Ve li ricordate i bulli delle medie? Nella mia classe ce n’era uno con un nome biblico [che tacerò per pudore]. Il genere di prepotente che la mattina entra in classe con le mani che prudono, e che trova il modo di grattarsele nell’intervallo, con la faccia di qualche malcapitato. Ricordo che un giorno durante l’ora di arte lanciò un banco dalla finestra. Esatto. Un banco. Dalla. Finestra. Il banco esplose in mille pezzi nel cortile della scuola, e lui fu sospeso due settimane. Non era la prima né l’ultima volta. Il problema delle sospensioni era che quando rientrava recuperava gli arretrati.
Fu bocciato un numero imprecisato di volte. Quando mi diplomai in terza lui era ancora lì, e io pensai che sarebbe finito male, a rapinare i bancomat con un collant della madre in testa, o che l’avrebbero trovato morto in qualche vicolo, con una siringa piantata in un braccio.
E invece finì a lavorare nella pizzeria del fratello del padre, come cameriere, e alcuni anni dopo, morto lo zio, rilevò il locale: una bella pizzeria col dehor e l’insegna luminosa.
Ogni tanto mi capita di passarci davanti con la macchina. Naturalmente hanno cambiato gestione. Chissà lui dov’è finito.
Mi auguro che abbia pagato, per tutti i ragazzi che ha maltrattato. Ma non ci credo molto.
La vita non è equa, il bene non trionfa sempre, e il lieto fine è garantito solo nei centri di massaggio cinesi pagando un extra di dieci euro.
Quando Sava mi ha scritto, per chiedermi se me la sentivo di sfidare i Giullari nel Quizzone della Tana dei Goblin, ho pensato che era un’occasione, di quelle poche che ti offre la vita, per segnare un punto contro i cattivi.
Era anche un rischio, naturalmente, perché i Giullari saranno anche persone orribili nella vita privata, che buttano l’organico nella plastica e viceversa, che firmano a favore della vivisezione sui dalmata, che all’ufficio postale saltano i vecchietti in fila per la pensione: “Tanto ci mettiamo solo dieci minuti”, però quanto a giochi da tavolo la sanno molto lunga.
Mi sono assunto il rischio. Perché valeva la pena provarci, a segnare quel benedetto punto.
Il Vichingo è stato al mio fianco, dal primo minuto all’ultimo, combattendo come un leone [uno di quelli immobili, di pietra, in piazza San Marco].
È finita 4-6.
Abbiamo perso. Con onore ma abbiamo perso.
E come da accordi: mi tocca scrivere queste righe.
Anzitutto non recriminerò. Perché non è nel mio stile. Non farò riferimento alcuno al fatto che l’ultima parola in tutte le numerose diatribe arbitrali toccasse proprio a MichyLo, storicamente grande amica di Alberto e Valentina, nonché loro vicina di casa. Né menzionerò la copia americana di Battlestar Galactica, autografata dalla cylon Tricia Helfer, fatta recapitare anonimamente a casa di Sava, con un pacco che recava il bollo postale di Saluzzo [Saluzzo che in greco antico significa Manus manum lavat: una mano lava l’altra].
Non ho difficoltà ad ammetterlo: sarebbe piaciuto, a me e al Vichingo, segnare il punto della vittoria, e farla pagare a quella coppia di terrapiattisti del #sigiocapergiocare, che trovano superiore un qualunque libro di Fabio Volo a Il signore degli anelli di Tolkien, che vorrebbero regalare le Gallerie degli Uffizi di Firenze ai francesi, che preparano la carbonara con la panna e wurstel, e che preferiscono Wingspan ad Agricola.
Non ce l’abbiamo fatta. Ma sta bene.
Incassiamo la sconfitta da veri giocatori.
Abbiamo perso. Hanno vinto loro.
Ma promettiamo che questo è soltanto il primo tempo. E che un giorno ci sarà una rivincita e le cose andranno in maniera diversa.
Come da accordi sulla penitenza del Quizzone, e su esplicita richiesta del Giullare Alberto, devo pubblicizzare il suo annuncio del mercatino dei giochi usati.
“Vendo, causa doppia copia demo gratis, Thwilai Straggol, col coperchio danneggiato e una carta mancante. Il gioco nuovo costerebbe 42 € ma considerato il prestigio di essere appartenuto ai mitici Giullari, costa 99 €. Non spedisco, ve lo venite a prendere a Saluzzo in un giorno che ci fa comodo a noi, e quando ve ne andate vi do pure l'immondizia da buttare sotto. Non scambio non faccio sconti non mando foto.
Richiesta massima disponibilità no perditempo o indecisi.
Con simpatia
Il leggendario Alberto”