Per chi, come me, non ha la possibilità di visitare la famosa fiera, Essen vuol dire un abbondante numero di manuali di giochi possibilmente interessanti da leggere e studiare per cercare i giochi più adatti ad appagare la voglia di novità che depreda gran parte dei portafogli di noi giocatori.
Ne ho già letto qualcuno e vi passo qualche opinione di seconda mano per chi non sia attirato quanto me dalla semplice lettura dei manuali, soprattutto se in inglese (al tedesco non ci arrivo nemmeno io).
Oggi vi parlerò di Utopia. Il nuovo gioco della Matagot con un sacco di belle miniature a farvi sbavare e solo 4 paginette di regole ad annoiare me.
Immaginatevi un isola divisa in 4 grosse sezioni da canali o stretti di mare. Quest'isola è divisa anche in piccole province che confinano fisicamente o tramite porti fra loro.
A quest'isola accedono continuamente principi di 5 importanti civiltà storiche. Potrebbero essere tranquillamente pedine di diverse forme geometriche o colori per quanta influenza hanno le caratteristiche delle civiltà sul gioco (leggi nessuna: il gioco è un astratto bello e buono).
La Matagot ha però deciso in tal modo riuscendo in questo modo a trovare la scusa per produrre 5 bellissime serie di miniature di caratteristici monumenti da usare nel gioco, affiancate da 4 meraviglie e 5 miniature principe (utili solo come segnapunti). Insomma di fumo (negli occhi degli acquirenti) ce n'è parecchio ma io non mi chiamo Sergio e cerco soprattutto l'arrosto in un gioco.
Eravamo rimasti ai principi, che arrivano ogni turno in 4 barche dirette ai 4 settori dell'isola. A turno i giocatori sceglieranno uno dei principi, facendolo diventare del proprio colore, e lo piazzeranno in una provincia di propria scelta (il settore è invece obbligatorio). E lo faranno per 3 volte finché non saranno terminati i principi. Se preferiscono possono pescare il principe a caso invece che fra quelli sulle barche.
Presumo che lo scopo principale di questo piazzamento sia di mettere 3 principi della stessa civiltà nella stessa provincia perché ciò porta alla possibilità di creare un monumento (rimuovendo i 3 principi), che porta punti ogni fine turno. Un'altra possibilità è quella di mettere almeno un principe di ognuna delle cinque civiltà in un settore per creare una delle 4 meraviglie. Ciò porta 6 punti fissi una tantum (e la rimozione dei 5 principi, ovviamente).
La seconda parte del turno invece si gioca tramite le carte che ci troveremo a pescare che raffigurano semplicemente un principe di una delle 5 civiltà. Ci sono insomma solo 5 tipi di carte, fortemente banali. Chi è che ha nominato Ticket to Ride?
Giocando queste carte potremmo:
piazzare il principe rappresentato su un suo monumento (regalando un punto se il monumento non è vostro);
levare dal gioco un vostro principe sul suo monumento guadagnando 2 punti;
muovere uno o 2 principi (ma solo in blocco);
spostare una delle 5 rappresentazioni dei monumenti dalla scala di importanza degli stessi
La scala di importanza attribuisce un valore da 1 a 5 punti ad ogni monumento alla fine di ogni turno. Potreste così avere 5 monumenti e guadagnare 5 punti come il vostro amico che lì di fianco che sorride avendone solo uno, ma in cima alla scala.
Se già il resto del gioco non mi fa impazzire per varietà ed originalità quest'ultima parte mi indispone proprio: tramite una carta potrete far salire di UN posto nella scala il tipo di monumento di quel principe mentre tramite 2 carte (identiche) potrete far calare il suo monumento direttamente all'ultimo posto!Insomma: voi giocate ma alla fine vi conviene tenervi buoni i vostri avversari con manicaretti ed offerte extra gioco se volete vincere perché, a parer mio, questo è uno di quei giochi dove le azioni degli altri contano più delle proprie per puntare alla vittoria.
Ma questa è solo la modesta impressione di uno che ha solo letto il regolamento e a cui non piacciono questo genere di giochi. Se vi piacciono gli astratti guidati dalle carte con un'interazione di questo tipo qui troverete degli ottimi componenti per giocarne uno. La mia vera paura è che i neofiti possano pure trovarsi spiazzati nel compiere le loro scelte visto che i rapporti di causa-effetto del gioco non sono poi così chiari ed immediati. Io stesso giocherei la prima partita con navigazione a vista e senza la solita strategia che porto in campo anche solo dopo la semplice lettura di un regolamento. Ma dovrei provarlo, potrei sbagliarmi. In fondo il rappresentante della Matagot che ho avuto l'occasione di conoscere di striscio mi ispirava uno strano tipo di simpatia e gli augurerei d'istinto un gran successo di vendite.
Non dimenticatevi poi che l'anno scorso vi ho consigliato quella schifezza di Yspahan! Non capisco come vi sia pure piaciuta. Sarò io che ho delle strane pretese.
Se il tempo non mi verrà a mancare e non sarò ricoperto di insulti dopo questo articolo il prossimo gioco che vi descriverò dal manuale sarà “Agricola”. Quello è del mio genere e riuscirò a parlarne pure bene.