Generale Inclusività durante la pandemia covid

Lorenzo7

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La mia opinione è che l'argomento inclusività viene fuori proprio durante la pandemia proprio perchè non ci si può incontrare.

mi spiego: se una persona vuole esaltare l'inclusività, gli conviene farlo fintanto che la legge vieta di incontrarsi, altrimenti si vedrebbe benissimo che "predica bene, ma razzola male".

la realtà è che a nessuno frega niente di comportarsi in modo inclusivo, quindi meglio farsi belli parlandone ora, che tanto non si può, per legge, metterla in pratica.

altrimenti, se se ne parlasse mentre si può anche metterla in pratica, allora diventerebbe evidente che si predica bene ma si razzola male.

l'inclusività è solo la moda del momento: è un business, una cosa che oggi vende e fa vendere.
le mode si susseguono: prima i pirati, poi gli zombi, poi just eat, poi i risvoltini ai pantaloni, poi l'olio di palma, e ora va di moda l'inclusività.
 

odlos

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La mia opinione è che l'argomento inclusività viene fuori proprio durante la pandemia proprio perchè non ci si può incontrare.

mi spiego: se una persona vuole esaltare l'inclusività, gli conviene farlo fintanto che la legge vieta di incontrarsi, altrimenti si vedrebbe benissimo che "predica bene, ma razzola male".

la realtà è che a nessuno frega niente di comportarsi in modo inclusivo, quindi meglio farsi belli parlandone ora, che tanto non si può, per legge, metterla in pratica.

altrimenti, se se ne parlasse mentre si può anche metterla in pratica, allora diventerebbe evidente che si predica bene ma si razzola male.

l'inclusività è solo la moda del momento: è un business, una cosa che oggi vende e fa vendere.
le mode si susseguono: prima i pirati, poi gli zombi, poi just eat, poi i risvoltini ai pantaloni, poi l'olio di palma, e ora va di moda l'inclusività.

Io invece non ci vedo premeditazione, ma solo confusione, insomma è gente che difende l'inclusività e poi è pronta a mettere al rogo chi si presume non faccia altrettanto. Non puoi difendere un "valore" sacrificandone altri come la civiltà, la cortesia, forse bisognerebbe partire da quest'ultime per creare qualcosa di positivo.
Il discorso comunque è più complesso, bisognerebbe parlare di fondamenti etici.
 

faro59

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Io invece non ci vedo premeditazione, ma solo confusione

Io invece ce la vedo proprio la premeditazione...

Come ho già detto dall'altra parte, c'è il tentativo (che sta ben germogliando) di sdoganare il razzismo degli antirazzisti.

Si tenta da più parti, di nascondere l'immondizia delle società occidentali sotto al tappeto buono, come se non fosse mai avvenuto nulla e ricreando ad hoc delle situazioni ideali.

Ma che c'è di più razzista nel creare una falsa illusione storica e presentarla a chi quella situazione l'ha veramente vissuta?
Come dire: "Ecco vedi, tu a quell'epoca eri schiavo, ma io che sono bravo ti faccio vedere come invece avresti potuto vivere"

Ed intanto continuano ad ammazzarli, perchè sono inclusivisti...
 

Khenneth

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Ringrazio tutti per gli interventi.

La mia opinione è che l'argomento inclusività viene fuori proprio durante la pandemia proprio perchè non ci si può incontrare.

mi spiego: se una persona vuole esaltare l'inclusività, gli conviene farlo fintanto che la legge vieta di incontrarsi, altrimenti si vedrebbe benissimo che "predica bene, ma razzola male".

la realtà è che a nessuno frega niente di comportarsi in modo inclusivo, quindi meglio farsi belli parlandone ora, che tanto non si può, per legge, metterla in pratica.

altrimenti, se se ne parlasse mentre si può anche metterla in pratica, allora diventerebbe evidente che si predica bene ma si razzola male.

l'inclusività è solo la moda del momento: è un business, una cosa che oggi vende e fa vendere.
le mode si susseguono: prima i pirati, poi gli zombi, poi just eat, poi i risvoltini ai pantaloni, poi l'olio di palma, e ora va di moda l'inclusività.
Concordo parzialmente che l'inclusività sia un fenomeno di questi anni, ma non concordo del tutto sul fatto che sia venuto fuori esattamente con la pandemia.
la pandemia ha semplicemente lasciato chiusa in casa tanta gente che ha cominciato a cazzeggiare in internet e a fare attività social furente. Da lì una esplosione del fenomeno sui social.
Quindi la pandemia può avere esaltato la cosa , ma non è partita da lì.
E' partita dagli Stati Uniti, come reazione a dei gravi problemi sociali che hanno là.
Di riflesso noi abbiamo adottato le idee che stanno arrivando da là, ma non ci solo le idee chiare in Italia, se non di imitare quello che arriva da oltre oceano.
Ci sono vari movimenti negli Stati Uniti che stanno generando degli effetti a catena sul modo di comportarsi, ma partono veramente da situazioni radicalmente differenti rispetto a noi.
Puoi andarti a vedere tutta la storia del Tascini-gate qui in Tana.
Il Black Lives Matter ha generato un movimento verso la inclusività dei neri, che ha poi a sua volta trascinato anche altri movimenti estesi a sesso differente, transgender, colore della pelle, etnia e tutto quello che può venire in mente.
E' praticamente una valanga che si è ingrossata...🙄
La situazione degli Stati Uniti non è paragonabile all'Italia, ma molti italiani pensano che certe cose siano replicabili esattamente qui.
Ho cercato di spiegarlo con dati statistici in BGG, e per fortuna non mi hanno bannato.... 🙄
In USA il 13% della popolazione è di colore, e unitamente al passato di schiavismo dei secoli passati, genera delle contrapposizioni sociali non ignorabili.
In Italia, non esiste una situazione del genere (esistono altri problemi, principalmente secondo me di maschilismo)
La popolazione Italiana è fondamentalmente tutta di colore della pelle bianco (per parlare grezzi).
Gli immigrati in Italia rappresentano solo l'8% della popolazione, dei quali la maggiorparte sono Rumeni, Albanesi, Cinesi e del Marocco.
Fondamentalmente nessuno di loro è di colore.
Per arrivare a una popolazione effettivamente di colore, occorre scendere a % veramente piccole, principalmente provenienti dalla Nigeria.
Quindi in Italia non c'è una percezione del "diverso" o "dell'immigrato" come c'è negli Stati Uniti.

Ma comunque sono discorsi articolati.
La sostanza è che la pandemia ha acuito il cazzeggio social su internet...🙄 in aggiunta al fatto che è aumentato il nervosismo a causa dei lockdown e quindi si è generato un cazzeggio social nervoso su internet...🙄🙄
Mie opinioni ovviamente, che valgono quel che valgono...
 

Elendil

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Vedo un po' di superficialità e di confusione.

Intanto, partiamo dalle definizioni: inclusività non significa che devo giocare per forza pure con chi detesto. Significa che non devo escludere a priori qualcuno per il proprio sesso, razza, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico etc.

Proseguiamo dicendo che, data la definizione, l'inclusività è condizione necessaria per sentirsi parte della società civile in questo secolo. Se non sei inclusivo, stante la definizione data, sei o razzista, o sessista, o omofobo, o una combinazione delle precedenti.

E sì, la cancel culture è odiosa, i thread di BGG contro Tascini e Eklund ridicoli e tutto ciò che volete, ma nessuna di queste cose sposta di una virgola quanto sopra.
 
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faro59

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Non ho capito questa frase
Chi ammazzerebbe chi?
Il fenomeno SJW è nella quasi totalità di prevenienza USA.

Paese notoriamente privo di razzismo e che, per l'appunto, provvede ad essere così inclusivista che oltre agli afroamericani ammazzano pure gli asiatici, così non ci restano male e non si sentono discriminati...
 

Roncolord

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[...]

Proseguiamo dicendo che, data la definizione, l'inclusività è condizione necessaria per sentirsi parte della società civile in questo secolo. Se non sei inclusivo, stante la definizione data, sei o razzista, o sessista, o omofobo, o una combinazione delle precedenti.

[...]
Guarda che il problema è tutto qua, non altrove. Tu dai una definizione di inclusivita’ di buon senso: sei inclusivo se non discrimini. Giusto, ma se fossimo tutti d’accordo non ci sarebbero problemi. Una minoranza rumorosa e violenta ritiene che finché non fai ammenda per il fatto di essere maggioranza, stai discriminando, e quindi non sei inclusivo. Hai presente la critical race theory? Una raccolta di teorie che attaccano il privilegio dell’uomo bianco, che è, diciamo così, un ingiusto diritto di nascita. Ne consegue che la giustizia razziale non si ottiene dando a tutti gli stessi diritti, ma penalizzando i bianchi per bilanciarne i privilegi. E ovviamente se non lo accetti stai discriminando e quindi sei razzista.
 

oracolodidelfi

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Vedo un po' di superficialità e di confusione.

Intanto, partiamo dalle definizioni: inclusività non significa che devo giocare per forza pure con chi detesto. Significa che non devo escludere a priori qualcuno per il proprio sesso, razza, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico etc.

Proseguiamo dicendo che, data la definizione, l'inclusività è condizione necessaria per sentirsi parte della società civile in questo secolo. Se non sei inclusivo, stante la definizione data, sei o razzista, o sessista, o omofobo, o una combinazione delle precedenti.

E sì, la cancel culture è odiosa, i thread di BGG contro Tascini e Eklund ridicoli e tutto ciò che volete, ma nessuna di queste cose sposta di una virgola quanto sopra.
Già in un vecchio thread avevo tirato fuori la mia idea che della Rivoluzione Francese abbiamo tenuto solo le due parole d'ordine più pericolose. La uguaglianza e la libertà. Si è sempre ritenuto che la terza fosse inutile. In realtà è quella che tiene unite le altre due, che tendono ad avere percorsi divergenti e confliggenti. La uguaglianza portata alle estreme conseguenze porta al dispotismo o allo stato etico, quindi ad entità statali e sociali abnormi; la libertà portata allo stato finale è contraria al vivere civile moderno. I legami di fratellanza servono a mettere in collegamento le varie sfere private, i loro diritti/doveri, e di farlo in modo vantaggioso per il complesso del genere umano (è chiaro che alcuni ci rimettono e molti ci guadagnano).

Il problema, ritengo, risiede nel fatto che viviamo un momento storico in cui tutti hanno un'identità confusa (assenza di ideologie politiche "forti", caduta dei valori religiosi, allentamento dei principi morali, educazione familiare/sociale/scolastica quantomeno ondivaga). Tutti fluttuano nella corrente e si muovono disordinatamente, per cui è difficile trovare delle basi comuni su cui discorrere/ragionare/lavorare.
Alcuni gruppi umani pertanto si radunano intorno a poche parole d'ordine o peculiarità e nel vuoto generale impongono queste a tutti gli altri come verità. Io non parlo solo delle questioni razziali, che sono sempre esistite e ancor oggi sono forti, per cui hanno una certa importanza nel dibattito odierno. Idem per le questioni di parità di genere. Ritengo esserci parole d'ordine risibili come l'essere animalisti o vegetariani, oppure cose pericolose come i gruppi politicizzati volti a edulcorare ideologie dal passato nefasto riproponendole a piè sospinto. Si parla di gente che nega lo sterminio di popolazioni, certificato da documenti. Questo sia a dx che a sx.

Il tuo ragionamento Elendil cade nel momento stesso in cui i gruppi sociali di cui parlo sono essi stessi razzisti, sessisti o omofobi. Inteso, non tutti lo sono, ma molti nell'affermare liberamente e giustamente la propria identità le danno una connotazione positiva che li eleva sugli "altri", su chi non appartiene al loro gruppo, abbassandoli a persone che hanno un minus o un marchio.
La grandissima frammentazione che abbiamo oggigiorno crea una sorta di Medio evo delle relazioni dove chi mena più diventa feudatario e gli altri diventano vassalli delle loro idee. Mi si passi il paragone ardito, ma mi è venuto al volo...

Visto che questo è un forum di GdT, torniamo al punto. Io non conosco persona che non voglia giocare con gay, donne, gente di opinione politica diversa o per la religione. Oltretutto, scopertone uno di tal risma, io non lo frequenterei ed è difficile che qualcuno possa frequentare un personaggio simile, perchè immagino abbia una certa carica di misantropia e non voglia giocare nella vita
E' invece frequente che io non giochi con persone che non sopporto personalmente: per questioni di carattere e di relazioni difficili. Questi potrebbero dire che io lo faccio perchè sono ..... ista (aggiungete voi la radice). Io ne uscirei male, ma io ho la mia libertà di scelta o loro quella di parola, per cui siamo all'interno delle regole.

Ultimo punto: le responsabilità sono personali e non collettive. Gli italiani non sono mafiosi e i cinesi non fabbricano roba tarocca. Alcuni individui dei suddetti gruppi nazionali lo fanno/lo sono, ma questo non giustifica il pregiudizio negativo verso il singolo.
Se mio padre uccide una persona ed io sono completamente ignaro e fuori dalla vicenda, non devo pagare per lui.
La gente può essere criticata per quello che dice e fa, ma non per la nascita. Vale sia in senso positivo che negativo. La nostra vita è un pellegrinaggio su un minuscolo pianeta nello spazio vuoto: cerchiamo di aver tolleranza e viverla al meglio (non alla "grande", come molti pensano)
E' quì che casca l'asino. Sembra mancare un ragionamento collettivo sulle basi di relazione con gli altri. Siamo focalizzati alla recriminazione ma non sulla proposizione di un'intesa civile
 

Elendil

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Guarda che il problema è tutto qua, non altrove. Tu dai una definizione di inclusivita’ di buon senso: sei inclusivo se non discrimini. Giusto, ma se fossimo tutti d’accordo non ci sarebbero problemi. Una minoranza rumorosa e violenta ritiene che finché non fai ammenda per il fatto di essere maggioranza, stai discriminando, e quindi non sei inclusivo. Hai presente la critical race theory? Una raccolta di teorie che attaccano il privilegio dell’uomo bianco, che è, diciamo così, un ingiusto diritto di nascita. Ne consegue che la giustizia razziale non si ottiene dando a tutti gli stessi diritti, ma penalizzando i bianchi per bilanciarne i privilegi. E ovviamente se non lo accetti stai discriminando e quindi sei razzista.

Io do l'unica definizione di inclusività esistente. la questione del fare ammenda è altra, è ridicola, non modifica la definizione di inclusività e non modifica il fatto che se non sei inclusivo sei un barbaro. Il fanatismo imbelle va isolato, ma diventare incivili per reagire ad esso è altrettanto fanatico.
 

Khenneth

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Paese notoriamente privo di razzismo e che, per l'appunto, provvede ad essere così inclusivista che oltre agli afroamericani ammazzano pure gli asiatici, così non ci restano male e non si sentono discriminati...
Ne parli come se gli USA (o meglio i cittadini statunitensi) fossero un'unica entità, talmente schizofrenica da essere inclusività ed allo stesso tempo di discriminare (e ammazzare) afroamericani, asiatici e chi più ne ha più ne metta
Chiaramente non è così, gli Stati Uniti sono un grande paese ma un paese diviso, in cui da anni ormai le posizioni dei due principali schieramenti sono estremizzate ed il conflitto sociale esasperato
Gli USA sono un paese in cui il razzismo è sistemico e vi alberga dalle origini, e nel clima attuale mentre una parte politica continua a perpetuare pratiche di marginalizzazione delle minoranze etniche l'altra parte, quella che si proclama alfiere dell'inclusività, si oppone ad esse ma lo fa anch'essa in modo distorto, esagerato, paradossale
 

Elendil

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Già in un vecchio thread avevo tirato fuori la mia idea che della Rivoluzione Francese abbiamo tenuto solo le due parole d'ordine più pericolose. La uguaglianza e la libertà. Si è sempre ritenuto che la terza fosse inutile. In realtà è quella che tiene unite le altre due, che tendono ad avere percorsi divergenti e confliggenti. La uguaglianza portata alle estreme conseguenze porta al dispotismo o allo stato etico, quindi ad entità statali e sociali abnormi; la libertà portata allo stato finale è contraria al vivere civile moderno. I legami di fratellanza servono a mettere in collegamento le varie sfere private, i loro diritti/doveri, e di farlo in modo vantaggioso per il complesso del genere umano (è chiaro che alcuni ci rimettono e molti ci guadagnano).

Riflessione stupenda che riciclerò spacciandola per mia ovunque potrò ;-)


Il tuo ragionamento Elendil cade nel momento stesso in cui i gruppi sociali di cui parlo sono essi stessi razzisti, sessisti o omofobi. Inteso, non tutti lo sono, ma molti nell'affermare liberamente e giustamente la propria identità le danno una connotazione positiva che li eleva sugli "altri", su chi non appartiene al loro gruppo, abbassandoli a persone che hanno un minus o un marchio.

Ehm, no. Il mio ragionamento non cade affatto. Se esistono gruppi sociali "razzisti al contrario", per così dire, questo non inficia sulla giustezza dell'essere inclusivi. Il problema di non averne capito una mazza è loro, mica mio. E li escludo sì, costoro, ma non a priori: a posteriori perché sono dei pazzi fanatici. Così come escluderei un omofobo o un nazista: non voglio aver a che fare con chi ha idee di questo tipo.
 

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Intanto, partiamo dalle definizioni: inclusività non significa che devo giocare per forza pure con chi detesto. Significa che non devo escludere a priori qualcuno per il proprio sesso, razza, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico etc.
Io questa la chiamerei integrazione, ma inclusivity in inglese, in italiano inclusività ha anche un significato tecnico: si riferisce al ripensare le organizzazioni e gli oggetti per permettere a chi è portatore di handicap (non per forza disabilità) di usufruirne.
Sono due concetti diversi che hanno la radice comune della lotta alla discriminazione, anche se l’abilismo è una discriminazione involontaria, che è importante tenere separati.
 

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Se esistono gruppi sociali "razzisti al contrario", per così dire, questo non inficia sulla giustezza dell'essere inclusivi. Il problema di non averne capito una mazza è loro, mica mio.
Parole sante
A questi gruppi "razzisti al contrario" si può applicare la classica frase del saggio che indica la luna e lo stolto che invece guarda il dito
 

Elendil

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Io questa la chiamerei integrazione, ma inclusivity in inglese, in italiano inclusività ha anche un significato tecnico: si riferisce al ripensare le organizzazioni e gli oggetti per permettere a chi è portatore di handicap (non per forza disabilità) di usufruirne.
Sono due concetti diversi che hanno la radice comune della lotta alla discriminazione, anche se l’abilismo è una discriminazione involontaria, che è importante tenere separati.

Osservazione valida, ma qui si parla di inclusività dal punto di vista di un gruppo di gioco, quella di cui parli tu è l'inclusività dal punto di vista della pubblica amministrazione.

Se cerchi la definizione di "inclusività" è semplicemente la tendenza a estendere il godimento di un diritto o la partecipazione a un'attività a quanti più soggetti possibile.
 

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Osservazione valida, ma qui si parla di inclusività dal punto di vista di un gruppo di gioco, quella di cui parli tu è l'inclusività dal punto di vista della pubblica amministrazione.

Se cerchi la definizione di "inclusività" è semplicemente la tendenza a estendere il godimento di un diritto o la partecipazione a un'attività a quanti più soggetti possibile.

Non solo della pubblica amministrazione, è un principio che riguarda qualsiasi attività umana, anche il design e l’ergonomia di un oggetto per esempio o una organizzazione informale; e anche il gioco da tavolo, se segui ariodb porta vari argomenti a riguardo quando parla di giochi.

La definizione che hai scritto può applicarsi anche al concetto che ho espresso, se guardi sulla Treccani invece l’esempio riguarda i ragazzi con difficoltà di apprendimento.

Comunque l'ho scritto solo per essere più chiari nella discussione, nella prima pagina non era chiarissimo il punto, non toglie nulla alle cose giuste che hai detto.
 
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Roncolord

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Io do l'unica definizione di inclusività esistente. la questione del fare ammenda è altra, è ridicola, non modifica la definizione di inclusività e non modifica il fatto che se non sei inclusivo sei un barbaro. Il fanatismo imbelle va isolato, ma diventare incivili per reagire ad esso è altrettanto fanatico.
Purtroppo non è l'unica, o almeno le conclusioni non sono univoche, altrimenti non ci sarebbe nessun problema. Sono sicuro che la gran parte della società civile è concorde (e se non lo è non è civile) nell'affermare che l'inclusività sia un valore. Ma se viene strumentalizzata e diventa la bandiera sotto cui raccogliersi per bullizzare gli altri io un problema lo ho. Tutto qua.
 

Elendil

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Purtroppo non è l'unica, o almeno le conclusioni non sono univoche, altrimenti non ci sarebbe nessun problema. Sono sicuro che la gran parte della società civile è concorde (e se non lo è non è civile) nell'affermare che l'inclusività sia un valore. Ma se viene strumentalizzata e diventa la bandiera sotto cui raccogliersi per bullizzare gli altri io un problema lo ho. Tutto qua.

La definizione è quella, punto. Il fatto che la definizione sia quella non è di per sé sufficiente a rendere il mondo perfetto, ovviamente.
 

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La definizione è quella, punto. Il fatto che la definizione sia quella non è di per sé sufficiente a rendere il mondo perfetto, ovviamente.
aspetta.
Mi dici nella storia una guerra che non è stata combattuta "per un valore bellissimo"? Non a caso il modello che viene preso più spesso è quello della "Crociata", perchè si ispira al valore che più positivo ed elevato non si può per definizione.

Quindi, tornando agli aspetti pratici, per me il problema l'ha descritto in due righe semplicisemplici ma risolutive @Roncolord
 
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