Assieme al finanziamento tramite Kickstarter della seconda edizione di War of Indines (la prima scatola con i primi 18 personaggi), l'autore, Brad Talton Jr, ha deciso di riunire tutti i personaggi speciali sbloccati – dieci – in una seconda scatola autonoma, quindi fornita di tutto l'occorrente per giocare, dal tabellone, alle ruote segna punti/vita, al regolamento e quant'altro.
Quella che vi trovate tra le mani è quindi una scatola base molto compatta e dato che, post crowdfunding, viene venduta separatamente, è anche l'ideale per chi volesse iniziare BattleCON o quanto meno provarlo con una minima spesa.
IL GIOCO
In breve si tratta di un gioco da tavolo che riproduce i vecchi picchiaduro bidimensionali da sala giochi: Street Fighter, Fatal Fury, King of Fighters, Tekken, ecc.
C'è quindi un tabellone con una riga di 7 esagoni che costituiscono la “griglia” entro cui si muovono i due personaggi che combattono. Questi sono rappresentati da stand di cartone sorretti da un supporto di plastica. Ogni personaggio viene dotato di 6 carte dette Basi che combinerà, ad ogni round (beat), con uno stile personale, scelto tra 5 a disposizione. La combinazione di queste due carte dà vita a un colpo caratterizzato da:
- Range: per stabilire quali tra le 7 caselle siano effettivamente colpite
- Priorità: per vedere chi colpisce prima
- Forza: per determinare il danno fatto
- Varie abilità speciali ed effetti di gioco.
Ciascun personaggio è dotato di un proprio stile di combattimento, una abilità, spesso segnalini o carte aggiuntive, un “colpo finale” che può usare solo una volta in partita.
Se si sbaglia range, si manca il bersaglio e il colpo va a vuoto. Colpire per primi è altrettanto importante perchè si ha la possibilità di stordire l'avversario e quindi annullare sul nascere il suo attacco. La forza è naturalmente ciò che toglie punti vita al nemico e ci consente di ridurlo progressivamente a zero, vincendo il combattimento.
CONSIDERAZIONI
BattleCON è il più tecnico dei picchiaduro da tavolo. In una manciata di carte e un tabellone stilizzato è racchiusa un dose massiccia di tattica e strategia.
Oltre a questo c'è tutta la simulazione possibile dei nostri vecchi amati videogiochi e una impressionante varietà di combattenti.
L'autore sa rinnovare ogni volta, inventare cose nuove, stili di combattimento talmente diversi, che sorprende siano stati realizzati con le sole poche statistiche ed abilità a disposizione.
In questa scatolina mancano alcune delle opzioni di gioco tipo il multiplayer contemporaneo (ma c'è quello consentito dai Tag Teams, ovvero dando il cambio al compagno), mancano le lotte contro i Boss (2vs1, 3vs1), mancano le diverse arene di combattimento che trovavamo in Devastation.
Ma lasciatemelo dire: non servono.
BattleCON è un gioco talmente denso, in quella dozzina di carte, che qualsiasi opzione, per quanto fatta bene, è di troppo. Alla fine del manuale sono presenti alcune varianti, ovvero i Finish, le mosse speciali e il nuovo uso della “forza”. Tra tutte, vi consiglio di abituarvi ad usare fin dall'inizio solo la prima, quella delle mosse finali usate nella fase di anticipazione (ante), che è molto semplice e si presta a belle strategie e colpi di scena. Delle altre non avrete bisogno, neanche quando sarete esperti.
La forza di BattleCON, ovvero la varietà e quantità di personaggi, è anche in parte la sua debolezza.
Vorreste provarli tutti, ma già per padroneggiarne uno di quelli semplici è necessaria qualche partita e potreste trovarvi presto scoraggiati e disorientati. Non preoccupatevi di giocare bene fin da subito: specie se avete un avversario fisso, crescerete assieme.
Ho parlato di personaggi semplici. Per aiutarvi nella scelta dei personaggi, a parte il mero fattore estetico, il sistema BattleCON li divide (in questa scatola) in base e avanzati. In Devastation la divisione è su 5 livelli di difficiltà e in War su tre, comunque il concetto è sempre partire dai base per prendere confidenza con la meccanica di gioco e solo dopo qualche partita passare agli avanzati.
Ma non c'è solo questo aspetto. Dato che ognuno di noi ha delle preferenze nello stile di combattimento (un po' come i colori di Magic), i personaggi sono divisi in sei classi che ne identificano la tipologia.
- Provocatori (brawler): di solito molto mobili, con uno stile specializzato, con abilità in grado di potenziare i loro già ottimi valori, piuttosto che aggiungere nuovi effetti.
- Contrattaccanti (counterattaker): possiedono tipicamente abilità difensive superiori. Le utilizzano per smorzare o annullare gli attacchi nemici e poi portare i propri. Contro questi combattenti non è sufficiente attaccare, occorre pensare specificatamente a come aggirare le loro difese.
- Disturbatori (disruptor): sono combattenti veloci e capaci, che eccellono nell'ostacolare le azioni nemiche. Di solito hanno alta Priorità e la capacità di stordire, spesso anticipando le mosse nemiche con abilità speciali.
- Specialisti (specialist): utilizzano effetti molto potenti che necessitano di una qualche attivazione. I loro avversari devono sempre tenere conto delle opzioni degli specialisti perché sottovalutarli è molto pericoloso.
- Pesi Massimi (heavyweight): focalizzano tutto sulla potenza degli attacchi. Non importa quanto tu sia bravo a contrattaccare o a disturbare l'attacco di un peso massimo: saranno sempre in grado di fare male. D'altro canto per loro andare a vuoto con un colpo può essere molto dispendioso e pericoloso.
- Tattici (tactician): utilizzano le posizioni sul tabellone e alcuni marcatori aggiuntivi su di esso per dominare il campo di battaglia. Hanno bisogno di una certa disposizione per portare i loro colpi migliori, ma quando ci riescono, sono inarrestabili.
Tirando le somme, se siete incerti su BattleCON, questo Fate of Indines può essere proprio la scelta giusta per iniziare e tastare il terreno.
Se venite anche voi da anni spesi a smanettare su Street Fighter, non perdete il più tecnico, vario e simulativo dei picchiaduro da tavolo.