Il conflitto tra le forze Russe e i Cavalieri Teutoni durante il Basso Medio Evo proposto da codesto giuoco è soddisfacente da moltissimi punti di vista, in particolare per la sana tensione che riesce a creare tra i due contendenti e per quanto sia curata, funzionale ed appagante la fase di pianificazione: occorre tener conto del tempo che scorre e del calendario, elemento messo in evidenza già dallo spazio notevole che occupano sul tabellone i relativi indicatori, ma anche dell’esigenza di sostentare le proprie armate a livello di rifornimenti, come di poter ricompensare debitamente i condottieri che combattono per la nostra causa, senza però tralasciare le linee di spostamento e i mezzi atti ad agevolarlo; la componentistica rende sempre evidente quali unità siano schierate in campo e, al di là delle battaglie generiche, vi sono adeguate regole specifiche per razzie e assedi. Il pregio principale di Nevsky è il come sposti la prospettiva del conflitto su un piano legato alle grandi manovre su larga scala e in visione ampia, fornendo conseguentemente elementi non solo effettivamente funzionali, ma anche in grado di garantire una sufficiente coerenza nel rapporto tra regole ed eventi d’insieme. Infine sono presenti ben sei scenari: laddove il primo è meramente introduttivo, gli altri cinque presentano situazioni di partenza differenti e si adattano a diverse esigenze relative alla durata totale della partita. Va però precisato che i non moltissimi elementi da collocare sul tabellone rendono possibile interrompere la partita anche senza dover lasciare il tutto intavolato: al contrario di altri giuochi di codesto genere, non sarà eccessivamente arduo ricollocare il tutto nelle adeguate posizioni, riprendendo il conflitto nei giorni successivi. Le regole sono tutt’altro che proibitive da apprendersi, ma applicarle con perizia è tutt’altra questione: anche per questo suggerisco Nevsky a tutti quei generali che tengano in debita considerazione gli elementi precedentemente descritti e che apprezzino d’indulgere in accurate e pazienti riflessioni di pianificazione, il vero sale di codesta opera.
il prode Sir Alric sconsiglia Nevsky a coloro che, leggendo l’indicazione di giuoco per 1-2 partecipanti, lo vogliano fare proprio per goderselo in solitario: non si godrebbero proprio un bel nulla! Nevsky è nella pura essenza un gioco competitivo da due e chi voglia giocare da solo si orienti su altro. C’è poi il discorso dei dadi: durante le battaglie se ne lanciano molti; coloro che odiano a priori tali esaedri da numeri puntiformi ornati, ne tengano seriamente conto, perché nel singolo evento l’alea ha un suo peso: di mio però posso affermare di non aver mai perso una partita intera quando ho avuto l’impressione di aver giocato meglio del mio rivale e questo è stato ancor più vero negli scenari lunghi; ovviamente rivolgimenti davvero estremi della Dea Bendata potrebbero arrivare, in casi estremi, a contare più di altri elementi: va però ribadito che in Nevsky il giocatore inesperto o eccessivamente istintivo non vincerà mai e poi mai contro un veterano; da qui si giunge al dissuadere dall’esborso del collezionista compulsivo anche chi dovesse essere sprovvisto di almeno un compagno d’arme dotato di sufficiente interesse e dedizione verso questo genere di giochi, altrimenti finirete a guardare tristemente la scatola senza comprendere mai il talento di Volko e nemmeno l’imponenza dello scenario più vasto, la Crociata su Novgorod, che fa vivere pienamente i due anni, dal 1240 al 1242, del macro-evento storico che fa da presupposto al giuoco. Fratelli di spada, di giuoco e di pugna all’altezza della situazione per passione e predisposizione caratteriale restano, va ribadito una volta ancora, più importanti di qualunque collezione con troppi pezzi incelofanati.