scritto da Pennuto77
IL GIOCO:
In questo gioco di Andrea Chiarvesio e Gianluca Santopietro, da 3 a 5 giocatori si confronteranno per far primeggiare il proprio culto blasfemo su quello degli altri viandanti. L’ambientazione è quella ormai abusatissima dei miti lovercraftiani e l’idea di base è quella di Kingsburg (ai pochi che non conoscono Kingsburg consiglio di andarsi a leggere la recensione).
Rispetto al genitore Kingsburg (d’ora in poi KSB) in questo titolo ogni partita è modificata dalle carte scenario che ne stabiliscono particolarità e durata. Le partite durano complessivamente 12 turni suddivisi in 6 fasi sequenziali:
-1 Gerarchia che è sostanzialmente l’ordine di turno in base al risultato del lancio di dadi. Chi fa il punteggio più basso comincia (come in KSB).
-2 Invocazione al proprio turno i giocatori possono invocare le divinità (i personaggi di KSB) pagandone il costo con i propri dadi (la somma esatta). Non è possibile invocare una divinità già usata da altri giocatori.
-3 Concessione le divinità invocate elargiscono i propri benefici ma possono richiedere di perdere punti sanità mentale (nel caso non se ne abbiano più si perdono punti vittoria).
-Propagazione in questa fase i giocatori pagandone il costo propagano la loro influenza sugli edifici del tabellone facendo qualcosa di simile agli sviluppi sulle plance personali di KSB. I livelli dei luoghi servono a rendere la propagazione guidata come le righe di KSB poiché non è possibile espandersi in un luogo di livello 4 se non si è già influenzato uno di livello 3 e così via.
-Incursione in determinati momenti della partita avvengono delle incursioni da parte di investigatori che vanno affrontati e sconfitti pena il subire le penalità del caso (se si sconfigge l’investigatore con il doppio della forza richiesta si ricevono il doppio delle ricompense).
-Tempo avanza il segnalino che scandisce i turni di gioco.
Alla fine del dodicesimo turno vince il giocatore con più punti.
PRIME IMPRESSIONI:
Si tratta di una copia più o meno uguale di Kingsburg in salsa Cthulhiana. Poche le differenze oltre all’ambientazione, anche se dal solo regolamento è difficile capirne gli effetti sul gioco. Francamento non lo consiglio a quanti possiedano già il suo genitore di ambientazione medievale, a meno che non lo si apprezzi talmente tanto da volerne anche la variante “oscura”. Mi pare si stia difronte ad una mera operazione di marketing ma potrei sbagliarmi dato che solo una prova sul campo può far comprendere le interazioni e gli effetti delle differenze fra i due titoli. Inoltre l’ambientazione di questo titolo sicuramente paga e ne sono prova le dozzine di titoli che la sfruttano. Per quanto mi riguarda difficilmente spenderò il mio poco tempo in fiera per provare questo titolo e altrettanto difficilmente avrà i miei soldi dato che possiedo già il gioco originale ed eventualmente valuterei più l’acquisto della sua espansione.