Siete esperti di almeno un gioco? Diciamo di sì.
Serve essere esperti a un gioco? Questo è il problema che affronteremo assieme se avrete premura di leggere quanto segue.
Innanzitutto proviamo a definire cosa vuol dire essere esperto di un gioco:
1- conoscere perfettamente le regole e saper gestire tutti i casi dubbi
2- aver giocato svariate partite di modo da rimanere difficilmente sorpresi dalle mosse avversarie
3- saper prevedere situazioni (nei german games) o riuscire a mettersi comunque nella condizione quantomeno meno "dolorosa" anche nelle circostanze più avverse (negli american games)
Il punto 1 è facilmente perseguibile, basta un minimo di applicazione e un buon sito internet per fugare i dubbi -tipo La Tana...-.
Il punto 2 è già di più difficile realizzazione poichè è funzione della tipologia di avversari incontrati. Per poter raggiungere una certa padronanza degli avversari bisogna essersi confrontati col più alto numero di giocatori. Così da apprendere strategie diverse: giocare con gli stessi avversari può essere in molti giochi controproducente per il ripetersi di condizioni simili.
L'ultimo punto è cruciale: essere o meno in grado di dirigere il gioco invece che essere diretto dal gioco. Certo certi titoli sono puramente casuali. Nei german games -quelli a fortuna zero o quasi- il posizionamento e la gestione risorse è cruciale. Ad azione corrisponde reazione. Negli american games il fattore fortuna rende più difficile dirigere per il giocatore veterano.
Ora si pone una questione fondamentale: qual'è il fine ultimo del gioco? Controllo totale sistematico o adattamento alle varie situazioni? Meglio dirigere o essere diretti? Ancora: c'è più gusto nel raffinare tattiche consolidate o sperimentare? Meglio correre rischi? Il dado serve o no?
E' assai probabile giocare con avversari di livello diverso dal proprio. Nel senso che è difficile trovare rivali dello stesso proprio spessore. E' una posizione ragionevole nel corso delle proprie esperienze ludiche.
Una piccola digressione per meglio esplicare questo punto. Prendiamo alcuni titoli diametralmente opposti per le diverse categorie di gioco:
- gli scacchi: posizionamento puro e logica di ferro. Non c'è nessun gusto a giocare con un avversario dilettante. La vittoria è certa.
- axis & allies revised: strategia leggera con moderata influenza del dado. C'è pochissimo gusto a giocare con un avversario dilettante. La vittoria è quasi certa.
- zombies!!!: puro tira e muovi con pesca di carte e tasselli mappa. Anche contro un dilettante si può perdere, se gira male gira male. La vittoria è sempre in bilico.
Se il fine ultimo è divertirsi, è ragionevole pensare che tanto più la vittoria sia in bilico fino all'ultimo tanto più ci si diverta tutti.
Il sillogismo si chiude da solo: meglio giochi fortunosi o giocare tra moderati dilettanti.
Ne siamo sicuri? La soddisfazione di pianificare una mossa mortale per i rivali, curata nei minimi particolari, celata e servita al momento giusto non è gratificante? Il dado è d'impiccio poiché potrebbe vanificare tutto. Ma se si è nella condizione di dirigere tutto vuol dire essere molto al di sopra dei compagni di gioco, i quali saranno presto vittime della "mossa" definitiva da parte vostra, quel movimento che chiude i giochi in modo inesorabile. Si divertiranno gli altri ad essere tagliati fuori inesorabilmente? A noi può dare soddisfazione sapere con certezza che abbiamo la vittoria in pugno di per certo?
Personalmente non saprei.
Le partite più belle che ricordo io sono:
- a Fury Of Dracula nella quale con Mina -da dilettante assoluto- nel momento dell'imminente disfatta dei cacciatori ho seccato il Conte grazie a una combo di carte paurosa.
- a Zombies!!! dopo una partita in testa dall'inizio vengo sconfitto dall'ultimo giocatore che fuggiva con l'elicottero nonostante fosse morto mezza dozzina di volte.
- a Risiko!, dopo ore di gioco e una serie di combinazioni mostruose il classico terzo incomodo staccava me e l'altra super-potenza.
- a Memoir'44: contro 4 granate sul 5 a 5 che fare?
- a Ticket To Ride dove chiunque diventa "esperto" già dopo la prima partita e allora ci si ostacola alla grande (specie in 4 giocatori).
- a Talisman dove fino all'ultimo tutti potevano vincere (il gusto di vedere uscire "l'horror vacui" all'avversario era impagabile).
E' palese la mia preferenza verso gli american games per quel senso di aleatorietà intrinseca che può rovesciare le convinzioni più assodate.
Serve essere esperti per divertirsi?