Avete sempre sognato di giocare la parte del naufrago sull'isola deserta? A questo Essen i naufraghi rischiavano di essere due..
ATTENZIONE! La seguente anteprima è ricavata dalle impressioni successive alla sola lettura del regolamento senza prova su strada del gioco.
Robinson Crusoe: Adventure on the Cursed Island
Autore: Ignacy Trzewiczek
Ambientazione: Avventura, letteratura
Editore: Portal Publishing. Z-man Games
Meccaniche: cooperazione, piazzamento lavoratori
Giocatori: da 1 a 4 giocatori
Dip. lingua: sì
Durata: 75 minuti
Link regole: Inglese (BGG)
Tipologia: Giochi da tavolo
Difficoltà: media
Descrizione estesa del gioco
Accade spesso che un’ambientazione poco sfruttata nei boardgame venga in contemporanea sviluppata da più titoli in nuova uscita; quello che però rischiava di accadere ad Essen di questo anno è qualcosa di veramente singolare, dato che si rischiava di avere due titoli con lo stesso identico titolo, “Crusoe”. Il pericolo però è scampato, perché dopo un repentino ritocco dei titoli, per evitare le ambiguità spicciole, è giunta anche la notizia che la Homuludicus pubblicherà il proprio “Crusoe” poco dopo la fiera, ed in ogni caso non è disponibile un regolamento per poterlo confrontare. Per questo motivo ci concentriamo, al momento, sul secondo spiaggiato, del quale la Portal ha da poco fornito il regolamento, con il titolo completo e definitivo di Robinson Crusoe, Adventure on the cursed island.
Si tratta di un cooperativo a scenari, i giocatori ne scelgono uno prima di iniziare la partita e affrontano la missione descritta. Diciamo subito che il gioco ricrea molto bene l’ambientazione, ma non fa riferimento diretto al romanzo di Dafoe, bensì ogni scenario rappresenta un’avventura distinta: in un caso c’è il classico naufrago che deve sopravvivere, in un altro dobbiamo cercare il tesoro sull’isola dei pirati, in un altro ancora dobbiamo esorcizzare l’isola maledetta, eccetera. Ogni scenario detta le sue condizioni al contorno – come quelle relative al tempo – stabilisce un obiettivo e un numero massimo di turni di gioco. Se i giocatori completano la missione entro i turni stabiliti e riescono a sopravvivere vincono, se si sfora il numero di turni o qualcuno muore -anche un solo partecipante- la missione fallisce.
Ciascuno dei partecipanti gioca il ruolo di un particolare personaggio, rappresentato da una scheda estratta ad inizio partita. Ogni personaggio ha un suo punteggio vita, che rappresenta le ferite che può subire prima di morire, e delle abilità speciali: così il carpentiere sarà facilitato nelle costruzioni e l’utilizzo degli utensili, mentre l’esploratore è facilitato nelle azioni di esplorazione dell’isola.
Ogni turno di gioco ha una serie di eventi che fanno avanzare la partita, tipicamente delle carte da scoprire, e ha il suo cuore nella fase di selezione azioni. I giocatori hanno due pedine a testa che possono posizionare sugli spazi riservati alle azioni per poi eseguirle.
Le scelte sono veramente variegate: bisogna costruirsi un riparo, cacciare e procurarsi il cibo (che comporta lottare con le fiere presenti sull’isola), esplorare (c’è una mappa componibile fatta di tasselli esagonali che si scoprono progressivamente). Bisogna inoltre raccogliere risorse e costruire oggetti che servono per le varie missioni, questo è un aspetto cruciale del gioco, ci sono degli oggetti che possono essere costruiti sempre, altri che richiedono dei prerequisiti (in pratica c’è un piccolo albero tecnologico), altri che sono disponibili solo se un determinato specialista fa parte della missione o sono specifici dello scenario scelto. Un’altra sottigliezza che fa capire quanto sia studiata l’ambientazione è il fatto che gli oggetti hanno un limitato riutilizzo, dato che sono fatti con materiale di fortuna.
Ci sono svariati espedienti studiati per far scalare il gioco, fino a poterlo provare in solitario, inoltre ogni scenario è affrontabile in tre differenti livelli di difficoltà.
Un ultimo commento è obbligatorio riguardo a quanto ricco appaia il contenuto della scatola: tabellone, tasselli per la mappa dell’isola, carte di vario tipo, segnalini vari, dadi speciali: non si può dire certo di trovarsi di fronte a un gioco che non offre materiali.
Pro
Contro
- Gioco molto “ricco” e con una bella grafica.
- Ambientazione ottimamente ricostruita.
- Longevità e scalabilità ben studiate.
Presentato e pubblicizzato come un cooperativo atipico...si tratta in effetti del “classico” cooperativo<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />
Conclusioni
Premetto col dire che non sono un amante dei cooperativi puri. Mi ero interessato a questo titolo per due motivi: il primo è che mi sono spesso piaciuti i giochi della Portal ed in particolare dell’autore; il secondo motivo è per come era stato descritto questo gioco. Dal blog dell’autore e dai video di presentazione che trovate in rete il gioco era descritto come un “cooperativo atipico”. L’autore specifica di aver molto studiato i problemi classici dei cooperativi, come quello del "giocatore leader". Chi è il giocatore leader? É quello che quando è il tuo turno ti dice “Adesso ti muovi lì e fai questo, altrimenti perdiamo tutti e mi incazzo” (e, per inciso, è l’aspetto che di solito mi fa non piacere i cooperativi puri).
Ora... da un’attenta lettura del regolamento da poco pubblicato mi sembra che la supposta atipicità e le soluzioni ai problmi tipici dei cooperativi sia più sulla carta che nei fatti. Appare, di fatto, come un cooperativo classico con le informazioni e le scelte condivise tra i giocatori, lo scenario che, solitamente, esalta il leader. Addirittura alcune azioni sono di supporto ad un altro giocatore (per cui in un turno la vostra scelta deve essere di coadiuvare un altro) e sia le risorse che gli oggetti costruiti sono condivisi da tutta la squadra. Gli espedienti scelti per evitare il problema del leader sono blandi, tipo il regolamento specifica che “il giocatore che ha il segnalino di primo giocatore risolve i disaccordi nel gruppo”, che è, come dire, che il leader dovrà convincere un solo compagno, invece che altri tre....
Queste sono, ovviamente, considerazioni personalissime, che poco interessano gli amanti dei cooperativi classici, genere che ha sempre più appassionati visto il numero che se ne sfornano ogni anno. Considerato dal loro punto di vista abbiamo un cooperativo con un’affascinante ambientazione (accompagnato da una ricca componentistica, come specificato) e che si presenta alquanto complesso e articolato. Non parlo di quanto sia difficile vincere il tabellone (per quello ogni commento è prematuro), ma di quanto siano complesse le scelte da fare ogni turno, ben più complesse di un “Pandemic”, tanto per citare un titolo che tutti conosceranno.
A chi ama questo tipo di sfide consiglio sicuramente di tenere in considerazione questo Crusoe, io passo, nell’attesa che qualcun altro affronti in maniera più seria il problema del giocatore leader.
Note
Edizione inglese