La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e, in nessun modo, ha valore di recensione.
Kevin Wilson crea questa sorta di dungen crawler ambientato nella torre di un perfido mago, per 2-4 giocatori, della durata tra i sessanta e i centoventi minuti, destinato a un pubblico esperto (14+) e basato su meccaniche di poteri variabili e, soprattutto, sulla famosa torre con i cubi (Shogun, Edge of Darkness, Amerigo).
Nonostante la grafica simpatica e fumettosa, il regolamento è corposo e non adatto alle famiglie o agli occasionali - cosa confermata anche dalla durata della partita.
Riassunto di gioco
Per capire come funzioni The Stygian Society occorre conoscere come funziona la torre, sfruttata per la verità in diversi giochi, ma non così frequente da essere nota a tutti. Si tratta di un marchingegno simile a quello che serve a randomizzare i risultati dei dadi, con la differenza che qui nella parte alta vengono inseriti cubi e i piani intermedi sono fatti in modo da trattenerne casualmente alcuni durante la caduta.
Quindi la torre non restituisce mai esattamente i cubi che avete appena messo dentro, facendone spesso uscire anche altri, rimasti lì dai lanci precedenti; la combinazione così casuale di cubi usciti determina un qualche risultato di gioco.
Nel caso specifico di The Stygian Society, a ricorrere a tale meccanica è il combattimento. Nella fattispecie, a ogni piano della torre si pesca una carta nemici; questa dice quanti mostri - e di che tipo - i nostri eroi dovranno affrontare. La carta indica inoltre quanti cubi e di che colore (quelli dei mostri sono gialli, rossi e neri) andranno inseriti a ogni turno di ogni giocatore.
Dal canto suo, l'eroe aggiunge alla torre altri cubi, che dipendono dalle sue abilità (sono verdi per la mischia, blu per le distanza, bianchi per la magia). Ora un po' di cubi usciranno dalla bocca della torre, alcuni dei quali, rimbalzando, finiranno anche all'interno del recinto: questi valgono doppio.
Per prima cosa si risolvono le mosse dei mostri; per cui, se un orco fa un attacco consumando tre cubi rossi e c'è tale numero fuori dalla torre, vengono rimossi per compiere tale attacco. Ora l'eroe può consumare cubi usciti allo stesso modo per fare una mossa tra quelle che ha a sua disposizione.
Si passa poi al personaggio successivo fino a che si uccidono tutti i nemici o la vita del gruppo - che ha un'unica pedina e punti vita ed esperienza in comune - si riduce a zero.
Al terzo piano della torre c'è un miniboss da affrontare, mentre al sesto uno dei temibili stregoni forniti dal gioco, che funge da boss finale.
Questa base è condita da abilità speciali per ogni eroe, carte sempre più potenti acquisibili con l'esperienza (che si ottiene uccidendo i mostri), oggetti magici e tesori ottenuti a ogni piano e quant'altro.
Prime impressioni
Come dicevo in apertura, Kevin Wilson ha un curriculum di tutto rispetto (la prima edizione de Il trono di spade - il gioco da tavolo, Arkham Horror, Sid Meier's Civilization, Descent: Journeys in the Dark). Questo The Stygian Society è sicuramente un dungeon crawler atipico, sia per struttura che per meccaniche, ma certamente presenta spunti e originalità da prendere in considerazione.
Per iniziare, la torre diventa sia meccanica che ambientazione: gli eroi si avventurano effettivamente lungo i piani della torre di un mago malvagio, fino all'ultima stanza e, al contempo, la si usa per risolvere praticamente il novanta percento del gioco.
Non bisogna lasciarsi ingannare dall'aspetto puccioso dei disegni, perché, un po' come accade in Root, le regole sono poi parecchie e e le opzioni molte. Probabilmente questa grafica così casual-friendly serve per acchiappare più compratori possibile.
Al di là di questo, meccanicamente è uno di quei giochi che, secondo me, sortirà un effetto “tutto o nulla”: o lo amerete o lo odierete. La torre è una meccanica particolare: è meno casuale di un dado, che non ha memoria; ma può fare altrettanto “male” e, per questo, in certi momenti risultare davvero odiosa.
Quindi, se questa meccanica l'avete già provata e vi piace, questo gioco penso non vi deluderà; se, invece, non l'avete mai sperimentata, questa potrebbe essere l'occasione giusta.