Hanno chiesto e richiesto e richiesto che il Puzzillo visitasse la loro fiera.
Quest'anno hanno smesso, e così ho fatto un salto.
Negli anni passati, lo ammetto, avevo bollato Settimo in Gioco come una di quelle fierette locali che, fra un torneo di Carcassonne e finti concorsi, dalle buone intenzioni passano a fare da contenitore per i soliti autopromotori, prototipi brutti ed eventi trascurabili. Insomma, una specie di GiocaRoma piemontese, quel mix triste di tavoli di plastica, dadi e squallore che tanto va di moda in Italia.
Questa edizione, però, che non ho capito se si proponeva come evento per le famiglie (e allora potevano evitare di fare i manifesti scritti col sangue) o per giocatori (e allora potevano fare qualche evento per giocatori e sparare in testa ai tizi del torneo di Trivial Pursuit) è stata finalmente l'occasione di farmi un'opinione basata su qualcosa in più del sentito dire. Purtroppo.
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