Dogs in the Vineyard, è uno di quei GDR che mi hanno convinto a metà.
Le meccaniche di risoluzione dei conflitti sembrano essere innovative ed interessanti, seppur i più navigati possano rinvenirle anche in giochi più vecchi rispetto a questo. Nel complesso, però, sembra essere più difficile sulla carta che non poi alla prova del tavolo da gioco.
Quel che invece mi lascia un po' perplesso è proprio l'ambientazione.
Questi giovani "giustizierie", a metà tra i paladini classici e gli inquisitori domenicani rinascimentali, calati in un ambiente western molto bigotto che risente della religione dei Mormoni non mi ha affatto convinto. Oltre ad essere paradossale che i Cani siano soggetti spesso giovani o giovanissimi, e salve alcune questioni morali che l'ambientazione può svolgere, mi sembra che alla fine il sistema non giri poi così bene.
Leggendo il regolamento mi sono seriamente chiesto se non fosse il caso di ambientare il tutto in altri setting che pure sono suggeriti dallo stesso Autore, magari modificando alcuni tratti del contesto di gioco.
Cercando però di essere obiettivi, e di non aderire nè a quanti lo detestano nè a quanti lo adorano (spesso per il suo tratto distintivo di "GDR maturo", "per grandi", "che pone grandi questioni morali ed etiche"), ritengo che come GDR possa essere valido soprattutto per le sue meccaniche. Inoltre, per coloro che apprezzano i GDR narrativi, può essere una valida scelta soprattutto se di questo Autore si sia già provato, per esempio, Apocalypse World.