sorelle della Tana dei Goblin. La mia Famiglia

Sono a casa.

P.S. Lunedì mattina mi sveglio incavolato e con un dolorino al petto e un occhio secco e rosso e gonfio.
È finita un’altra Play e Lei è lì, come il cattivo nei film di spionaggio: "Sei sopravvissuto anche questa volta, maledetto! Ma la prossima…"

 

Commenti

Bel racconto ConteGoblin 👍🏼

Ed è proprio vero: durante Play c'è solo Play. Per un weekend si accantona l'altra vita, quella di tutto il resto dell'anno, e ci si immerge nella Goblinanza. Ed è una bella sensazione 😀

Buongiorno ConteGoblin! Benvenuto!!!!

La Goblinanza, se vogliamo, possiamo farla durare un anno o un giorno, come sempre sono qui che ti aspetto, per salutarti per prima (sto giro seconda, battuta da Bubu, ma si gioca in casa).

Eh sì PLAY E' PLAY ed è proprio così perché ci mettiamo cuore e anima per condividere con tutti quanto è bello essere Goblin!

Bellissimo!

Grande ConteGoblin, notevole come sempre

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