Scena prima.
Una sera di maggio a Pavia, universitaria sala quattrocento, tutta sormontata da soffitto ligneo. Parla Luca Giuliano, parla di giochi di ruolo a studenti e passanti, fra cui una signora evidentemente preparata con appunti e grinta. Dopo breve e intensa presentazione della storia e dell’essenza formale del concetto stesso di gioco di ruolo, il Giuliano commette l’errore di chiedere se qualcuno vuole fare domande. La signora prende la parola, il succo del suo intervento e’: ma questo giochi non sono quelli che poi i ragazzi si suicidano perche’ il loro personaggio muore? E non sono quelli in cui si gode a far morire fra atroci dolori i draghi? E non sono quelli che poi i bambini si prendono per il collo e si sbattono sul pavimento e si fanno male (no signora quello e’ il wrestling, sempre gioco violento ma altra parrocchia…)?
Interventi pacati di Luca Giuliano per riportare il tutto a un livello di logica socio-psicologica, interventi accalorati di giocatori piu’ o meno canuti per portare esperienze di pacifismo praticante e volontariato sociale tra ex chierici diventati maghi e cavalieri passati al caos piu’ intransigente.
La signora si infuria, rifiuta perfino l’evidenza. Sollevando anche un sospetto di satanismo strisciante fra i convenuti se ne va, sdegnata fra l’altro del connubio ludico-violento- economico (Luca presentava per l’occasione il suo ultimo libro).
Flash back… sala simile… convenuti piu’ o meno simili… sempre Luca che presenta il GDR… quasi stessa signora, con comunque le stesse illazioni… ma e’ trent’anni fa. A Roma, al PalaEur.
Scena seconda.
Mi chiama mio figlio al telefono. Ha un problema esistenziale: vorrebbe dare al nano, che sarebbe il suo personaggio in Dungeons & Dragons, un nome elfico, ma i suoi amici di gioco lo sconsigliano caldamente. Il fatto e’ che comprende – razionalmente - il senso delle obiezioni, ma- emotivamente - non riesce a rinunciare ne’ all’essenza vitale e bellica della razza bassa ne’ alla poesia sonante del nome arboreo. Parliamo una decina di minuti del problema, suggerisco l’innesto di qualche kappa finale che renda il patronimico un po’ piu’ nanesco, raggiungiamo un compromesso e attacchiamo a parlare di problemi di scuola, Passando poi ad altri, relativi a compagne di suddetta, specialmente una che a me pare un po’ stronzetta, ma che a lui sembra invece semplicemente angelica (concordo solo per l’irraggiungibilita’, e non glielo dico).
Ci salutiamo sul proposito sincero di comprare un’ascia a doppio taglio, che costa un po’di piu’ ma dovrebbe funzionare meglio nel corpo a corpo coi nonmorti.
Rassicurato del fatto che un giocatore di D&D (soprattutto se e’ mio figlio), sia pur nano col nome da elfo, viva normalmente anche problemi di cuore e di scuola, ripenso alle signore di oggi e di trent’anni fa… altro flash back: i miei problemi di cuore di trent’anni fa…
Scena terza.
Scrivo questo articolo, su richiesta-consiglio di Bea Parisi, dopo aver letto il mitico numero 4 - 1991 di Agonistica News. Mitico, per me, perche’ contiene un mio articolo, ovviamente. Criticabile fin che si vuole per stile e approccio, ma incontestabile dal punto di vista dei contenuti. Ah, il drammatico triangolo fra produttori, venditori e giocatori…! Se facessero tutti un passo indietro, se cercassero di lavorare insieme, se ci fossero meno incomprensioni… Se chi organizza fiere e manifestazioni desse un po’ piu’ spazio allo spirito del gioco, se i produttori sganciassero almeno un po’ di scatole per diffondere i prodotti, se i ricarichi fossero un po’ piu’ contenuti…Che tempi! Lotte, passioni, investimenti in tempo e denaro, scontri fra scuole di pensiero. Mica come adesso, se vogliamo, con quelle querelle internettiane fra sostenitori di Lucca citta’ aperta e Fiera organizzata, Torinogames tutto ghettizzato ma puro o Fiera del fumetto con appendice propagandistica per i non adepti. O fra i commenti (vivavoce) dei gestori di ludoteche sulla generosita’ inesistente di produttori e distributori.
Differenze sostanziali, caspita: trent’anni fa Internet non esisteva, i cellulari erano ancora di la’ da venire, Gradara e Giokando erano le sole occasioni di incontro, il mercato (nel supermercato) era solo Hasbro e EG, nei dibattiti si discuteva se il GDR era di destra o di sinistra.
E le signore ai dibattiti si chiedevano se comunque tutta questa violenza non rovinava i ragazzi….
Mio Dio, ancora quei flash back… Luca Giuliano, Beatrice Parisi, Sergio Masini, Ben Sidoti, Roberto Flaibani, Gigi Ore Felici, Domenico Di Giorgio, Angelo Porazzi, Liga Ligabue (di Modcon), Liga Ligabue (di certe notti), Sergio Valzania, Giokando, Per gioco, Lucca games, Mucca Games…
No, non e’ flash back, e’ casino storico, macchina ludo spazio temporale. E il gioco vive. Viva il gioco, viva noi, ci siamo ancora.