Quando ho visto per la prima volta "Truth? or Fib?" ho pensato fosse una copia di “Fib-or-Not”, che recensii circa un anno e mezzo fa e che non mi entusiasmò. In realtà, "Truth? or Fib?" è simile a “Fib-or-Not”, ma con un nuovo sistema di scommesse ed epurato di tutto ciò che era superfluo. Il risultato è un gioco apprezzabile e nettamente migliore; tra l’altro, è anche meglio di Malarkey.
Una pila di gettoni è piazzata sul tavolo vicino al giocatore designato come banchiere, sia I chip blu (che valgono 1 punto) che quelli rossi (da 2 punti). Ogni giocatore prende l’equivalente in gettoni di 7 chip, che hanno una “T” stampata su un lato ed una “F” sull’altro. Una scatola di carte è posta al centro del tavolo ed un giocatore è designato come il primo “Asker” (quello che fa le domande). Il giocatore alla destra dell’Asker diventa lo “Storyteller” (il cantastorie) e prende un piccolo shaker di metallo contentante un dado. Il gioco può ora iniziare.
L’Asker pesca una carta dalla scatola. Se tale carta è una “Wild”, essa riporterà istruzioni in basso che devono essere immediatamente seguite (per esempio, “Il giocatore coi calzini bianchi dà 3 punti alla banca”). L’Asker poi decide quale delle due domande riportate sulla carta deve essere posta allo Storyteller. Per esempio, domande come “Raccontami d una sfida che hai perso”, oppure “Raccontami di quando hai cominciato a vedere le cose in maniera diversa”. Allora lo Storylteller lancia il dado con lo shaker e ne esamina segretamente il risultato. Se è “T”, deve raccontare la vera storia che risponde alla domanda. Se è “F”, deve inventarsi una storia. Se è una stella, il giocatore può decidere lui se raccontare la verità o inventare. Dopo che la storia è finita (la durata può essere regolata con una clessidra), tutti i giocatore scommettono in segreto fino a 3 punti chip, mettendoli sul tavolo dal lato “T” o “F”. Lo Storyteller infine rivela se la storia è vera o meno ed i giocatori rivelano i loro chip, dandoli alla banca se hanno perso la scommessa, riprendendone il doppio se la hanno vinta. Il turno finisce e lo Storyteller diventa il nuovo Asker per il prossimo turno e così via, finché un giocatore totalizza 21 punti e vince.
Il gioco è contenuto in una specie di paniere in metallo decorato, unico nel suo genere e facile da trasportare, in cui tutti i componenti si ripongono alla perfezione. I gettoni sono ben fatti e di grafica assai efficace, come pure le carte con la loro scatola. C’è pure lo shaker per il dado ed un timer . in due parole: componenti ottimi.
Come tutti i party games, può diventare ripetitivo se giocato spesso, anche se le 300 domande sulle carte, assai varie, dovrebbero poter rendere questa eventualità un evento a lungo termine. Il manuale è chiarissimo e riporta diversi esempi ed alcune semplici varianti.
Un problema che può presentare questo gioco è legato alla circostanza che alcune persone possano conoscersi e sapere se una certa storia è vera o meno, ed anche al fatto che c’è gente praticamente incapace di mentire senza darlo a vedere.
Comunque, in buona compagnia il divertimento è assicurato.
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Truth? or Fib?Scritto da TomVasel il 12/04/2005
Voto recensore:
0,0Pro:
Ottimi materiali, grafica chiara, semplicità di gioco.Se giocato con le persone giuste è assai divertente.
Contro:
Se alcuni giocatori si conoscono bene, possono facilmente indovinare o sapere se una storia è falsa o meno. Inoltre, persone timide, o comunque con difficoltà a raccontare, inventare storie e/o mentire, possono non solo non apprezzare il gioco, ma anche rovinarlo agli altri.[Tradotto da Cippacometa]
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