Il sondaggio dell'estate

E' tempo di mare, di vacanze e di... un nuovo sondaggio! Come potete vedere, accogliendo una proposta di Favar è ora il momento di raccontarci sinteticamente come avete conosciuto La Tana dei Goblin, giusto per sapere cos'è che ci ha permesso di raggiungere così tanti utenti in un tempo relativamente breve.

Ma prima di lasciarvi al nuovo sondaggio, nel resto dell'articolo una breve considerazione sui risultati di quello precedente, relativo allo Spiel des Jahres.

Tana dei Goblin

E' tempo di mare, di vacanze e di... un nuovo sondaggio! Come potete vedere, accogliendo una proposta di Favar è ora il momento di raccontarci sinteticamente come avete conosciuto La Tana dei Goblin, giusto per sapere cos'è che ci ha permesso di raggiungere così tanti utenti in un tempo relativamente breve.

Ma prima di lasciarvi al nuovo sondaggio, nel resto dell'articolo una breve considerazione sui risultati di quello precedente, relativo allo Spiel des Jahres.

Forse anche a causa del periodo estivo, questa volta ci sono stati molti meno voti che nei precedenti sondaggi. Può anche darsi che qualcuno non avesse ben chiaro cosa si intedesse con "SDJ" o che non avendo familiarità con i premi ed i riconoscimenti del mondo ludico non abbia saputo o voluto votare. Tuttavia, i risultati che abbiamo riscontrato, per pochi che siano rispetto alla norma, sono piuttosto indicativi.

Alla nostra domanda "Lo SDJ rappresenta quello che vogliamo in un gioco?", i voti decisamente a favore e quelli decisamente contrari si sono equivalsi con una percentuale piuttosto bassa (11,3%), a indicare che il tema è abbastanza controverso. Del resto, la maggioranza dei voti, affatto schiacciante (22,6%) è andata a "Si ma vorrei dei giochi più corposi". Questo risultato, sommato assieme al 10.1% ottenuto dalle risposte "Mica tanto", "No, vorrei dei giochi più complessi" e "No, voglio tutte e tre le cose", ci permette di evidenziare un 52,9% di partecipanti che, sostanzialmente, non ritengono lo SDJ rappresentativo delle loro aspettative.

I dati possono essere ulteriormente affinati, e ciascuno è libero di interpretarli come desidera, ma se paragoniamo le risposte sostanzialmente positive (quelle che iniziano con un Si) e quelle negative (che iniziano con un No più il "mica tanto"), abbiamo rispettivamente un 38,7% contro un 61,3%. Questo ci permette di concludere che, sia pure con uno scarto non molto marcato, la maggioranza dei partecipanti non si sente rappresentata adeguatamente dal riconoscimento oggetto del sondaggio.

Come più volte detto, questo dato dovrebbe far riflettere. L'eccessiva semplicità dei giochi ultimamente insigniti dei vari premi ludici sembra voler continuare a premiare la linea di pensiero secondo cui il gioco è per le famiglie o per i bambini, mentre questi risultati testimoniano una comunità di giocatori ben più esigente ed eterogenea. Ci auguriamo che in futuro, pur essendo consapevoli di rappresentare una cerchia ristretta e forse di nicchia per quanto riguarda le logiche di mercato, sia possibile vedere fra i premiati anche titoli più corposi, più competitivi e meno "giochetti" rispetto a quanto è accaduto nell'ultimo periodo. Il rischio è infatti che le stesse case produttrici diano sempre più spazio ai giochi di questo tipo e diventi per noi sempre più difficile trovare giochi di tenore più elevato.

La soluzione, ovviamente, non l'abbiamo in tasca. Di sicuro, però, possiamo influenzare le cose con i nostri acquisti, dando un segnale al mercato ludico. Se continuiamo a comprare mille espansioni di un modesto giochetto di carte e magari non compriamo mai un gioco da tavolo "serio", potremmo rischiare di incentivare questa tendenza...